Sotto il destino e fra i monti - IIS Fazzini-Mercantini
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<strong>Sotto</strong> <strong>il</strong> <strong>destino</strong> e <strong>fra</strong> i <strong>monti</strong><br />
<strong>Sotto</strong> <strong>il</strong> <strong>destino</strong> e <strong>fra</strong> i <strong>monti</strong><br />
storia di Angelo Amatucci, Enrico, Ernesto e Giulio Calvaresi<br />
storia di Angelo Amatucci, Enrico, Ernesto e Giulio Calvaresi,<br />
soldati alla Grande guerra<br />
soldati alla Grande guerra<br />
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INTRODUZIONE<br />
Angelo Amatucci e i tre <strong>fra</strong>telli Calvaresi, Enrico, Ernesto e Giulio sono i giovani figli al fronte della Grande guerra di due coloni del signor Michele<br />
Angelini, un proprietario terriero di Offida che vive a Roma.<br />
Angelo è di Capradosso, una <strong>fra</strong>zione di Rotella (AP), sotto <strong>il</strong> monte Ascensione. I <strong>fra</strong>telli Calvaresi sono, invece, di Appignano del Tronto (AP), piccolo<br />
centro tra Castel di Lama e Offida.<br />
Le loro lettere, conservate nell'Archivio Angelini-Micheli di Offida, sono una testimonianza forte, semplice, diretta dalle “zone di guerra” del primo<br />
conflitto mondiale. Sono quasi tutte indirizzate al “caro padrone” e qualche volta alla signora Olimpia, la moglie.<br />
Altre lettere, poche, sono di Gaetano Micheli (che annuncia la morte di Angelo), della signora Olimpia, del padre di Angelo, di Don Peppe, <strong>il</strong> parroco di<br />
Capradosso.<br />
Si tratta di giovani sempre vissuti nelle loro campagne, legati da un rapporto affettuoso di rispetto devoto al signor Michele, a cui mandano notizie, spesso<br />
preoccupandosi del lavoro della terra affidato ai loro padri. Nei momenti significativi della semina, del raccolto, della mietitura li sentiamo rassicurati dalla<br />
collaborazione che altri mezzadri offrono per rimpiazzare le loro braccia impegnate in tutt'altro. Chiedono addirittura di essere mandati in licenza in questi<br />
periodi per lavorare e non lasciare i fam<strong>il</strong>iari in difficoltà, ben consapevoli dell'importanza delle loro forza lavoro e dei loro campi, non quelli di battaglia<br />
che sentono estranei.<br />
Carreggio, salmeria, fanteria, bombardieri, queste sono le loro destinazioni. Non c'è quasi mai entusiasmo: la guerra degli irredentisti, dei nazionalisti, degli<br />
interventisti, dei socialisti che hanno dimenticato la solidarietà e la pace è per loro un fatto incomprensib<strong>il</strong>e culturalmente, razionalmente ed<br />
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emotivamente.<br />
Le loro lettere o cartoline, controllate dalla censura, abbracciano un periodo che va dal 1916 al 1918, con una appendice del 1920 perché Ernesto Calvaresi<br />
è trattenuto a Trieste, “Terra liberata”.<br />
Le grafie sono spesso diverse, a volte diffic<strong>il</strong>mente leggib<strong>il</strong>i; diversi anche gli st<strong>il</strong>i della scrittura, solo rare volte corretti e scorrevoli. Sanno scrivere a<br />
malapena i nostri quattro soldati e ricorrono all'aiuto di qualche comm<strong>il</strong>itone che però, a volte, deforma <strong>il</strong> nome del signor Angelini, probab<strong>il</strong>mente<br />
pronunciato con la forte inflessione dialettale marchigiana dei mittenti. E questi, quando scrivono da soli – Angelo lo fa sempre – scrivono in dialetto, anzi,<br />
trascrivono <strong>il</strong> dialetto ovviamente senza ortografia né regole sintattiche, tanto meno punteggiatura.<br />
Quest'aspetto è un documento nel documento: oltre alla vita vissuta al fronte, oltre ai dettagli su luoghi e fatti della grande guerra, questa corrispondenza è<br />
uno specchio della società contadina mezzadr<strong>il</strong>e italiana, della sua cultura arcaica e della sua lenta alfabetizzazione.<br />
Tutto <strong>il</strong> materiale è stato fotografato, ordinato cronologicamente e per mittente e descritto, trascrivendone fedelmente <strong>il</strong> testo e interpretandone,<br />
traducendolo, <strong>il</strong> significato.<br />
Nelle pagine di questo lavoro, in ordine cronologico vengono riportate, per ognuno dei quattro soldati, le loro lettere o cartoline, annotando tra parentesi,<br />
nel testo, la traduzione di qualche passaggio diffic<strong>il</strong>e e aggiungendo in corsivo blu, nella pagina, qualche particolarità relativa a luoghi citati e noti<br />
sull'Isonzo, sul Piave o qualche aspetto significativo sulle condizioni di vita al fronte. Qualche vocabolo, anche per difficoltà grafiche, è rimasto<br />
indeci<strong>fra</strong>b<strong>il</strong>e.<br />
Precede la serie di documenti dei singoli protagonisti una scheda sintetica introduttiva delle loro “biografie” di soldati al fronte.<br />
Chiude <strong>il</strong> lavoro la lunga e bella lettera di Don Peppe, parroco di Capradosso e cappellano m<strong>il</strong>itare al fronte che Angelo incontra al fronte ma non<br />
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iconosce subito. Don Peppe racconta di essere sfuggito per miracolo ad una granata esplosa vicino a lui e che lo ha ferito ad un braccio. Lo hanno protetto<br />
Sant'Emidio, di cui porta con sé una reliquia e la sua “buona mamma”. Le sue parole sono una testimonianza di fede, entusiasmo patriottico e<br />
consapevolezza dell'assurdità della guerra. Don Peppe è esplicito: la guerra è un “terrib<strong>il</strong>e suicidio dell'umanità”. E cita Benedetto XV che già <strong>il</strong> 4 marzo<br />
del 1916 aveva parlato di “suicidio dell'Europa civ<strong>il</strong>e” e, nella Nota ai capi degli Stati in guerra del 1° agosto 1917, di “inut<strong>il</strong>e strage”.<br />
Angelo non tornerà casa, mentre i Calvaresi sì, pur avendo anch'essi perso un <strong>fra</strong>tello nel 1916 sull'Altipiano di Asiago.<br />
A lavoro hanno collaborato, anche con ricerche d'archivio, gli allievi delle due classi quinte del Liceo Scientifico Tecnologico <strong>Mercantini</strong> di Ripatransone,<br />
che hanno scelto di inserirlo come percorso di ricerca storica, aperto a possib<strong>il</strong>i espansioni tematiche multidisciplinari, nell'area di progetto del triennio<br />
2008-2009/ 2009-2010/ 2010-2011.<br />
Ripatransone-Offida, 25/4/2011 l'insegnante, Teresa Trivellin<br />
Un ringraziamento sentito, per la disponib<strong>il</strong>ità e la cortesia va a Mario Vannicola che con cura e sensib<strong>il</strong>ità, passione e originalità dà un contributo concreto<br />
affinché la memoria del passato sopravviva.<br />
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<strong>Sotto</strong> <strong>il</strong> <strong>destino</strong> e <strong>fra</strong> i <strong>monti</strong><br />
storia di Angelo Amatucci, Enrico, Ernesto e Giulio Calvaresi<br />
soldati alla Grande guerra<br />
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ANGELO<br />
Il fiume Isonzo...<br />
quando si passa <strong>il</strong> fiume,<br />
si passa nella morte.<br />
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E' <strong>il</strong> 26 febbraio 1917 quando Angelo comunica al signor Angelini, "caro patrono" come sempre, l'imminente partenza, <strong>il</strong> 2 marzo. Pochissime parole,<br />
un'informazione da dare insieme alle altre, tante e più importanti, forse, sul lavoro in campagna. La vacca ha partorito, i "cestini" sono stati fatti, <strong>il</strong> legname<br />
per fare la botte comprato, la semina del grano – "abiamo faticato li coste" (abbiamo lavorato la terra sui costoni) – insomma la campagna è a posto per<br />
essere "a tembo suo bella". Sembra non rendersi conto che sta partendo per la guerra o forse ingenuamente esorcizza, aggirando la notizia e mescolandola<br />
con le varie comunicazioni di lavoro, la paura e <strong>il</strong> disagio che subito invece rivelerà, già con la prima cartolina.<br />
Subito dopo, a marzo, appena arrivato scrive, da Alano di Piave in provincia di Belluno. Scrive a tutti ma con <strong>il</strong> signor Angelini si lamenta che non riceve<br />
risposte da casa e neanche dalla fidanzata. Capiamo che la lettera è di marzo, anche se non c'è la data, perché Angelo descrive <strong>il</strong> lungo viaggio, "duegiorni e<br />
na note"; <strong>il</strong> diretto che si ferma ad Ancona, poi a Senigallia ("Siniaia"), per arrivare a Padova ("Padiva") alle dieci di sera. Qui i quattro compagni si separano<br />
e uno di loro va a Feltre. Tutto gli appare faticoso, estraneo, "midagne i dorno a noie sivede cieletera e la neve a colaneve" ... (montagne intorno a noi e<br />
neve da cielo a terra). Il mangiare è buono ma <strong>il</strong> pane è poco e lui ne compra altro. Insomma da subito Angelo si sente spaesato: "io non micipose (non mi<br />
ci posso) viderediqua (vedere qua) non misifaora (non vedo l'ora) a ritornare acasamia", anche perché "olde sifanno lirose sidate e volde si fanno gnedo", (a<br />
volte si fanno grosse sudate tanto e a volte non si fa niente).<br />
Pochi giorni dopo dice che sta bene ed è "vestite di alpine". Ma le alte montagne che vede dietro di sé lo turbano ancora: sono piene di neve e lui non ci si<br />
trova proprio in quel paesaggio strano: "mi trove detre li alde midagne ciele e tera acorlaneve nomi ci pose videre di queste parte" (mi trovo tra alte<br />
montagne da cielo a terra tutte coperte di neve, non mi ci posso vedere in questi luoghi).<br />
Ad apr<strong>il</strong>e <strong>il</strong> disagio sembra aumentare: "Non misi faora (non vedo l'ora) diritornare acasa mia qua non facenula (non faccio niente) io non micipose videre<br />
midispiace volde sifa lunco marci (a volte si fanno lunghe marce) ... e cista molda neve". Ha trascorso la Pasqua tranqu<strong>il</strong>lamente, ma <strong>il</strong> pensiero è a casa, ai<br />
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genitori, ai <strong>fra</strong>telli perché stiano attenti al bestiame e soprattutto rispondano alle sue lettere.<br />
A maggio è trasferito a Nervesa, in provincia di Treviso. Non è più alpino, ma sta facendo <strong>il</strong> corso per la Batteria bombardieri. Crede che sia meglio<br />
perché "non siva all salde alla baineta" (non si va all'assalto alla baionetta). Anche se la vita dell'alpino era "strapazata" e si sudava tanto adesso c'è più tempo<br />
libero e addirittura gli sembra di essere sempre a spasso ("despaso ciavemo quatro ore sono sembre spase"). Non ha più <strong>il</strong> cappello da alpino, ma un berretto<br />
e le mostrine da bombardiere. Comunque la paga è poca e forse i soldi che gli hanno mandato da casa sono rimasti ad Alano. Anche scrivere è faticoso e se<br />
ne scusa, scrive "sopra <strong>il</strong> ginochie" perché stanno accampati "sotaliteno" (sotto alle tende) e "<strong>fra</strong>la paia sidorme" (si dorme sulla paglia).<br />
A giugno ben quattro lettere più o meno ad una settimana l'una dall'altra. Sta bene: i suoi compagni "gia sono andato in trigea (trincea) per me e stato una<br />
rosa (grossa) fertuna ... linostre sopriori bonisimo lificiale lavemo lasato buone e levemo trovato piu buone" (i nostri superiori, buonissimi ufficiali, li<br />
abbiamo lasciati buoni e li abbiamo trovati più buoni). Ha anche ricevuto finalmente i soldi ed è tranqu<strong>il</strong>lo.<br />
Quella del 15 è una strana lettera, all'inizio quasi incoraggiante per l'umore positivo che lo porta ad usare insolite parole, quasi retoriche, come se ripetesse<br />
qualcosa che sta lentamente imparando: "steche (sto) al posto dove sidifende la nostra patria". E' a riposo dopo aver camminato tanto, mangia meglio e, se<br />
non fosse che "sisende bodirimore che non sidormi lanotta" (si sente un po' di rumore che non si dorme la notte), tutto sembrerebbe andare davvero bene.<br />
Ma subito dopo una nota spiacevole: <strong>il</strong> padre gli ha spedito i soldi due volte ma lui li ha ricevuti solo una volta; ha protestato e forse lo hanno minacciato di<br />
querela.<br />
Scrivere di questo episodio lo fa rattristare. Riaffiora <strong>il</strong> pessimismo. Se potesse starebbe a casa perché qui "qualche volda sipena amorte ... avemo fatta<br />
41duno colotrimo (41 ch<strong>il</strong>ometri) di strada due giorni di camino chesono rivato più morto che bive (vivo) e mostemo sotta la tenna quatro (adesso stiamo<br />
sotto la tenda in quattro) bisogna dormire sopra lisase pertera (i sassi per terra) senza nico dipaia (un po' di paia) i non chrideva (credevo) mai afare sta vita".<br />
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Aggiunge: "io mi sarei piaciuto arivedere limie ginitori prima di morire che non so cobiuto vidano (non ho compiuto vent'anni) e sonocendo a morire<br />
(sono innocente a morire) ... e io non pezo (penso) piu allamia vita sarei condedo a rivedella la mia patria e rivedella la mia sposa chesi potesse vidella<br />
(rivederla) quella bella ers<strong>il</strong>ia chei non lavoi mai badinare (abbandonare)... ". Chiude con i soliti saluti, sollecitando come fa spesso una pronta risposta, e<br />
con una preghiera alla signorina Maria "che midica una vemaria la madonna chemi desefortuna acabare (a campare) adio...".<br />
Molto interessante, quasi un lapsus freudiano, è un dettaglio di questa lettera: vorrebbe rivedere la sua patria. Che dunque non è questa, non sono queste<br />
montagne, ma è Capradosso, la sua campagna, la sua terra, laggiù nelle Marche.<br />
Il 18 non è più a Nervesa, ma a Ronco: va tutto bene, spera di rivedere presto tutti "si vuole die (Dio) si mi da le fertuna"; chiede se altri amici di<br />
Capradosso sono partiti e se sono andati a mietere da "Cappella".<br />
Il 31 Angelo ci dà notizie su cosa fa: non è mai stato in trincea da solo, di giorno "sembre spase" (sempre a spasso), ma di notte va "appertare li bombe (a<br />
portare le bombe) che li (con i) mule o poi porte <strong>il</strong> rage (rancio). bisogna caminare tutta la notte". Ed è pericoloso a quell'ora con gli aeroplani ("li roprano")<br />
che fanno incursione e costringono a ripararsi, addirittura sotto una botticella, come ha fatto lui la notte appena passata, scappando dalle tende. Subito<br />
dopo riferisce delle buone previsioni per la campagna avute dai suoi genitori e saluta.<br />
Dopo un lungo s<strong>il</strong>enzio agli inizi di settembre Angelo scrive di nuovo, ma è piuttosto laconico, solo una cartolina: da casa non scrivono ed è "scondendo".<br />
Riferisce che la "nostra vanzata e data vande" (è andata avanti) e di aver visto Don Peppe, <strong>il</strong> parroco del paese che però non ha subito riconosciuto perché<br />
"non ci pizava" (pensavo), quasi come se <strong>il</strong> paese – la sua patria - fosse ormai lontano e appartenesse ad un'altra vita. 10 giorni dopo, però, una lunga lettera.<br />
Finalmente ha avuto "le notizie di casa", <strong>il</strong> grano, <strong>il</strong> manzo grosso... Lui sta bene. Perché dunque "piance mamma"? "Adessa nonno mitrove al pericole mi<br />
trove londana mi trove a riposse. Mi posse fare una otima polizia (mi posso lavare bene) adesa mitrove condedisimo che stenco bene (sto bene) tuti<br />
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glioficiale mivobene io mi facce <strong>il</strong> mio dovere e non tisifotta (ti calcola) nesuno".<br />
Perché piange quella mamma? Tra l'altro suo figlio riesce a guadagnare qualche lira in più vendendo le sigarette che non fuma e non è poca cosa visto che<br />
tutto, "seuno combra (compra) qualche cossa sono troppe care". Ringrazia <strong>il</strong> padrone perché vorrebbe comprargli la camera nuova, ma non è <strong>il</strong> momento<br />
di pensare a questo.<br />
Il primo ottobre risponde alla "amata lettera" della signora Olimpia. Le parla con affetto f<strong>il</strong>iale e le confida la sua stanchezza tra spostamenti continui, riposi<br />
e ripartenze. E' piuttosto avv<strong>il</strong>ito, deve aver visto cose terrib<strong>il</strong>i: "si soffre tutti li sorte delle cosse (ogni sorta di cose) che la morte non e cossa (la morte al<br />
confronto non è niente) perche bisogna morire una volda io non vorei piu passare (affrontare) lidescuste (quel disgusto) non vorei passare piu perche<br />
bisogna patire la fame la sette (la fame e la sete) bisogna faticare e poi delutime (in ultimo) bisogna morire". Spera di raccontare a voce, se tornerà, anche se,<br />
a dirle certe cose non si rende la loro terrib<strong>il</strong>ità: "ricordalo (ricordarlo) a cassa (a casa) non si sa ricorda niede di quelle che si passa al monde (non si ricorda<br />
niente di quello che si passa sul monte)", ma "dio losende e la madonna lo vede quande si pena".<br />
E' sull'Isonzo. E "non lo voleva pasare <strong>il</strong> fiume di lisonze quanda sipasa <strong>il</strong> fiume sipassa nella morte".<br />
Conclude dicendo anche alla signora Olimpia che non fumando sigarette, e non volendo "barare perche mi fanno male" (imparare perché mi fanno male),<br />
le vende e si guadagna qualche lira con cui si compra "qualche fiasche di vine e mi lobeve va molde care ma non mi borta" (... me lo bevo, va molto caro<br />
ma non mi importa). E saluta, tutti, come fosse un ultimo saluto in cui non vuole dimenticare nessuno: "vi dico adio saluto li mie ginitori e li bacie forte<br />
tutte <strong>il</strong> mio quore mande uno bacio lamia sorellina maria".<br />
Il 25 novembre scrive di nuovo; non ha potuto farlo prima, sono successe molte cose (si riferisce probab<strong>il</strong>mente a Caporetto <strong>il</strong> 24 ottobre e alla prima<br />
battaglia del Piave <strong>fra</strong> <strong>il</strong> 13 e <strong>il</strong> 26 novembre). Anche <strong>il</strong> padre Emidio dieci giorni prima, in una lettera al signor Michele confermava di non avere sue<br />
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notizie. Parla di una fuga improvvisa dal Monte Nero ("monte nere", scrive Angelo) <strong>il</strong> 24 ottobre, dieci giorni senza mangiare, tanta paura. Ma ormai è<br />
passata perché "mi trove molde condendo che mi trove salvi dela vita che sono fatte tante sacrifice e penare per <strong>il</strong> monte sono caminate notte e giorne per<br />
vinire asalvame" (... venire a salvarmi). Ha avuto una "crossa fortuna": mentre i compagni sono rimasti in fanteria a lui hanno dato da accudire un bue e una<br />
vacca da latte, "sole facce <strong>il</strong> guerno (mi occupo solo di governare) queste due bestie e non face (faccio) nula... Facce quele che mi pare. Mi trove cabagna<br />
(in campagna) sono provingia Di Reggio". Dove forse lo hanno mandato a prendere le due bestie.<br />
Il 1917 si chiude con una cartolina del 30 dicembre. Con buone notizie di sé ma un certo risentimento perché da casa non scrivono: in tre mesi una sola<br />
lettera. Gli viene quasi voglia di non scrivere più.<br />
1918<br />
L' 11 febbraio, pochi giorni dopo la Battaglia dei Tre Monti (28 – 31 gennaio) che non descrive, poche parole: "mitrove dove sista contenti". Il 17 dice che<br />
è al fronte, ma "idietre" (indietro), non come certi suoi compagni in prima linea. Gli è però successo un fatto increscioso. Gli hanno rubato la vacca da latte<br />
e ha rischiato di finire sotto processo. Per fortuna è stato scagionato. Il 22 ancora, ma brevemente, insiste sul s<strong>il</strong>enzio da casa.<br />
Lo ritroviamo a fine maggio: è stato in licenza a casa. Non ha più scritto al signor Michele; del resto spesso non riceve "pronta risposta" e desiste dal farlo. E'<br />
addolorato per i soldati morti: le battaglie al di qua del Piave, dove sono confluiti i soldati italiani in fuga dopo Caporetto sono, a suo dire, la conseguenza,<br />
di un tradimento per denaro, per "li m<strong>il</strong>iarde", che avrebbe vanificato una "crosa vanzata" (grossa avanzata). Si trova bene, ma "sotta <strong>il</strong> distine (<strong>destino</strong>) e <strong>fra</strong>li<br />
<strong>monti</strong> di lasalone (Asolo): sista bene ma tutte <strong>il</strong> giorne cidanno <strong>il</strong> rise manciare sono stufe avederlo... (ci danno <strong>il</strong> riso da mangiare e sono stufo a<br />
vederlo).<br />
In margine a questa lettera una post<strong>il</strong>la di Michele Angelini:<br />
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Le guerre si perdono quando non si à fiducia nei capi, ... a Caporetto abbiamo perduto non per i m<strong>il</strong>iardi che si sono venduti, ma perché i soldati proprio i<br />
soldati si sono creduti alle chiacchiere ai disfattisti.<br />
Tra pochi giorni si combatterà la "Battaglia del Solstizio" che gli sarà fatale.<br />
Infatti <strong>il</strong> 2 luglio Gaetano Micheli, scrive al cugino Michele di essersi trovato allo spaccio di Ciambecchini, a Rotella, quando agli Amatucci è arrivata la<br />
notizia improvvisa della morte di Angelo. Descrive lo strazio dei genitori e commosso lo sollecita a trovare qualche parola di conforto per Emidio e<br />
Tomassina.<br />
A giugno Angelo aveva spedito qualcosa in una busta intestata I.N.A. Verrà recapitata alla famiglia con due polizze e <strong>il</strong> suo certificato di morte molti mesi<br />
dopo.<br />
Non è un caso, forse, che a morire sia stato lui, dei nostri 4 soldati. E' giovanissimo, emotivo e sensib<strong>il</strong>e, delicato, indifeso. Da subito rivela una <strong>fra</strong>g<strong>il</strong>ità<br />
che si aggrappa, per superarla, alla scrittura, agli affetti fam<strong>il</strong>iari, ai suoi "padroni". E' l'unico che osserva smarrito le Alpi piene di neve, che si sente sradicato<br />
dalle sue belle campagne. Usa le parole dell'anima, del cuore. Ci ricorda che ha una fidanzata, la bella Ers<strong>il</strong>ia. E scrive tanto. E' sempre lui a farlo:<br />
inconfondib<strong>il</strong>i sono le sue "d" come delta cir<strong>il</strong>lici, i due punti usati spesso come punto fermo, la parola "fameia" che col tempo diventa "famiglia". Scrive<br />
lunghe lettere dove ridotti al minimo sono <strong>il</strong> formulario di reciproche notizie di buona salute e i saluti personalizzati finali. La sua sintassi è faticosa e da<br />
casa si lamentano che scrive male, ma lui insiste e a volte riempie tutti gli spazi bianchi, anche laterali del foglio.<br />
Quando ci saluta con quell' "Adio" ci fa stringere <strong>il</strong> cuore perché nelle sue lettere non è solo una formula di saluto, è un presagio, <strong>il</strong> preannuncio di un<br />
<strong>destino</strong>. E lui a scrivere, infatti, di sentirsi "sotto al distine".<br />
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Angelo forse sa cosa vuol dire morire per la patria e accenna al dovere di difenderla, ma vorrebbe soprattutto vivere. Non ha ancora compiuto 20 anni.<br />
Angelo Amatucci, era nato a Capradosso di Rotella <strong>il</strong> 31 dicembre del 1898. "L'anno m<strong>il</strong>lenovecentodiciotto ed alli 17 del mese di giugno, alle ore sedici<br />
in età di anni venti mancava ai vivi... morto in seguito a ferite riportate per scoppio di granata nemica, sepolto a Capitello...".<br />
Così l' "Eccellentissimo Ministero della Guerra" comunica la sua morte e <strong>il</strong> luogo della sua sepoltura.<br />
Capitello è in provincia di Vicenza, a due passi da Asiago, dal Monte Grappa: anche da morto Angelo è rimasto tra quelle alte montagne piene di neve.<br />
Oggi i suoi resti si trovano nel sacrario del Monte Grappa.<br />
http://www.montegrappa.org/grande_guerra/ caduti_grappa/cadutiitaliani.php<br />
13
Angelo sta per partire.<br />
Comunica a Michele<br />
Angelini solo questioni di<br />
campagna, la vitella che ha<br />
partorito, l'acquisto del<br />
legname per la botte, la<br />
fatica per la semina anche<br />
su costoni di terra faticosi.<br />
Chiede scusa per la<br />
scrittura e saluta.<br />
Capradosso 26 febbraio (1917)<br />
Caro patrono ti face sapere io parte due marzo (ti faccio sapere che parto <strong>il</strong> due marzo) la vacca sisono fiata 25 febbraio fata unavitella bella li due cestine li<br />
biamo fate (la vacca ha partorito <strong>il</strong> 25 febbraio una bella vitella e abbiamo fatto i cestini). Vemo comprato lignamo perlabotte faciamo fare a pascuale<br />
divorno (abbiamo comprato <strong>il</strong> legname per la botte che facciamo fare a Pasquale... [soprannome?]) biamo faticato li coste (abbiamo lavorato le coste [la<br />
parte scoscesa del terreno]) cibiamo messo <strong>il</strong> nostro crano (ci abbiamo messo <strong>il</strong> nostro grano) a tembo suo sono bello (che a tempo suo sarà bello) la<br />
cambagna sono bella goaldre dadirve (non ho altro da dirvi) scusa tatte del mio calatre (scusa tanto <strong>il</strong> mio carattere [di scrittura?]). saluto la signorina maria<br />
saluto la signora saluto <strong>il</strong> signoro patrono saluto a tutti i fameia (in famiglia) vi saluta tutti i miei di casa Amatucci Angelo<br />
14
senza data 1917<br />
Caro signore patrone tiscrivo pefate sapere le mie notizie che mitrovo bene disaluta cosi spero di voie mi trovo di queste bruto parte diqua i vedeno tatte<br />
midagne i dorno a noie (si vedono tante montagne intorno a noi) sivede cieletera e la neve a colaneve (cielo e terra, tutta neve sopra altra neve) lomagare<br />
non mi basta (<strong>il</strong> mangiare che passano non mi basta) quele chepasa sono buono (quello che passano è buono) non mibasta <strong>il</strong> pane masitro va combrare io<br />
non micipose viderediqua non misifaora a ritornare acasamia (non riesco<br />
a vedermi da queste parti e non vedo l'ora di tornare a casa mia) mi pare<br />
die (?) cano dado via dicasa mia (che sono andato via da casa mia) olde<br />
sifanno lirose sidate e volde si fanno gnedo (a volte si fanno grosse<br />
sudate, a volte niente.) Pe venire qua ci biamo mise duegiorni e na note<br />
che <strong>il</strong>direte (per arrivare qua ci abbiamo messo due giorni e una notte<br />
con <strong>il</strong> diretto) mezora acona abiamo pasato a siniaia a padiva rivate a<br />
poste li diece della sera (mezz'ora [fermi ad] Ancona, passati a Senigallia,<br />
arrivati a Padova alle dieci di sera) quatro cobagne vagnone erneste<br />
queledipalite (eravamo quattro compagni: Vagnoni, Ernesto,<br />
[soprannome?]) ci biamospartito uno pe parte (siamo divisi ognuno per<br />
luoghi diversi) Vagnoni e dado feltre palite e tatto circa unora didestaza<br />
dame (Vagnoni è andato a Feltre, l'altro [”Palitt'”?] è a circa un'ora di<br />
distanza da me) non a vuto gnete rispeste dicasa mia e naeco (? neanche)<br />
della mia spossa (fidanzata) che sono arinovata (che ho cambiato) maia<br />
non peze piu anulla (ma io non penso più a nulla) saluto la signorina maa<br />
(Maria) e saluto la signora che <strong>il</strong>signore patrone saluto tutto inbameia (in famiglia) adio<br />
Al soldato Amatucci Angelo 7° Reggimento<br />
1 Compagnia Reclute Provincia di Belluno Alano di Piave<br />
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da Alano di Piave con lo stesso senso di smarrimento: tante<br />
montagne e tanta neve. Poco da mangiare. Il viaggio. Angelo cita<br />
luoghi che forse non avrebbe mai visto: Ancona, Senigallia, Padova,<br />
Feltre. Con lui alcuni compaesani, uno dei quali è forse nominato<br />
con <strong>il</strong> soprannome - “qu<strong>il</strong>l' d' Palitt' (alla maniera dialettale locale<br />
[quello di ...], dai quali si dovrà dividere. Due giorni di viaggio. Da<br />
casa e dalla sua sposa non ha risposte. Comincia forse ad<br />
immalinconirsi: "io non penso più a nulla".<br />
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(<strong>il</strong> testo è forse proprio scritto da Angelo, mentre l'indirizzo no e cambia anche <strong>il</strong> colore dell'inchiostro)<br />
Caro patrone tiface sapere ca steche bene (ti faccio sapere che so bene) di<br />
saluta cosi spere di voglie (voi) sono vestite di alpine mi trove detre li alde<br />
midagne (alte montagne) ciele e tera acorlaneve (a cogliere/ ancora la neve?)<br />
nomi ci pose videre di queste parte ti saluto signore patrone<br />
saluto tutte e fameia<br />
Al soldato Amatucci Angelo<br />
7 Regimento Alpino Prima Compagnia reclute<br />
Allano di Piave Prov. Di Belluno<br />
Addio<br />
E' vestito da alpino, ma nel paesaggio coperto di neve "cielo e<br />
terra" e tra alte montagne "non ci si può vedere".<br />
27 marzo 1917<br />
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Caro signore patrono o vuta la tua letra e ti rispondo subito e ti face sapere tutte le mie notizie che mi trove bene di saluta e cossi mi posse a sigurare<br />
(apr<strong>il</strong>e?) 1917<br />
tutte di voglie io (assicurare di voi tutti) to scrito due volde naletra una cartolina (ti ho scritto due volte una lettera e una cartolina) dicasa nonno vuto<br />
risposte (da casa non ho ricevuto risposte) iopezo sebre no zacechipeza (io penso sempre e non so che pensare). Io fate una buona pasciqua (ho fatto<br />
una buona Pasqua) midice dicappelo seritrovate (mi dici che “Cappella” è stato ritrovato) iagli tatte piacere (ne ho tanto piacere) lusaluto tatto (lo<br />
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saluto tanto) erio(?) qua cipiove sepre e si e no sivede libello campagne come diquele mie parte (qua piove sempre e non si vedono belle campagne<br />
come da noi) tumidice della sposa noncivache piu perchea norifata naltra a rotella (mi chiedi della fidanzata: non ci vado più perché ne ho un'altra a<br />
Rotella) io scrito due volde non miriscrive (le ho scritto due volte ma non mi risponde) maie io la spete agiorne agiorne (ma io l'aspetto ogni giorno)<br />
maie non cipeze piu perche steche qua non cipeze aritornare allmiacasa (ma io non ci penso più perché sono qua e non penso di tornare a casa mia) tu<br />
me midice portete bene d<strong>il</strong>li supreiori (mi dici di comportarmi bene con i superiori) lisoproiori miolo bene (i superiori mi vogliono molto bene) ma<br />
bisogna fare detutto tisaluta <strong>il</strong> mio caperele (caporale) di queste pate non si mete <strong>il</strong> crano mete tutto craturo (da queste parti non si miete <strong>il</strong> grano; si<br />
miete <strong>il</strong> granturco?) o scrito a boracino (?) de (?) Donia (ho scritto a Borraccini/o di Antonio?) un cartolina e mi risposte subito <strong>il</strong> mio cobagne<br />
(compagno) carivedeme me sispese casta circa unora didistanza ti saluta tutto (ci rivediamo spesso poiché sta a circa un'ora di distanza e ti salutano tutti)<br />
tumidice che per fino del mese vafora (vai fuori) cio (ho) piacere saluto la signorina maria saluto la signora che <strong>il</strong> signore patrone a ritorno darti tatti<br />
saluti afituosi mifirmo Amatucci Angelo<br />
Tipiche espressioni dialettali della zona (Offida, Rotella): non zace = non saccio / cio = c'ho = ho.<br />
Tante risposte alle tante domande e raccomandazioni di un Michele particolarmente protettivo: la fidanzata, comportarsi bene con i superiori gli<br />
amici.<br />
Piove sempre. Niente belle campagne come dalle nostre parti. Poche risposte da casa, neanche dalla "sposa".<br />
La sensazione di una lontananza irrimediab<strong>il</strong>e.<br />
Per fortuna i superiori: brave persone che mi vogliono bene.<br />
Il grano e <strong>il</strong> granturco.<br />
19
8 apr<strong>il</strong>e 1917<br />
Caro patro tiface sapere che mi trove bene di saluta e così spero di voglie tutti inziema (insieme). Taricrazio tatto del tuo recalo (ti ringrazio tanto del<br />
tuo regalo) non cibisogna nulla camitrove bene quando miocore li made acirca almio patre (non mi serve nulla perché mi trovo bene e se mi servisse<br />
qualcosa lo cercherò a mio padre). Non misi faora diritornare acasa mia qua non facenula (non vedo l'ora di tornare a casa mia) io non micipose videre<br />
midispiace (non riesco ad abituarmi qua) volde sifa lunco marci io non siva mondagna e cista molda neve (a volte si fanno lunghe marce e non si va in<br />
montagna e c'è molta neve). Io vuto una sola risposta dicasa e medito che tu spetivo (mi hanno detto che tu aspettavi) la risposta mia io to scrito due<br />
20
volde e ci so miso buono trizo (ti ho scritto due volte e ci ho messo l'indirizzo giusto). midicivo locoaguaie (mi dicevano quelli “lì dai Quaie” [quaglia<br />
soprannome?]) che miscrivivo per pagua (che mi avrebbero scritto per Pasqua) la spetava sigura chi travieno casi sperde sigura (aspettavo sicuro che<br />
arrivasse e non che si perdesse di sicuro) Caro patrone taricomande (ti raccomando) sicriva (se scrivi) al mie <strong>fra</strong>teli che steca atedo alli bestie (che stiano<br />
attenti alle bestie). Io fate unbuona pasgua che molde (con molti) buona cambagne (buoni compagni). E tutte li demenico alla sadamesa (tutte le<br />
domeniche vado a Messa) non ciaie piu dirte gnede (non ho nient'altro da dirti) saluto tando la signorina maria saluto <strong>il</strong> signore patrone saluto la<br />
signora saluto tutto iziema (insieme) Adio Mi firmo Amatucci Angelo<br />
questo è <strong>il</strong> mio interizzo che io ti manto Al soldato Amatucci Angelo 7 ° Alpini 1 Compagnia distaccamento Alano di Piave provincia di Belluno.<br />
E' Pasqua: santa messa, buoni compagni. Tanta tristezza: la posta che non arriva, <strong>il</strong> pensiero al lavoro in campagna da un luogo dove non si fa niente.<br />
Pasqua di guerra,<br />
dall'archivio Micheli – Angelini, Offida<br />
21
Carisimo patrono ti face sapero che mi trove bene<br />
disaluta e cosi spero dite caropatrono tutte famia<br />
(famiglia) glio e tupeza che non ti face sapere le mie<br />
notizie ti sara di spia guto (pensi che non ti faccio<br />
sapere mie notizie e ti sarà dispiaciuto) ma perche non<br />
steva alano dato via e so stato 5 giorni afeldre (non ero<br />
ad Alano e sono stato cinque giorni a Feltre) e poi sono<br />
dato via. E sono piu alpino ma non sogli solo siame<br />
tande siame gudo al colpe di bobardiri ([non] sono più<br />
alpino e non sono solo; siamo tanti e giunti al corpo<br />
dei bombardieri) chredo che sia mei perche sta a dietro<br />
e non siva all salde alla baineta (credo che sia meglio<br />
perché si sta nelle retrovie e non si va all'assalto della<br />
baionetta) e poi si sta a dietro adeso facemo listrezione<br />
(l'istruzione) di nuovo. La vita del alpino sono molda<br />
strapazata (è molto strapazzata) e sissidava forte (e si<br />
sudava forte) e desa e desa sono tande dipiu despaso<br />
(adesso abbiamo molto più svago) ciavemo quatre ore<br />
listrezione <strong>il</strong> giorno (quattro ore di istruzione al<br />
giorno) sono sembre spase (sempre a spasso) e mi va<br />
dinuoi lo spasso (mi viene a noia lo spasso) e dessa non<br />
siporta piu <strong>il</strong> capello dal pino portemo labiretta (non<br />
portiamo più <strong>il</strong> cappello da alpini ma <strong>il</strong> berretto)<br />
Nervesa 27 maggio 1917<br />
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ce misto li mostrino da bobardieri (ci hanno messo le<br />
mostrine dei bombardieri). Tu mi facisto sapero le<br />
notizie di casa ca iava tutte bene (mi hai fatto sapere che<br />
a casa andava tutto bene) e non iri scrivieto per gnedo<br />
(non ti avevo riscritto per niente) perche diete via<br />
(perché ero andato via) e io riscrito subito pena rivato<br />
aposte (ti ho scritto subito, appena arrivato al posto) ie<br />
rapadato a chiedo lisolde (avevo mandato a chiedere dei<br />
soldi) e non sace sisono ito alano (non so se sono<br />
arrivati ad Alano) e mo non teco gnedo (e adesso non<br />
ne ho) spero che mi travinesa (arrivino) perche questa<br />
paca non ciposse cabare (con questa paga non ci si può<br />
campare) beca (perché) cida quatre solde agiorni mo.<br />
Alora non tiai dadirte piu gnedo (non ho da dirti più<br />
niente) solo che ti saluto afizionatisimo saluto la<br />
signorina maria e saluto la signora e uno saluto acatarina<br />
arinuove (rinnovo) saluto afizionata mi scusa che scrita<br />
male lo scrita sopra <strong>il</strong> ginochie che stemo acabato<br />
sotaliteno <strong>fra</strong>la paia sidorme (scusa se ho scritto male;<br />
l'ho scritta sopra le ginocchia perché siamo accampati<br />
sotto alle tende e si dorme sulla paglia).<br />
Nuove drizo Al soldato Amatucci Angelo10 batteria bombardieri 290 centuria Nervesa provingia Treviso<br />
Sta bene è con i bombardieri, non ancora all'assalto con la baionetta. E' una vita strapazzata: si sta accampati sotto alle tende e si dorme sulla paglia. Sta scrivendo con la<br />
carta sulle ginocchia. Vorrebbe dei soldi, la paga non basta e teme che lettere e soldi siano ad Alano, mentre lui è stato trasferito a Nervesa<br />
23
Carisimo mio patrono ti fosapero che mi trove bene disaluta e cosi mi pose sicorare divoi<br />
e io mi trove tande condento chi so venuto di qua le strizione de bombardieri che li mie<br />
combagni gia sono andato in trigea per me e stato una rosa fertuna (sono tanto contento<br />
di fare l'istruzione per i bombardieri; i miei compagni sono già andati in trincea e per me<br />
è stata un grossa fortuna). Qua stemo bene ciavemo linostre sopriori bonisimo lificiale<br />
(abbiamo per superiori buonissimi ufficiali) lavemo lasato buone (c'è una cancellatura) e<br />
levemo trovato piu buone (li abbiamo lasciati buoni; li abbiamo trovati più buoni) adesso<br />
aricivuto 25 lire di casa non ai piu bisogno (ho ricevuto 25 lire da casa e non ho più<br />
bisohno). Non ai aldri che dite (ho altro da dirti) solo ti saluto saluto la signora e maria e<br />
mi firmo <strong>il</strong> tuo colono amatucci angelo<br />
Per fortuna non è in trincea. I superiori sono migliori degli altri. Ma c'è una cancellatura<br />
(forse non intende proprio questo...)<br />
Anche i soldi sono finalmente arrivati.<br />
Nervesa 3 giugno 1917<br />
24
15 giugno 1917<br />
Carissimo patrono tireco questa letera a fatte sapere le mie notizie chemi trove bene disaluta e cosi spero di voi tutti fameia io da mo che ti voleva scrive<br />
ma passa ogi e passa dimano mi sono ritirtinuto siava viae e nonti sarisposte (da tempo volevo scriverti, ma passa oggi e passa domani mi sono l'ho sempre<br />
rimandato; si andava via e non avrei potuto risponderti) e che misei mandato 5 lire tiricrazio tando e mo non ai più bisogno che steche (sto) al posto dove<br />
sidifende la nostra patria mo stecco a ripose per poche giorni cavemo caminato tande (adesso sono a riposo per pochi giorni perché abbiamo camminato<br />
25
tanto). E mo stemo mei per magiare (adesso mangiamo anche meglio). Sisende bodirimore che non sidormi lanotta (si sente del rumore che non si<br />
dorme, la notte) <strong>il</strong> mio padre m<strong>il</strong>isono spedito lisolde due volte ma non lisopiato (mio padre mi ha spedito due volte i soldi, ma io non li ho presi) solo<br />
25 lire sono ricivuto e non sace s<strong>il</strong>isono ripiato (non so se se li sono presi) e mi diceva che mi quernava (querelava?) ci steco tande atedo (sto tanto<br />
attento) si potese si stese (starei) a casa mia sicrede che siode (?) qualche volta siode (?) e qualche volda sipena amorte (qualche volta si pena da morire) che<br />
desa avemo fatta 41 duno colotrimo di strada due giorni di camino che sono rivato più morto chebive (abbiamo fatto 41 ch<strong>il</strong>ometri di strada, due giorni<br />
di cammino: sono arrivato più morto che vivo) e mostemo sotta la tenna quatro bisogna dormire sopra lisase pertera senza nico dipaia (adesso siamo<br />
sotto alla tenda in quattro; dobbiamo dormire per terra, sopra i sassi, senza un po' di paglia) ci non chrideva mai afare sta vita io mi sarei piaciuto<br />
arivedere limie ginitori prima di morire che non so cobiuto vidano (non avrei creduto mai di fare questa vita e avrei voluto rivedere i miei genitori<br />
prima di morire) e sonocendo a morire (sono innocente per dover morire) per lapatria cabisogna difendela che dutta lav<strong>il</strong>ida (per tutta la vita) o morire o<br />
cabare (campare) io non pezo (penso) piu alla mia vita sarei condedo a rivedella la mia patria e rivedella la mia sposa chesi potesse vidella quella bella<br />
ers<strong>il</strong>ia chei non lavoi mai badinare (vorrei rivedere la bella Ers<strong>il</strong>ia che abbandonerò mai) che si capisce... (?) caro patrone che e bella per davere (è bella<br />
per davvero). Quando va fora lasignora la poconosce (quando la padrona ci andrà, potrà conoscerla). alora non ai al dre chedirti tisaluto affezionato saluto<br />
la signora e saluto tande asignorina maria e che midica una vemaria la madonna chemi desefortuna a cabare adio saluto affezionato famme prondari<br />
sposta. (pronta risposta)<br />
Al soldato Amatucci Angelo 25 Batteria Bombardieri<br />
8tave gruppe zona di guerra<br />
Angelo dà le solite buone notizie e ringrazia per i soldi. La lettera inizia con un tono apparentemente tranqu<strong>il</strong>lo che subito cambia. La notte non si<br />
dorme per <strong>il</strong> rumore, lunghe marce - 41 ch<strong>il</strong>ometri di strada in due giorni - dormire sui sassi e addirittura sospetti e calunnie se ci si lamenta di non aver<br />
rivevuto dei soldi spediti da casa. Nomina per la prima volta la "patria": sta al posto dove si difende... bisogna difenderla, replica qualche riga sotto,<br />
mentre si sfoga per i suoi vent'anni neanche compiuti a rischio di morire. Forse non vedrà più neanche la bella Ers<strong>il</strong>ia che invece non vorrebbe mai<br />
abbandonare. Prega la madonna perché lo aiuti a "campare", a sopravvivere.<br />
26
Carisima signora stavolta ti facce sapere le mie buone notizie a te cara signora mi trove<br />
bene di saluta e di tutte licose e spero dirivedece si vuole die si mi da le fertuna (fortuna).<br />
Spero che <strong>il</strong> presto scatara (presto scatterà [l'avanzata]?) fami sapere quande va fora sucheli<br />
(da quei) mie ginitori dope miscriveratu carasignora e dope mi fai sapere tutte li notizie<br />
dicasa e fame sapere sisono partito arnesto dicappello e fami sapere sie dati amiete io<br />
cappello (fammi sapere se è partito Ernesto di “Cappella” e se sono andati a mietere giù<br />
dai Cappella). Alora non ti diche aldri (altro) tisaluto affezionato saluto <strong>il</strong> signore patrone<br />
saluto la signorina maria mi firmo amatucci angelo<br />
… spero di rivederci, se vuole Dio, se mi dà la fortuna...<br />
Solo qualche richiesta di notizie da casa, la mietitura; e di un amico, Ernesto, partito per le armi<br />
Ronco 18 giugno 1917<br />
27
Angelo 31 giugno 1917<br />
Carisimo patrono arispondo ala tua letera io mi trove una otima salute e cosi mi pose sicurare divoie tutta famia. La tua letera mi sono fatte arlichesare (?)<br />
asit<strong>il</strong>la (a sentirla) io mi chredeva che fosse state di piu ma non mi cisono mai trovate in trigea a poste sole (in trincea la notte) che la note vache (vado a)<br />
appertare li bombe che li mule o poi porte <strong>il</strong> rage (a portare le bombe con i muli e poi <strong>il</strong> rancio). bisogna caminare tutta la notte. Quelora (a quell'ora) sono<br />
buo (è un po') male semo stemo pelpo (un bel po') idietre qualche volta ci viemo li voprano (abbiamo gli aeroplani) fabuo pa(v)ura (che fanno un po'<br />
paura) stanotte stesso evra come li mosce (proprio stanotte erano come le mosche) e vemo scapate delli tenno (e siamo scappati dalle tende) mi nisono<br />
date (me ne sono andato) sotto una voticella (botticella) periparame ma non sicede niedo (per ripararmi, ma non è successo niente). Al giorno nonno si fa<br />
niedo sembre spase (non si fa niente, sempre a spasso) mi trove condeto (contento) che sono scapate dei alpino (scappato dagli alpini). Cape di nono<br />
(dimano? “in capo a domani”) ci posse ridare al mie regimento. Io delli mie genitore apresa (dai miei genitori ho appreso) subito la risposta mi diceva che<br />
pringipiava a miete <strong>il</strong> crano (iniziavano a mietere <strong>il</strong> grano) e diceva che istate siciere (è stato “sincero” [<strong>il</strong> grano]) spero che iesse buona fusse una buona<br />
misura. L'uva mi diceva bella. Carissimo patrono ciovuto piacere che mi sete madate le nitizie di rico di cappello (Enrico di Cappella) i sono scrito subito<br />
mi dice che non micitruove al parmarono (Palmarone) [Capradosso - <strong>il</strong> podere in cui vive] chredo che sia le steso perché possono rivare le stesse <strong>il</strong> mie<br />
patre (se scrive e io non ci sono va bene lo stesso perché riceve mio padre). Alore non tidiche aldre. Ti saluto affezionato carissimo patrono saluto<br />
lasignorina maria saluto la signora saluto affezionato mifirmo Amatucci angelo<br />
Al soldato Amatucci Angelo<br />
25 Batteria<br />
bombardieri 8° gruppo Zona di guerra<br />
(bombarda - foto Archivio Micheli - Angelini)<br />
28
Una lettera diffic<strong>il</strong>e, con tante parole di non fac<strong>il</strong>e lettura e interpretazione. Non è in trincea e neppure con gli alpini, ma di paura ne prova tanta: di notte<br />
va in giro a portare bombe e rancio con i muli, mentre impazzano, come mosche, gli aeroplani. Per fortuna le belle notizie da casa, la buona mietitura e<br />
l'uva bella. E l'indirizzo di Enrico a cui ha subito scritto.<br />
29
Zona di guerra 1 settembre 1917<br />
Carisimo patrone arispondo alla tua cartelina (cartolina) scusa rai non ti sono risposto subito ma io mi trove molde bene disa luta cossi spero di lei: ma sono<br />
scondendo perche non ai mai notizie della mia famia. sono ricivuto <strong>il</strong> pacche molde tebbo (ho ricevuto <strong>il</strong> pacco da molto tempo) e non sono ricivuta<br />
laletera. Carisimo patrono io tidico questa cossa. la nostra vanzata e data vande (la nostra avanzata è andata avanti). E va avande acora io adessa sono<br />
ritornate a riposse adesso sono viste uno paisano e state di peppo <strong>il</strong> preto m<strong>il</strong>osono cotrate e non lo riconosceva perche non ci pizava (ho visto un paesano,<br />
Peppe, <strong>il</strong> prete: l'ho incontrato e non lo riconoscevo perché non pensavo davvero a lui). Ti saluto tande saluto io noai alde chedirte midico angelo<br />
soldato amatucci Angelo 203 batteria Bombardieri 41 gruppo zona di guerra<br />
… la nostra avanzata è andata avanti e continua...<br />
Ha incontrato Don Peppe: non lo riconosceva. Non pensava<br />
proprio a lui in quel momento.<br />
30
Carissimo patrone risponde alla vostra leterina sono state<br />
condedisime che stai bene di saluta. Cossi ti posse sicorarte<br />
dime. Io adessa sono vutte lenotizie dicasa li sono vuto<br />
parecchie volde midice del tutto comme midice lei. Midice<br />
del crano (grano). Amme mipare chesono state bona ricolda<br />
non sipolagnare (mi pare che è stato un buon raccolto e non<br />
si possono lagnare). Il maze (manzo) ame mi pare uno rosse<br />
pizze (grosso pezzo) tutte queste non e state vindute mai 34<br />
signette(?) non leite mai alcodale (al quintale). Carissimo<br />
patrono midice che cassa piance mamma io lo dette parechie<br />
volde che stenca condeti nonno pizare ame caio mi trove<br />
bene (a casa mamma piange... non devono pensare a me che<br />
mi trovo bene). Adessa nonno mitrove al pericole mi trove<br />
londana mi trove a riposse (riposo). Mi posse fare una otima<br />
polizia (un'ottima pulizia) adesa mitrove condedisimo che<br />
stenco bene tuti glioficiale mivobene io mi facce <strong>il</strong> mio<br />
dovere e non tisifotta nesuno (tutti gli ufficiali mi vogliono<br />
bene, faccio <strong>il</strong> mio dovere e non mi dà fastidio nessuno).<br />
Carissimo patrono midice al mio ritorne s<strong>il</strong>oricordeme (mi<br />
dici al mio ritorno - se lo ricordiamo) che mi fai lacamera<br />
nova io non cipenze niede perquesse (non penso proprio a<br />
questo) perche io non so pricipiate affare <strong>il</strong> soldato speriame<br />
che fusse quesse (?). Sono condento. Carissimo patrono<br />
seuno combra qualche cossa sono troppe care (le cose da<br />
Zona di guerra 10 settembre1917<br />
31
comprare sono care). Io non sacce dove vuole revare (arrivare) qualunca cossa sono cara. Il femare sono rivatte molde carissimo (<strong>il</strong> fumare è<br />
carissimo) io non miborta caio nonno mai femate (ma a me non importa, io non ho mai fumato).<br />
Quelle che mi danno ame io m<strong>il</strong>o vende nono mai femata (fumato) io m<strong>il</strong>osono sembre vinuta (vendute) cipie (ci prendo)<br />
una lira ugne 8: giorne. Io nonno ai alde chedime ti saluto affezionate carissimo patrono mi firmo Amatucci Angelo<br />
La mietitura è andata bene. La mamma<br />
piange. Non deve. Angelo rassicura:<br />
sta bene, a riposo, e può lavarsi bene.<br />
Quando tornerà, Michele gli regalerà<br />
la camera, ma non è <strong>il</strong> momento di<br />
pensarci. E' tutto costoso e vende le<br />
sigarette – tanto non ne ha mai fumate<br />
– per guadagnarsi qualcosa.<br />
32
Carissima signora venco a responde al tua amata lettera.<br />
mi dice che stete bene di saluta. cossi tiposse sicorarte dime<br />
che mitrove bene. finaora per lavinire non losaccio<br />
(finora, per l'avvenire, non lo so). Cara signora tidi spiace<br />
cheera date di nuove bossisione (disposizioni?) adessa veme<br />
cora vinute ariposse (adesso siamo di nuovo a riposo) maio<br />
quande venco a riposse per poche giorne a me mi viene<br />
una pena: perche bisogna ridacce dinuove io mi chredeva<br />
adessa noritornacie (stare a riposo è peggio per <strong>il</strong> pensiero<br />
che poi si riparte, mentre io credevo di non tornare<br />
dov'ero prima) ma oggi stese sidice che si ritorna di nuove<br />
che <strong>il</strong> presto aveme vinute <strong>il</strong> giorne 29 settebra adessa<br />
<strong>fra</strong>cigue giorne si ritorna di nuove (siamo arrivati <strong>il</strong> 29<br />
settembre e <strong>fra</strong> cinque giorni si riparte di nuovo) no<br />
finisce mai questa cossa. Cara signora io mi chredeva de li<br />
bralla (liberarla) la vita adessa bisogna propia morire<br />
(invece si deve proprio morire). Io aveva dirte che <strong>il</strong> mio<br />
sentimende (vorrei dirti cosa sento) voleva aricordare<br />
qualche cossa sedio mi fosse date lafertuna (vorrei<br />
ricordare qualcosa se Dio me ne desse la fortuna) che l'era<br />
ricordata a vinire idietro (vorrei ricordare di essere tornato<br />
indietro) era ditte non lo voleva pasare <strong>il</strong> fiume di lisonze<br />
quanda sipasa <strong>il</strong> fiume sipassa nella morte (avevo detto che<br />
non volevo passare l'Isonzo, <strong>il</strong> fiume della morte). Cara<br />
Zona di guerra 1 ottobre 1917<br />
33
signora saritorne (se ritorno) ti ricorde tutte <strong>il</strong> mio soffrire che<br />
sono passate che dio losende e la madonna lo vede quande si<br />
pena. Io a passare tutte queste non sacce che sono fatte di<br />
male io. Io penze che tande penate (tanto penare) viene tande<br />
odde lamia vita (viene tante volte nella mia vita).<br />
Cara signora mi dice che sono ritornate allicenza zio <strong>fra</strong>ncesco<br />
(che è tornato in licenza zio Francesco) mi dice che riconda<br />
tande cose che si sta molde male qua (racconta tante cose e che<br />
qua si sta molto male) sono verita quelle che dice ma ricordalo<br />
a cassa non si sa ricorda niede di quelle che si passa al monde<br />
(dice la verità ma a ricordarlo è poca cosa rispetto a ciò che si<br />
affronta sul monte) perche si soffre tutti li sorte delle cosse che<br />
la morte non e cossa perche bisogna morire una volda (si<br />
affrontano le peggiori cose, più della morte stessa, che in fondo<br />
prima o poi fa parte della vita) io non vorei piu passare<br />
lidescuste (<strong>il</strong> disgusto, gli orrori) non vorei passare piu perche<br />
bisogna patire la fame la sette (sete) bisogna faticare e poi<br />
delutime (in ultimo) bisogna morire. Carissima signora midice<br />
quande ritorna che tariconde qualche cossa midanno uno<br />
toscano per fomare ebeve (fumare e bere) maio non omai<br />
fomate quelle che mi passa qua m<strong>il</strong>o vende sembre mici pie una lira une 8 giorne e io non voglio barare (imparare) perche mifanno male io<br />
quande sipovere (si può avere) mi combre (compro) qualche fiasche di vine e mi lobeve (e me lo bevo) va molde care manon mi borta (va caro,<br />
ma non mi importa). io alora ti saluti tande salute tande affezionate la signorina Maria che <strong>il</strong> signore patrone saluti Babbe e mamma salute sorelle<br />
e <strong>fra</strong>tiei e nonna saluto <strong>il</strong>mio zio <strong>fra</strong>ngesco e tutti li vicinino virisaluto a tutti iziema e caterina vi dico adio saluto li mie ginitori e li bacie forte<br />
34
tutte <strong>il</strong> mio quore mande uno bacio lamia sorellina maria saluto varamen ... al signora dio mi firmo sembre <strong>il</strong> tuo colono angelo fammi una<br />
pronda risposta non ai piu che dirve adio...<br />
Una lunga lettera alla signora Olimpia, un lungo sfogo. Tutti gli spazi bianchi della carta riempiti.<br />
E' stanco. Spostamenti continui e riposi, si fa per dire, sempre all'erta per muoversi ancora . E' un giovane pieno di vita che sente di dover mori<br />
E' stato sull'Isonzo, passarlo vuol dire morire. E ha avuto paura. Dio sente e la Madonna vede cosa sta patendo. Lui però <strong>il</strong> perché non lo sa. Ha visto scene<br />
orrib<strong>il</strong>i: sangue, fame, sete. E gli danno da fumare. Non vuole imparare a fumare a fumare, piuttosto con i soldi che racimola vendendo le sigarette si<br />
compra del vino.<br />
Saluta, e "risaluta" tutti.<br />
Non l'ha mai fatto. La signorina Maria, Il padrone, babbo, mamma, sorelle, <strong>fra</strong>telli, nonna, Zio Francesco, i vicini, Caterina, ancora i genitori, la sorellina<br />
Maria...<br />
L'Isonzo presso Caporetto<br />
Museo Centrale del Risorgimento<br />
Segnatura:MCRR Album O 2, 8/21<br />
http://www.14-18.it/1418/index.php?1/home<br />
35
(Scrive Amatucci Emidio)<br />
Capradosso 15 novembre 1917<br />
Risponde alla tua cartolina ti faro sapere che mio figlio sono dal 19 ottobre che non abbiamopiù notizie noi stamo moldi aflitti i vicini sono scritto solo che<br />
S<strong>il</strong>vio Corradetti Luiggi non sono scritto. Inquando alla semina siamo finito In quando <strong>il</strong> manzo stiamo pure lo stesso i Maiali viene buoni ma i Grantorchi<br />
seli sono quasi finiti tutti gli allevimi (?) cheteneme vanno tutti bene inquando alla liva verso li 20 incomincia coglie e farò come mi hai ordinato in quanto<br />
<strong>il</strong> vino sono riempite tutte e due le botte e cene sono avanzato un Boccione e pare che viene buono vi salutiamo tutti in famiglia e sono tuo colono<br />
Amatucci Emidio<br />
Il padre di Angelo non ha sue notizie da molto tempo. A casa sono preoccupati, ma <strong>il</strong> lavoro dei campi procede come sempre.<br />
E lui elenca al padrone lo stato del bestiame, <strong>il</strong> manzo, i maiali, e della campagna, la semina, le olive, l'uva, <strong>il</strong> granoturco... <strong>il</strong> vino.<br />
36
Dopo Caporetto Zona di guerra 25 novembre 1917<br />
Carissimo patrono venco que sta letera fate sapere <strong>il</strong> mio<br />
state dela mia ottima salute cossi spere che sia anche di<br />
voi tutti famia. Carissimo patrono sono state molde non<br />
potere scriverti non sono mai potute perche come sai<br />
che sono siceso (successe) anze mi trove molde<br />
condendo che mi trove salvi dela vita (sono contento di<br />
essere salvo) che sono fatte tante sacrifice e penare per <strong>il</strong><br />
monte (ho fatto tanti sacrifici e ho penato per <strong>il</strong> monte)<br />
sono caminate notte e giorne per vinire asalvame (ho<br />
camminato notte e giorno per venire a salvarmi). Io<br />
riciviette lultima letere che scrita la signora lariciviti <strong>il</strong><br />
giorne 18 ottobre e mi trovava molde contento che<br />
tornava a riposse ... cosa fu ci nuove vi(n)ne li giorne<br />
avante. Vinette <strong>il</strong> giorne 24 ottobre foggite via de la<br />
cima del monte Nero (venne <strong>il</strong> 24 ottobre e dovetti<br />
fuggire dalla cima del Monte Nero) che non sapeva più<br />
dove mi salvare. Desso mi trove molde bene sono avute<br />
una crossa fortuna (ho avuto una grossa fortuna) perche<br />
li mie combagne si trova tutti fateria io mi sono divise<br />
per conture uno bove al Gruppo (mi sono diviso dai<br />
miei compagni in fanteria per condurre un bue al<br />
Gruppo) e cossi mi trove bene adessa stenco per<br />
37
Caporetto. Sono successe molte cose ma è salvo, per fortuna ... sacrifici, "penare", la cima del Monte Nero, fuggire...<br />
contucento cio ubove e una vaccina che cia <strong>il</strong>ato (ha <strong>il</strong><br />
latte) sole facce <strong>il</strong> guerno (governo) queste due bestie e<br />
non face nula. Se mi tri ... ubova bene cossi. Facce<br />
quele che mi pare. Mi trove cabagna (in campagna)<br />
sono provingia Di Reggio. Caropatrono io non mi<br />
chredeva mai di salvare perche la sono pasata molde<br />
male sono state 10: giorne non mi e datenula nesuno di<br />
mangaire (in dieci giorni nessuno mi ha dato niente da<br />
mangiare) sembre agiunte mio sono fatte li spese se<br />
voleva cambare (sempre a spese mie ho dovuto<br />
comprare se volevo campare) basta cossì piu mi spieche<br />
del tembo pasato, ti mante piu saluti. Saluto la signora<br />
saluto la signorina maria e caterina e piu care salute<br />
atutti chridimo (credimi?) sembre Amatucci Angelo<br />
adio pronta risposta soldato Amatucci Angelo presso<br />
scola bombardieri Comando 41 gruppo zona di guerra<br />
Adesso, però, sta bene, deve badare ad un bue e ad una vacca da latte, è in campagna... “non faccio niente”. Non credeva di salvarsi; l'ha passata<br />
davvero brutta, 10 giorni senza mangiare...<br />
38
Zona di guerra: 30 dicembre 1917<br />
Carissimo padrone venco questa cartolina fate sapere che mi trove piena salute cossi segue di vogli (così segue di voi): e ti fo sapere che sono ricevuto <strong>il</strong><br />
vaglia tuo ma non riceve letere nesuna nozacce come sia queste (non ricevo lettere non so come mai): mi dice che io scrivo male acassa ma non e vere e<br />
poi come sia sono 3 messe (in tre mesi) sono ricevute una sola letera degli mie gli genitori posse stare contento (ironia amara): io: perche no miscrive ame<br />
miviene (?) lidee non scrive piu (visto che non mi scrivono loro, mi viene voglia di non scrivere più). Ma che vuogli fare mi trove qua (ma che voglio fare?<br />
Mi trovo qua...): caro io sole ti dico stai condeto che io mi trove bene del tuto piu affetuosi saluti salute ... amatucci angelo<br />
Il vero “pane” dei soldati: le lettere da casa.<br />
Sta bene, ma non riceve lettere da casa e non sa perché. Gli viene quasi voglia di non<br />
scrivere più.<br />
39
Zona di guerra 11 febbraio 1918<br />
Carissimo patrono ti fo sapere che mi trove piena saluta cossi spero che sia di vogli tutti famiglia caro patrone nozo (non so) come sia queste che sono<br />
ricevuto una sola letera di vogli io quante laprese la vostra letera subito vi rispontiette (vi risposi). Dessa non mi trove piu dove mi trovava prima dessa<br />
mitrove dove sista contenti (adesso mi trovo dove si sta contenti) piu noncio che dirme ricevi li perfette salute salute la signora a la signorina Maria:<br />
mifirmo Amatucci Angelo adio adio<br />
Al soldato A.A.<br />
Com. 41 Gruppo bombarde z.d.g<br />
“... mi trovo dove si sta contenti”.<br />
40
Zona di guerra 17 febbraio 1918<br />
Carissimo padrone tifaragli sapere <strong>il</strong> mio stato della mia perfetta<br />
saluta gosi spero che sia di legli e tutti famiglia. Caro padrone io<br />
adessa mi trove al fronte. Sono 6 giorne che mi trove qua mati<br />
posse dire che sto ben non mi trove nel pericolo mi trove<br />
idietro e spero di stare sempre qui. Ti fo sapere che corra(r)dette<br />
gigge si trova per giniere (Gigi Corradetti è geniere) e scrite alla<br />
sua conzorta (ha scritto alla consorte) speriamo di rivedelo se<br />
fenera (finirà) questa discrazia e sedio si trova (se c'è ancora Dio)<br />
ancora che sono trope male fare stavita io notiche (non dico) per<br />
me macchie sta alinia (ma per chi sta [in prima] linea?) nozo<br />
(non so) dacabba (come campa – 'nda = come) la morte:<br />
carissimo padrone misono succeso una cosa luldime (l'ultimo)<br />
giorne dela parteza mifu rubbata la vaccina che faceve <strong>il</strong>atto per<br />
li ficiale (ufficiali) <strong>il</strong> nostro comantante mivoleva mantare soto<br />
precesso mami sono perdinato (mi ha perdonato) nonne fatto<br />
nula <strong>il</strong> maggiore gelli ... <strong>il</strong> valore di 8centi lire semisecideva<br />
qualche cosa melo fineva fare <strong>il</strong> soldato (se mi succedeva<br />
qualcosa, finivo di fare <strong>il</strong> soldato). Speriamo che dio mia gliutera<br />
sepre (mi aiuterà sempre) nonno piu che dirte tisaluto e salute la<br />
signorina Maria e la signora e caterina stete conteti non pizete<br />
(pensate) ame che io mi trove bene piu salute mifirma Amatucci<br />
Angelo Al soldato A.A. Com 41 G Bomb. z.d.g.<br />
41
Adesso si trova al fronte, nelle retrovie. Ha avuto notizie di Gigi<br />
Corradetti, geniere ("speriamo di rivederlo"). Sta bene, <strong>il</strong> peggio è<br />
per chi sta in prima linea: non sa come faccia a sopravvivere.<br />
Purtroppo, però, ha avuto un piccolo guaio con la vacca da latte: gli<br />
è stata rubata e lo volevano mandare sotto processo, ma è finita<br />
bene.<br />
E' stato perdonato.<br />
Del resto, non ho fatto nulla.<br />
42
Zona di guerra 24 febbraio 1918<br />
Carissimo padrone tifo sapere <strong>il</strong> mio state dela mia saluta cossi spero che sia di vogli tutti famiglia tisono scrite di molde tembo (tempo) e nonagli risposta<br />
nozo (non so) come sia crede che stete tutti bene nocisara nulla dimale (credo che stiate tutti bene e che non sia successo niente di male) dela mia famiglia<br />
sono 10 giorne che nocio notizie (non ho notizie da dieci giorni) nozo come sia: ricevi lipiù affetiosi salute tutti famiglia mifirmo Amatucci Angelo<br />
A Angelino M. ecc.<br />
Comando 41 G. Bombarde ecc.<br />
E' preoccupato Angelo. Non scrivono da casa. Perché? Sarà successo qualcosa?<br />
43
Zona di guerra 30 maggio 1918<br />
Carissimo patrone sono qui a scriverti dopo lunche notizie che no ciai dame: la quale e state che o piante li soldati del tradimente (ho pianto i<br />
soldati [morti] per <strong>il</strong> tradimento) manoi nociaveme colpa (noi non abbiamo colpa) la quale glieri (ieri) stesso sono avute <strong>il</strong> vostre vaglio di lire 5 del<br />
giorno 26 marzo sono state spedite e io nozapeva nula: tiricrazie tante e poi tantepiù sono state a licenza e tio scrite a casa durante la liceza che ho<br />
fatta casa nozono vuta (non ho avuto) risposta cossi scrito piu? La quale io mi trove bene di saluta cossi spere che sia di vogli e piu mi trove sotta <strong>il</strong><br />
distine e <strong>fra</strong>li <strong>monti</strong> di lasalone (Asolo): sista bene ma tutte <strong>il</strong> giorne cidanno <strong>il</strong> rise manciare sono stufe avederlo (si sta bene, ma tutti i giorni ci<br />
danno da mangiare riso e sono stufo a vederlo). Qua si sofre e si more dope una lunca guerra e una crosa vanzata sisono ventute per li m<strong>il</strong>iarde (qui<br />
si soffre e si muore: dopo una lunga guerra e una lunga avanzata si sono venduti per i m<strong>il</strong>iardi). E noi soldati sofrevame la nostra vita dormire per<br />
tera sifa lavita del tope (e noi soffrivamo: si dorme per terra e si fa la vita dei topi): nomi rimane aldre dirte tisalute salutante la signora e la signorina<br />
Maria tiri saluto Affettiosi Amatucci Angelo salutante<br />
caterina<br />
Post<strong>il</strong>la di Michele Angelini<br />
Le guerre si perdono quando non si à fiducia nei<br />
capi, ... a Caporetto abbiamo perduto non per i<br />
m<strong>il</strong>iardi che si sono venduti, ma perché i soldati<br />
proprio i soldati si sono creduti alle chiacchiere ai<br />
disfattisti.<br />
44
(dal fronte isontino Angelo, è ora sul Piave, ad Asolo)<br />
… l'ipotesi del tradimento a Caporetto<br />
Ha pianto per i soldati morti.<br />
Si trova bene, "sotto al <strong>destino</strong>" e tra i <strong>monti</strong> di Asolo. Si<br />
sta bene, ma tutti i giorni c'è solo riso da mangiare e non<br />
ne può più.<br />
Si soffre e si muore; dopo una lunga guerra e dopo una<br />
lunga avanzata qualcuno si è venduto per soldi, mentre i<br />
poveri soldati rischiavamo la vita facendo la vita dei topi.<br />
45
Istituto Nazionale delle Assicurazioni (busta intestata)<br />
Alla famia Amatucci Tomasina Rotella per Capradosso<br />
prov. Ascoli Piceno [la grafia è quella di Angelo]<br />
fronte aggiunte di altro scrivente: a ½ Giudice di Rotella è ... detto di non richiedere polizza ...<br />
retro "spedisce soldato Amatucci Angelo Comando 41° Gruppo Bombarde Zona di guerra<br />
5 giugno 1918<br />
(aggiunta di altro scrivente "non contiene corrispondenza soggetta a censura" / Consegnate le due polizze ed <strong>il</strong> certificato di morte al D. Porrà (?) <strong>il</strong> 15 III<br />
'19)<br />
46
Angelo è morto.<br />
2 luglio 1918: Gaetano Micheli lo comunica al cugino Michele. Si è trovato a Rotella all'arrivo della notizia.<br />
47
ENRICO<br />
… la vita nostra è molto tribolata<br />
48
1916<br />
A ottobre '16 Enrico è a Pistoia. Lo comunica, ma aggiunge che dopo pochi giorni è "stufo".<br />
Il 1 novembre è sempre a Pistoia, accenna alla vita molto "tribolata". E' in caserma, per l'addestramento probab<strong>il</strong>mente.<br />
1917<br />
A gennaio '17 è in zona di guerra: i soliti saluti a tutti e le buone notizie di sé<br />
A febbraio ancora buone notizie nel solito formulario di cortesia: ha cambiato Reggimento, è in un paese italiano, Cavaso, e dà altre buone notizie di sé.<br />
A marzo, in zona di guerra vede spesso <strong>il</strong> <strong>fra</strong>tello. Le solite buone notizie.<br />
Ad apr<strong>il</strong>e in ospedale da campo, ma sta bene.<br />
A giugno è in convalescenziario. Manda l'indirizzo, dispiaciuto perché non riceve posta anche per i frequenti cambi di indirizzo. Ma una busta tornata al<br />
mittente, Angelini, che intanto a maggio gli ha scritto perché non ha notizie lo dà per "sconosciuto" in ospedale, a Lonigo.<br />
Il 18 giugno torna al fronte , "però mi trovo indietro dalla linea e sono al battaglione di riserva dello stesso reggimento per ora sono al sicuro ma certo<br />
quando chiederà rinforzi toccherà anche me partire". Sempre buone notizie a luglio e l'accenno soddisfatto per la buona mietitura a casa che gli hanno<br />
comunicato in famiglia.<br />
Da Poiana, a fine ottobre scrive scusandosi per <strong>il</strong> ritardo: è stato in licenza a casa per quindici giorni, "rimanendo contento di aver veduto i miei cari dopo<br />
un anno assente da loro"<br />
A novembre è "alle porte delle Trentino", a Bardolino; non dovrebbe al momento cambiare ancora. I cambiamenti di indirizzo sono un cruccio per<br />
49
Enrico che fatica così a mantenere i contatti con i fam<strong>il</strong>iari e <strong>il</strong> "caro padrone".<br />
Ai primi di dicembre manda saluti dopo un lungo s<strong>il</strong>enzio. Lo scrivente, probab<strong>il</strong>mente settentrionale, scrive "ciau", che tra l'altro non è <strong>il</strong> consueto saluto<br />
di Enrico; <strong>il</strong> 21 dicembre saluta e ringrazia per un vaglia ricevuto. Nel vaglia <strong>il</strong> signor Angelini aveva aggiunto due righe di saluto, dando buone notizie da<br />
casa, con la raccomandazione che Enrico scrivesse bene <strong>il</strong> suo nome nella corrispondenza dove invece spesso è storpiato.<br />
Aggiunge "Addio Addio", un saluto presente anche in altre lettere dei <strong>fra</strong>telli.<br />
La sua corrispondenza è scarna e poco variata. Non scrive lui, si riconoscono diverse grafie e diverse mani. Spesso <strong>il</strong> nome del signor Michele è modificato<br />
da chi scrive. Manda saluti, dà di sé buone notizie e con la stessa formula chiede altrettanto al destinatario. Ha fatto l'addestramento a Pistoia per poi essere<br />
mandato nel vicentino, dove trascorre anche un certo periodo in un ospedale da campo, poi in un convalescenziario.<br />
Arriva "alle porte del Trentino" e tornerà a casa a fine guerra; lo attesta una bella lettera della signorina Maria che descrive l'atmosfera di festa a Roma.<br />
50
Da Pistoia, Caserma Seminaria<br />
Tutto bene, ma ...<br />
"caro Micchele non è undici giorni e so tornato e so stufo ..."<br />
Ottobre 1916<br />
51
Pistoia 23 ottobre 1916<br />
Caro padrone ti scrivo questa cartolina par farti sapere le mie notizie che io sto bene di salute e cossì vorro sperare che nesia di te caro padrone tio scrito<br />
due cartoline e non so selaveto ricevute (non so se le avete ricevute) ti mando tanti saluti ate caro padrone tanti saluti alla sora Olimbia e tanti alla vostra<br />
bambina sotto mi firmo Calvaresi Erico<br />
mio indirizzo Al soldato Calvaresi Enrico 83 Reggi.to fanderia (Compagnia) Caserma Seminaria Pistoia Firenze<br />
52
Pistoia. 1 novembre 1916<br />
I soliti saluti, le buone notizie e un accenno alla vita molto tribolata.<br />
"Tribolata" è sottolineato a matita, come pure a matita sono alcune<br />
note sul retro della cartolina, in alto intorno. Sono forse del signor<br />
Michele che dice ad Enrico : "pensa che <strong>il</strong> peggio può ancora venire<br />
e ricorda come era tranqu<strong>il</strong>lo <strong>il</strong> tuo povero <strong>fra</strong>tello ... "<br />
53
Zona di guerra 26 gennaio 1917<br />
Caro patrone ti scrivo questi due richi (due righe) parfarti sapere le mie notizie, che io mi trovo bene così liauguro chesia di voi tutta la tua famiglia.<br />
Caro patrone ti fossapere che iotiscrivo spesso, Eio non posso ricevere risposta da te, E vorrebbe sapere saperche, Tralascio di scrivere Ricevi tanti cordiali<br />
saluti atte tutta la tua famiglia. Tisaluto E mifirmo Carvaresi Erico Pronta risposta Adio Calvaresi Erico Soldato<br />
83 Reggimento fant. 16 compagnia 4 battaglione Zona di guerra<br />
Scrive e non riceve riceve risposta. Perché?<br />
54
Cavaso 4 febbraio 1917<br />
Caro padrone venco a scriverti questa mia cartolina per farti sapere che mi trovo bene di salute e così mi posso assicurare di voi in famiglia caro padrone ti<br />
fo sapere che io ti rispondo alla tua lettera e la quale sono restato condento nel sentire le vostre buone notizie ti fo sapere che mi trovo in un paese italiano<br />
perche sono campiato (ho cambiato) Regg.to Vi saluti in famiglia vostro Calvaresi Enrico<br />
E' in un "paese italiano".<br />
55
Cavaso 17 febbraio 1917<br />
Carissimo padrone Venco subito a rispondere alla tua cartolina sono condento nel sentire vostre notizie io mi trovo bene così mi assicuro di te altro non<br />
dico Vi saluto a te caro padrone e tanti a la sora Olimpia e tanti baci alla vostra bambina sono <strong>il</strong> tuo Calvaresi Enrico<br />
Calvaresi Enrico<br />
soldato 237 Fanteria (compagnia)<br />
Zona di guerra<br />
56
Caro padrone rispondo alla tua cara lettera che mi dava le tue notizie che ti trovi inottima salute e così ti assicuro di me<br />
Caro padrone ti fo sapere che mi trovo in sieme con mio <strong>fra</strong>tello Giulio stiamo poco<br />
vicino quasi ogni sera ci rivedimo (siamo abbastanza vicini e ogni sera ci vediamo) altro<br />
nondico cari saluti tua sposa e i tuoi bambini Un forte saluto a te sono <strong>il</strong> vostro<br />
Calvaresi Enrico<br />
Zona di guerra 7 marzo 1917<br />
57
... E' con <strong>il</strong> <strong>fra</strong>tello Giulio<br />
Zona di guerra 24 marzo 1917<br />
58
Zona di guerra 8 apr<strong>il</strong>e 1917<br />
Carissimo Padrone vi prevengo (anticipo) che mi trovo d'ospedale ma però posso dirvi che ora mi sento più bene altro poi o ricevuto <strong>il</strong> vaglia che mi avete<br />
mandato. Sono a ringraziarvi del buon ricordo che avete per me e sempre mi ricorderò di voi.<br />
Tralascio la mia presente augurandovi m<strong>il</strong>e sprosperità assieme a famiglia e con un sincero saluto mi dico vostro Calvarese Erigo<br />
Ospedale da campo 0129<br />
Zona di guerra 4 Armatta<br />
E' in ospedale, ma sta bene.<br />
59
Roma 19 maggio 1917<br />
Michele Angelini scrive a Enrico, che è in ospedale, al Convalescenziario di<br />
Lonigo (Vicenza). La lettera non gli sarà recapitata: <strong>il</strong> "soldato (è) sconosciuto<br />
all'ospedale".<br />
E' prossimo <strong>il</strong> tempo della mietitura e <strong>il</strong> grano è bello, la vigna zappata...<br />
Gli dà notizie della campagna che va avanti, a fatica, ma bene. Il vecchio padre<br />
di Enrico è un po' avv<strong>il</strong>ito e Michele teme che, senza aiuto, deprimendosi non<br />
"giovi" più a nessuno. Si raccomanda di incoraggiarlo, di confortarlo, quando<br />
lui o i suoi <strong>fra</strong>telli gli scrivono. Che Enrico e <strong>il</strong> <strong>fra</strong>tello stiano, comunque,<br />
tranqu<strong>il</strong>li.<br />
60
Il mio intirizzo è questo Al soldato Calvaresi Enrico Convalescenziario e Tappa (truppa?)<br />
5 Compagnia Distaccamento Sambonifacio Prov. Di Verona<br />
Caro padrone ti scrivo queste due righe per farti sapere che la mia salute è ottima e così spero che segue di te e di tutta la famiglia.<br />
Ti oscritto diverse volte ma senza ricevere un tuo scritto, io lapprendo con la posta perché è da un mese che io non faccio altro che cambiare<br />
Non ho altro da dirti ricevi saluti dal tuo ech (ex?) garzone (?)<br />
Saluti a tutta la famiglia Calvaresi Enrico<br />
6 giugno 1917<br />
62
Calvaresi Enrico soldato 7 battaglione Brigata Grosseto 19 compagnia Zona di guerra<br />
Zona di guerra 18 giugno 1917<br />
Caro Padrone Viengo con questa cartolina per farti sapere che io mi trovo bene e così spero che sia di te e famiglia, da vari giorni che sono privo di tue<br />
notizie ma non posso dubitare che sia tua trascuraggine perché ho fatti molti cambiamenti di indirizzi, e certo le tue lettere saranno andate smarrite. Ti fo<br />
pure sapere che non mi trovo più al convalescenziario e sono venuto al fronte, però mi trovo indietro dalla linea e sono al battaglione di riserva dello stesso<br />
reggimento per ora sono al sicuro ma certo quando chiederà rinforzi toccherà anche me partire. Tanti saluti alla tua consorte assieme alla bambina e a te<br />
invio tanti saluti affettuosi sono tuo aff.mo Calveresi Enrico<br />
Enrico è nel battaglione di riserva, forse gli toccherà partire<br />
63
Zona di guerra 6 luglio 1917<br />
Caro Padrone le scrive queste due righe per fargli sapere lottima della mia salute e così spero di lei con famiglia ho scritto parecchie volte ma ancora non<br />
opotuto avere risposta la prego dirispondermi e di farmi saper almeno se le ricevi mie notizie oggi stesso oricevutole notizie dei miei genitori dove che mi<br />
anno fatto sapere che le stato una buona mietitura dice che le fatto 109 cavallette (misura locale del grano) invocandola (?) con affetto invie i miei più cari<br />
saluti e tante belle cose tutti in famiglia sotto mi firmo vostro Calvarese Enrico Calvaresi<br />
64
Poiano (Poiana) 29 ottobre 1917<br />
(sotto cancellatura è scritto Bardolino)<br />
Mio caro padrone anzitutto mi perdonerà se ho tardato a scriverlo ma non per mia trascuratezza ma dato si che mi mancava la sua direzione (<strong>il</strong> suo<br />
indirizzo) ma sapendo che lei si trova di nuovo a Roma vi scrivo di nuovo dandovi mie notizie che sto bene. Ora vi faccio sapere che ho passato una<br />
breve licenza di giorni 15 in famiglia rimanendo contento di aver veduto i miei cari dopo<br />
un' anno assente da loro. Non mi resta altro saluta la signora Olimpia e la bambina a lei<br />
salutandola caramente mi dico Calvarese Enrico<br />
(dietro non lo stesso scrivente)<br />
soldato Calvaiero rico distaccamento Poiano<br />
2(?) sezione Poiano provincia di Verona<br />
65
Zona di guerra 31 ottobre1915 ? 1917<br />
Carissimo padrone vi scrivo questa cartolina che sto bene di salute così spero di lei poi osaputo che avete tornato (?) aroma io scritto subito da Bardolino<br />
dopo campiato dirizzo non ricevuto niente vi preco quando mirisponde miface sa pere qualche cosa di nuovo vi faro sapere che mi trovo alle porte delle<br />
trentino ciresto tanto saluti alei sore ulimbia (Olimpia) saluto alla signorina caterina<br />
soldato calvaresi erico<br />
16 battaglione dassalto 3 compagnia zona di guerra sotto mi firmo calvareso ericho<br />
(… Angelini “venetizzato” dallo scrivente in Dangelin)<br />
66
Gent.mo Signor Michie<br />
Dal fronte 3.dicembre1917<br />
Dopo un lungo s<strong>il</strong>enzio linvio ancora unomio schritto che per mezo di mia famiglia o avuto la sua dirisione (indirizzo) e con piacere linvio i miei cordiali<br />
saluti sia saluto l'inetra sua famiglia un stretta di mano da chi si schrive Callavaresi Enrico la salute eottima Ciau arivederci<br />
l'inderizzo Callavaresi Enrico soldato 16 Battaglione Dassalto 3 compagnia zona di guerra<br />
“Ciau”, come si dice al nord.<br />
67
Da Michele Angelini a Enrico (a matita "ospedale")<br />
Prega Enrico di scrivere bene <strong>il</strong> suo nome sulla corrispondenza.<br />
Carissimo Enrico non ò risposto prima alle tue<br />
gradite cartoline perché sono stato in Offida. Il<br />
signor Cesare si era aggravato e noi siamo corsi tutti<br />
per timore di non poterlo vedere più. Soltanto <strong>il</strong><br />
tenente-colonnello Luigi non è potuto venire<br />
trovandosi sull'altipiano di Asiago presso <strong>il</strong> Comando<br />
del 20° Corpo di Armata. Per fortuna <strong>il</strong> signor<br />
Cesare sta meglio e io sono tornato a Roma. Ho<br />
visto tuo padre. Sta bene come tutti in famiglia. La<br />
mano è guarita ma è ancora molto debole per farci<br />
forza. La campagna dice che va bene ma io non ci<br />
sono stato a vederla. Il maiale sarà ammazzato<br />
domenica prossima. Fa' buon Natale e bevi un<br />
bicchiere alla tua salute e dei tuoi <strong>fra</strong>telli. Aff.mo tuo<br />
Michele Angelini. Fa' scrivere esatto <strong>il</strong> mio nome.<br />
18 dicembre 1917<br />
68
Zona di Guerra dicembre 1917<br />
Carissimo patrone ti scrivo queste due riche per farti sapere le mie buone notizie che io mi trovo molto bene di salute cosi liauguro chessia di te e tutta la<br />
tua famiglia.<br />
Caro patrone ti fossapere che io è molto tempo che io non ricevo più notizie da voi e di più ti fossapere che sono ricevuto <strong>il</strong> vaglia giorno 21 dicembre etti<br />
ringrazio tanto ti mando tanti saluti atte e tutta la tua famiglia Adio Adio Calvaresi ....<br />
Calvaresi Erico soldato 83 Reggimento 16 compagnia 7 battaglione .... Zona di guerra<br />
"Addio addio..."<br />
69
La guerra è finita!<br />
Siate ringraziati voi bravi soldati che avete saputo così bene soffrire, combattere e vincere...<br />
14 novembre 1918, Maria Angelini a Enrico Calvaresi<br />
70
ERNESTO<br />
71
1917<br />
A marzo è in zona di guerra: da tanto non riceve notizie della famiglia; Giulio, <strong>il</strong> <strong>fra</strong>tello a Pasqua tornerà in licenza.<br />
"Addio addio": a giugno è a Pistoia "vistuto da m<strong>il</strong>itare", saluta <strong>il</strong> "caro mio padrone" con un doppio addio ricorrente spesso nella corrispondenza.<br />
A luglio, dopo un involontariamente divertente giro di parole (vedi tra parentesi) per dire che non ha trovato un certo amico del padrone al distretto,<br />
saluta e si raccomanda "al mio padre che stenche attende alle bestie". [Caro mio padro se lei lasignorina mi spechiate deve dove dandare allora ciandare ma<br />
voi ma voi non mi spiecaste nulla dove aveva dandare io mi credeve che stave su <strong>il</strong> discretto quessa mico (?) tuo, in veci sul distretto non ci stave nesuno].<br />
Ad agosto, dopo aver temuto che "ci eravamo stizzato" perché da tempo non riceve posta, comunica di essere attendente del capitano e nella stessa <strong>fra</strong>se in<br />
cui anticipa la prossima partenza da Pistoia dice al pardrone che "la uva sono molto bella", Anche <strong>il</strong> padrone è "sotto alle arme".<br />
A settembre in una cartolina intensa dove per ben sette volte si rivolge al signor Michele con "caro padrone"e un "caro padre", dice "sto tendo piu che<br />
pozzo" (sta attento più che può); che <strong>il</strong> <strong>fra</strong>tello è tornato in Italia ma è all'ospedale. Accenna alla misera paga ("due soldi al giorno") contento invece che ad<br />
Offida, in campagna, le cose vadano bene. Non si sa nulla ma è imminente la partenza per <strong>il</strong> fronte.<br />
Da Pistoia, <strong>il</strong> 26 Ottobre una lunga lettera: sta bene, contento del viaggio e del posto, anche <strong>il</strong> <strong>fra</strong>tello sta bene, ma <strong>il</strong> timore del peggio gli fa scrivere<br />
"speriamo di stare sempre bene se Iddio vuole". Molto interessante questo passaggio, prima dei soliti e personalizzati saluti a tutta la famiglia del signor<br />
Michele: "Carissimo patrone cuadanoi la robba va molto cara e <strong>il</strong> crano 50 lire <strong>il</strong> cuintale cua da noi e percio cuesti cittadini si sono molto ha famati e la<br />
sera sulla libera sortita dobbiamo sortire con la sciabb<strong>il</strong>a perche vuole fare rivoluzione per fenire la guerra". Insomma c' è malcontento, prezzi alti se si vuole<br />
integrare <strong>il</strong> cibo comprando qualcosa, forse speculazioni, e paura, al punto che si va in libera uscita armati di sciabola. Compare la parola "rivoluzione"<br />
72
(probab<strong>il</strong>e eco degli avvenimenti in Russia?) per indicare le tensione e i fermenti per far finire la guerra.<br />
A inizio dicembre con una cartolina molto ben scritta manda saluti al Padrone e riferisce che a casa la semina e <strong>il</strong> raccolto promettono bene. Ancora, quasi<br />
a natale manda saluti e ringrazia per un vaglia.<br />
1918<br />
A Febbraio, con una cartolina sintetica e corretta si scusa per <strong>il</strong> lungo s<strong>il</strong>enzio; dice che sta benissimo: "ringrazio Iddio che finirà ... colla speranza che<br />
presto ci rivedremo e finirà questa guerra". Per ben due volte usa <strong>il</strong> verbo "finire" riferendosi alla guerra. La stanchezza, la paura, la nostalgia di casa lo<br />
stanno provando.<br />
A Maggio da Appignano, da casa, saluta <strong>il</strong> signor Michele, sempre rassicurandolo sulle sue buone condizioni di salute, ma aggiunge "Signorine padrone<br />
vedi se puoi fare aritornare qualcheduno per aiutare (?) <strong>il</strong> terreno perche mio padre sta troppo adolorato e non ci si lavede più perche chi lo sa quante<br />
fenisce questa guerra". Il vecchio padre è stanco: la campagna da lavorare e tre figli in guerra.<br />
A luglio, in una cartolina, dopo le solite rassicurazioni, annuncia la morte del figlio di Guido, e contestualmente la buona mietitura fatta a casa.<br />
Il 30 agosto in una lunga lettera dettagliata spiega al signor Michele che <strong>il</strong> lungo s<strong>il</strong>enzio è stato per alcuni spostamenti. E' a Cittadella e sta bene. Sa che<br />
vicino, a 12 ch<strong>il</strong>ometri, c'è Giulio che vorrebbe tanto vedere. Come pure vorrebbe tornare come Giulio in licenza a casa: "spero se Iddio mi dà vita <strong>fra</strong><br />
non lungo tempo di venire anch'io a farle una visita". Manda saluti a tutti e alla famiglia Amatucci, quella di Angelo.<br />
Dopo un mese, a settembre si rammarica ancora di non aver visto Giulio e spera di tornare a casa per la semina<br />
1920: a giugno, Ernesto è trattenuto a Trieste, ancora nella fanteria e non sa niente della sua licenza.<br />
73
Gent<strong>il</strong>issimo signor Angelini Michele<br />
Via Caserta n°3 Roma<br />
Calvaresi Ernesto soldato 40 fanteria ... Zona di guerra<br />
Gent<strong>il</strong>issimo Signore vorrà scusarmi se non glio scritto prima perché attendevo risposta ad<br />
un'altra mia cartolina scrittagli ma non l'o ricevuta altrimenti ... ricevuto risposta. Io grazia<br />
Iddio sto bene come sempre voglio augurarmi di lei e la sua distinta famiglia. Poi vorrà<br />
scusarmi se gli do disturbo perché da più di 40 giorni che non ricevo notizie della mia<br />
famiglia perciò prego ha lei di darmi loro notizie. Poi gli fo noto (rendo noto) che per la<br />
S.Pasqua verrà in licenzia mio <strong>fra</strong>tello Giulio dove anche lui sta bene e trovasi ad un buon<br />
posto non altro ricevi tanti saluti uniti alla tua distinta famiglia dal tuo devotissimo<br />
Calvaresi Ernesto<br />
(altro scrivente) 4 marzo 1917<br />
74
Caro mio padrone, Pistoia<br />
24, giugno, 17, ti scrive questa cartolina per fatti sapere che io mi trovo bene di saluto e<br />
così nespere di voi tutti in famiglia Dunque caro mio padrone ti fasapere che io mitrovo<br />
a Pistoia più tifo sapere che mi sono vistuto da m<strong>il</strong>itare Non ho altro da dirti sole<br />
dasalutarti salute atte caro padrone mi darai tandi affetti saluti alla tua moglia mi darai<br />
tande salute alla tua figlia saluti amici parendi chi dunque domanda dime sotto mi firmo<br />
<strong>il</strong> vostro condadino Calvaresi Ernesto Add Add<br />
Echi miei dirizi Al Soldato Calvaresi Ernesto<br />
83° Reggimento Fanteria 4 Compagnia, Caserma Concia Pistoia<br />
E' "vestito da m<strong>il</strong>itare".<br />
24 giugno 1917<br />
75
Caro mio padrone risponde alla tua lettera lo ricevuta con piacero che ti trovo bene di<br />
saluto e così ti poso assicurare dime<br />
Caro mio padro se lei lasignorina mi spechiate deve dove dandare allora ciandare (se la<br />
signorina mi avesse spiegato dove dovevo andare, ci sarei andato) ma voi ma voi non mi<br />
spiecaste nulla dove aveva dandare io mi credeve che stave su <strong>il</strong> discretto quessa mico/a<br />
tuo/a, (credevo che fosse al distretto quest'amico/a tuo/a) in veci sul distretto non ci stave<br />
nesuino cio moldo piacero che la signorina sono affare un avisita accaso (ho molto piacere<br />
che la signorina sia andata a fare una visita a casa) mi trovo moldo condendo che Giuseppe<br />
ritorno accaso tifo sapere che non rispondere fine che non ti risponde io (ti faccio sapere<br />
di non rispondermi finché non ti ho riposto io) più tifo sapere che quando scrivo accaso<br />
gli derai al mio padre che stenche attende alle bestie (dirai a mio padre di stare attento alle<br />
bestie)<br />
Ricevi tandi affetti saluti dime midarai tandi affetti saluti a<br />
Giuseppe con tutte la famiglia tandi saluti atte caro mio<br />
padrone con la tua moglio con la tua figlia Caro padrone<br />
io non loso sesono ricevuto <strong>il</strong> telogramo accaso che io non<br />
(?) cero Calvaresi Ernesto<br />
La cartolina presenta numerose sgrammaticature: Ernesto<br />
doveva cercare un amico/a di Michele al distretto: non l'ha<br />
trovato. Si raccomanda che <strong>il</strong> padre stia attento alle bestie<br />
e teme che a casa non abbiano ricevuto un telegramma.<br />
2 luglio 1917<br />
76
(Michele Angelini è a Cologna Veneta VR)<br />
Carissimo patrone risponte ha la tua cara cartolina con molto piacere dellodimo statuo di<br />
dua saluta (ottimo stato di tua salute) e così mi posso ha sicurare (assicurare) di me.<br />
Carissimo patrone l'ho scrito diverse lettere e cartoline per Roma ha lostessa intrizze (allo<br />
stesso indirizzo) ma non ho havuto mai risposa e fin una lettera ha sicurata (assicurata) e<br />
nemmeno mi sono rivenuto indietro e io ho pensato che forse ci eravamo stizzato<br />
(litigato) ma io non pensavo che stavo ho inofida (Offida) ho pure (oppure) ha (a)<br />
capradosso ma non penseva che stavi sotto ha le arme Carissimo patrone ti fo sapero che<br />
io sto per hatintento (attendente) dal comantante di combagnia ti fo sapere che steame<br />
reto (dietro) Al campo e sidice che col preste ci porta via di pistoia e ci porta ha zone di<br />
guerra mi dice a casa che la uva sono molto bella Ti saluto tanto di veri quori Calvaresi<br />
Ernesto Adio Adio pronto risposto<br />
Saravalla (Serravalle) 28 agosto 1917<br />
Ha scritto diverse lettere, ma senza risposte. Forse Michele si è "stizzato".<br />
Invece anche lui è sotto le armi.<br />
E' attendente del comandante e sta per andare da Pistoia in zona di guerra.<br />
Mentre comunica questo, rifersisce che l'uva a casa è bella.<br />
77
14 settembre (1917)<br />
Caro Padrone risponde alla tua cara gend<strong>il</strong>e lettera lo ricevuto con piacere che vi trovate bene di saluto così ti spere di me Caro padrone ti fo sapere che io<br />
sto tendo piu che pozzo (sto attento più che posso) Caro patrone mi trovo condendo che ta ricasco una bella giornata che noi qua tiriamo due soldi al<br />
giorno Caro Padrone ti fo sapere che <strong>il</strong> mio <strong>fra</strong>tello Rigo sono ritornato in italia che sta allo spedale ammalato. Caro padrone mi trovo condendo che<br />
ritorna in Offida.<br />
Caro patrone per ora non sisa nulla per partire pe in are al fronte Salute atte caro padre con tutta la tua fam<strong>il</strong>ia sotto mi firmo <strong>il</strong> tuo amico Calvaresi Ernesto<br />
Add Add<br />
Sta attento <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e. E' contento del buon guadagno del<br />
padrone, mentre per loro soldati la paga è davvero misera. Il <strong>fra</strong>tello<br />
è ammalato, all'ospedale; è tornato in Italia. Il posto dov'era, lassù<br />
sulle Alpi, non era (ancora) Italia.<br />
78
Carissimo patrone ti scrivo questa<br />
letterina per farti sapere le mie<br />
buone notizie e così mi posse ha<br />
sicurare anche di te. Carissimo<br />
patrone io mi trovo bene di saluto e<br />
così mi posso ha sicurare anche di<br />
te. Carissimo patrone ti fo sapere<br />
che sono fatto un buone viaggio e<br />
sono ritornato allegre e contento fin<br />
che mi trovo con cuesto posto mi<br />
trovo molto bene e mi sono scritto<br />
mio <strong>fra</strong>tello e dici che si trova pure<br />
molto bene e cuesto pero sono la<br />
nostra consolazione e speriamo di<br />
stare sempre bene se Iddio vuole.<br />
Carissimo patrone cuadanoi (qua da<br />
noi) la robba (la roba) va molto cara<br />
e <strong>il</strong> crano 50 lire <strong>il</strong> cuintale cua da<br />
noi e percio cuesti cittadini si sono<br />
molto ha famati (i cittadini hanno<br />
molta fame) e la sera sulla libera<br />
sortita (in libera uscita) dobbiamo<br />
sortire con la sciabb<strong>il</strong>a (sciabola)<br />
perche vuole fare rivoluzione e forse<br />
Pistoia 26 ottobre 1917<br />
79
sarà nuzione (fortemente dialettale<br />
['n'nziò]) (intenzione) per fenire la<br />
guerra.<br />
Io non ho altro più che dirti ti manterai<br />
tanti sinceri saluti ha te mi caro patrone E<br />
tanti saluti per la signora Tanti saluti a la<br />
vostra bambina Tanti saluti ha te mio caro<br />
patrone e sotto mi firmo tuo contadino<br />
Calvaresi Ernesto. La mi dirizione è<br />
cuesta Al soldato Calvaresi Ernesto 83<br />
Reggim in fanteria 4 compagnia<br />
Caserma, Sala Pistoia<br />
La lettera è indicativa del clima teso che c'è in caserma, a Pistoia. All'inizio le solite buone notizie, si sta bene ed Ernesto è "allegro e<br />
contento". Poi qualche lamentela: la roba costa cara, <strong>il</strong> grano va "50 lire al quintale" e la fame si sente, anche in città. Di sera. Durante la<br />
libera uscita, si va in giro con la sciabola perché tira aria di "rivoluzione". Qualcuno vuol far finire la guerra.<br />
80
Una cartolina corretta, in bella grafia.<br />
Chi scrive per Ernesto, a Michele, riferisce notizie della<br />
campagna, della semina "promettente" e invia "proteste" di<br />
stima e affetto.<br />
Zona di guerra 9 dicembre 1917<br />
81
Lo stesso scrivente della precedente cartolina, con <strong>il</strong> suo st<strong>il</strong>e<br />
grafico e <strong>il</strong> suo lessico forbito, ben lontano dal registro<br />
espressivo di Ernesto. E' l'antivig<strong>il</strong>ia di Natale.<br />
Ringraziamenti per <strong>il</strong> vaglia e "l'incomodo che (Michele) si<br />
prende continuamente per me".<br />
E gli auguri per le feste.<br />
23 dicembre 1917<br />
82
Calvarese Ernesto, soldato 40 Fanteria S. M. (?)<br />
Zona di guerra<br />
Carissimo padrone Dopo lungo tempo mi fo vivo, dove vorrà scusarmi<br />
se non gli ho scritto finora ma in ogni modo ringrazio Iddio che finirà<br />
sto benissimo e voi state tutti bene? Colla speranza che presto ci<br />
rivedremo e finirà questa guerra così essere sempre riuniti ma (?) accetta<br />
i più distinti saluti uniti di famiglia dal devoto Calvarese Ernesto<br />
12 febbraio 1918<br />
83
Appignano 16 maggio 1918<br />
Carissimo signore padrone ti scrive queste due righe per farti sapere che mi trovo bene di saluta anche la mia famiglia si trova bene ti fosapere e ieri sono<br />
aripartuto (è ripartito) mio <strong>fra</strong>tello Enrico. Signorine padrone vedi se puoi fare aritornare qualcheduno per aiutare <strong>il</strong> tereno perche mio padre sta troppo<br />
addolorato e non ci si lavede più perche chi lo sa quante fenisce questa guerra e proqura un po lei sevuo (cerca di fare qualcosa se vuoi) le bestie le vuole <strong>il</strong><br />
governo e io non li gli vorrebbe dare <strong>il</strong> grano sono moldo bello ma ... tutti i giorni <strong>il</strong> fieno si ... fa pochisimo luva troppa ma non ci sta chi la ... vedi se<br />
puoi procurare affare ritornare qualcheduno perche sono ci vuole tante spese perche stiamo a tutta per questi ... noi siamo disgraziato a ricevi i più cordiali<br />
saluti dame e la mia famiglia e sono tuo affezionato Calvarese Ernesto<br />
Post<strong>il</strong>la di Michele Angelini:<br />
Ernesto mi scrive.<br />
Non posso che ripeterti che da qui da Roma non c'è niente da fare. Io scrissi anche al regio... di App. ma nemmeno mi ha risposto. Per la spesa della<br />
mietitura, come l'anno scorso, metterò la mia parte. … L'uva lascia che si... la salvi dalla malattia. Le bestie da lavoro, mi scrisse Grego' (?), che si sarebbero<br />
salvate, quando Giulio ....<br />
84
Una lettera diffic<strong>il</strong>e da deci<strong>fra</strong>re in molti passaggi. Ernesto sollecita Michele a far tornare qualcuno di loro per i tanti lavori in campagna: <strong>il</strong> padre è stanco e<br />
prevale la sfiducia per le troppe spese e le minacce di requisizione del bestiame.<br />
85
Carissimo Padrone Vinco (vengo) con la mia presente cartolina per darti mie buone notizie<br />
e così spero di lei e con tutti di tua famiglia<br />
Dunque la mia salute e ottima ti manta tanti saluti <strong>il</strong> mio <strong>fra</strong>tello<br />
<strong>Sotto</strong> mi firmo tuo Aff .mo Calvaresi Ernesto<br />
ti saluto e ti...<br />
Al mio <strong>fra</strong>tello non gli sono ottenuti nulla per antare a casa<br />
ti risaluto addio<br />
Zona di Guerra 3 luglio 1918<br />
86
Zona di guerra 17 luglio 1918<br />
Gent<strong>il</strong>issimo padrone rispondo la vostra dorata cartolina mi sono trovato contento che stai bene di salute così ti assicuro di me e ti fo sapere che sono<br />
morto <strong>il</strong> figlio di Guido ti fo saper che la mia famiglia sono finito a mietere a fatto 88 cavallette e ventuto (venduto) una vitella 148...<br />
ti saluto tuo affez. Calvaresi Ernesto<br />
Due notizie tanto diverse, comunicate senza variazioni emotive:<br />
una atroce, un giovane morto; l'altra sulla buona mietitura e la vendita<br />
di una vitella.<br />
87
Carissimo Signor Michele la rispondo alla sua<br />
tanto gradita letterina sono lieto di sentire <strong>il</strong> suo<br />
buono stato di salute unita la sua famiglia e così<br />
le assicuro altrettanto di me.<br />
Signor Michele lei mi vorrà perdonare se io non<br />
l'o risposta prima d'oggi la sua lettera ora le spiego<br />
<strong>il</strong> motivo siccome in quei giorno che mi è giunta<br />
la sua, io ero per giorno per scendere in riposo e<br />
così ci a trasportato fin dal giorno 22 corr. E poi<br />
abbiamo fatto qualche giorno di viaggio e ora mi<br />
trovo quasi vicino Cittadella e mi trovo molto<br />
bene. Lei midice che <strong>il</strong> mio <strong>fra</strong>tello Giulio è<br />
venuto a trovarla ne ò molto piacere che mi dice<br />
che <strong>il</strong> mio <strong>fra</strong>tello era in buono stato di salute, e<br />
spero se Iddio mi dà vita <strong>fra</strong> non lungo tempo di<br />
venire anch'io a farle una visita.<br />
Lei mi dice anche che io ò dei miei <strong>fra</strong>tello molto<br />
vicini se è vero però fin d'ora non li ò potuti<br />
vedere nessun di due e ora a Giulio gli ò scritto<br />
che mi venisse a trovare chi sà se viene, io spero<br />
perché è molto vicino a me circa 12 ch<strong>il</strong>ometri.<br />
Non ho altro che dirle la saluto infinitamente<br />
come mi contraccambierà i più<br />
Zona di guerra 30 agosto 1918<br />
88
singeri saluti alla sua famiglia e anche la famiglia Amatucci saluto anche i miei <strong>fra</strong>telli, e le rinnovo i più cari ed affettuosi saluti suo per sempre<br />
dev.mo Calvaresi Ernesto<br />
89
Carissimo padrone<br />
Rispondo alla sua gradita letterina con piacere sento che la sua salute è ottima e<br />
così le assicuro altrettanto di me. Mio <strong>fra</strong>tello Giulio non l'o potuto più vedere<br />
da quanto è stato in licenza quà find'ora non o avuto mai la fortuna di vederlo,<br />
io spero <strong>fra</strong> poco tempo di andare in licenza, io sarei molto contento di<br />
trovarmi per là per la semina. Per <strong>il</strong> momento non o altro che dirle la saluto<br />
insiema la sua famiglia e le rinnovo affettuosi saluti e mi dico per sempre la sua<br />
Aff.mo Calveresi Ernesto<br />
Calvaresi Ernesto, sold. 40 Fanteria, 4 Comp. Z.d.G.<br />
Zona di guerra 26 settembre 1918<br />
90
Trieste 17 giugno1920<br />
Eggreggio Signor Michele con molto piacere virisponto alla vostra desidirarata lettere la quale io miconsolo che lei sta bene eccome vidico di me che sto<br />
bene.<br />
Dunque eggreggio Michele comi lei miparla per la licencenza io nonso nulla. Dunque spero che presto venisse che io sempre la penso non mi resta altro<br />
che vi virimetto i più di stinti saluti a lei e alla signora e alla signorina e poi viritorno asalutare e midico Clavarese Ernesto<br />
Il mio di rizo (indirizzo) è questo alla soldato Clavarese Ernesto 19 Reggimento Fanteria 1 Compagnia Trieste<br />
(interessante l'<strong>il</strong>lustrazione sulla carta da lettera: "Il ritorno dell'eroe")<br />
91
GIULIO<br />
... abbiamo lottato, abbiamo sofferto e abbiamo vinto, e la nostra vittoria e<br />
stata la più grande che la storia ricordi...<br />
92
1918<br />
Ad apr<strong>il</strong>e, in una lettera con <strong>il</strong> vistoso imprimatur della censura, racconta al signor Michele della sua recente licenza.15 giorni (dal 5 al 28 marzo) di<br />
"allegria". E' contento: si scusa con <strong>il</strong> cavaliere per non essere riuscito a vederlo né a scrivergli. Ma si chiede anche quando finirà questo "malore" Giulio,<br />
per esempio anche per gli spostamenti che al momento dalla fanteria lo hanno assegnato ad una sezione someggiata. In questa citazione un doveroso cenno<br />
all'asino, glorioso e rassegnato collaboratore di tanti soldati. Giulio, che rivela un certo temperamento insofferente a quelli che ritiene abusi si lamenta delle<br />
requisizioni di buoi a casa e del fatto che dunque non si guadagna.<br />
A maggio (non c'è l'anno che si pensa sia <strong>il</strong> 1918, vista la mancanza di documentazione per <strong>il</strong> 1917) in una intensa lettera chiede al signor Angelini di<br />
intervenire presso <strong>il</strong> maresciallo di Castel di Lama per farlo tornare a casa. Enrico ha avuto la licenza e spetta anche a lui, soprattutto per andare ad aiutare a<br />
giugno in campagna. E' deciso, fa appello ad una circolare, ai suoi diritti, alla sua lealtà verso lo stato e soprattutto alle condizioni precarie in famiglia che lo<br />
stesso maresciallo può andare a verificare: "4 figli tutti in guerra e uno morto". "Se <strong>il</strong> maresciallo non mi favorisce quando vo a casa lo metterò io a posto<br />
anche (onde) io non chiedo nulla più dei miei diritti".<br />
Il signor Angelini invia subito un datt<strong>il</strong>oscritto che spiega con chiarezza le condizioni diffic<strong>il</strong>i al fondo e indirettamente la durezza della guerra. Ricorda al<br />
maresciallo i 4 figli del suo colono Luigi Calvaresi, tre dei quali in guerra e uno "morto gloriosamente sull'altipiano di Asiago nel giugno 1916".<br />
Parla di un fondo esteso che non può essere mandato avanti dai due anziani, né dai due figli più piccoli di 11 e 15 anni. C'è "bisogno di aiuto pel capo di<br />
casa... in questo penoso stato di cose, ...urgente... nei giorni di mietitura e trebbiatura. Aggiunge, infine, che spera nell' "<strong>il</strong>luminato senso di bontà" del<br />
maresciallo affinché Giulio possa godere della licenza per "accudire ad opere agricole di vero interesse nazionale" e che darà "una sicura resa di lavoro<br />
necessario per la nostra resistenza".<br />
93
A metà luglio è al fronte: si scusa del ritardo, ma "circostanze poche belle... mia privato poterle scrivere". Ha cambiato reggimento, la salute è ottima, ma<br />
"nel posto in cui sono mi tocca lavorar di molto ... presto servizio dalle pianure di Bassano a le alte vette del Grappa. Pochi giorni dopo, sempre a Bassano<br />
è più tranqu<strong>il</strong>lo: "si puo vivere tranqu<strong>il</strong>o che cè <strong>il</strong> famoso Grappa, che ci protegge, al di qua nisuno non passasa" (passa). Sembra rasserenato e spera di non<br />
cambiare ancora assegnazione. Ha potuto incontrare Enrico che sta bene e gli ha raccontato "tante belle cose nella sua vita al fronte e della famosa resistenza<br />
di tutti i soldati Italiani"; <strong>il</strong> <strong>fra</strong>tello ha partecipato a "duri e aspri combattimenti, ma sempre finiti a nostro vantaggio ... ha preso <strong>fra</strong> lui e i suoi compagni<br />
delle compagnie e interi Comandi di Presidio Prigionieri. E' quasi rammaricato - "io ero poco lontano e si siamo visti alla fine". Magari poter stare "tutti e<br />
due assieme qui a Bassano".<br />
A fine agosto una cartolina forse scritta proprio da Giulio (le altre sono di altro scrivente), molto sgrammaticata, fortemente dialettale, con un improbab<strong>il</strong>e<br />
indirizzo "via Ufida Ascuppicene" (via Offida Ascoli Piceno). Giulio è stato dal cognato di Angelini, a Marostica, e stanno bene.<br />
Ad ottobre, con una certa apprensione comunica di fare <strong>il</strong> portaordini, non sa niente dei <strong>fra</strong>telli che non sono più vicini e "stante i brutti momenti cercherò<br />
di darle sempre mie notizie". Infatti, pochi giorni dopo, brevemente comunica poche notizie sperando "che la madonna del Grappa mi a fatto la grazia di<br />
tenermi lontano dal pericolo. speriamo che la providinza mi assista come fino ad oggi".<br />
E' novembre (anche se non c'è la data) e la lettera parla da sé: "Ormai abbiamo riportato la più grande vittoria sul Grappa abbiamo fatto una marcia trionfale<br />
fino a Trento Viva Trento Italiana abbiamo lottato abbiamo sofferto e abbiamo vinto e la nostra vittoria e stata la più grande che la storia ricordi ma ormai<br />
<strong>il</strong> più è fatto ora attendiamo alla fine tranqu<strong>il</strong>li che presto torneremo alle nostre case... "<br />
94
(Busta con controllo censura)<br />
Egregio Signor Cavaliere ringraziando colui che di lassù ci asiste anche quest'anno potei<br />
subire (?) la licenza. Tutto ciò che brama un soldato ritrovandosi a giorni sim<strong>il</strong>i.<br />
Avrei provato e venni col lidea di riporterla rivedere. avrei scritto anche (onde) non<br />
la posso mai dimenticare causa fu che non avevo uno indirizzo e ora che mi trovo<br />
a/un po perso (?) spesso la manderò.<br />
Vorrei esserle da vicino per raccontarle tutto <strong>il</strong> successomi ma<br />
speriamo che ben presto questo avvenga di ritrovarsi ha casa che ne<br />
siamo da lungo tempo desiderosi. L'anno scorso mi ritrovavo al 238<br />
Fanteria ed ora sono parecchi mesi che sono in una colonna<br />
munizioni, sono a meglio condizioni quando potrà ponere fine<br />
questo malore(?) Il mio pensiero rimane ai miei famigliari e ancora<br />
sapendo come vanno progredendo le cose in genere posso<br />
ringraziare a suo riguardo. A usufruire la licenza partii dalla sezione<br />
<strong>il</strong> 5 marzo e rientrai <strong>il</strong> 28 trascorsi quei giorni pieni di allegria e<br />
specialmente alcuni giorno con Gregori. Di casa mia sono rimasto<br />
contento, solo che <strong>il</strong> governo recuisisce ogni cosa e specialmente su<br />
un paio di bovi di 12 quintali ci si rimette 1200 lire. Perdonerà del<br />
disturbo, faccio auguri a lei unita la famiglia saluti suo dipendente<br />
Giulio Calvaresi<br />
zona di guerra 16 apr<strong>il</strong>e 1918<br />
95
Soldato Calvaresi Giulio Reparto Autonomo Sezione Someggiata Caffaro B 63<br />
Colonna carreggio e salmeria Reparto autonomo 15 divisione Zona di Guerra<br />
Scuserà del disturbo datogli<br />
96
Pregiatissimo Signor Michele<br />
5 maggio (1918)<br />
Vengo a farle questa preghiera. Se lei potesse scrivere al maresciallo di Castel di Lama una lettera facendomi ottenere quindici giorni di licenza come mio<br />
<strong>fra</strong>tello Enrico per soddisfare i nostri interessi famigliari dentro <strong>il</strong> mese di giugno, essendo che a quella licenza avendone diritto tutti e due anche (onde) noi<br />
ci troviamo in tre sotto l'armi e uno morto - quattro - dunque è una circolare che parla a questo riguardo.<br />
Noi dammo (diamo?) al governo bestiame, grano, ciò che lui ci recuisisce, spero a questo potrò per mezzo suo farmi aver questa licenza anche (onde) come<br />
noi <strong>il</strong> governo non trova nei dintorni.<br />
97
Quando lei scrive pure al maresciallo, se crede d'andare a vedere nelle condizioni che si trovano quelli in casa mia e ancora verrà a conoscenza che<br />
ciò che dico saranno verità e sicuro che ciò che chiedo mi verrà concesso.<br />
Se <strong>il</strong> maresciallo non mi favorisce quando vo a casa lo metterò io a posto anche (onde) io non chiedo nulla più dei miei diritti. Gli fo sapere che noi<br />
dall'artiglieria presto si cambierà dunque la prego lei di farmi avere ciò al più presto possib<strong>il</strong>e, possa rivedere ai miei di famiglia. Saluti a lei con la sua<br />
signora e la figliuola e con più vivi saluti e ringraziamenti suo devotissimo Giulio Calvaresi.<br />
Insiste, Giulio: vuole la sua licenza. E' un suo diritto e vuole impegnarla per aiutare i<br />
suoi in campagna. Sollecita <strong>il</strong> signor Michele e invita, attraverso lui, <strong>il</strong> maresciallo ad<br />
andare a casa sua per vedere in che condizioni si trovano i suoi fam<strong>il</strong>iari. Quattro<br />
figli sotto le armi. Uno già morto.<br />
98
E Michele Angelini tenta di aiutarlo, scrivendo al maresciallo, facendo<br />
appello al suo <strong>il</strong>luminato senso di bontà e di opportunità, nella speranza che<br />
<strong>il</strong> figlio del suo colono Luigi possa godere della licenza per accudire ad<br />
opere agricole di vero interesse nazionale. Giulio è "giovane serio e<br />
operoso" e darà nei giorni di licenza una "resa di lavoro necessaria per la<br />
nostra resistenza".<br />
99
Egregio Signor Michele, sempre appresso tengo la sua rispettab<strong>il</strong>e lettera dalla<br />
quale appresi molto sulle sue esprepoia (espropri?) fatte, contutto a cio, solo al più<br />
grande mio desiderio è quello di raggiungere più presto i miei cari famigliari che<br />
è da molti anni che sono lontano, e... a questo grande malore.<br />
Speriamo che questo abbia da porre fine al più presto che tutti bramano unirsi ai<br />
suoi cari, e questo affare è a noi noiosi.<br />
Mi perdonerà se non diedi subito riscontro alla sua lettera non fu mia colpa, causa<br />
di ciò che in questi giorni abbiamo avuto molti cambiamenti, senza momenti di<br />
pace. ... che certo lei sarà bene a conoscenza abbiamo diritto di una licenza<br />
ordinaria di dieci (?) giorni ciò ai primi di Giugno, però io bramerei venire in<br />
Lulio, ai primi di codesto mese.<br />
La prego di farmi venire, onde al momento opportuno lei con un suo scritto<br />
sarebbe colui che potrebbe farmelo avere in quei giorni, sarebbe ciò che bramerei<br />
avere per affari dei miei famigliari.<br />
Certo che a mezzo suo potrò questo lei basta scriva al mio comando.<br />
Sezione someggiata – Cassaro B. 6? Colonna Carreggio e salmeria – Reparto e<br />
fanteria Al più se venisse come spero un suo scritto, tanto <strong>il</strong> mio signor<br />
comandante come firma mi gradiscano tanto mi vogliono assai bene. Potrei<br />
chiedere questo a loro ma avendo sempre bisogno chiedo a lui questo favore che<br />
spero non lo farà essere. La mia salute è ottima come auguro di cuore a lei uniti<br />
suoi famigliari, <strong>il</strong> mio <strong>fra</strong>tello lo tengo vicino sempre ci sivede mi rimane di<br />
salutarla anzi è venuto oggi a riposo . Ringraziando anticipatamente la saluto suo<br />
dev. Calvaresi Giulio<br />
29 maggio 1918<br />
100
101
Gent<strong>il</strong>issimo S. Angelini Mi scuserà<br />
del ritardo fatto a rispontere sua lettera<br />
motivo che nei giorni scorsi mio<br />
trovato colle circostanze poche belle <strong>il</strong><br />
quale mia privato poterle scrivere (mi<br />
sono trovato in circostanze poco belle<br />
che mi hanno impedito di scriverle).<br />
Quanto io ricevette sua lettera dopo<br />
poco ecco che mi tocco la sorte di<br />
dover campiare (cambiare)<br />
Reggimento cioè dal 5° dove io era<br />
fui passato al 1° A da campagna e con<br />
tutto questo non ho potuto ottenere<br />
nulla della sua gent<strong>il</strong>ezza fattami<br />
inquanto a me ora la mia salute e<br />
ottima però nel posto in cui sono mi<br />
tocca lavorar di molto sul quale presto<br />
servizio dalle pianure di Bassano a le<br />
alte vette del Grappa altro non le dico<br />
Distintamente lo saluto come saluto<br />
sua signora Dicentomi Giulio<br />
Calvarese74 colonna Carreggio e S.<br />
466 Sezzione Zona di Guerra<br />
Dal fronte 14(?) luglio 1918<br />
... dalle pianure di Bassano alle vette del Grappa.<br />
102
Dal fronte 14(?).7.18<br />
Oggi stesso gradita mi giunse la sua cara lettera ho inteso ovunque <strong>il</strong> suo amato scritto. Io di cambiare compagnia non vorei nemeno, perche qui<br />
male fino'ora non stò ma soltanto avrei piacere sefosse posib<strong>il</strong>e ottenere in scritto, ho qualche cosa, per rimanere fisso qui. Che non avesero da<br />
inviarmi da una parte ho dal'altra.<br />
Questo sarebbe <strong>il</strong> indirizzo<br />
Comandante <strong>il</strong> quarto Parco Colonnello Treboldi<br />
comandante la mia colonna capitano Bozzotti signor Giuseppe<br />
Se può farmi la cortesia di inviarmi l'indirizzo di suo cognato, avrei molto piacere. Oggi ho avuto l'onore di passare la giornata in compagnia di<br />
mio <strong>fra</strong>tello Enrico e sta molto bene e mi ha raccontato tante belle cose nella sua vita al fronte e della famosa resistenza di tutti i soldati Italiani, anzi<br />
mi ha detto che affatto parte ha duri e aspri combattimenti, ma sempre finiti a nostro vantaggio. Mi diceva che ha preso <strong>fra</strong> lui e i suoi compagni<br />
delle compagnie e interi Comandi di Presidio Prigionieri. Ed io ero poco lontano e si siamo visti alla fine. Tutti e due assieme qui a Bassano si puo<br />
vivere tranqu<strong>il</strong>o che cè <strong>il</strong> famoso Grappa, che ci protegge, al di qua nisuno non passasa. Infinitamente vi ringrazio e ricevete i più cordiali saluti.<br />
103
Auguri al lei alla sua signora e bambina.<br />
Firmandomi di essere per sempre <strong>il</strong> suo Dipendente Giulio Calvaresi 74 colonna C.eS. 466 Sezione zona d. g.<br />
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... duri e aspri combattimenti, ma sempre finiti a nostro vantaggio. Gli ha raccontato Enrico che ha preso, con altri comm<strong>il</strong>itoni italiani, compagnie e<br />
interi Comandi di Presidio Prigionieri. E sul Grappa: <strong>il</strong> famoso Grappa che protegge.<br />
105
Zona di guerra 27 agosto 1918<br />
Gintirisimo signor Ang<strong>il</strong>ini lidonotizia dela miaotimasalute piu lifacio sapere cheo fato uno f<strong>il</strong>icisimo viaggio piu cinottoche apeno giunto al posto<br />
(aggiungo che appena giunto al posto) sono andato atrovare a suo cognato <strong>il</strong> signor colonnello prima sono andato al comando della 6 almata e lui si trovava<br />
aspetare dimarosticca (a Marostica)... dove io sono andato a trovallo e sta bene io spero in due tre giorni io vado ancora atrovallo. Però chredo che lui <strong>fra</strong><br />
breste (presto) vendra acasa io mitrovo sempre osteso posto. Non altro dadire lei si gradisca tante distinte salute a lelei la signora crodindia (Olimpia)<br />
Gradira i miei saluti salutti cari la signorina la signorina Maria sotto mi firmo suo dipindente Giullio Carvarese<br />
… Marostica (Vicenza)<br />
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Zona di guerra 27 ottobre 1918<br />
Gent<strong>il</strong>issimo signor Angelino vengo con questa mia a farle sapere le mie notizie la quale sono. Mi trovo a fare servizio in montagna presso una divisione<br />
faccio <strong>il</strong> porta ordini. Giorni scorsi liscrissi una lettera non so se lavrà ricevuta giorni fà ho visto i miei <strong>fra</strong>telli ma ora non so niente di loro non mi sono<br />
sempre vicino frà qualche giorno li scriverò una lettera e li mi spiegherò meglio per <strong>il</strong> momento non mi resta che salutarla miscuserà tanto del disturbo che<br />
li reco la saluto lei e la signora Crelinda (Olimpia) e la signorina di lei devotissimo Calvaresi Giulio stante i brutti momenti cercherò di darle sempre mie<br />
notizie.<br />
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Alla signora Cr<strong>il</strong>inda (Olimpia)<br />
Zona di guerra<br />
30 agosto 1918<br />
Gent<strong>il</strong>issima signora con questa mia vengo a darle le mie buone notizie e per <strong>il</strong> momento ringrazio <strong>il</strong> buon dio che mi tiene in buona salute e mi salva dal<br />
pericolo fino da oggi la madonna del Grappa mi a fatto la grazia di tenermi lontano dal pericolo. speriamo che la providinza mi assista come fino ad oggi<br />
Altre non mi resta che salutarla lei e <strong>il</strong> signor Cav. e la bambina di lei devotissimo Calvaresi Giulio<br />
108
Gent<strong>il</strong>issimo signor Cav.<br />
Crederò(-ei) che avrà ricevuto le mie precedenti lettere dove li scrivo le<br />
mie buone notizie le quali ancora al momento sono buone sui comunicati<br />
giornalieri avrà appreso la nostra gloriosa avanzata speriamo che questa ci<br />
porti alla pace con lo schiacciamento dei nostri nemici. Sono dispiacente di<br />
non trovarmi sul Piave. Quà dove mi trovo abbiamo preso posizioni<br />
importanti ma per <strong>il</strong> momento non ci permette di spostarsi ma questo lo<br />
speriamo frà pochi giuorni. Si spera ma (?) abbiamo quasi la certezza che frà<br />
qualche giorno libereremo Feltre e così sempre avanti fino alla vittoria<br />
finale che si spera prossima. I nostri nemici si difendono accanitamente ma i<br />
nostri bravi fanto li sbucano dalle loro caverne con l'aiuto dei nostri<br />
cannoni dei miei <strong>fra</strong>telli non sò niente ma so che i suoi reggimenti<br />
hannoavuto parte importantissima nella grande lotta per <strong>il</strong> momento non<br />
mi resta altro che salutarla lei e la signora Crelinda (Olimpia) e la signorina<br />
Marietta. Di lei devotissimo Giulio<br />
(scritto al contrario) mi scuserà se qualche volta le scrivo senza <strong>fra</strong>ncobollo ma<br />
siamo nella impossib<strong>il</strong>ità<br />
Zona di guerra 30 ottobre 1918<br />
109
La guerra sta finendo davvero. Feltre sta per essere liberata e i<br />
nemici "schiacciati", stanati dalle loro "caverne" dai nostri bravi<br />
fanti.<br />
E' <strong>il</strong> linguaggio duro e disumano della guerra.<br />
110
Zona di guerra 9 (novembre 1918)<br />
Signor Michele con molto piacere ho ricevuto la sua cara in risposta alla mia come pure alla cartolina mi fa piacere di saperla in buona salute così li posso<br />
assicurare di me. Ormai abbiamo riportato la più grande vittoria sul Grappa abbiamo fatto una marcia trionfale fino a Trento Viva Trento<br />
Italiana abbiamo lottato abbiamo sofferto e abbiamo vinto e la nostra vittoria e stata la più grande che la storia ricordi ma ormai <strong>il</strong> più è<br />
fatto ora attendiamo alla fine tranqu<strong>il</strong>li che presto torneremo alle nostre case la la saluto e la signora e la figlia di lei devotissimo Giulio<br />
111
La lettera di Don Peppe (Don Giuseppe Nepi, parroco di Capradosso) 9 ottobre 1917<br />
Signora gent<strong>il</strong>issima, non può credere con quanto piacere ho letto <strong>il</strong> suo scritto e mi accingo subitoa risponderle nella tema che la presente non l'abbia a<br />
trovare a Capradosso. Veramente data la sua squisita gent<strong>il</strong>ezza verso di me, avrei dovuto darle spesso mie notizie ma, creda, non è stata cattiveria. La vita<br />
m<strong>il</strong>itare, i disagi dela guerra, <strong>il</strong> continuo e sempre imminente pericolo tolgono la volontà di fare tante cose, che pur non si dovrebbero trascurare, però<br />
stia certa, che l'ho ricordata sempre insieme al Sig. Michele e alla carissima Maria: ed ogni volta che ho scritto a casa mi son fatto un dovere di inviarle<br />
cordialissimi saluti. Ella mi ricorda i bei tempi passati e <strong>il</strong> nostro entusiasmo... che vuole, non che abbia cambiato sentimenti; ma l'entusiasmo è certo<br />
svanito: la corda troppo tesa si spezza, dice <strong>il</strong> proverbio, e questa guerra è un affare troppo lungo che ha stancato tutti. Non creda però che sia avv<strong>il</strong>ito e<br />
che mi manchi <strong>il</strong> coraggio, tutt'altro! Di coraggio ne ho da vendere ed anche in mezzo al pericolo so fare della poesia. Ho tenuto alcuni discorsi alle truppe<br />
prima di andare all'assalto ovvero accampate a riposo, o nella circostanza della S. Messa all'aperto e pensi lei quanta poesia, quanto amor proprio sia in quel<br />
momento sgorgato dal mio cuore e dal mio labbro: lì davvero sembravo un grande entusiasta! Sono riuscito ad elettrizzare anche gli animi più depressi e<br />
ciò mi ha guadagnato la benevolenza dei superiori e le felicitazioni anche di altri ufficiali... ma non giovano più, né discorsi né promesse: è necessario che<br />
la guerra finisca!!! Sono statoaltri quaranta giorni in prima linea e, creda, sono stati quaranti secoli di trepidazioni, non per me ma perl e mie povere sorelle.<br />
E quanti ne ho passati di momenti brutti! Giorni e notti intere sotto un fuoco d'inferno e adesso che sono più al sicuro a sangue freddo mi vado<br />
domandando come mai sia ancora vivo e sano!... quante volte ho visto la morte davanti agli occhi e non so proprio come mi abbia risprmiato... certo oltre<br />
alla protezione di S. Emidio io ho avuto la mia buona mamma che dal cielo ha vegliato su di me!!!<br />
Quanti episodi di valore, di dolore e di morte potrei raccontarle e se <strong>il</strong> Signore non vorrà che cada vittima della guerra, come spero, sarà l'oggetto di tante<br />
nostre conversazioni; intanto però glie ne racconto uno, con patto che non lo sappiano le mie sorelle alle quali l'ho taciuto. Il due settembre la gloriosa<br />
avanzata sull'altipiano della Bainsizza segnava <strong>il</strong> suo termine ad oltre dodici ch<strong>il</strong>ometri dalla linea con l'occupazione di tutte le migliori posizioni. Il nemico<br />
in ritirata sfogava la sua b<strong>il</strong>e con un fuoco infernale di artiglieria, controbattuta efficacemente dalla nostra. Noi assistevamo a sì terrib<strong>il</strong>e duello quando <strong>il</strong><br />
capitano mi chiama e mi comanda di portare un ordine in un posto avanzato. Prendo <strong>il</strong> coraggio a due mani e via... ma <strong>il</strong> tragitto che devo percorrere è<br />
terrib<strong>il</strong>mente battuto da tutti i calibri... le granate mi scoppiavano a breve distanza da tutte le parti... Proseguivo <strong>il</strong> cammino raccomandandomi l'anima e<br />
stringendo la reliquia di S. Emidio. Ad un certo punto mi viene un'idea: lasciare <strong>il</strong> sentiero e prendere ad arrampicarsi su per la campagna <strong>fra</strong> la roccia...<br />
avevo fatto pochi passi che ecco un sib<strong>il</strong>o sinistro di un grosso proiett<strong>il</strong>e che s'avvicina, mi getto a terra, ... e appena in tempo, <strong>il</strong> proiett<strong>il</strong>e va a scoppiare<br />
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proprio sulla strada in quel punto in cui dovevo allora passare. L'invocazione di S. Emidio e lo scoppio fu tutt'uno e attorno e sopra a me fu un sib<strong>il</strong>are di<br />
schegge mortali e io non ricevo che della terra che mi ricopre. Riavutomi dalla poco gustosa impressione, mi rialzo e nell'allontanare la terra dai miei<br />
panni mi accorgo di aver <strong>il</strong> braccio dolente; non mi curo di esso che al ritorno e compio <strong>il</strong> mio dovere. Il dolore intanto aumentava sempre; tornato al mio<br />
posto vado ad osservare e trovo una lieve ferita contusa che <strong>il</strong> capitano dichiarò prodotta da sasso proietto per lo scoppio di una granata. Fortunatamente<br />
me la cavai con poco, ma intanto <strong>il</strong> nemico ha voluto toccarmi. Alle sorelle non ho voluto dirlo perché è stat una sciocchezza e chissà cosa avrebbero<br />
pensato. Ella si meraviglierà, come mai la Sanità sia andata in prima linea. Deve sapere che noi fino a dieci giorni or sono non abbiamo funzionato da<br />
ospedaletto ma da infermeria avanzata di sezione in prima linea dove si medicavano i feriti leggeri che poi ritornavano in trincea.Ora siamo venuti un po'<br />
più indietro e stiamo impiantando l'ospedaletto. Sono un po' dimagrito ma ma sto con una salute di ferro. I disagi della guerra li sopporto da italiano e da<br />
cristiano. Del resto: faccia <strong>il</strong> Signore! Ma finisca presto che l'unico desiderio è tornare a casa a riabbracciare le care sorelline. Distinti auguri a lei e al Sig.<br />
Michele e auguri alla Sig.na Maria,<br />
Don Peppe<br />
Mi mandi l'indirizzo di Maria che le invierò una fotografia che ebbi la velleità di farmi prima di partire a ricordo di questo terrib<strong>il</strong>e suicidio dell'umanità.<br />
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Le Garzantine, Atlante storico, 2003<br />
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http://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Rigoni-stern/Prima_guerra<br />
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http://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Rigoni-stern/Prima_guerra<br />
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http://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Rigoni-stern/Prima_guerra<br />
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http://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Rigoni-stern/Prima_guerra<br />
120
(Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di Storia, B.Mondadori)<br />
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(Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di Storia, B.Mondadori)<br />
122
La Grande guerra 1914 – 1918<br />
una scheda didattica: appunti per capire<br />
(legenda: I = Italia /F = Francia / GB = Gran Bretagna / D = Germania / IO = Impero Ottomano / IA = Impero asburgico / R = Russia / S = Serbia / P = Polonia)<br />
1. Una guerra "grande"<br />
1. una guerra per l'egemonia europea, mondiale per le nazioni coinvolte (anche non europee), ma europea nelle origini e nello svolgimento<br />
2. mondo eurocentrico (tecnologia, prestigio economico, cultura)<br />
3. connessione strategica, politica, e m<strong>il</strong>itare dell'Europa con Asia e Africa = COLONIALISMO e IMPERIALISMO<br />
1. GB e F (+ Belgio I / D) e spartizione dell'Africa<br />
1. missione civ<strong>il</strong>izzatrice?<br />
2. impero coloniale: status symbol?<br />
3. aggressività del capitale monopolistico (GB D) industriale e finanziario<br />
1. nuovi mercati, controllo materie prime<br />
2. una "guerra civ<strong>il</strong>e europea" (John M. Keynes, Esortazioni e profezie, Il Saggiatore, M<strong>il</strong>ano, 1968)<br />
1. scontro <strong>fra</strong> stati e potenze, sistemi politici, visioni del mondo, valori che condividevano un patrimonio m<strong>il</strong>lenario di storia civ<strong>il</strong>tà religione e cultura<br />
3. una guerra totale per "scopi <strong>il</strong>limitati"<br />
1. "Nell'Età degli imperi, la politica e l'economia si erano fuse. La rivalità politica internazionale si modellava sulla crescita e sulla competizione economica. [...]<br />
Le frontiere naturali della Standard O<strong>il</strong>, della Deutsche Bank o della De Beers Diamond Corporation erano i limiti estremi del globo, o piuttosto i limiti<br />
della loro espansione. [...] La Germania voleva una posizione di predominio politico e marittimo mondiale pari a quella britannica [...] già in declino.[...]<br />
Per la Francia [...] era in questione <strong>il</strong> (suo) futuro come grande potenza." (E. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 1994)<br />
2. Il contesto internazionale politico-economico<br />
1. Europa in crisi di legittimità: nazionalismi e terrorismi<br />
1. antiche e nuove monarchie (GB / D) / imperi multinazionali (R / IA / IO) repubbliche (F)<br />
2. lotte politiche e sociali interne (rivoluzione russa 1905; Giovani Turchi 1908; Boxer, Cina 1901)<br />
1. ascesa incontrollab<strong>il</strong>e del movimento operaio, del "IV Stato"<br />
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2. guerra come "diversione alle lotte politiche interne" (Rosario V<strong>il</strong>lari, Storia dell'Europa contemporanea, Laterza, Bari 1972 p. 430)<br />
2. nazionalismo dei governanti e delle masse<br />
1. orgoglio nazionale: appartenenze, identità (difesa della Kultur in D; orgoglio imperiale britannico; scontro ideologico laico-clericale, xenofobia,<br />
antisemitismo <strong>fra</strong>ncese; "quarta guerra d'indipendenza" per gli italiani)<br />
1. patriottismo<br />
1. "agli Stati occorreva una religione civ<strong>il</strong>e – <strong>il</strong> "patriottismo" – perché sempre meno potevano accontentarsi di un atteggiamento passivo dei loro<br />
cittadini." (Eric J. Hobsbawm, Nazioni e nazionalismo dal 1780, Einaudi, Torino, 1991)<br />
2. la "polveriera balcanica" pressioni esterne (A / GB / R / I) sul panslavismo serbo<br />
3. irredentismo italiano<br />
4. "Tutte le maggiori potenze belligeranti presentarono la Grande Guerra come difensiva. E tutti, indistintamente la presentarono come una minaccia<br />
proveniente dall'esterno a quelle che erano le conquiste civ<strong>il</strong>i del proprio paese, della propria parte." (E. Hobsbawm, cit.)<br />
3. blocchi plurinazionali di alleanze<br />
1. schieramenti attorno ai contendenti più forti (GB / D)<br />
1. 1882 Triplice Alleanza (I / D/ A)<br />
2. 1904 Entente Cordiale (Londra e Parigi vs Germania per le colonie e l'Alsazia-Lorena) (accordo: Marocco <strong>fra</strong>ncese, Egitto inglese)<br />
1. 1907 + Russia = Triplice Intesa<br />
2. blocchi = fattore di neutralizzazione dei conflitti e garanzia di equ<strong>il</strong>ibrio?<br />
3. coalizioni per "guerra di redistribuzione" di potenziali aree di mercato in Europa sud-orientale e Vicino Oriente?<br />
1. "La disgregazione e <strong>il</strong> crollo dell'Impero turco precapitalistico [...] crearono un intrico di problemi internazionali e di ambizioni che coinvolsero tutte le<br />
potenze imperialistiche europee. L'occasione effettiva dello scoppio della lotta fu messa in relazione alle aspirazioni delle nazionalità oppresse dei Balcani<br />
all'indipendenza nazionale. Tuttavia [...] si ampliarono fino ad includere l'intero problema della redistribuzione del mondo. I trattati di pace<br />
mostrarono quello che fu <strong>il</strong> punto centale della guerra più chiaramente di tutte le particolari e relativamente minori dispute [...]" (Paul M. Sweezy, La<br />
teoria dello sv<strong>il</strong>uppo capitalistico, Einaudi, Torino 1951)<br />
4. "guerre prima della guerra"<br />
1. 1899 anglo-boera (oro diamanti / egemonia inglese in Africa)<br />
2. 1904 russo- giapponese (industria, espansionismo)<br />
3. crisi marocchine (colonialismo) 1906 1911<br />
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4. 1911 occupazione italiana della Libia<br />
5. Balcani<br />
1. 1908 Giovani Turchi, deposizione sultano<br />
2. 1908 Austria, annessione Bosnia Erzegovina (insofferenza della Serbia)<br />
3. 1912 – 1913 altre guerre balcaniche<br />
3. Come si "mondializza" la guerra. La mob<strong>il</strong>itazione<br />
<strong>il</strong> fronte interno<br />
1. mob<strong>il</strong>itazione m<strong>il</strong>itare (pressione psicologica sugli stati rivali)<br />
1. richiamo riservisti, reclutamento volontari<br />
1. le risorse umane: sempre nuovi soldati (i ragazzi del '99)<br />
2. i contadini-fanti<br />
1. "Nella Grande Guerra le classi subalterne sperimentano per la prima volta in forma tanto estesa, profonda e totalizzante la presenza di quella potenza<br />
estranea che è lo stato. [...] prima lo stato si accontentava di esigere periodicamente dei tributi. [...] ora è vicino e invadente [...] la sua azione non è<br />
soltanto negativa, di esclusione e controllo, ma diventa positiva di coinvolgimento e di promozione. [...] Ed ecco un primo aspetto della modernità: [...]<br />
lo stato [...] diverrà una presenza costante ineliminab<strong>il</strong>e nella vita di ciascuno. Ma c'è un altro aspetto [...] (è una) carneficina industrializzata [...] la prima<br />
esperienza generalizzata della società di massa [...] della morte di massa, standardizzata, prodotta in grande serie, organizzata." (A.Gibelli, Per una storia<br />
dell'esprienza di guerra dei contadini, in Movimento operaio e socialista, 1986, n.1)<br />
2. massiccio armamento<br />
1. industria pesante (Krupp a Essen, impiega 70.000 operai)<br />
2. nuove armi<br />
1. tecnologia, ricerca scientifica e industria chimica: armi pesanti, mortai, cannoni, gas (+ usati sul fronte russo)<br />
2. guerra di terra, acqua (U Boote,) aria (primo aereo per bombardamento strategico usato nel 1915)<br />
2. le risorse materiali: prodotti bellici,alimentari; lo stato commitente dell'industria m<strong>il</strong>itarizzata, desindacalizzata<br />
3. le donne, al lavoro (pagate di meno), nei campi, nelle fabbriche, ("munitionnette", operaie nelle fabbriche di munizioni); capifamiglia a casa<br />
1. momento cruciale della faticosa emanciazione femmin<strong>il</strong>e? In crisi i rappporti tradizionali?<br />
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1. "In effetti la guerra aveva consolidato, se non addirittura irrigidito, la rappresentazione tradizionale dei ruoli masch<strong>il</strong>i e femmin<strong>il</strong>i. [...] dell'uomo vir<strong>il</strong>e<br />
che rischia l vita sui campi di battaglia, ma anche quella della donna che cura, consola e tranqu<strong>il</strong>lizza. A conti fatti, secondo alcuni, la guerra avrebbe<br />
bloccato, piuttosto che accelerato l'evoluzione dei rapporti di genere." (A. Prost, Lo sconvolgimento delle società, in La prima guerra mondiale, a c.di S.<br />
Audoin-Rouzeau e J.J. Becker, vol. II, Einaudi, Torino 2007, pp.542-543)<br />
2. mob<strong>il</strong>itazione politica<br />
1. coinvolgimento di popolo<br />
2. intellettuali arruolati in "servizio spirituale armato" (Thomas Mann, Considerazioni di un impolitico, De Donato, Bari 1967)<br />
3. comunicazione e propaganda<br />
1. guerra per difendere la cultura della propria nazione da contaminazioni extranazionali<br />
2. guerra, veicolo di modernità = alfabetizzazione, omologazione di usi e costumi, promesse di denaro e lavoro<br />
3. guerra di massa<br />
4. sindrome della "difesa"<br />
1. per difesa e/o per prestigio<br />
4. lo Stato estraneo e lontano diventa presente<br />
1. promuove la cultura della guerra, la legittima, ne crea i miti (vir<strong>il</strong>ità, cameratismo, uomo-guerriero)<br />
2. orienta l'opinione pubblica<br />
4. <strong>il</strong> pacifismo delegittimato = "disfattismo". E' <strong>il</strong> "nemico interno".<br />
1. fallimentare <strong>il</strong> pacifismo solidaristico dell' Internazionalismo socialista<br />
1. 1915, Zimmerwald, conferenza socialista, prevale tesi bolscevica pro guerra, non pro pace senza annessioni e senza indennità<br />
1. "La guerra civ<strong>il</strong>e non conosce non belligeranti, essa ricerca ovunque, senza pietà, le forze vive delle classi nemiche. Perché una classe<br />
sociale colpita nei suoi interessi vitali si confessi vinta, bisogna infliggerle perdite terrib<strong>il</strong>i. Bisogna che i suoi figli più vigorosi, più<br />
intelligenti più coraggiosi siano falciati. Bisogna che venga versato <strong>il</strong> sangue migliore." (Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario,<br />
Ed. e/o Roma2001)<br />
2. 1916, Kienthal, ribadita questa tesi che porterà alla rivoluzione d'Ottobre e alle lotte operaie in I D del dopoguerra<br />
2. in pochi mesi "l'entusiasmo nazionalistico afferrò le masse, travolse ovunque i gruppi che si erano espressi contro la guerra". Anche i socialisti<br />
(fallimento della II Internazionale) non si opposero alla guerra. Un fatto "sorprendente", secondo Wolfgang J. Mommsen (L'età dell'imperialismo,<br />
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Feltrinelli, M<strong>il</strong>ano 1970, pp. 317-319)<br />
1. le "comunità d'agosto" europee pro guerra<br />
1. "Il senso comunitario, che spinse le folle nelle strade delle città d'Europa e legò la gente fino allora completamente estranea con una sorta di<br />
magica coesione, ben di rado aveva un movente intellettuale. [...] temi dominanti della esperienza d'agosto: l'esperienza della comunità e la<br />
fuga da tutto ciò che era connesso alla nozione di moderna società industriale." (E.J. Leed, Terra di nessuno. Esperienza bellica e identità<br />
personale nella prima guerra mondiale, Il Mulino, Bologna, 1985, pp. 59-61)<br />
1917, con l'ingresso in guerra degli USA, si aggiungono altri motivi: <strong>il</strong> diritto, la democrazia, le libertà di tutte le piccole nazioni (W<strong>il</strong>son)<br />
1. la guerra si autogiustifica come guerra delle forze del bene, della democazia della libertà. E' "morale". (L. Russo,Vita e disciplina m<strong>il</strong>itare, Il Saggiatore,<br />
al fronte<br />
M<strong>il</strong>ano 1992)<br />
1. confronto quotidiano con la morte di massa<br />
2. conseguenze psicologiche<br />
1. abitudine<br />
1. "In pochi giorni, gli europei della civ<strong>il</strong>tà delle buone maniere, lasciano, praticamente senza alcuna transizione, lavoro, famiglia, vita sociale raffinata<br />
e civ<strong>il</strong>e per assumere comportamenti del tutto opposti. [...] Un'inaudita violenza si integrò con fac<strong>il</strong>ità sconcertante nella vita di ciascuno. [...] Il<br />
crollo della civ<strong>il</strong>tà individuato da Norbert Elias nel totalitarismo nazista si era verificato ben prima, e precisamnete tra <strong>il</strong> 1914 e <strong>il</strong> 1918." (S. Audoin-<br />
Rouzeau – A. Becker, La violenza, la crociata <strong>il</strong> lutto. La Grande guerra e la storia del Novecento, Einaudi, Torino 2002, pp 25-25)<br />
2. "la più cruenta e disastrosa di tutte le guerre sperimentate fin qui, a causa della micidiale perfezione raggiunta dalle armi sia offensive che<br />
difensive; [...] altrettanto crudele e accanita e spietata dal punto di vista delle coscienze [...] lo Stato ha interdetto al singolo la pratica dell'<strong>il</strong>lecito<br />
non per abolirla, ma per averne <strong>il</strong> monopolio [...] elimina le sedimentazioni di c<strong>il</strong>v<strong>il</strong>tà e lascia riapparire l'uomo primitivo, [...] smaschera la<br />
<strong>fra</strong>g<strong>il</strong>ità del processo di inciv<strong>il</strong>imento dell'uomo."(S. Freud, Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, 1915)<br />
2. traumi<br />
1. shock-shell da bombardamento (nevrosi, sordità, mutismo, paralisi, dissociazioni psichiche)<br />
2. episodi di automut<strong>il</strong>azione<br />
3. repressione della renitenza (rara di massa),<br />
1. disciplina rigida<br />
127
4. Il conflitto<br />
2. decimazione<br />
3. censura<br />
4. la trincea<br />
1. riproduce i ruoli della fabbrica tayloristica = <strong>il</strong> fante come l'operaio, alienato<br />
1. " [...] la dis<strong>il</strong>lusione [...] inaridì e confuse la logica su cui erano basati <strong>il</strong> significato morale della guerra e la figura del guerriero. [...] Nelle trincee<br />
i soldati appresero che la distruzione tecnologica e la produzione industriale sono immagini speculari l'una dell'altra." (E.J. Leed, Terra di<br />
nessuno. Esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale, Il Mulino, Bologna, 1985, pp. 59-61)<br />
2. in trincea<br />
1. tre linee (di norma): terra di nessuno / linea sotterranea / prima linea / linea di rinforzo + linea di riserva e, perpendicolari, quelle di<br />
comunicazione<br />
3. "un immob<strong>il</strong>ità che pare a volte impossib<strong>il</strong>e poter conservare, sotto <strong>il</strong> flagello di una pioggia incessante (Eugenio Garrone, fante, da A. Omodeo,<br />
Momenti della vita di guerra, Dai diari e dalle lettere dei caduti 1915-18, Einaudi, Torino 1968)<br />
4. cameratismo: "un'esperienza positiva, giacché anche prima del conflitto molti avevano ardentemente desiderato una qualche specie di comunità<br />
significativa, che offrisse un antidoto al generale sentimento di solitudine dell'uomo moderno." (George L. Mosse, Le guerre mondiali. Dalla<br />
tragedia al mito dei caduti, Laterza, Bari 1990, pp. 45-46)<br />
5. guerra spettacolo, armi nuove<br />
1. 24/6/1914 attentato di Sarajevo, Gavr<strong>il</strong>o Princip, studente serbo, uccide l'arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia<br />
2. 28/7/1914 l' Austria dichiara guerra alla Serbia<br />
3. 1914: entrano in guerra: D (Piano Sclieffen vs F), R / F / GB Giappone (23 agosto 1914)<br />
1. IO, ottobre 1914<br />
4. <strong>il</strong>lusione guerra breve e miopia tecnologico-m<strong>il</strong>itare degli stati maggiori<br />
5. 1914/ 1915: offensive verso Parigi (D) (prime trincee sulla Marna, la Somme, l'Aisne); verso la Polonia (R) (Russi respinti, Tannenberg e Laghi Masuri), verso<br />
Balcani (A) e Dardanelli (F / GB) diventano guerra di posizione<br />
6. 1914 Italia neutrale<br />
7. 1915 Italia in guerra<br />
128
8. 1916: entrano in guerra Montenegro, Grecia, Romania, Portogallo con l'Intesa – Bulgaria con gli Imperi centrali (dal 1915)<br />
1. Verdun, "battaglia di dissanguamento" (febb. apr<strong>il</strong>e, 600.000 morti)<br />
9. 1917, la svolta<br />
1. sbandamento dell'esercito russo (due rivoluzioni)<br />
2. rotta di Caporetto, 24 ottobre<br />
3. USA in guerra (fine isolazionismo, politica di non interferenza <strong>fra</strong> Europa e Usa che risaliva alla dottrina Monroe del 1823)<br />
1. perché?<br />
1. affinità con le potenze democratiche dell'Intesa<br />
2. salvaguardare la libertà di commercio sui mari (contrastata da guerra sottomarina - affondamento Lusitania)<br />
3. preoccupazione per i prestiti a GB e F<br />
4. crisi degli eserciti con episodi individuali di sbandamento morale (anche a Caporetto), ammutinamento (in Francia)<br />
5. scioperi e sommosse al "fronte interno": razionamenti, denutrizione, epidemie<br />
6. la Nota di Benedetto XV<br />
10. 1918<br />
1. marzo, resa della Germania, dopo offensiva di Ludendorff arrivato a 60 km. da Parigi, controffensiva di Foch<br />
1. ammutinamento flotta Kiel, scioperi e manifestazioni di sinistra a Berlino<br />
2. 9 novembre Guglielmo fugge in Olanda<br />
3. nasce in Germania <strong>il</strong> mito della "pugnalata alla schiena,decisivoperla svolta hitleriana<br />
4. Scheidemann, proclamazione repubblicana<br />
5. 11 novembre firma armistizio a Rethondes<br />
2. sett./ott. resa Bulgaria e IO<br />
5. La guerra italiana<br />
1. 1914, Italia neutrale per clausole della Triplice che è difensiva, qualsiasi intervento presuppone comunicazione preventiva per impreparazione m<strong>il</strong>itare (dopo<br />
la recente guerra di Libia [1911])<br />
1. "sacro egoismo"<br />
129
1. Salandra e Sonnino, Vitt. Em. III, le gerarchie m<strong>il</strong>itari, dopo trattative fallite, per concessioni territoriali con gli Imperi centrali, puntano sull'Intesa<br />
2. italiani divisi<br />
1. neutralisti e interventisti<br />
1. "due posizioni che riconducevano al contrasto risorgimentale di Sinistra e Destra, di liberalismo democratico e liberalismo puro, di ideologia astratta e<br />
ideologia storica. [...] I neutralisti erano i liberali di Destra [...] vedevano (la guerra) priva e scarsa di motivi ideali e ricca di quelli industriali e<br />
commerciali. [...] Gli interventisti o liberali democratici [...] ritenevano in quella guerra di coronare l'edificio incompleto della indipendenza dei popoli<br />
e delle libertà interne e che la giustizia fosse dalla parte dell'Intesa." (Benedetto Croce, Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Laterza, Bari 1959)<br />
2. "L'intervento dei democratici [...] delenda Austria . [...] Con lo sfasciarsi dell'Impero asburgico sarebberro sorti nuovi stati nazionali [...] con l'obiettivo<br />
di costruire con gli slavi un edificio comune adriatico e centro-europeo, come aveva voluto Mazzini. All'opposta tradizione-Balbo si rifacevano i<br />
neutralisti, (per) un rafforzamento (dell'Impero asburgico) ad Oriente, antemurale della civ<strong>il</strong>tà europea contro la marea slava [...] contro gli smodati<br />
appetiti della Russia e l'eccessivo d<strong>il</strong>atarsi della Germania." (Federico Chabod, Sulla politica estera dell'Italia, in Orientamenti per la storia d'Italia del<br />
Risorgimento, Laterza, Bari 1952)<br />
2. interventisti<br />
1. irredentisti: Cesare battisti, per la conclusione del processo risorgimentale<br />
2. socialisti rivoluzionari: Benito Mussolini (nel '12 aveva voluto l'espulsione di Bonomi e Bissolati per <strong>il</strong> loro sostegno alla guerra di Libia) per abbattere la<br />
società capitalistico-borghese<br />
3. nazionalisti (D'Annunzio, Papini, Corradini): per prestigio e "ripulire" <strong>il</strong> paese dal parlamentarismo serv<strong>il</strong>e del "mestatore di Dronero" (D'Annunzio su<br />
Giolitti)<br />
3. neutralisti<br />
1. liberali giolittiani: "neutralismo contratto". E'consapevole Giolitti dell'organizzazione m<strong>il</strong>itare degli Imperi, dell'efficienza bellica inglese, delle difficoltà<br />
logistiche dei nostri fronti con l'Austria. Spera nell'accordo con l'Austria in dissoluzione per le rivalità e le ribellioni interne.<br />
2. socialisti pacifisti:<br />
1. "Italia mediatrice e pacificatrice dei popoli [...] ha bisogno di chiedere l'aumento della sua influenza economica e politica nel mondo unicamente<br />
allo sv<strong>il</strong>uppo superiore della sua civ<strong>il</strong>tà, all'incremento della sua produzione, al rinvigorimento della sua organizzazione e disciplina intellettuale,<br />
morale, industriale [...] attività che la guerra e l'organizzazione per la guerra impediscono e stroncano ineluttab<strong>il</strong>mente." (F<strong>il</strong>ippo Turati, Trent'anni<br />
di critica sociale, Zanichelli, Bologna 1921)<br />
2. "La guerra porta l'accresciuta potenza della borghesia [...] <strong>il</strong> rafforzamernto del m<strong>il</strong>itarismo [...] due condizioni che indeboliscono l'efficacia delle<br />
130
forze proletarie nelle lotte per la loro emancipazione." (Rodolfo Mondolfo, in "Critica",1914)<br />
3. cattolici popolari e destra clericale<br />
4. "neutralità condizionata", la maggior parte dei cattolici, per non apparire ancora contraria all'unificazione nazionale<br />
5. italiani e parlamento in maggioranza neutralisti<br />
6. 26/4/1915 Patto di Londra, L'Italia passa all'Intesa<br />
1. impegno m<strong>il</strong>itare con F / R / GB in cambio di Trentino,Tirolo cisalpino (fino al Brennero) ,Trieste, Gorizia e Gradisca, Istria, isole dalmate (art. 4),<br />
provincia di Dalmazia (art. 5), parte equa nella spartizione della Turchia d'Asia, equo compenso con domini coloniali tedeschi (Eritrea, Somalia, Libia)<br />
2. "... potremo incontrare qualche difficoltà, giustificata sia dalla teoria della nazionalità, sia dalle accresciute presenti nostre domande in paragone di quelle<br />
formulate nelle conversazioni anteriori. [...] è indispensab<strong>il</strong>e a giustificare la decisione del Governo di Sua Maestà, appagare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e le aspirazioni<br />
nazionali. (Guglielmo di Francav<strong>il</strong>la Imperiali, ambasciatore italiano a Londra in Luigi Aldovrandi Marescotti, Guerra diplomatica, Mondadori, M<strong>il</strong>ano<br />
1936 p. 66)<br />
7. 20/5 parlamento vota sì all'intervento, dopo <strong>il</strong> "maggio radioso"<br />
1. <strong>fra</strong>g<strong>il</strong>ità del sistema parlamentare che anticipa <strong>il</strong> 28/10/1922<br />
2. non "colpo di stato", ma persuasione del ceto medio, con propaganda, "discese in piazza", violenza politica<br />
3. convergenza di posizioni antitetiche, lontane, a volte paradossali come la "rivoluzione giacobina attuata col consenso del re" (con) "valenze<br />
antidemocratiche implicite in una mob<strong>il</strong>itazione diretta contro <strong>il</strong> primo Parlamento eletto in Italia a suffagio (quasi) universale masch<strong>il</strong>e." (Giovanni<br />
Sabbatucci, Le radiose giornate in Aa. Vv., Miti e Storia dell'Italia unita, Il Mulino, Bologna 1999, pp. 98-99)<br />
8. 24/5/1915 Italia in guerra<br />
1. due fronti, generale Cadorna<br />
1. ovest: Trentino, Cadore, Carnia strategia difensiva<br />
1. 1916 Strafexpedition (spedizione punitiva austriaca) a stento bloccata<br />
2. cattura di Cesare Battisti sul Monte Corno, impiccato <strong>il</strong> 12 luglio<br />
1. l'immagine del boia fiero, in posa con <strong>il</strong> corpo del patriota, fa scrivere a Karl Kraus, ne Gli ultimi giorni dell'umanità (1922): "non solo<br />
abbiamo impiccato, ma ci siamo anche messi in posa, e abbiamo fotografato non solo le esecuzioni, ma anche gli spettatori e addirittura i<br />
fotografi."<br />
2. est: valle Isonzo, Carso strategia offensiva<br />
1. undici offensive<br />
131
2. centinaia di migliaia di morti<br />
3. 1916 presa di Gorizia<br />
9. 1917, 24 ottobre "rotta" di Caporetto e ritirata italiana fino al Piave<br />
1. Diaz al posto di Cadorna<br />
2. intensificata la propaganda, "uffici P", repressione del disfattismo<br />
10. 1918<br />
1. Italia, giugno Battaglia del solstizio sul Piave, arrestata l'offensiva austriaca<br />
2. 24 ottobre vittoria a Vittorio Veneto<br />
3. 4 novembre, armistizio, a V<strong>il</strong>la Giusti (PD)<br />
6. Quattro "grandi vincitori" alla "conferenza dei popoli" per 5 trattati. Di pace?<br />
1. W<strong>il</strong>son, Clemenceau, Lloyd George, Orlando<br />
1. i Quattordici punti di W<strong>il</strong>son<br />
1. due principi ispiratori: libertà di commercio e principio di nazionalità<br />
2. ex Impero austroungarico > nuovi stati: Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia<br />
1. all'Italia, Trentino Alto Adige, Trieste, Istria<br />
1. "vittoria mut<strong>il</strong>ata", non Fiume, né Dalmazia<br />
2. evidente presunta superiorità italiana sui popoli slavi fa insistere sulla loro sottomissione come nazione<br />
1. "Se invece l'Italia avesse puntato risolutamente sulla distruzione dell'impero asburgico e sulla liberazione dei popoli oppressi, secondo <strong>il</strong> pensiero<br />
mazziniano, si sarebbe posta come la naturale alleata di questi ultimi, aggiudicandosi automaticamente una preziosa influenza politica ed economica<br />
oltre Adriatico." (Giorgio Spini, Disegno stotrico della civ<strong>il</strong>tà italiana, vol. III, Ed. Cremonese, Roma 1952)<br />
3. ex impero ottomano > mandati a F e GB in Medio Oriente<br />
1. all'Italia, Dodecaneso<br />
4. "cordone sanitario" nell'Europa centro-orientale = cuscinetto antibolscevico<br />
1. repubbliche baltiche indipendenti, Finlandia, Romania plurinazionale, Polonia ricostituita come stato sovrano (con un terzo di cittadini non polacchi al suo<br />
interno, molti tedeschi)<br />
132
5. <strong>il</strong> dramma degli esodi, di profughi e apolidi, l'emarginazione delle minoranze, i trasferimenti coatti<br />
6. Versa<strong>il</strong>les, <strong>il</strong> trattato di pace con la Germania<br />
1. amputazioni territoriali (Alsazia-Lorena restituita alla Francia + Saar in cessione temporanea)<br />
1. - 13 % territorio<br />
2. - 10% popolazione<br />
3. - 75 % giacimenti e industrie<br />
2. sm<strong>il</strong>itarizzazione riva sinistra del Reno e occupazione alleata della Renania-Palatinato<br />
3. perdita colonie<br />
4. risarcimento danni di guerra<br />
7. Germania: sue le responsab<strong>il</strong>ità oggettive?<br />
1. articolo 231 (Trattato di Pace): "I governi alleati e associati dichiarano, e la Germania riconosce, che la Germania e i suoi alleati sono responsab<strong>il</strong>i, per averli<br />
causati, di tutte le perdite e di tutti danni subiti dai governi alleati e associati e dai loro cittadini".<br />
1. Sì<br />
1. George Lichtenheim (L'Europa del Novecento, Storia e cultura, Laterza, Bari 1972, pp. 134-135) pone al centro le ambizioni espansionistiche<br />
tedesche e riferisce di Von Moltke, capo di stato maggiore tedesco, che già nel 1913, al suo collega austriaco, dichiara che ci sarà una guerra, un<br />
conflitto tra "teutoni e slavi".<br />
2. Fritz Fischer (Assalto al potere mondiale, La Germania nella guerra 1914 1918, Einaudi, Torino 1965, pp. 96-97) anche Hollweg, <strong>il</strong> cancelliere,<br />
oltre al Kaiser, ai m<strong>il</strong>itari e al Ministro degli esteri, nelle convulse giornate del 5 e 6 luglio, era favorevole (dal diario del suo segretario privato Kurt<br />
Riezler) al conflitto.<br />
2. No<br />
1. E' l'Austria a chiedere appoggio alla Germania per non lasciare "impunito quel focolaio di agitazione criminale che è Belgrado ". Voleva eliminare la<br />
Serbia "come fattore politico dai Balcani" (lettera autografa di Francesco Giuseppe a Guglielmo II (Gian Enrico Rusconi, Rischio 1914. Come si<br />
decide una guerra, Il Mulino, Bologna 1987 pp. 53-55). La Germania pensa, accettando, di esercitare una "deterrenza nei confronti della Russia"<br />
(come nel 1909). Semmai, dunque, per Rusconi, si è trattato di "imprevidenza del gruppo dirigente tedesco di fronte alla qualità del conflitto che<br />
era totale e per "scopi <strong>il</strong>limitati", come sostiene Hobsbwam (Il secolo breve) evidenziando <strong>il</strong> fenomeno, altrimenti ingiustificab<strong>il</strong>e, della<br />
"democratizzazione della guerra".<br />
133
2. non "colpevolista", Golo Mann (Storia della Germania moderna, 1789-1958, Garzanti, M<strong>il</strong>ano 1981, p. 378), che attribuisce alle recriminazioni<br />
etiche e politiche dei vinti, l'armistizio punitivo per i tedeschi poi da loro stessi trsformato in base di riscatto.<br />
8. Il punto di vista italiano alla conferenza pace<br />
1. L'intransigenza di Sonnino<br />
1. "L'idea fissa dell'Italia di ottenere ingrandimenti territoriali l'aveva portata a trascurare nel trattato gli aiuti economici di cui aveva bisogno; e, nel 1919,<br />
sempre per le medesime ragioni, i problemi delle materie prime e dei più ampi interessi economici italiani nel Mediterraneo, furono ancora una volta<br />
del tutto negletti. [...] Sonnino riteneva che non fosse decoroso chiedere un prestito, ma che non vi fosse invece nulla da eccepire al fatto di chiedere un<br />
pezzo di terra altrui che per di più non era neppure stato conquistato. " (Denis Mack Smith, Storia d'Italia dal 1861 al 1958, Laterza, Bari 1960)<br />
2. Grazie alla sindrome da "vittoria mut<strong>il</strong>ata", l'Italia aveva vissuto un dopoguerra più da paese vinto che da paese vincitore: con conseguenze tutt'altro che<br />
trascurab<strong>il</strong>i sulla coesione della società civ<strong>il</strong>e e sulla solidità delle istituzioni." (Giovanni Sabbatucci, La vittoria mut<strong>il</strong>ata, in Aa. Vv. Miti e storia<br />
dell'Italia unita, cit.)<br />
9. "Profezia" di Keynes<br />
1. "Se la guerra civ<strong>il</strong>e europea dovesse concludersi con una Francia e un'Italia che abusano del loro momentaneo potere di vincitori sulla Germania e<br />
sull'Austria-Ungheria, oggi prostrate, le prime chiederebbero con ciò la loro stessa distruzione: tanto profondi ed inestricab<strong>il</strong>i sono gli invisib<strong>il</strong>i legami,<br />
psicologici ed economici che le uniscono alle loro vittime." (J. M. Keynes)<br />
2. non fu pace, nonostante le premesse e le speranze di W<strong>il</strong>son.<br />
1. nelle trattative prevalse la "cultura del nemico" e <strong>il</strong> principio di autodeterminazione si scontrò con gli egoismi nazionali, gli stati multietnici, le colonie e<br />
la volontà di dominio degli stati più potenti.<br />
3. debolezza della Società delle Nazioni: non vi parteciparono USA, Giappone e Russia = espressione di fatto degli interessi anglo-<strong>fra</strong>ncesi.<br />
4. "[...] l'intero problema della redistribuzione del mondo. I trattati di pace mostrarono quello che fu <strong>il</strong> punto centale della guerra più chiaramente di tutte le<br />
particolari e relativamente minori dispute [...]" (Paul M. Sweezy, La teoria dello sv<strong>il</strong>uppo capitalistico, cit.)<br />
134
IL COSTO UMANO DELLA GUERRA (dati approssimati per difetto, da Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di Storia, B.Mondadori)<br />
Nazioni belligeranti Massimo delle forze<br />
mob<strong>il</strong>itate<br />
Intesa<br />
Caduti Feriti Prigionieri o dispersi Perdite sulla forza<br />
mob<strong>il</strong>itata<br />
Russia 12 000 000 1 700 000 4 950 000 2 500 000 76,30%<br />
Gran Bretagna 8 900 000 910 000 2 100 000 190 000 35,80%<br />
Francia 8 500 000 1 357 000 4 266 000 537 000 73,30%<br />
Italia 5 615 000 650 000 947 000 600 000 39,00%<br />
Usa 4 355 000 126 000 234 000 4 500 8,20%<br />
Romania 750 000 335 000 120 000 80 000 71,40%<br />
Serbia 707 000 45 000 133 000 152 000 46,80%<br />
Belgio 267 000 13 000 44 000 34 000 34,90%<br />
Grecia 230 000 5 000 21 000 1 000 11,70%<br />
Portogallo 100 000 7 000 13 000 12 000 33,30%<br />
Montenegro 50 000 3 000 10 000 7 000 40,00%<br />
Imperi Centrali<br />
totale 41 474 000 5 151 000 12 838 000 4 117 000 52,30%<br />
Germania 11 000 000 1 773 000 4 216 000 1 152 000 64,90%<br />
Austria-Ungheria 7 800 000 1 200 000 3 620 000 2 200 000 90,00%<br />
Impero ottomano 2 850 000 325 000 400 000 250 000 34,20%<br />
Bulgaria 1 200 000 87 000 152 000 27 000 22,20%<br />
totale 22 850 000 3 385 000 8 388 000 3 629 000 67,40%<br />
Totale generale 64 324 000 8 536 000 21 226 000 7 746 000 57,60%<br />
135
ibliografia scolastica:<br />
Atlante storico Garzanti, Le Garzantine, 2003<br />
a cura di Massimo L. Salvatori, Enciclopedia Storica Zanichelli, 2000<br />
De Luna, Meriggi ,Tarpino, Codice Storia, vol. 3, Paravia, 2000<br />
Ariotti, I temi di Codice Storia, Tempi di guerra, Le guerre del secolo breve, Paravia, 2000<br />
Bonanno, Arcangeli, La nuova critica storica (dal 1900 a oggi), vol. 3, Liviana Marietti Scuola, 2009, pagg. 53–85<br />
Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di storia, vol. 3, Ed. Scol. Bruno Mondadori, 2009<br />
narrativa consigliata:<br />
Carlo Em<strong>il</strong>io Gadda Giornale di guerra e di prigionia, con <strong>il</strong> "Diario di Caporetto", Garzanti Elefanti, 2002<br />
Em<strong>il</strong>io Lussu, Un anno sull'altipiano, Einaudi 1945<br />
Erich Maria Remarque, All Quiet on the Western Front, Triad Granada 1977<br />
Ernest Hemingway, A Farewell to Arms, Mondadori, 1956 (Addio alle armi, trad. Pivano, 1965)<br />
Norman Gladden, Across the Piave, British Crown, 1971 (Al di là del Piave, trad. Zuppelli Morin, Garzanti, 1977)<br />
saggi:<br />
Paul Fussell, The Great War and Modern Memory, Oxford University Press, 1975 (La grande guerra e la memoria moderna, trad. Panzieri, Il Mulino<br />
2000)<br />
136
sitografia<br />
http://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/mondia2.htm<br />
http://www.museoguerrabianca.it/ http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-54cc7613-dedc-4288-a162-bad812abd21d.html<br />
http://www.raistoria.rai.it/editoriali/la-vittoria-della-grande-guerra-661.aspx<br />
http://www.esercito.difesa.it/root/storia/redipuglia.as p<br />
http://www.cimeetrincee.it/<br />
http://www.cimeetrincee.it/cronolog.htm<br />
http://www.lagrandeguerra.too.it<br />
http://www.19141918.org<br />
http://www.pitt.edu/~pugachev/greatwar/ww1.html<br />
http://grande-guerre.org<br />
http://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Rigoni-stern/Prima_guerra<br />
http://www.gruppoarcheologicobergamasco.org/Fortificazioni/Pagine%20Cadorna/Testi/Cronologia%20Grande%20Guerra.pdf<br />
http://www.grandeguerrafvg.org/page/home/<br />
137
Introduzione Pag. 2<br />
Angelo Amatucci, sintesi 6<br />
Lettere di Angelo 14<br />
Enrico Calvaresi, sintesi 48<br />
Lettere di Enrico 51<br />
Ernesto Calvaresi, sintesi 71<br />
Lettere di Ernesto 74<br />
Giulio, sintesi 92<br />
Lettere di Giulio Calvaresi 95<br />
Don Peppe 112<br />
Carte 116<br />
La prima guerra mondiale: 123<br />
una scheda di appunti per capire<br />
bibliografia/sitografia 136<br />
INDICE<br />
138