Sotto il destino e fra i monti - IIS Fazzini-Mercantini

Sotto il destino e fra i monti 


storia di Angelo Amatucci, Enrico, Ernesto e Giulio Calvaresi 

storia di Angelo Amatucci, Enrico, Ernesto e Giulio Calvaresi, 

soldati alla Grande guerra 


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INTRODUZIONE 

Angelo Amatucci e i tre fratelli Calvaresi, Enrico, Ernesto e Giulio sono i giovani figli al fronte della Grande guerra di due coloni del signor Michele 

Angelini, un proprietario terriero di Offida che vive a Roma. 

Angelo è di Capradosso, una frazione di Rotella (AP), sotto il monte Ascensione. I fratelli Calvaresi sono, invece, di Appignano del Tronto (AP), piccolo 

centro tra Castel di Lama e Offida. 

Le loro lettere, conservate nell'Archivio Angelini-Micheli di Offida, sono una testimonianza forte, semplice, diretta dalle “zone di guerra” del primo 

conflitto mondiale. Sono quasi tutte indirizzate al “caro padrone” e qualche volta alla signora Olimpia, la moglie. 

Altre lettere, poche, sono di Gaetano Micheli (che annuncia la morte di Angelo), della signora Olimpia, del padre di Angelo, di Don Peppe, il parroco di 

Capradosso. 

Si tratta di giovani sempre vissuti nelle loro campagne, legati da un rapporto affettuoso di rispetto devoto al signor Michele, a cui mandano notizie, spesso 

preoccupandosi del lavoro della terra affidato ai loro padri. Nei momenti significativi della semina, del raccolto, della mietitura li sentiamo rassicurati dalla 

collaborazione che altri mezzadri offrono per rimpiazzare le loro braccia impegnate in tutt'altro. Chiedono addirittura di essere mandati in licenza in questi 

periodi per lavorare e non lasciare i familiari in difficoltà, ben consapevoli dell'importanza delle loro forza lavoro e dei loro campi, non quelli di battaglia 

che sentono estranei. 

Carreggio, salmeria, fanteria, bombardieri, queste sono le loro destinazioni. Non c'è quasi mai entusiasmo: la guerra degli irredentisti, dei nazionalisti, degli 

interventisti, dei socialisti che hanno dimenticato la solidarietà e la pace è per loro un fatto incomprensibile culturalmente, razionalmente ed 

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emotivamente. 

Le loro lettere o cartoline, controllate dalla censura, abbracciano un periodo che va dal 1916 al 1918, con una appendice del 1920 perché Ernesto Calvaresi 

è trattenuto a Trieste, “Terra liberata”. 

Le grafie sono spesso diverse, a volte difficilmente leggibili; diversi anche gli stili della scrittura, solo rare volte corretti e scorrevoli. Sanno scrivere a 

malapena i nostri quattro soldati e ricorrono all'aiuto di qualche commilitone che però, a volte, deforma il nome del signor Angelini, probabilmente 

pronunciato con la forte inflessione dialettale marchigiana dei mittenti. E questi, quando scrivono da soli – Angelo lo fa sempre – scrivono in dialetto, anzi, 

trascrivono il dialetto ovviamente senza ortografia né regole sintattiche, tanto meno punteggiatura. 

Quest'aspetto è un documento nel documento: oltre alla vita vissuta al fronte, oltre ai dettagli su luoghi e fatti della grande guerra, questa corrispondenza è 

uno specchio della società contadina mezzadrile italiana, della sua cultura arcaica e della sua lenta alfabetizzazione. 

Tutto il materiale è stato fotografato, ordinato cronologicamente e per mittente e descritto, trascrivendone fedelmente il testo e interpretandone, 

traducendolo, il significato. 

Nelle pagine di questo lavoro, in ordine cronologico vengono riportate, per ognuno dei quattro soldati, le loro lettere o cartoline, annotando tra parentesi, 

nel testo, la traduzione di qualche passaggio difficile e aggiungendo in corsivo blu, nella pagina, qualche particolarità relativa a luoghi citati e noti 

sull'Isonzo, sul Piave o qualche aspetto significativo sulle condizioni di vita al fronte. Qualche vocabolo, anche per difficoltà grafiche, è rimasto 

indecifrabile. 

Precede la serie di documenti dei singoli protagonisti una scheda sintetica introduttiva delle loro “biografie” di soldati al fronte. 

Chiude il lavoro la lunga e bella lettera di Don Peppe, parroco di Capradosso e cappellano militare al fronte che Angelo incontra al fronte ma non 

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iconosce subito. Don Peppe racconta di essere sfuggito per miracolo ad una granata esplosa vicino a lui e che lo ha ferito ad un braccio. Lo hanno protetto 

Sant'Emidio, di cui porta con sé una reliquia e la sua “buona mamma”. Le sue parole sono una testimonianza di fede, entusiasmo patriottico e 

consapevolezza dell'assurdità della guerra. Don Peppe è esplicito: la guerra è un “terribile suicidio dell'umanità”. E cita Benedetto XV che già il 4 marzo 

del 1916 aveva parlato di “suicidio dell'Europa civile” e, nella Nota ai capi degli Stati in guerra del 1° agosto 1917, di “inutile strage”. 

Angelo non tornerà casa, mentre i Calvaresi sì, pur avendo anch'essi perso un fratello nel 1916 sull'Altipiano di Asiago. 

A lavoro hanno collaborato, anche con ricerche d'archivio, gli allievi delle due classi quinte del Liceo Scientifico Tecnologico Mercantini di Ripatransone, 

che hanno scelto di inserirlo come percorso di ricerca storica, aperto a possibili espansioni tematiche multidisciplinari, nell'area di progetto del triennio 

2008-2009/ 2009-2010/ 2010-2011. 

Ripatransone-Offida, 25/4/2011 l'insegnante, Teresa Trivellin 

Un ringraziamento sentito, per la disponibilità e la cortesia va a Mario Vannicola che con cura e sensibilità, passione e originalità dà un contributo concreto 

affinché la memoria del passato sopravviva. 

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storia di Angelo Amatucci, Enrico, Ernesto e Giulio Calvaresi 


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ANGELO 

Il fiume Isonzo... 

quando si passa il fiume, 

si passa nella morte. 

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E' il 26 febbraio 1917 quando Angelo comunica al signor Angelini, "caro patrono" come sempre, l'imminente partenza, il 2 marzo. Pochissime parole, 

un'informazione da dare insieme alle altre, tante e più importanti, forse, sul lavoro in campagna. La vacca ha partorito, i "cestini" sono stati fatti, il legname 

per fare la botte comprato, la semina del grano – "abiamo faticato li coste" (abbiamo lavorato la terra sui costoni) – insomma la campagna è a posto per 

essere "a tembo suo bella". Sembra non rendersi conto che sta partendo per la guerra o forse ingenuamente esorcizza, aggirando la notizia e mescolandola 

con le varie comunicazioni di lavoro, la paura e il disagio che subito invece rivelerà, già con la prima cartolina. 

Subito dopo, a marzo, appena arrivato scrive, da Alano di Piave in provincia di Belluno. Scrive a tutti ma con il signor Angelini si lamenta che non riceve 

risposte da casa e neanche dalla fidanzata. Capiamo che la lettera è di marzo, anche se non c'è la data, perché Angelo descrive il lungo viaggio, "duegiorni e 

na note"; il diretto che si ferma ad Ancona, poi a Senigallia ("Siniaia"), per arrivare a Padova ("Padiva") alle dieci di sera. Qui i quattro compagni si separano 

e uno di loro va a Feltre. Tutto gli appare faticoso, estraneo, "midagne i dorno a noie sivede cieletera e la neve a colaneve" ... (montagne intorno a noi e 

neve da cielo a terra). Il mangiare è buono ma il pane è poco e lui ne compra altro. Insomma da subito Angelo si sente spaesato: "io non micipose (non mi 

ci posso) viderediqua (vedere qua) non misifaora (non vedo l'ora) a ritornare acasamia", anche perché "olde sifanno lirose sidate e volde si fanno gnedo", (a 

volte si fanno grosse sudate tanto e a volte non si fa niente). 

Pochi giorni dopo dice che sta bene ed è "vestite di alpine". Ma le alte montagne che vede dietro di sé lo turbano ancora: sono piene di neve e lui non ci si 

trova proprio in quel paesaggio strano: "mi trove detre li alde midagne ciele e tera acorlaneve nomi ci pose videre di queste parte" (mi trovo tra alte 

montagne da cielo a terra tutte coperte di neve, non mi ci posso vedere in questi luoghi). 

Ad aprile il disagio sembra aumentare: "Non misi faora (non vedo l'ora) diritornare acasa mia qua non facenula (non faccio niente) io non micipose videre 

midispiace volde sifa lunco marci (a volte si fanno lunghe marce) ... e cista molda neve". Ha trascorso la Pasqua tranquillamente, ma il pensiero è a casa, ai 

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genitori, ai fratelli perché stiano attenti al bestiame e soprattutto rispondano alle sue lettere. 

A maggio è trasferito a Nervesa, in provincia di Treviso. Non è più alpino, ma sta facendo il corso per la Batteria bombardieri. Crede che sia meglio 

perché "non siva all salde alla baineta" (non si va all'assalto alla baionetta). Anche se la vita dell'alpino era "strapazata" e si sudava tanto adesso c'è più tempo 

libero e addirittura gli sembra di essere sempre a spasso ("despaso ciavemo quatro ore sono sembre spase"). Non ha più il cappello da alpino, ma un berretto 

e le mostrine da bombardiere. Comunque la paga è poca e forse i soldi che gli hanno mandato da casa sono rimasti ad Alano. Anche scrivere è faticoso e se 

ne scusa, scrive "sopra il ginochie" perché stanno accampati "sotaliteno" (sotto alle tende) e "frala paia sidorme" (si dorme sulla paglia). 

A giugno ben quattro lettere più o meno ad una settimana l'una dall'altra. Sta bene: i suoi compagni "gia sono andato in trigea (trincea) per me e stato una 

rosa (grossa) fertuna ... linostre sopriori bonisimo lificiale lavemo lasato buone e levemo trovato piu buone" (i nostri superiori, buonissimi ufficiali, li 

abbiamo lasciati buoni e li abbiamo trovati più buoni). Ha anche ricevuto finalmente i soldi ed è tranquillo. 

Quella del 15 è una strana lettera, all'inizio quasi incoraggiante per l'umore positivo che lo porta ad usare insolite parole, quasi retoriche, come se ripetesse 

qualcosa che sta lentamente imparando: "steche (sto) al posto dove sidifende la nostra patria". E' a riposo dopo aver camminato tanto, mangia meglio e, se 

non fosse che "sisende bodirimore che non sidormi lanotta" (si sente un po' di rumore che non si dorme la notte), tutto sembrerebbe andare davvero bene. 

Ma subito dopo una nota spiacevole: il padre gli ha spedito i soldi due volte ma lui li ha ricevuti solo una volta; ha protestato e forse lo hanno minacciato di 

querela. 

Scrivere di questo episodio lo fa rattristare. Riaffiora il pessimismo. Se potesse starebbe a casa perché qui "qualche volda sipena amorte ... avemo fatta 

41duno colotrimo (41 chilometri) di strada due giorni di camino chesono rivato più morto che bive (vivo) e mostemo sotta la tenna quatro (adesso stiamo 

sotto la tenda in quattro) bisogna dormire sopra lisase pertera (i sassi per terra) senza nico dipaia (un po' di paia) i non chrideva (credevo) mai afare sta vita". 

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Aggiunge: "io mi sarei piaciuto arivedere limie ginitori prima di morire che non so cobiuto vidano (non ho compiuto vent'anni) e sonocendo a morire 

(sono innocente a morire) ... e io non pezo (penso) piu allamia vita sarei condedo a rivedella la mia patria e rivedella la mia sposa chesi potesse vidella 

(rivederla) quella bella ersilia chei non lavoi mai badinare (abbandonare)... ". Chiude con i soliti saluti, sollecitando come fa spesso una pronta risposta, e 

con una preghiera alla signorina Maria "che midica una vemaria la madonna chemi desefortuna acabare (a campare) adio...". 

Molto interessante, quasi un lapsus freudiano, è un dettaglio di questa lettera: vorrebbe rivedere la sua patria. Che dunque non è questa, non sono queste 

montagne, ma è Capradosso, la sua campagna, la sua terra, laggiù nelle Marche. 

Il 18 non è più a Nervesa, ma a Ronco: va tutto bene, spera di rivedere presto tutti "si vuole die (Dio) si mi da le fertuna"; chiede se altri amici di 

Capradosso sono partiti e se sono andati a mietere da "Cappella". 

Il 31 Angelo ci dà notizie su cosa fa: non è mai stato in trincea da solo, di giorno "sembre spase" (sempre a spasso), ma di notte va "appertare li bombe (a 

portare le bombe) che li (con i) mule o poi porte il rage (rancio). bisogna caminare tutta la notte". Ed è pericoloso a quell'ora con gli aeroplani ("li roprano") 

che fanno incursione e costringono a ripararsi, addirittura sotto una botticella, come ha fatto lui la notte appena passata, scappando dalle tende. Subito 

dopo riferisce delle buone previsioni per la campagna avute dai suoi genitori e saluta. 

Dopo un lungo silenzio agli inizi di settembre Angelo scrive di nuovo, ma è piuttosto laconico, solo una cartolina: da casa non scrivono ed è "scondendo". 

Riferisce che la "nostra vanzata e data vande" (è andata avanti) e di aver visto Don Peppe, il parroco del paese che però non ha subito riconosciuto perché 

"non ci pizava" (pensavo), quasi come se il paese – la sua patria - fosse ormai lontano e appartenesse ad un'altra vita. 10 giorni dopo, però, una lunga lettera. 

Finalmente ha avuto "le notizie di casa", il grano, il manzo grosso... Lui sta bene. Perché dunque "piance mamma"? "Adessa nonno mitrove al pericole mi 

trove londana mi trove a riposse. Mi posse fare una otima polizia (mi posso lavare bene) adesa mitrove condedisimo che stenco bene (sto bene) tuti 

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glioficiale mivobene io mi facce il mio dovere e non tisifotta (ti calcola) nesuno". 

Perché piange quella mamma? Tra l'altro suo figlio riesce a guadagnare qualche lira in più vendendo le sigarette che non fuma e non è poca cosa visto che 

tutto, "seuno combra (compra) qualche cossa sono troppe care". Ringrazia il padrone perché vorrebbe comprargli la camera nuova, ma non è il momento 

di pensare a questo. 

Il primo ottobre risponde alla "amata lettera" della signora Olimpia. Le parla con affetto filiale e le confida la sua stanchezza tra spostamenti continui, riposi 

e ripartenze. E' piuttosto avvilito, deve aver visto cose terribili: "si soffre tutti li sorte delle cosse (ogni sorta di cose) che la morte non e cossa (la morte al 

confronto non è niente) perche bisogna morire una volda io non vorei piu passare (affrontare) lidescuste (quel disgusto) non vorei passare piu perche 

bisogna patire la fame la sette (la fame e la sete) bisogna faticare e poi delutime (in ultimo) bisogna morire". Spera di raccontare a voce, se tornerà, anche se, 

a dirle certe cose non si rende la loro terribilità: "ricordalo (ricordarlo) a cassa (a casa) non si sa ricorda niede di quelle che si passa al monde (non si ricorda 

niente di quello che si passa sul monte)", ma "dio losende e la madonna lo vede quande si pena". 

E' sull'Isonzo. E "non lo voleva pasare il fiume di lisonze quanda sipasa il fiume sipassa nella morte". 

Conclude dicendo anche alla signora Olimpia che non fumando sigarette, e non volendo "barare perche mi fanno male" (imparare perché mi fanno male), 

le vende e si guadagna qualche lira con cui si compra "qualche fiasche di vine e mi lobeve va molde care ma non mi borta" (... me lo bevo, va molto caro 

ma non mi importa). E saluta, tutti, come fosse un ultimo saluto in cui non vuole dimenticare nessuno: "vi dico adio saluto li mie ginitori e li bacie forte 

tutte il mio quore mande uno bacio lamia sorellina maria". 

Il 25 novembre scrive di nuovo; non ha potuto farlo prima, sono successe molte cose (si riferisce probabilmente a Caporetto il 24 ottobre e alla prima 

battaglia del Piave fra il 13 e il 26 novembre). Anche il padre Emidio dieci giorni prima, in una lettera al signor Michele confermava di non avere sue 

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notizie. Parla di una fuga improvvisa dal Monte Nero ("monte nere", scrive Angelo) il 24 ottobre, dieci giorni senza mangiare, tanta paura. Ma ormai è 

passata perché "mi trove molde condendo che mi trove salvi dela vita che sono fatte tante sacrifice e penare per il monte sono caminate notte e giorne per 

vinire asalvame" (... venire a salvarmi). Ha avuto una "crossa fortuna": mentre i compagni sono rimasti in fanteria a lui hanno dato da accudire un bue e una 

vacca da latte, "sole facce il guerno (mi occupo solo di governare) queste due bestie e non face (faccio) nula... Facce quele che mi pare. Mi trove cabagna 

(in campagna) sono provingia Di Reggio". Dove forse lo hanno mandato a prendere le due bestie. 

Il 1917 si chiude con una cartolina del 30 dicembre. Con buone notizie di sé ma un certo risentimento perché da casa non scrivono: in tre mesi una sola 

lettera. Gli viene quasi voglia di non scrivere più. 

1918 

L' 11 febbraio, pochi giorni dopo la Battaglia dei Tre Monti (28 – 31 gennaio) che non descrive, poche parole: "mitrove dove sista contenti". Il 17 dice che 

è al fronte, ma "idietre" (indietro), non come certi suoi compagni in prima linea. Gli è però successo un fatto increscioso. Gli hanno rubato la vacca da latte 

e ha rischiato di finire sotto processo. Per fortuna è stato scagionato. Il 22 ancora, ma brevemente, insiste sul silenzio da casa. 

Lo ritroviamo a fine maggio: è stato in licenza a casa. Non ha più scritto al signor Michele; del resto spesso non riceve "pronta risposta" e desiste dal farlo. E' 

addolorato per i soldati morti: le battaglie al di qua del Piave, dove sono confluiti i soldati italiani in fuga dopo Caporetto sono, a suo dire, la conseguenza, 

di un tradimento per denaro, per "li miliarde", che avrebbe vanificato una "crosa vanzata" (grossa avanzata). Si trova bene, ma "sotta il distine (destino) e frali 

monti di lasalone (Asolo): sista bene ma tutte il giorne cidanno il rise manciare sono stufe avederlo... (ci danno il riso da mangiare e sono stufo a 

vederlo). 

In margine a questa lettera una postilla di Michele Angelini: 

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Le guerre si perdono quando non si à fiducia nei capi, ... a Caporetto abbiamo perduto non per i miliardi che si sono venduti, ma perché i soldati proprio i 

soldati si sono creduti alle chiacchiere ai disfattisti. 

Tra pochi giorni si combatterà la "Battaglia del Solstizio" che gli sarà fatale. 

Infatti il 2 luglio Gaetano Micheli, scrive al cugino Michele di essersi trovato allo spaccio di Ciambecchini, a Rotella, quando agli Amatucci è arrivata la 

notizia improvvisa della morte di Angelo. Descrive lo strazio dei genitori e commosso lo sollecita a trovare qualche parola di conforto per Emidio e 

Tomassina. 

A giugno Angelo aveva spedito qualcosa in una busta intestata I.N.A. Verrà recapitata alla famiglia con due polizze e il suo certificato di morte molti mesi 

dopo. 

Non è un caso, forse, che a morire sia stato lui, dei nostri 4 soldati. E' giovanissimo, emotivo e sensibile, delicato, indifeso. Da subito rivela una fragilità 

che si aggrappa, per superarla, alla scrittura, agli affetti familiari, ai suoi "padroni". E' l'unico che osserva smarrito le Alpi piene di neve, che si sente sradicato 

dalle sue belle campagne. Usa le parole dell'anima, del cuore. Ci ricorda che ha una fidanzata, la bella Ersilia. E scrive tanto. E' sempre lui a farlo: 

inconfondibili sono le sue "d" come delta cirillici, i due punti usati spesso come punto fermo, la parola "fameia" che col tempo diventa "famiglia". Scrive 

lunghe lettere dove ridotti al minimo sono il formulario di reciproche notizie di buona salute e i saluti personalizzati finali. La sua sintassi è faticosa e da 

casa si lamentano che scrive male, ma lui insiste e a volte riempie tutti gli spazi bianchi, anche laterali del foglio. 

Quando ci saluta con quell' "Adio" ci fa stringere il cuore perché nelle sue lettere non è solo una formula di saluto, è un presagio, il preannuncio di un 

destino. E lui a scrivere, infatti, di sentirsi "sotto al distine". 

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Angelo forse sa cosa vuol dire morire per la patria e accenna al dovere di difenderla, ma vorrebbe soprattutto vivere. Non ha ancora compiuto 20 anni. 

Angelo Amatucci, era nato a Capradosso di Rotella il 31 dicembre del 1898. "L'anno millenovecentodiciotto ed alli 17 del mese di giugno, alle ore sedici 

in età di anni venti mancava ai vivi... morto in seguito a ferite riportate per scoppio di granata nemica, sepolto a Capitello...". 

Così l' "Eccellentissimo Ministero della Guerra" comunica la sua morte e il luogo della sua sepoltura. 

Capitello è in provincia di Vicenza, a due passi da Asiago, dal Monte Grappa: anche da morto Angelo è rimasto tra quelle alte montagne piene di neve. 

Oggi i suoi resti si trovano nel sacrario del Monte Grappa. 

http://www.montegrappa.org/grande_guerra/ caduti_grappa/cadutiitaliani.php 

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Angelo sta per partire. 

Comunica a Michele 

Angelini solo questioni di 

campagna, la vitella che ha 

partorito, l'acquisto del 

legname per la botte, la 

fatica per la semina anche 

su costoni di terra faticosi. 

Chiede scusa per la 

scrittura e saluta. 

Capradosso 26 febbraio (1917) 

Caro patrono ti face sapere io parte due marzo (ti faccio sapere che parto il due marzo) la vacca sisono fiata 25 febbraio fata unavitella bella li due cestine li 

biamo fate (la vacca ha partorito il 25 febbraio una bella vitella e abbiamo fatto i cestini). Vemo comprato lignamo perlabotte faciamo fare a pascuale 

divorno (abbiamo comprato il legname per la botte che facciamo fare a Pasquale... [soprannome?]) biamo faticato li coste (abbiamo lavorato le coste [la 

parte scoscesa del terreno]) cibiamo messo il nostro crano (ci abbiamo messo il nostro grano) a tembo suo sono bello (che a tempo suo sarà bello) la 

cambagna sono bella goaldre dadirve (non ho altro da dirvi) scusa tatte del mio calatre (scusa tanto il mio carattere [di scrittura?]). saluto la signorina maria 

saluto la signora saluto il signoro patrono saluto a tutti i fameia (in famiglia) vi saluta tutti i miei di casa Amatucci Angelo 

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senza data 1917 

Caro signore patrone tiscrivo pefate sapere le mie notizie che mitrovo bene disaluta cosi spero di voie mi trovo di queste bruto parte diqua i vedeno tatte 

midagne i dorno a noie (si vedono tante montagne intorno a noi) sivede cieletera e la neve a colaneve (cielo e terra, tutta neve sopra altra neve) lomagare 

non mi basta (il mangiare che passano non mi basta) quele chepasa sono buono (quello che passano è buono) non mibasta il pane masitro va combrare io 

non micipose viderediqua non misifaora a ritornare acasamia (non riesco 

a vedermi da queste parti e non vedo l'ora di tornare a casa mia) mi pare 

die (?) cano dado via dicasa mia (che sono andato via da casa mia) olde 

sifanno lirose sidate e volde si fanno gnedo (a volte si fanno grosse 

sudate, a volte niente.) Pe venire qua ci biamo mise duegiorni e na note 

che ildirete (per arrivare qua ci abbiamo messo due giorni e una notte 

con il diretto) mezora acona abiamo pasato a siniaia a padiva rivate a 

poste li diece della sera (mezz'ora [fermi ad] Ancona, passati a Senigallia, 

arrivati a Padova alle dieci di sera) quatro cobagne vagnone erneste 

queledipalite (eravamo quattro compagni: Vagnoni, Ernesto, 

[soprannome?]) ci biamospartito uno pe parte (siamo divisi ognuno per 

luoghi diversi) Vagnoni e dado feltre palite e tatto circa unora didestaza 

dame (Vagnoni è andato a Feltre, l'altro [”Palitt'”?] è a circa un'ora di 

distanza da me) non a vuto gnete rispeste dicasa mia e naeco (? neanche) 

della mia spossa (fidanzata) che sono arinovata (che ho cambiato) maia 

non peze piu anulla (ma io non penso più a nulla) saluto la signorina maa 

(Maria) e saluto la signora che ilsignore patrone saluto tutto inbameia (in famiglia) adio 

Al soldato Amatucci Angelo 7° Reggimento 

1 Compagnia Reclute Provincia di Belluno Alano di Piave 

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da Alano di Piave con lo stesso senso di smarrimento: tante 

montagne e tanta neve. Poco da mangiare. Il viaggio. Angelo cita 

luoghi che forse non avrebbe mai visto: Ancona, Senigallia, Padova, 

Feltre. Con lui alcuni compaesani, uno dei quali è forse nominato 

con il soprannome - “quill' d' Palitt' (alla maniera dialettale locale 

[quello di ...], dai quali si dovrà dividere. Due giorni di viaggio. Da 

casa e dalla sua sposa non ha risposte. Comincia forse ad 

immalinconirsi: "io non penso più a nulla". 

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(il testo è forse proprio scritto da Angelo, mentre l'indirizzo no e cambia anche il colore dell'inchiostro) 

Caro patrone tiface sapere ca steche bene (ti faccio sapere che so bene) di 

saluta cosi spere di voglie (voi) sono vestite di alpine mi trove detre li alde 

midagne (alte montagne) ciele e tera acorlaneve (a cogliere/ ancora la neve?) 

nomi ci pose videre di queste parte ti saluto signore patrone 

saluto tutte e fameia 

Al soldato Amatucci Angelo 

7 Regimento Alpino Prima Compagnia reclute 

Allano di Piave Prov. Di Belluno 

Addio 

E' vestito da alpino, ma nel paesaggio coperto di neve "cielo e 

terra" e tra alte montagne "non ci si può vedere". 

27 marzo 1917 

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Caro signore patrono o vuta la tua letra e ti rispondo subito e ti face sapere tutte le mie notizie che mi trove bene di saluta e cossi mi posse a sigurare 

(aprile?) 1917 

tutte di voglie io (assicurare di voi tutti) to scrito due volde naletra una cartolina (ti ho scritto due volte una lettera e una cartolina) dicasa nonno vuto 

risposte (da casa non ho ricevuto risposte) iopezo sebre no zacechipeza (io penso sempre e non so che pensare). Io fate una buona pasciqua (ho fatto 

una buona Pasqua) midice dicappelo seritrovate (mi dici che “Cappella” è stato ritrovato) iagli tatte piacere (ne ho tanto piacere) lusaluto tatto (lo 

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saluto tanto) erio(?) qua cipiove sepre e si e no sivede libello campagne come diquele mie parte (qua piove sempre e non si vedono belle campagne 

come da noi) tumidice della sposa noncivache piu perchea norifata naltra a rotella (mi chiedi della fidanzata: non ci vado più perché ne ho un'altra a 

Rotella) io scrito due volde non miriscrive (le ho scritto due volte ma non mi risponde) maie io la spete agiorne agiorne (ma io l'aspetto ogni giorno) 

maie non cipeze piu perche steche qua non cipeze aritornare allmiacasa (ma io non ci penso più perché sono qua e non penso di tornare a casa mia) tu 

me midice portete bene dilli supreiori (mi dici di comportarmi bene con i superiori) lisoproiori miolo bene (i superiori mi vogliono molto bene) ma 

bisogna fare detutto tisaluta il mio caperele (caporale) di queste pate non si mete il crano mete tutto craturo (da queste parti non si miete il grano; si 

miete il granturco?) o scrito a boracino (?) de (?) Donia (ho scritto a Borraccini/o di Antonio?) un cartolina e mi risposte subito il mio cobagne 

(compagno) carivedeme me sispese casta circa unora didistanza ti saluta tutto (ci rivediamo spesso poiché sta a circa un'ora di distanza e ti salutano tutti) 

tumidice che per fino del mese vafora (vai fuori) cio (ho) piacere saluto la signorina maria saluto la signora che il signore patrone a ritorno darti tatti 

saluti afituosi mifirmo Amatucci Angelo 

Tipiche espressioni dialettali della zona (Offida, Rotella): non zace = non saccio / cio = c'ho = ho. 

Tante risposte alle tante domande e raccomandazioni di un Michele particolarmente protettivo: la fidanzata, comportarsi bene con i superiori gli 

amici. 

Piove sempre. Niente belle campagne come dalle nostre parti. Poche risposte da casa, neanche dalla "sposa". 

La sensazione di una lontananza irrimediabile. 

Per fortuna i superiori: brave persone che mi vogliono bene. 

Il grano e il granturco. 

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8 aprile 1917 

Caro patro tiface sapere che mi trove bene di saluta e così spero di voglie tutti inziema (insieme). Taricrazio tatto del tuo recalo (ti ringrazio tanto del 

tuo regalo) non cibisogna nulla camitrove bene quando miocore li made acirca almio patre (non mi serve nulla perché mi trovo bene e se mi servisse 

qualcosa lo cercherò a mio padre). Non misi faora diritornare acasa mia qua non facenula (non vedo l'ora di tornare a casa mia) io non micipose videre 

midispiace (non riesco ad abituarmi qua) volde sifa lunco marci io non siva mondagna e cista molda neve (a volte si fanno lunghe marce e non si va in 

montagna e c'è molta neve). Io vuto una sola risposta dicasa e medito che tu spetivo (mi hanno detto che tu aspettavi) la risposta mia io to scrito due 

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volde e ci so miso buono trizo (ti ho scritto due volte e ci ho messo l'indirizzo giusto). midicivo locoaguaie (mi dicevano quelli “lì dai Quaie” [quaglia 

soprannome?]) che miscrivivo per pagua (che mi avrebbero scritto per Pasqua) la spetava sigura chi travieno casi sperde sigura (aspettavo sicuro che 

arrivasse e non che si perdesse di sicuro) Caro patrone taricomande (ti raccomando) sicriva (se scrivi) al mie frateli che steca atedo alli bestie (che stiano 

attenti alle bestie). Io fate unbuona pasgua che molde (con molti) buona cambagne (buoni compagni). E tutte li demenico alla sadamesa (tutte le 

domeniche vado a Messa) non ciaie piu dirte gnede (non ho nient'altro da dirti) saluto tando la signorina maria saluto il signore patrone saluto la 

signora saluto tutto iziema (insieme) Adio Mi firmo Amatucci Angelo 

questo è il mio interizzo che io ti manto Al soldato Amatucci Angelo 7 ° Alpini 1 Compagnia distaccamento Alano di Piave provincia di Belluno. 

E' Pasqua: santa messa, buoni compagni. Tanta tristezza: la posta che non arriva, il pensiero al lavoro in campagna da un luogo dove non si fa niente. 

Pasqua di guerra, 

dall'archivio Micheli – Angelini, Offida 

21

Carisimo patrono ti face sapero che mi trove bene 

disaluta e cosi spero dite caropatrono tutte famia 

(famiglia) glio e tupeza che non ti face sapere le mie 

notizie ti sara di spia guto (pensi che non ti faccio 

sapere mie notizie e ti sarà dispiaciuto) ma perche non 

steva alano dato via e so stato 5 giorni afeldre (non ero 

ad Alano e sono stato cinque giorni a Feltre) e poi sono 

dato via. E sono piu alpino ma non sogli solo siame 

tande siame gudo al colpe di bobardiri ([non] sono più 

alpino e non sono solo; siamo tanti e giunti al corpo 

dei bombardieri) chredo che sia mei perche sta a dietro 

e non siva all salde alla baineta (credo che sia meglio 

perché si sta nelle retrovie e non si va all'assalto della 

baionetta) e poi si sta a dietro adeso facemo listrezione 

(l'istruzione) di nuovo. La vita del alpino sono molda 

strapazata (è molto strapazzata) e sissidava forte (e si 

sudava forte) e desa e desa sono tande dipiu despaso 

(adesso abbiamo molto più svago) ciavemo quatre ore 

listrezione il giorno (quattro ore di istruzione al 

giorno) sono sembre spase (sempre a spasso) e mi va 

dinuoi lo spasso (mi viene a noia lo spasso) e dessa non 

siporta piu il capello dal pino portemo labiretta (non 

portiamo più il cappello da alpini ma il berretto) 

Nervesa 27 maggio 1917 

22

ce misto li mostrino da bobardieri (ci hanno messo le 

mostrine dei bombardieri). Tu mi facisto sapero le 

notizie di casa ca iava tutte bene (mi hai fatto sapere che 

a casa andava tutto bene) e non iri scrivieto per gnedo 

(non ti avevo riscritto per niente) perche diete via 

(perché ero andato via) e io riscrito subito pena rivato 

aposte (ti ho scritto subito, appena arrivato al posto) ie 

rapadato a chiedo lisolde (avevo mandato a chiedere dei 

soldi) e non sace sisono ito alano (non so se sono 

arrivati ad Alano) e mo non teco gnedo (e adesso non 

ne ho) spero che mi travinesa (arrivino) perche questa 

paca non ciposse cabare (con questa paga non ci si può 

campare) beca (perché) cida quatre solde agiorni mo. 

Alora non tiai dadirte piu gnedo (non ho da dirti più 

niente) solo che ti saluto afizionatisimo saluto la 

signorina maria e saluto la signora e uno saluto acatarina 

arinuove (rinnovo) saluto afizionata mi scusa che scrita 

male lo scrita sopra il ginochie che stemo acabato 

sotaliteno frala paia sidorme (scusa se ho scritto male; 

l'ho scritta sopra le ginocchia perché siamo accampati 

sotto alle tende e si dorme sulla paglia). 

Nuove drizo Al soldato Amatucci Angelo10 batteria bombardieri 290 centuria Nervesa provingia Treviso 

Sta bene è con i bombardieri, non ancora all'assalto con la baionetta. E' una vita strapazzata: si sta accampati sotto alle tende e si dorme sulla paglia. Sta scrivendo con la 

carta sulle ginocchia. Vorrebbe dei soldi, la paga non basta e teme che lettere e soldi siano ad Alano, mentre lui è stato trasferito a Nervesa 

23

Carisimo mio patrono ti fosapero che mi trove bene disaluta e cosi mi pose sicorare divoi 

e io mi trove tande condento chi so venuto di qua le strizione de bombardieri che li mie 

combagni gia sono andato in trigea per me e stato una rosa fertuna (sono tanto contento 

di fare l'istruzione per i bombardieri; i miei compagni sono già andati in trincea e per me 

è stata un grossa fortuna). Qua stemo bene ciavemo linostre sopriori bonisimo lificiale 

(abbiamo per superiori buonissimi ufficiali) lavemo lasato buone (c'è una cancellatura) e 

levemo trovato piu buone (li abbiamo lasciati buoni; li abbiamo trovati più buoni) adesso 

aricivuto 25 lire di casa non ai piu bisogno (ho ricevuto 25 lire da casa e non ho più 

bisohno). Non ai aldri che dite (ho altro da dirti) solo ti saluto saluto la signora e maria e 

mi firmo il tuo colono amatucci angelo 

Per fortuna non è in trincea. I superiori sono migliori degli altri. Ma c'è una cancellatura 

(forse non intende proprio questo...) 

Anche i soldi sono finalmente arrivati. 

Nervesa 3 giugno 1917 

24

15 giugno 1917 

Carissimo patrono tireco questa letera a fatte sapere le mie notizie chemi trove bene disaluta e cosi spero di voi tutti fameia io da mo che ti voleva scrive 

ma passa ogi e passa dimano mi sono ritirtinuto siava viae e nonti sarisposte (da tempo volevo scriverti, ma passa oggi e passa domani mi sono l'ho sempre 

rimandato; si andava via e non avrei potuto risponderti) e che misei mandato 5 lire tiricrazio tando e mo non ai più bisogno che steche (sto) al posto dove 

sidifende la nostra patria mo stecco a ripose per poche giorni cavemo caminato tande (adesso sono a riposo per pochi giorni perché abbiamo camminato 

25

tanto). E mo stemo mei per magiare (adesso mangiamo anche meglio). Sisende bodirimore che non sidormi lanotta (si sente del rumore che non si 

dorme, la notte) il mio padre milisono spedito lisolde due volte ma non lisopiato (mio padre mi ha spedito due volte i soldi, ma io non li ho presi) solo 

25 lire sono ricivuto e non sace silisono ripiato (non so se se li sono presi) e mi diceva che mi quernava (querelava?) ci steco tande atedo (sto tanto 

attento) si potese si stese (starei) a casa mia sicrede che siode (?) qualche volta siode (?) e qualche volda sipena amorte (qualche volta si pena da morire) che 

desa avemo fatta 41 duno colotrimo di strada due giorni di camino che sono rivato più morto chebive (abbiamo fatto 41 chilometri di strada, due giorni 

di cammino: sono arrivato più morto che vivo) e mostemo sotta la tenna quatro bisogna dormire sopra lisase pertera senza nico dipaia (adesso siamo 

sotto alla tenda in quattro; dobbiamo dormire per terra, sopra i sassi, senza un po' di paglia) ci non chrideva mai afare sta vita io mi sarei piaciuto 

arivedere limie ginitori prima di morire che non so cobiuto vidano (non avrei creduto mai di fare questa vita e avrei voluto rivedere i miei genitori 

prima di morire) e sonocendo a morire (sono innocente per dover morire) per lapatria cabisogna difendela che dutta lavilida (per tutta la vita) o morire o 

cabare (campare) io non pezo (penso) piu alla mia vita sarei condedo a rivedella la mia patria e rivedella la mia sposa chesi potesse vidella quella bella 

ersilia chei non lavoi mai badinare (vorrei rivedere la bella Ersilia che abbandonerò mai) che si capisce... (?) caro patrone che e bella per davere (è bella 

per davvero). Quando va fora lasignora la poconosce (quando la padrona ci andrà, potrà conoscerla). alora non ai al dre chedirti tisaluto affezionato saluto 

la signora e saluto tande asignorina maria e che midica una vemaria la madonna chemi desefortuna a cabare adio saluto affezionato famme prondari 

sposta. (pronta risposta) 

Al soldato Amatucci Angelo 25 Batteria Bombardieri 

8tave gruppe zona di guerra 

Angelo dà le solite buone notizie e ringrazia per i soldi. La lettera inizia con un tono apparentemente tranquillo che subito cambia. La notte non si 

dorme per il rumore, lunghe marce - 41 chilometri di strada in due giorni - dormire sui sassi e addirittura sospetti e calunnie se ci si lamenta di non aver 

rivevuto dei soldi spediti da casa. Nomina per la prima volta la "patria": sta al posto dove si difende... bisogna difenderla, replica qualche riga sotto, 

mentre si sfoga per i suoi vent'anni neanche compiuti a rischio di morire. Forse non vedrà più neanche la bella Ersilia che invece non vorrebbe mai 

abbandonare. Prega la madonna perché lo aiuti a "campare", a sopravvivere. 

26

Carisima signora stavolta ti facce sapere le mie buone notizie a te cara signora mi trove 

bene di saluta e di tutte licose e spero dirivedece si vuole die si mi da le fertuna (fortuna). 

Spero che il presto scatara (presto scatterà [l'avanzata]?) fami sapere quande va fora sucheli 

(da quei) mie ginitori dope miscriveratu carasignora e dope mi fai sapere tutte li notizie 

dicasa e fame sapere sisono partito arnesto dicappello e fami sapere sie dati amiete io 

cappello (fammi sapere se è partito Ernesto di “Cappella” e se sono andati a mietere giù 

dai Cappella). Alora non ti diche aldri (altro) tisaluto affezionato saluto il signore patrone 

saluto la signorina maria mi firmo amatucci angelo 

… spero di rivederci, se vuole Dio, se mi dà la fortuna... 

Solo qualche richiesta di notizie da casa, la mietitura; e di un amico, Ernesto, partito per le armi 

Ronco 18 giugno 1917 

27

Angelo 31 giugno 1917 

Carisimo patrono arispondo ala tua letera io mi trove una otima salute e cosi mi pose sicurare divoie tutta famia. La tua letera mi sono fatte arlichesare (?) 

asitilla (a sentirla) io mi chredeva che fosse state di piu ma non mi cisono mai trovate in trigea a poste sole (in trincea la notte) che la note vache (vado a) 

appertare li bombe che li mule o poi porte il rage (a portare le bombe con i muli e poi il rancio). bisogna caminare tutta la notte. Quelora (a quell'ora) sono 

buo (è un po') male semo stemo pelpo (un bel po') idietre qualche volta ci viemo li voprano (abbiamo gli aeroplani) fabuo pa(v)ura (che fanno un po' 

paura) stanotte stesso evra come li mosce (proprio stanotte erano come le mosche) e vemo scapate delli tenno (e siamo scappati dalle tende) mi nisono 

date (me ne sono andato) sotto una voticella (botticella) periparame ma non sicede niedo (per ripararmi, ma non è successo niente). Al giorno nonno si fa 

niedo sembre spase (non si fa niente, sempre a spasso) mi trove condeto (contento) che sono scapate dei alpino (scappato dagli alpini). Cape di nono 

(dimano? “in capo a domani”) ci posse ridare al mie regimento. Io delli mie genitore apresa (dai miei genitori ho appreso) subito la risposta mi diceva che 

pringipiava a miete il crano (iniziavano a mietere il grano) e diceva che istate siciere (è stato “sincero” [il grano]) spero che iesse buona fusse una buona 

misura. L'uva mi diceva bella. Carissimo patrono ciovuto piacere che mi sete madate le nitizie di rico di cappello (Enrico di Cappella) i sono scrito subito 

mi dice che non micitruove al parmarono (Palmarone) [Capradosso - il podere in cui vive] chredo che sia le steso perché possono rivare le stesse il mie 

patre (se scrive e io non ci sono va bene lo stesso perché riceve mio padre). Alore non tidiche aldre. Ti saluto affezionato carissimo patrono saluto 

lasignorina maria saluto la signora saluto affezionato mifirmo Amatucci angelo 

Al soldato Amatucci Angelo 

25 Batteria 

bombardieri 8° gruppo Zona di guerra 

(bombarda - foto Archivio Micheli - Angelini) 

28

Una lettera difficile, con tante parole di non facile lettura e interpretazione. Non è in trincea e neppure con gli alpini, ma di paura ne prova tanta: di notte 

va in giro a portare bombe e rancio con i muli, mentre impazzano, come mosche, gli aeroplani. Per fortuna le belle notizie da casa, la buona mietitura e 

l'uva bella. E l'indirizzo di Enrico a cui ha subito scritto. 

29

Zona di guerra 1 settembre 1917 

Carisimo patrone arispondo alla tua cartelina (cartolina) scusa rai non ti sono risposto subito ma io mi trove molde bene disa luta cossi spero di lei: ma sono 

scondendo perche non ai mai notizie della mia famia. sono ricivuto il pacche molde tebbo (ho ricevuto il pacco da molto tempo) e non sono ricivuta 

laletera. Carisimo patrono io tidico questa cossa. la nostra vanzata e data vande (la nostra avanzata è andata avanti). E va avande acora io adessa sono 

ritornate a riposse adesso sono viste uno paisano e state di peppo il preto milosono cotrate e non lo riconosceva perche non ci pizava (ho visto un paesano, 

Peppe, il prete: l'ho incontrato e non lo riconoscevo perché non pensavo davvero a lui). Ti saluto tande saluto io noai alde chedirte midico angelo 

soldato amatucci Angelo 203 batteria Bombardieri 41 gruppo zona di guerra 

… la nostra avanzata è andata avanti e continua... 

Ha incontrato Don Peppe: non lo riconosceva. Non pensava 

proprio a lui in quel momento. 

30

Carissimo patrone risponde alla vostra leterina sono state 

condedisime che stai bene di saluta. Cossi ti posse sicorarte 

dime. Io adessa sono vutte lenotizie dicasa li sono vuto 

parecchie volde midice del tutto comme midice lei. Midice 

del crano (grano). Amme mipare chesono state bona ricolda 

non sipolagnare (mi pare che è stato un buon raccolto e non 

si possono lagnare). Il maze (manzo) ame mi pare uno rosse 

pizze (grosso pezzo) tutte queste non e state vindute mai 34 

signette(?) non leite mai alcodale (al quintale). Carissimo 

patrono midice che cassa piance mamma io lo dette parechie 

volde che stenca condeti nonno pizare ame caio mi trove 

bene (a casa mamma piange... non devono pensare a me che 

mi trovo bene). Adessa nonno mitrove al pericole mi trove 

londana mi trove a riposse (riposo). Mi posse fare una otima 

polizia (un'ottima pulizia) adesa mitrove condedisimo che 

stenco bene tuti glioficiale mivobene io mi facce il mio 

dovere e non tisifotta nesuno (tutti gli ufficiali mi vogliono 

bene, faccio il mio dovere e non mi dà fastidio nessuno). 

Carissimo patrono midice al mio ritorne siloricordeme (mi 

dici al mio ritorno - se lo ricordiamo) che mi fai lacamera 

nova io non cipenze niede perquesse (non penso proprio a 

questo) perche io non so pricipiate affare il soldato speriame 

che fusse quesse (?). Sono condento. Carissimo patrono 

seuno combra qualche cossa sono troppe care (le cose da 

Zona di guerra 10 settembre1917 

31

comprare sono care). Io non sacce dove vuole revare (arrivare) qualunca cossa sono cara. Il femare sono rivatte molde carissimo (il fumare è 

carissimo) io non miborta caio nonno mai femate (ma a me non importa, io non ho mai fumato). 

Quelle che mi danno ame io milo vende nono mai femata (fumato) io milosono sembre vinuta (vendute) cipie (ci prendo) 

una lira ugne 8: giorne. Io nonno ai alde chedime ti saluto affezionate carissimo patrono mi firmo Amatucci Angelo 

La mietitura è andata bene. La mamma 

piange. Non deve. Angelo rassicura: 

sta bene, a riposo, e può lavarsi bene. 

Quando tornerà, Michele gli regalerà 

la camera, ma non è il momento di 

pensarci. E' tutto costoso e vende le 

sigarette – tanto non ne ha mai fumate 

– per guadagnarsi qualcosa. 

32

Carissima signora venco a responde al tua amata lettera. 

mi dice che stete bene di saluta. cossi tiposse sicorarte dime 

che mitrove bene. finaora per lavinire non losaccio 

(finora, per l'avvenire, non lo so). Cara signora tidi spiace 

cheera date di nuove bossisione (disposizioni?) adessa veme 

cora vinute ariposse (adesso siamo di nuovo a riposo) maio 

quande venco a riposse per poche giorne a me mi viene 

una pena: perche bisogna ridacce dinuove io mi chredeva 

adessa noritornacie (stare a riposo è peggio per il pensiero 

che poi si riparte, mentre io credevo di non tornare 

dov'ero prima) ma oggi stese sidice che si ritorna di nuove 

che il presto aveme vinute il giorne 29 settebra adessa 

fracigue giorne si ritorna di nuove (siamo arrivati il 29 

settembre e fra cinque giorni si riparte di nuovo) no 

finisce mai questa cossa. Cara signora io mi chredeva de li 

bralla (liberarla) la vita adessa bisogna propia morire 

(invece si deve proprio morire). Io aveva dirte che il mio 

sentimende (vorrei dirti cosa sento) voleva aricordare 

qualche cossa sedio mi fosse date lafertuna (vorrei 

ricordare qualcosa se Dio me ne desse la fortuna) che l'era 

ricordata a vinire idietro (vorrei ricordare di essere tornato 

indietro) era ditte non lo voleva pasare il fiume di lisonze 

quanda sipasa il fiume sipassa nella morte (avevo detto che 

non volevo passare l'Isonzo, il fiume della morte). Cara 

Zona di guerra 1 ottobre 1917 

33

signora saritorne (se ritorno) ti ricorde tutte il mio soffrire che 

sono passate che dio losende e la madonna lo vede quande si 

pena. Io a passare tutte queste non sacce che sono fatte di 

male io. Io penze che tande penate (tanto penare) viene tande 

odde lamia vita (viene tante volte nella mia vita). 

Cara signora mi dice che sono ritornate allicenza zio francesco 

(che è tornato in licenza zio Francesco) mi dice che riconda 

tande cose che si sta molde male qua (racconta tante cose e che 

qua si sta molto male) sono verita quelle che dice ma ricordalo 

a cassa non si sa ricorda niede di quelle che si passa al monde 

(dice la verità ma a ricordarlo è poca cosa rispetto a ciò che si 

affronta sul monte) perche si soffre tutti li sorte delle cosse che 

la morte non e cossa perche bisogna morire una volda (si 

affrontano le peggiori cose, più della morte stessa, che in fondo 

prima o poi fa parte della vita) io non vorei piu passare 

lidescuste (il disgusto, gli orrori) non vorei passare piu perche 

bisogna patire la fame la sette (sete) bisogna faticare e poi 

delutime (in ultimo) bisogna morire. Carissima signora midice 

quande ritorna che tariconde qualche cossa midanno uno 

toscano per fomare ebeve (fumare e bere) maio non omai 

fomate quelle che mi passa qua milo vende sembre mici pie una lira une 8 giorne e io non voglio barare (imparare) perche mifanno male io 

quande sipovere (si può avere) mi combre (compro) qualche fiasche di vine e mi lobeve (e me lo bevo) va molde care manon mi borta (va caro, 

ma non mi importa). io alora ti saluti tande salute tande affezionate la signorina Maria che il signore patrone saluti Babbe e mamma salute sorelle 

e fratiei e nonna saluto ilmio zio frangesco e tutti li vicinino virisaluto a tutti iziema e caterina vi dico adio saluto li mie ginitori e li bacie forte 

34

tutte il mio quore mande uno bacio lamia sorellina maria saluto varamen ... al signora dio mi firmo sembre il tuo colono angelo fammi una 

pronda risposta non ai piu che dirve adio... 

Una lunga lettera alla signora Olimpia, un lungo sfogo. Tutti gli spazi bianchi della carta riempiti. 

E' stanco. Spostamenti continui e riposi, si fa per dire, sempre all'erta per muoversi ancora . E' un giovane pieno di vita che sente di dover mori 

E' stato sull'Isonzo, passarlo vuol dire morire. E ha avuto paura. Dio sente e la Madonna vede cosa sta patendo. Lui però il perché non lo sa. Ha visto scene 

orribili: sangue, fame, sete. E gli danno da fumare. Non vuole imparare a fumare a fumare, piuttosto con i soldi che racimola vendendo le sigarette si 

compra del vino. 

Saluta, e "risaluta" tutti. 

Non l'ha mai fatto. La signorina Maria, Il padrone, babbo, mamma, sorelle, fratelli, nonna, Zio Francesco, i vicini, Caterina, ancora i genitori, la sorellina 

Maria... 

L'Isonzo presso Caporetto 

Museo Centrale del Risorgimento 

Segnatura:MCRR Album O 2, 8/21 

http://www.14-18.it/1418/index.php?1/home 

35

(Scrive Amatucci Emidio) 

Capradosso 15 novembre 1917 

Risponde alla tua cartolina ti faro sapere che mio figlio sono dal 19 ottobre che non abbiamopiù notizie noi stamo moldi aflitti i vicini sono scritto solo che 

Silvio Corradetti Luiggi non sono scritto. Inquando alla semina siamo finito In quando il manzo stiamo pure lo stesso i Maiali viene buoni ma i Grantorchi 

seli sono quasi finiti tutti gli allevimi (?) cheteneme vanno tutti bene inquando alla liva verso li 20 incomincia coglie e farò come mi hai ordinato in quanto 

il vino sono riempite tutte e due le botte e cene sono avanzato un Boccione e pare che viene buono vi salutiamo tutti in famiglia e sono tuo colono 

Amatucci Emidio 

Il padre di Angelo non ha sue notizie da molto tempo. A casa sono preoccupati, ma il lavoro dei campi procede come sempre. 

E lui elenca al padrone lo stato del bestiame, il manzo, i maiali, e della campagna, la semina, le olive, l'uva, il granoturco... il vino. 

36

Dopo Caporetto Zona di guerra 25 novembre 1917 

Carissimo patrono venco que sta letera fate sapere il mio 

state dela mia ottima salute cossi spere che sia anche di 

voi tutti famia. Carissimo patrono sono state molde non 

potere scriverti non sono mai potute perche come sai 

che sono siceso (successe) anze mi trove molde 

condendo che mi trove salvi dela vita (sono contento di 

essere salvo) che sono fatte tante sacrifice e penare per il 

monte (ho fatto tanti sacrifici e ho penato per il monte) 

sono caminate notte e giorne per vinire asalvame (ho 

camminato notte e giorno per venire a salvarmi). Io 

riciviette lultima letere che scrita la signora lariciviti il 

giorne 18 ottobre e mi trovava molde contento che 

tornava a riposse ... cosa fu ci nuove vi(n)ne li giorne 

avante. Vinette il giorne 24 ottobre foggite via de la 

cima del monte Nero (venne il 24 ottobre e dovetti 

fuggire dalla cima del Monte Nero) che non sapeva più 

dove mi salvare. Desso mi trove molde bene sono avute 

una crossa fortuna (ho avuto una grossa fortuna) perche 

li mie combagne si trova tutti fateria io mi sono divise 

per conture uno bove al Gruppo (mi sono diviso dai 

miei compagni in fanteria per condurre un bue al 

Gruppo) e cossi mi trove bene adessa stenco per 

37

Caporetto. Sono successe molte cose ma è salvo, per fortuna ... sacrifici, "penare", la cima del Monte Nero, fuggire... 

contucento cio ubove e una vaccina che cia ilato (ha il 

latte) sole facce il guerno (governo) queste due bestie e 

non face nula. Se mi tri ... ubova bene cossi. Facce 

quele che mi pare. Mi trove cabagna (in campagna) 

sono provingia Di Reggio. Caropatrono io non mi 

chredeva mai di salvare perche la sono pasata molde 

male sono state 10: giorne non mi e datenula nesuno di 

mangaire (in dieci giorni nessuno mi ha dato niente da 

mangiare) sembre agiunte mio sono fatte li spese se 

voleva cambare (sempre a spese mie ho dovuto 

comprare se volevo campare) basta cossì piu mi spieche 

del tembo pasato, ti mante piu saluti. Saluto la signora 

saluto la signorina maria e caterina e piu care salute 

atutti chridimo (credimi?) sembre Amatucci Angelo 

adio pronta risposta soldato Amatucci Angelo presso 

scola bombardieri Comando 41 gruppo zona di guerra 

Adesso, però, sta bene, deve badare ad un bue e ad una vacca da latte, è in campagna... “non faccio niente”. Non credeva di salvarsi; l'ha passata 

davvero brutta, 10 giorni senza mangiare... 

38

Zona di guerra: 30 dicembre 1917 

Carissimo padrone venco questa cartolina fate sapere che mi trove piena salute cossi segue di vogli (così segue di voi): e ti fo sapere che sono ricevuto il 

vaglia tuo ma non riceve letere nesuna nozacce come sia queste (non ricevo lettere non so come mai): mi dice che io scrivo male acassa ma non e vere e 

poi come sia sono 3 messe (in tre mesi) sono ricevute una sola letera degli mie gli genitori posse stare contento (ironia amara): io: perche no miscrive ame 

miviene (?) lidee non scrive piu (visto che non mi scrivono loro, mi viene voglia di non scrivere più). Ma che vuogli fare mi trove qua (ma che voglio fare? 

Mi trovo qua...): caro io sole ti dico stai condeto che io mi trove bene del tuto piu affetuosi saluti salute ... amatucci angelo 

Il vero “pane” dei soldati: le lettere da casa. 

Sta bene, ma non riceve lettere da casa e non sa perché. Gli viene quasi voglia di non 

scrivere più. 

39

Zona di guerra 11 febbraio 1918 

Carissimo patrono ti fo sapere che mi trove piena saluta cossi spero che sia di vogli tutti famiglia caro patrone nozo (non so) come sia queste che sono 

ricevuto una sola letera di vogli io quante laprese la vostra letera subito vi rispontiette (vi risposi). Dessa non mi trove piu dove mi trovava prima dessa 

mitrove dove sista contenti (adesso mi trovo dove si sta contenti) piu noncio che dirme ricevi li perfette salute salute la signora a la signorina Maria: 

mifirmo Amatucci Angelo adio adio 

Al soldato A.A. 

Com. 41 Gruppo bombarde z.d.g 

“... mi trovo dove si sta contenti”. 

40


Carissimo padrone tifaragli sapere il mio stato della mia perfetta 

saluta gosi spero che sia di legli e tutti famiglia. Caro padrone io 

adessa mi trove al fronte. Sono 6 giorne che mi trove qua mati 

posse dire che sto ben non mi trove nel pericolo mi trove 

idietro e spero di stare sempre qui. Ti fo sapere che corra(r)dette 

gigge si trova per giniere (Gigi Corradetti è geniere) e scrite alla 

sua conzorta (ha scritto alla consorte) speriamo di rivedelo se 

fenera (finirà) questa discrazia e sedio si trova (se c'è ancora Dio) 

ancora che sono trope male fare stavita io notiche (non dico) per 

me macchie sta alinia (ma per chi sta [in prima] linea?) nozo 

(non so) dacabba (come campa – 'nda = come) la morte: 

carissimo padrone misono succeso una cosa luldime (l'ultimo) 

giorne dela parteza mifu rubbata la vaccina che faceve ilatto per 

li ficiale (ufficiali) il nostro comantante mivoleva mantare soto 

precesso mami sono perdinato (mi ha perdonato) nonne fatto 

nula il maggiore gelli ... il valore di 8centi lire semisecideva 

qualche cosa melo fineva fare il soldato (se mi succedeva 

qualcosa, finivo di fare il soldato). Speriamo che dio mia gliutera 

sepre (mi aiuterà sempre) nonno piu che dirte tisaluto e salute la 

signorina Maria e la signora e caterina stete conteti non pizete 

(pensate) ame che io mi trove bene piu salute mifirma Amatucci 

Angelo Al soldato A.A. Com 41 G Bomb. z.d.g. 

41

Adesso si trova al fronte, nelle retrovie. Ha avuto notizie di Gigi 

Corradetti, geniere ("speriamo di rivederlo"). Sta bene, il peggio è 

per chi sta in prima linea: non sa come faccia a sopravvivere. 

Purtroppo, però, ha avuto un piccolo guaio con la vacca da latte: gli 

è stata rubata e lo volevano mandare sotto processo, ma è finita 

bene. 

E' stato perdonato. 

Del resto, non ho fatto nulla. 

42


Carissimo padrone tifo sapere il mio state dela mia saluta cossi spero che sia di vogli tutti famiglia tisono scrite di molde tembo (tempo) e nonagli risposta 

nozo (non so) come sia crede che stete tutti bene nocisara nulla dimale (credo che stiate tutti bene e che non sia successo niente di male) dela mia famiglia 

sono 10 giorne che nocio notizie (non ho notizie da dieci giorni) nozo come sia: ricevi lipiù affetiosi salute tutti famiglia mifirmo Amatucci Angelo 

A Angelino M. ecc. 

Comando 41 G. Bombarde ecc. 

E' preoccupato Angelo. Non scrivono da casa. Perché? Sarà successo qualcosa? 

43

Zona di guerra 30 maggio 1918 

Carissimo patrone sono qui a scriverti dopo lunche notizie che no ciai dame: la quale e state che o piante li soldati del tradimente (ho pianto i 

soldati [morti] per il tradimento) manoi nociaveme colpa (noi non abbiamo colpa) la quale glieri (ieri) stesso sono avute il vostre vaglio di lire 5 del 

giorno 26 marzo sono state spedite e io nozapeva nula: tiricrazie tante e poi tantepiù sono state a licenza e tio scrite a casa durante la liceza che ho 

fatta casa nozono vuta (non ho avuto) risposta cossi scrito piu? La quale io mi trove bene di saluta cossi spere che sia di vogli e piu mi trove sotta il 

distine e frali monti di lasalone (Asolo): sista bene ma tutte il giorne cidanno il rise manciare sono stufe avederlo (si sta bene, ma tutti i giorni ci 

danno da mangiare riso e sono stufo a vederlo). Qua si sofre e si more dope una lunca guerra e una crosa vanzata sisono ventute per li miliarde (qui 

si soffre e si muore: dopo una lunga guerra e una lunga avanzata si sono venduti per i miliardi). E noi soldati sofrevame la nostra vita dormire per 

tera sifa lavita del tope (e noi soffrivamo: si dorme per terra e si fa la vita dei topi): nomi rimane aldre dirte tisalute salutante la signora e la signorina 

Maria tiri saluto Affettiosi Amatucci Angelo salutante 

caterina 

Postilla di Michele Angelini 

Le guerre si perdono quando non si à fiducia nei 

capi, ... a Caporetto abbiamo perduto non per i 

miliardi che si sono venduti, ma perché i soldati 

proprio i soldati si sono creduti alle chiacchiere ai 

disfattisti. 

44

(dal fronte isontino Angelo, è ora sul Piave, ad Asolo) 

… l'ipotesi del tradimento a Caporetto 

Ha pianto per i soldati morti. 

Si trova bene, "sotto al destino" e tra i monti di Asolo. Si 

sta bene, ma tutti i giorni c'è solo riso da mangiare e non 

ne può più. 

Si soffre e si muore; dopo una lunga guerra e dopo una 

lunga avanzata qualcuno si è venduto per soldi, mentre i 

poveri soldati rischiavamo la vita facendo la vita dei topi. 

45

Istituto Nazionale delle Assicurazioni (busta intestata) 

Alla famia Amatucci Tomasina Rotella per Capradosso 

prov. Ascoli Piceno [la grafia è quella di Angelo] 

fronte aggiunte di altro scrivente: a ½ Giudice di Rotella è ... detto di non richiedere polizza ... 

retro "spedisce soldato Amatucci Angelo Comando 41° Gruppo Bombarde Zona di guerra 

5 giugno 1918 

(aggiunta di altro scrivente "non contiene corrispondenza soggetta a censura" / Consegnate le due polizze ed il certificato di morte al D. Porrà (?) il 15 III 

'19) 

46

Angelo è morto. 

2 luglio 1918: Gaetano Micheli lo comunica al cugino Michele. Si è trovato a Rotella all'arrivo della notizia. 

47

ENRICO 

… la vita nostra è molto tribolata 

48

1916 

A ottobre '16 Enrico è a Pistoia. Lo comunica, ma aggiunge che dopo pochi giorni è "stufo". 

Il 1 novembre è sempre a Pistoia, accenna alla vita molto "tribolata". E' in caserma, per l'addestramento probabilmente. 

1917 

A gennaio '17 è in zona di guerra: i soliti saluti a tutti e le buone notizie di sé 

A febbraio ancora buone notizie nel solito formulario di cortesia: ha cambiato Reggimento, è in un paese italiano, Cavaso, e dà altre buone notizie di sé. 

A marzo, in zona di guerra vede spesso il fratello. Le solite buone notizie. 

Ad aprile in ospedale da campo, ma sta bene. 

A giugno è in convalescenziario. Manda l'indirizzo, dispiaciuto perché non riceve posta anche per i frequenti cambi di indirizzo. Ma una busta tornata al 

mittente, Angelini, che intanto a maggio gli ha scritto perché non ha notizie lo dà per "sconosciuto" in ospedale, a Lonigo. 

Il 18 giugno torna al fronte , "però mi trovo indietro dalla linea e sono al battaglione di riserva dello stesso reggimento per ora sono al sicuro ma certo 

quando chiederà rinforzi toccherà anche me partire". Sempre buone notizie a luglio e l'accenno soddisfatto per la buona mietitura a casa che gli hanno 

comunicato in famiglia. 

Da Poiana, a fine ottobre scrive scusandosi per il ritardo: è stato in licenza a casa per quindici giorni, "rimanendo contento di aver veduto i miei cari dopo 

un anno assente da loro" 

A novembre è "alle porte delle Trentino", a Bardolino; non dovrebbe al momento cambiare ancora. I cambiamenti di indirizzo sono un cruccio per 

49

Enrico che fatica così a mantenere i contatti con i familiari e il "caro padrone". 

Ai primi di dicembre manda saluti dopo un lungo silenzio. Lo scrivente, probabilmente settentrionale, scrive "ciau", che tra l'altro non è il consueto saluto 

di Enrico; il 21 dicembre saluta e ringrazia per un vaglia ricevuto. Nel vaglia il signor Angelini aveva aggiunto due righe di saluto, dando buone notizie da 

casa, con la raccomandazione che Enrico scrivesse bene il suo nome nella corrispondenza dove invece spesso è storpiato. 

Aggiunge "Addio Addio", un saluto presente anche in altre lettere dei fratelli. 

La sua corrispondenza è scarna e poco variata. Non scrive lui, si riconoscono diverse grafie e diverse mani. Spesso il nome del signor Michele è modificato 

da chi scrive. Manda saluti, dà di sé buone notizie e con la stessa formula chiede altrettanto al destinatario. Ha fatto l'addestramento a Pistoia per poi essere 

mandato nel vicentino, dove trascorre anche un certo periodo in un ospedale da campo, poi in un convalescenziario. 

Arriva "alle porte del Trentino" e tornerà a casa a fine guerra; lo attesta una bella lettera della signorina Maria che descrive l'atmosfera di festa a Roma. 

50

Da Pistoia, Caserma Seminaria 

Tutto bene, ma ... 

"caro Micchele non è undici giorni e so tornato e so stufo ..." 

Ottobre 1916 

51

Pistoia 23 ottobre 1916 

Caro padrone ti scrivo questa cartolina par farti sapere le mie notizie che io sto bene di salute e cossì vorro sperare che nesia di te caro padrone tio scrito 

due cartoline e non so selaveto ricevute (non so se le avete ricevute) ti mando tanti saluti ate caro padrone tanti saluti alla sora Olimbia e tanti alla vostra 

bambina sotto mi firmo Calvaresi Erico 

mio indirizzo Al soldato Calvaresi Enrico 83 Reggi.to fanderia (Compagnia) Caserma Seminaria Pistoia Firenze 

52

Pistoia. 1 novembre 1916 

I soliti saluti, le buone notizie e un accenno alla vita molto tribolata. 

"Tribolata" è sottolineato a matita, come pure a matita sono alcune 

note sul retro della cartolina, in alto intorno. Sono forse del signor 

Michele che dice ad Enrico : "pensa che il peggio può ancora venire 

e ricorda come era tranquillo il tuo povero fratello ... " 

53

Zona di guerra 26 gennaio 1917 

Caro patrone ti scrivo questi due richi (due righe) parfarti sapere le mie notizie, che io mi trovo bene così liauguro chesia di voi tutta la tua famiglia. 

Caro patrone ti fossapere che iotiscrivo spesso, Eio non posso ricevere risposta da te, E vorrebbe sapere saperche, Tralascio di scrivere Ricevi tanti cordiali 

saluti atte tutta la tua famiglia. Tisaluto E mifirmo Carvaresi Erico Pronta risposta Adio Calvaresi Erico Soldato 

83 Reggimento fant. 16 compagnia 4 battaglione Zona di guerra 

Scrive e non riceve riceve risposta. Perché? 

54

Cavaso 4 febbraio 1917 

Caro padrone venco a scriverti questa mia cartolina per farti sapere che mi trovo bene di salute e così mi posso assicurare di voi in famiglia caro padrone ti 

fo sapere che io ti rispondo alla tua lettera e la quale sono restato condento nel sentire le vostre buone notizie ti fo sapere che mi trovo in un paese italiano 

perche sono campiato (ho cambiato) Regg.to Vi saluti in famiglia vostro Calvaresi Enrico 

E' in un "paese italiano". 

55

Cavaso 17 febbraio 1917 

Carissimo padrone Venco subito a rispondere alla tua cartolina sono condento nel sentire vostre notizie io mi trovo bene così mi assicuro di te altro non 

dico Vi saluto a te caro padrone e tanti a la sora Olimpia e tanti baci alla vostra bambina sono il tuo Calvaresi Enrico 

Calvaresi Enrico 

soldato 237 Fanteria (compagnia) 

Zona di guerra 

56

Caro padrone rispondo alla tua cara lettera che mi dava le tue notizie che ti trovi inottima salute e così ti assicuro di me 

Caro padrone ti fo sapere che mi trovo in sieme con mio fratello Giulio stiamo poco 

vicino quasi ogni sera ci rivedimo (siamo abbastanza vicini e ogni sera ci vediamo) altro 

nondico cari saluti tua sposa e i tuoi bambini Un forte saluto a te sono il vostro 

Calvaresi Enrico 

Zona di guerra 7 marzo 1917 

57

... E' con il fratello Giulio 

Zona di guerra 24 marzo 1917 

58

Zona di guerra 8 aprile 1917 

Carissimo Padrone vi prevengo (anticipo) che mi trovo d'ospedale ma però posso dirvi che ora mi sento più bene altro poi o ricevuto il vaglia che mi avete 

mandato. Sono a ringraziarvi del buon ricordo che avete per me e sempre mi ricorderò di voi. 

Tralascio la mia presente augurandovi mile sprosperità assieme a famiglia e con un sincero saluto mi dico vostro Calvarese Erigo 

Ospedale da campo 0129 

Zona di guerra 4 Armatta 

E' in ospedale, ma sta bene. 

59

Roma 19 maggio 1917 

Michele Angelini scrive a Enrico, che è in ospedale, al Convalescenziario di 

Lonigo (Vicenza). La lettera non gli sarà recapitata: il "soldato (è) sconosciuto 

all'ospedale". 

E' prossimo il tempo della mietitura e il grano è bello, la vigna zappata... 

Gli dà notizie della campagna che va avanti, a fatica, ma bene. Il vecchio padre 

di Enrico è un po' avvilito e Michele teme che, senza aiuto, deprimendosi non 

"giovi" più a nessuno. Si raccomanda di incoraggiarlo, di confortarlo, quando 

lui o i suoi fratelli gli scrivono. Che Enrico e il fratello stiano, comunque, 

tranquilli. 

60

Il mio intirizzo è questo Al soldato Calvaresi Enrico Convalescenziario e Tappa (truppa?) 

5 Compagnia Distaccamento Sambonifacio Prov. Di Verona 

Caro padrone ti scrivo queste due righe per farti sapere che la mia salute è ottima e così spero che segue di te e di tutta la famiglia. 

Ti oscritto diverse volte ma senza ricevere un tuo scritto, io lapprendo con la posta perché è da un mese che io non faccio altro che cambiare 

Non ho altro da dirti ricevi saluti dal tuo ech (ex?) garzone (?) 

Saluti a tutta la famiglia Calvaresi Enrico 

6 giugno 1917 

62

Calvaresi Enrico soldato 7 battaglione Brigata Grosseto 19 compagnia Zona di guerra 

Zona di guerra 18 giugno 1917 

Caro Padrone Viengo con questa cartolina per farti sapere che io mi trovo bene e così spero che sia di te e famiglia, da vari giorni che sono privo di tue 

notizie ma non posso dubitare che sia tua trascuraggine perché ho fatti molti cambiamenti di indirizzi, e certo le tue lettere saranno andate smarrite. Ti fo 

pure sapere che non mi trovo più al convalescenziario e sono venuto al fronte, però mi trovo indietro dalla linea e sono al battaglione di riserva dello stesso 

reggimento per ora sono al sicuro ma certo quando chiederà rinforzi toccherà anche me partire. Tanti saluti alla tua consorte assieme alla bambina e a te 

invio tanti saluti affettuosi sono tuo aff.mo Calveresi Enrico 

Enrico è nel battaglione di riserva, forse gli toccherà partire 

63

Zona di guerra 6 luglio 1917 

Caro Padrone le scrive queste due righe per fargli sapere lottima della mia salute e così spero di lei con famiglia ho scritto parecchie volte ma ancora non 

opotuto avere risposta la prego dirispondermi e di farmi saper almeno se le ricevi mie notizie oggi stesso oricevutole notizie dei miei genitori dove che mi 

anno fatto sapere che le stato una buona mietitura dice che le fatto 109 cavallette (misura locale del grano) invocandola (?) con affetto invie i miei più cari 

saluti e tante belle cose tutti in famiglia sotto mi firmo vostro Calvarese Enrico Calvaresi 

64

Poiano (Poiana) 29 ottobre 1917 

(sotto cancellatura è scritto Bardolino) 

Mio caro padrone anzitutto mi perdonerà se ho tardato a scriverlo ma non per mia trascuratezza ma dato si che mi mancava la sua direzione (il suo 

indirizzo) ma sapendo che lei si trova di nuovo a Roma vi scrivo di nuovo dandovi mie notizie che sto bene. Ora vi faccio sapere che ho passato una 

breve licenza di giorni 15 in famiglia rimanendo contento di aver veduto i miei cari dopo 

un' anno assente da loro. Non mi resta altro saluta la signora Olimpia e la bambina a lei 

salutandola caramente mi dico Calvarese Enrico 

(dietro non lo stesso scrivente) 

soldato Calvaiero rico distaccamento Poiano 

2(?) sezione Poiano provincia di Verona 

65

Zona di guerra 31 ottobre1915 ? 1917 

Carissimo padrone vi scrivo questa cartolina che sto bene di salute così spero di lei poi osaputo che avete tornato (?) aroma io scritto subito da Bardolino 

dopo campiato dirizzo non ricevuto niente vi preco quando mirisponde miface sa pere qualche cosa di nuovo vi faro sapere che mi trovo alle porte delle 

trentino ciresto tanto saluti alei sore ulimbia (Olimpia) saluto alla signorina caterina 

soldato calvaresi erico 

16 battaglione dassalto 3 compagnia zona di guerra sotto mi firmo calvareso ericho 

(… Angelini “venetizzato” dallo scrivente in Dangelin) 

66

Gent.mo Signor Michie 

Dal fronte 3.dicembre1917 

Dopo un lungo silenzio linvio ancora unomio schritto che per mezo di mia famiglia o avuto la sua dirisione (indirizzo) e con piacere linvio i miei cordiali 

saluti sia saluto l'inetra sua famiglia un stretta di mano da chi si schrive Callavaresi Enrico la salute eottima Ciau arivederci 

l'inderizzo Callavaresi Enrico soldato 16 Battaglione Dassalto 3 compagnia zona di guerra 

“Ciau”, come si dice al nord. 

67

Da Michele Angelini a Enrico (a matita "ospedale") 

Prega Enrico di scrivere bene il suo nome sulla corrispondenza. 

Carissimo Enrico non ò risposto prima alle tue 

gradite cartoline perché sono stato in Offida. Il 

signor Cesare si era aggravato e noi siamo corsi tutti 

per timore di non poterlo vedere più. Soltanto il 

tenente-colonnello Luigi non è potuto venire 

trovandosi sull'altipiano di Asiago presso il Comando 

del 20° Corpo di Armata. Per fortuna il signor 

Cesare sta meglio e io sono tornato a Roma. Ho 

visto tuo padre. Sta bene come tutti in famiglia. La 

mano è guarita ma è ancora molto debole per farci 

forza. La campagna dice che va bene ma io non ci 

sono stato a vederla. Il maiale sarà ammazzato 

domenica prossima. Fa' buon Natale e bevi un 

bicchiere alla tua salute e dei tuoi fratelli. Aff.mo tuo 

Michele Angelini. Fa' scrivere esatto il mio nome. 

18 dicembre 1917 

68

Zona di Guerra dicembre 1917 

Carissimo patrone ti scrivo queste due riche per farti sapere le mie buone notizie che io mi trovo molto bene di salute cosi liauguro chessia di te e tutta la 

tua famiglia. 

Caro patrone ti fossapere che io è molto tempo che io non ricevo più notizie da voi e di più ti fossapere che sono ricevuto il vaglia giorno 21 dicembre etti 

ringrazio tanto ti mando tanti saluti atte e tutta la tua famiglia Adio Adio Calvaresi .... 

Calvaresi Erico soldato 83 Reggimento 16 compagnia 7 battaglione .... Zona di guerra 

"Addio addio..." 

69

La guerra è finita! 

Siate ringraziati voi bravi soldati che avete saputo così bene soffrire, combattere e vincere... 

14 novembre 1918, Maria Angelini a Enrico Calvaresi 

70

ERNESTO 

71

1917 

A marzo è in zona di guerra: da tanto non riceve notizie della famiglia; Giulio, il fratello a Pasqua tornerà in licenza. 

"Addio addio": a giugno è a Pistoia "vistuto da militare", saluta il "caro mio padrone" con un doppio addio ricorrente spesso nella corrispondenza. 

A luglio, dopo un involontariamente divertente giro di parole (vedi tra parentesi) per dire che non ha trovato un certo amico del padrone al distretto, 

saluta e si raccomanda "al mio padre che stenche attende alle bestie". [Caro mio padro se lei lasignorina mi spechiate deve dove dandare allora ciandare ma 

voi ma voi non mi spiecaste nulla dove aveva dandare io mi credeve che stave su il discretto quessa mico (?) tuo, in veci sul distretto non ci stave nesuno]. 

Ad agosto, dopo aver temuto che "ci eravamo stizzato" perché da tempo non riceve posta, comunica di essere attendente del capitano e nella stessa frase in 

cui anticipa la prossima partenza da Pistoia dice al pardrone che "la uva sono molto bella", Anche il padrone è "sotto alle arme". 

A settembre in una cartolina intensa dove per ben sette volte si rivolge al signor Michele con "caro padrone"e un "caro padre", dice "sto tendo piu che 

pozzo" (sta attento più che può); che il fratello è tornato in Italia ma è all'ospedale. Accenna alla misera paga ("due soldi al giorno") contento invece che ad 

Offida, in campagna, le cose vadano bene. Non si sa nulla ma è imminente la partenza per il fronte. 

Da Pistoia, il 26 Ottobre una lunga lettera: sta bene, contento del viaggio e del posto, anche il fratello sta bene, ma il timore del peggio gli fa scrivere 

"speriamo di stare sempre bene se Iddio vuole". Molto interessante questo passaggio, prima dei soliti e personalizzati saluti a tutta la famiglia del signor 

Michele: "Carissimo patrone cuadanoi la robba va molto cara e il crano 50 lire il cuintale cua da noi e percio cuesti cittadini si sono molto ha famati e la 

sera sulla libera sortita dobbiamo sortire con la sciabbila perche vuole fare rivoluzione per fenire la guerra". Insomma c' è malcontento, prezzi alti se si vuole 

integrare il cibo comprando qualcosa, forse speculazioni, e paura, al punto che si va in libera uscita armati di sciabola. Compare la parola "rivoluzione" 

72

(probabile eco degli avvenimenti in Russia?) per indicare le tensione e i fermenti per far finire la guerra. 

A inizio dicembre con una cartolina molto ben scritta manda saluti al Padrone e riferisce che a casa la semina e il raccolto promettono bene. Ancora, quasi 

a natale manda saluti e ringrazia per un vaglia. 

1918 

A Febbraio, con una cartolina sintetica e corretta si scusa per il lungo silenzio; dice che sta benissimo: "ringrazio Iddio che finirà ... colla speranza che 

presto ci rivedremo e finirà questa guerra". Per ben due volte usa il verbo "finire" riferendosi alla guerra. La stanchezza, la paura, la nostalgia di casa lo 

stanno provando. 

A Maggio da Appignano, da casa, saluta il signor Michele, sempre rassicurandolo sulle sue buone condizioni di salute, ma aggiunge "Signorine padrone 

vedi se puoi fare aritornare qualcheduno per aiutare (?) il terreno perche mio padre sta troppo adolorato e non ci si lavede più perche chi lo sa quante 

fenisce questa guerra". Il vecchio padre è stanco: la campagna da lavorare e tre figli in guerra. 

A luglio, in una cartolina, dopo le solite rassicurazioni, annuncia la morte del figlio di Guido, e contestualmente la buona mietitura fatta a casa. 

Il 30 agosto in una lunga lettera dettagliata spiega al signor Michele che il lungo silenzio è stato per alcuni spostamenti. E' a Cittadella e sta bene. Sa che 

vicino, a 12 chilometri, c'è Giulio che vorrebbe tanto vedere. Come pure vorrebbe tornare come Giulio in licenza a casa: "spero se Iddio mi dà vita fra 

non lungo tempo di venire anch'io a farle una visita". Manda saluti a tutti e alla famiglia Amatucci, quella di Angelo. 

Dopo un mese, a settembre si rammarica ancora di non aver visto Giulio e spera di tornare a casa per la semina 

1920: a giugno, Ernesto è trattenuto a Trieste, ancora nella fanteria e non sa niente della sua licenza. 

73

Gentilissimo signor Angelini Michele 

Via Caserta n°3 Roma 

Calvaresi Ernesto soldato 40 fanteria ... Zona di guerra 

Gentilissimo Signore vorrà scusarmi se non glio scritto prima perché attendevo risposta ad 

un'altra mia cartolina scrittagli ma non l'o ricevuta altrimenti ... ricevuto risposta. Io grazia 

Iddio sto bene come sempre voglio augurarmi di lei e la sua distinta famiglia. Poi vorrà 

scusarmi se gli do disturbo perché da più di 40 giorni che non ricevo notizie della mia 

famiglia perciò prego ha lei di darmi loro notizie. Poi gli fo noto (rendo noto) che per la 

S.Pasqua verrà in licenzia mio fratello Giulio dove anche lui sta bene e trovasi ad un buon 

posto non altro ricevi tanti saluti uniti alla tua distinta famiglia dal tuo devotissimo 

Calvaresi Ernesto 

(altro scrivente) 4 marzo 1917 

74

Caro mio padrone, Pistoia 

24, giugno, 17, ti scrive questa cartolina per fatti sapere che io mi trovo bene di saluto e 

così nespere di voi tutti in famiglia Dunque caro mio padrone ti fasapere che io mitrovo 

a Pistoia più tifo sapere che mi sono vistuto da militare Non ho altro da dirti sole 

dasalutarti salute atte caro padrone mi darai tandi affetti saluti alla tua moglia mi darai 

tande salute alla tua figlia saluti amici parendi chi dunque domanda dime sotto mi firmo 

il vostro condadino Calvaresi Ernesto Add Add 

Echi miei dirizi Al Soldato Calvaresi Ernesto 

83° Reggimento Fanteria 4 Compagnia, Caserma Concia Pistoia 

E' "vestito da militare". 

24 giugno 1917 

75

Caro mio padrone risponde alla tua lettera lo ricevuta con piacero che ti trovo bene di 

saluto e così ti poso assicurare dime 

Caro mio padro se lei lasignorina mi spechiate deve dove dandare allora ciandare (se la 

signorina mi avesse spiegato dove dovevo andare, ci sarei andato) ma voi ma voi non mi 

spiecaste nulla dove aveva dandare io mi credeve che stave su il discretto quessa mico/a 

tuo/a, (credevo che fosse al distretto quest'amico/a tuo/a) in veci sul distretto non ci stave 

nesuino cio moldo piacero che la signorina sono affare un avisita accaso (ho molto piacere 

che la signorina sia andata a fare una visita a casa) mi trovo moldo condendo che Giuseppe 

ritorno accaso tifo sapere che non rispondere fine che non ti risponde io (ti faccio sapere 

di non rispondermi finché non ti ho riposto io) più tifo sapere che quando scrivo accaso 

gli derai al mio padre che stenche attende alle bestie (dirai a mio padre di stare attento alle 

bestie) 

Ricevi tandi affetti saluti dime midarai tandi affetti saluti a 

Giuseppe con tutte la famiglia tandi saluti atte caro mio 

padrone con la tua moglio con la tua figlia Caro padrone 

io non loso sesono ricevuto il telogramo accaso che io non 

(?) cero Calvaresi Ernesto 

La cartolina presenta numerose sgrammaticature: Ernesto 

doveva cercare un amico/a di Michele al distretto: non l'ha 

trovato. Si raccomanda che il padre stia attento alle bestie 

e teme che a casa non abbiano ricevuto un telegramma. 

2 luglio 1917 

76

(Michele Angelini è a Cologna Veneta VR) 

Carissimo patrone risponte ha la tua cara cartolina con molto piacere dellodimo statuo di 

dua saluta (ottimo stato di tua salute) e così mi posso ha sicurare (assicurare) di me. 

Carissimo patrone l'ho scrito diverse lettere e cartoline per Roma ha lostessa intrizze (allo 

stesso indirizzo) ma non ho havuto mai risposa e fin una lettera ha sicurata (assicurata) e 

nemmeno mi sono rivenuto indietro e io ho pensato che forse ci eravamo stizzato 

(litigato) ma io non pensavo che stavo ho inofida (Offida) ho pure (oppure) ha (a) 

capradosso ma non penseva che stavi sotto ha le arme Carissimo patrone ti fo sapero che 

io sto per hatintento (attendente) dal comantante di combagnia ti fo sapere che steame 

reto (dietro) Al campo e sidice che col preste ci porta via di pistoia e ci porta ha zone di 

guerra mi dice a casa che la uva sono molto bella Ti saluto tanto di veri quori Calvaresi 

Ernesto Adio Adio pronto risposto 

Saravalla (Serravalle) 28 agosto 1917 

Ha scritto diverse lettere, ma senza risposte. Forse Michele si è "stizzato". 

Invece anche lui è sotto le armi. 

E' attendente del comandante e sta per andare da Pistoia in zona di guerra. 

Mentre comunica questo, rifersisce che l'uva a casa è bella. 

77

14 settembre (1917) 

Caro Padrone risponde alla tua cara gendile lettera lo ricevuto con piacere che vi trovate bene di saluto così ti spere di me Caro padrone ti fo sapere che io 

sto tendo piu che pozzo (sto attento più che posso) Caro patrone mi trovo condendo che ta ricasco una bella giornata che noi qua tiriamo due soldi al 

giorno Caro Padrone ti fo sapere che il mio fratello Rigo sono ritornato in italia che sta allo spedale ammalato. Caro padrone mi trovo condendo che 

ritorna in Offida. 

Caro patrone per ora non sisa nulla per partire pe in are al fronte Salute atte caro padre con tutta la tua familia sotto mi firmo il tuo amico Calvaresi Ernesto 

Add Add 

Sta attento il più possibile. E' contento del buon guadagno del 

padrone, mentre per loro soldati la paga è davvero misera. Il fratello 

è ammalato, all'ospedale; è tornato in Italia. Il posto dov'era, lassù 

sulle Alpi, non era (ancora) Italia. 

78

Carissimo patrone ti scrivo questa 

letterina per farti sapere le mie 

buone notizie e così mi posse ha 

sicurare anche di te. Carissimo 

patrone io mi trovo bene di saluto e 

così mi posso ha sicurare anche di 

te. Carissimo patrone ti fo sapere 

che sono fatto un buone viaggio e 

sono ritornato allegre e contento fin 

che mi trovo con cuesto posto mi 

trovo molto bene e mi sono scritto 

mio fratello e dici che si trova pure 

molto bene e cuesto pero sono la 

nostra consolazione e speriamo di 

stare sempre bene se Iddio vuole. 

Carissimo patrone cuadanoi (qua da 

noi) la robba (la roba) va molto cara 

e il crano 50 lire il cuintale cua da 

noi e percio cuesti cittadini si sono 

molto ha famati (i cittadini hanno 

molta fame) e la sera sulla libera 

sortita (in libera uscita) dobbiamo 

sortire con la sciabbila (sciabola) 

perche vuole fare rivoluzione e forse 

Pistoia 26 ottobre 1917 

79

sarà nuzione (fortemente dialettale 

['n'nziò]) (intenzione) per fenire la 

guerra. 

Io non ho altro più che dirti ti manterai 

tanti sinceri saluti ha te mi caro patrone E 

tanti saluti per la signora Tanti saluti a la 

vostra bambina Tanti saluti ha te mio caro 

patrone e sotto mi firmo tuo contadino 

Calvaresi Ernesto. La mi dirizione è 

cuesta Al soldato Calvaresi Ernesto 83 

Reggim in fanteria 4 compagnia 

Caserma, Sala Pistoia 

La lettera è indicativa del clima teso che c'è in caserma, a Pistoia. All'inizio le solite buone notizie, si sta bene ed Ernesto è "allegro e 

contento". Poi qualche lamentela: la roba costa cara, il grano va "50 lire al quintale" e la fame si sente, anche in città. Di sera. Durante la 

libera uscita, si va in giro con la sciabola perché tira aria di "rivoluzione". Qualcuno vuol far finire la guerra. 

80

Una cartolina corretta, in bella grafia. 

Chi scrive per Ernesto, a Michele, riferisce notizie della 

campagna, della semina "promettente" e invia "proteste" di 

stima e affetto. 

Zona di guerra 9 dicembre 1917 

81

Lo stesso scrivente della precedente cartolina, con il suo stile 

grafico e il suo lessico forbito, ben lontano dal registro 

espressivo di Ernesto. E' l'antivigilia di Natale. 

Ringraziamenti per il vaglia e "l'incomodo che (Michele) si 

prende continuamente per me". 

E gli auguri per le feste. 

23 dicembre 1917 

82

Calvarese Ernesto, soldato 40 Fanteria S. M. (?) 


Carissimo padrone Dopo lungo tempo mi fo vivo, dove vorrà scusarmi 

se non gli ho scritto finora ma in ogni modo ringrazio Iddio che finirà 

sto benissimo e voi state tutti bene? Colla speranza che presto ci 

rivedremo e finirà questa guerra così essere sempre riuniti ma (?) accetta 

i più distinti saluti uniti di famiglia dal devoto Calvarese Ernesto 

12 febbraio 1918 

83

Appignano 16 maggio 1918 

Carissimo signore padrone ti scrive queste due righe per farti sapere che mi trovo bene di saluta anche la mia famiglia si trova bene ti fosapere e ieri sono 

aripartuto (è ripartito) mio fratello Enrico. Signorine padrone vedi se puoi fare aritornare qualcheduno per aiutare il tereno perche mio padre sta troppo 

addolorato e non ci si lavede più perche chi lo sa quante fenisce questa guerra e proqura un po lei sevuo (cerca di fare qualcosa se vuoi) le bestie le vuole il 

governo e io non li gli vorrebbe dare il grano sono moldo bello ma ... tutti i giorni il fieno si ... fa pochisimo luva troppa ma non ci sta chi la ... vedi se 

puoi procurare affare ritornare qualcheduno perche sono ci vuole tante spese perche stiamo a tutta per questi ... noi siamo disgraziato a ricevi i più cordiali 

saluti dame e la mia famiglia e sono tuo affezionato Calvarese Ernesto 

Postilla di Michele Angelini: 

Ernesto mi scrive. 

Non posso che ripeterti che da qui da Roma non c'è niente da fare. Io scrissi anche al regio... di App. ma nemmeno mi ha risposto. Per la spesa della 

mietitura, come l'anno scorso, metterò la mia parte. … L'uva lascia che si... la salvi dalla malattia. Le bestie da lavoro, mi scrisse Grego' (?), che si sarebbero 

salvate, quando Giulio .... 

84

Una lettera difficile da decifrare in molti passaggi. Ernesto sollecita Michele a far tornare qualcuno di loro per i tanti lavori in campagna: il padre è stanco e 

prevale la sfiducia per le troppe spese e le minacce di requisizione del bestiame. 

85

Carissimo Padrone Vinco (vengo) con la mia presente cartolina per darti mie buone notizie 

e così spero di lei e con tutti di tua famiglia 

Dunque la mia salute e ottima ti manta tanti saluti il mio fratello 

Sotto mi firmo tuo Aff .mo Calvaresi Ernesto 

ti saluto e ti... 

Al mio fratello non gli sono ottenuti nulla per antare a casa 

ti risaluto addio 

Zona di Guerra 3 luglio 1918 

86

Zona di guerra 17 luglio 1918 

Gentilissimo padrone rispondo la vostra dorata cartolina mi sono trovato contento che stai bene di salute così ti assicuro di me e ti fo sapere che sono 

morto il figlio di Guido ti fo saper che la mia famiglia sono finito a mietere a fatto 88 cavallette e ventuto (venduto) una vitella 148... 

ti saluto tuo affez. Calvaresi Ernesto 

Due notizie tanto diverse, comunicate senza variazioni emotive: 

una atroce, un giovane morto; l'altra sulla buona mietitura e la vendita 

di una vitella. 

87

Carissimo Signor Michele la rispondo alla sua 

tanto gradita letterina sono lieto di sentire il suo 

buono stato di salute unita la sua famiglia e così 

le assicuro altrettanto di me. 

Signor Michele lei mi vorrà perdonare se io non 

l'o risposta prima d'oggi la sua lettera ora le spiego 

il motivo siccome in quei giorno che mi è giunta 

la sua, io ero per giorno per scendere in riposo e 

così ci a trasportato fin dal giorno 22 corr. E poi 

abbiamo fatto qualche giorno di viaggio e ora mi 

trovo quasi vicino Cittadella e mi trovo molto 

bene. Lei midice che il mio fratello Giulio è 

venuto a trovarla ne ò molto piacere che mi dice 

che il mio fratello era in buono stato di salute, e 

spero se Iddio mi dà vita fra non lungo tempo di 

venire anch'io a farle una visita. 

Lei mi dice anche che io ò dei miei fratello molto 

vicini se è vero però fin d'ora non li ò potuti 

vedere nessun di due e ora a Giulio gli ò scritto 

che mi venisse a trovare chi sà se viene, io spero 

perché è molto vicino a me circa 12 chilometri. 

Non ho altro che dirle la saluto infinitamente 

come mi contraccambierà i più 

Zona di guerra 30 agosto 1918 

88

singeri saluti alla sua famiglia e anche la famiglia Amatucci saluto anche i miei fratelli, e le rinnovo i più cari ed affettuosi saluti suo per sempre 

dev.mo Calvaresi Ernesto 

89

Carissimo padrone 

Rispondo alla sua gradita letterina con piacere sento che la sua salute è ottima e 

così le assicuro altrettanto di me. Mio fratello Giulio non l'o potuto più vedere 

da quanto è stato in licenza quà find'ora non o avuto mai la fortuna di vederlo, 

io spero fra poco tempo di andare in licenza, io sarei molto contento di 

trovarmi per là per la semina. Per il momento non o altro che dirle la saluto 

insiema la sua famiglia e le rinnovo affettuosi saluti e mi dico per sempre la sua 

Aff.mo Calveresi Ernesto 

Calvaresi Ernesto, sold. 40 Fanteria, 4 Comp. Z.d.G. 

Zona di guerra 26 settembre 1918 

90

Trieste 17 giugno1920 

Eggreggio Signor Michele con molto piacere virisponto alla vostra desidirarata lettere la quale io miconsolo che lei sta bene eccome vidico di me che sto 

bene. 

Dunque eggreggio Michele comi lei miparla per la licencenza io nonso nulla. Dunque spero che presto venisse che io sempre la penso non mi resta altro 

che vi virimetto i più di stinti saluti a lei e alla signora e alla signorina e poi viritorno asalutare e midico Clavarese Ernesto 

Il mio di rizo (indirizzo) è questo alla soldato Clavarese Ernesto 19 Reggimento Fanteria 1 Compagnia Trieste 

(interessante l'illustrazione sulla carta da lettera: "Il ritorno dell'eroe") 

91

GIULIO 

... abbiamo lottato, abbiamo sofferto e abbiamo vinto, e la nostra vittoria e 

stata la più grande che la storia ricordi... 

92

1918 

Ad aprile, in una lettera con il vistoso imprimatur della censura, racconta al signor Michele della sua recente licenza.15 giorni (dal 5 al 28 marzo) di 

"allegria". E' contento: si scusa con il cavaliere per non essere riuscito a vederlo né a scrivergli. Ma si chiede anche quando finirà questo "malore" Giulio, 

per esempio anche per gli spostamenti che al momento dalla fanteria lo hanno assegnato ad una sezione someggiata. In questa citazione un doveroso cenno 

all'asino, glorioso e rassegnato collaboratore di tanti soldati. Giulio, che rivela un certo temperamento insofferente a quelli che ritiene abusi si lamenta delle 

requisizioni di buoi a casa e del fatto che dunque non si guadagna. 

A maggio (non c'è l'anno che si pensa sia il 1918, vista la mancanza di documentazione per il 1917) in una intensa lettera chiede al signor Angelini di 

intervenire presso il maresciallo di Castel di Lama per farlo tornare a casa. Enrico ha avuto la licenza e spetta anche a lui, soprattutto per andare ad aiutare a 

giugno in campagna. E' deciso, fa appello ad una circolare, ai suoi diritti, alla sua lealtà verso lo stato e soprattutto alle condizioni precarie in famiglia che lo 

stesso maresciallo può andare a verificare: "4 figli tutti in guerra e uno morto". "Se il maresciallo non mi favorisce quando vo a casa lo metterò io a posto 

anche (onde) io non chiedo nulla più dei miei diritti". 

Il signor Angelini invia subito un dattiloscritto che spiega con chiarezza le condizioni difficili al fondo e indirettamente la durezza della guerra. Ricorda al 

maresciallo i 4 figli del suo colono Luigi Calvaresi, tre dei quali in guerra e uno "morto gloriosamente sull'altipiano di Asiago nel giugno 1916". 

Parla di un fondo esteso che non può essere mandato avanti dai due anziani, né dai due figli più piccoli di 11 e 15 anni. C'è "bisogno di aiuto pel capo di 

casa... in questo penoso stato di cose, ...urgente... nei giorni di mietitura e trebbiatura. Aggiunge, infine, che spera nell' "illuminato senso di bontà" del 

maresciallo affinché Giulio possa godere della licenza per "accudire ad opere agricole di vero interesse nazionale" e che darà "una sicura resa di lavoro 

necessario per la nostra resistenza". 

93

A metà luglio è al fronte: si scusa del ritardo, ma "circostanze poche belle... mia privato poterle scrivere". Ha cambiato reggimento, la salute è ottima, ma 

"nel posto in cui sono mi tocca lavorar di molto ... presto servizio dalle pianure di Bassano a le alte vette del Grappa. Pochi giorni dopo, sempre a Bassano 

è più tranquillo: "si puo vivere tranquilo che cè il famoso Grappa, che ci protegge, al di qua nisuno non passasa" (passa). Sembra rasserenato e spera di non 

cambiare ancora assegnazione. Ha potuto incontrare Enrico che sta bene e gli ha raccontato "tante belle cose nella sua vita al fronte e della famosa resistenza 

di tutti i soldati Italiani"; il fratello ha partecipato a "duri e aspri combattimenti, ma sempre finiti a nostro vantaggio ... ha preso fra lui e i suoi compagni 

delle compagnie e interi Comandi di Presidio Prigionieri. E' quasi rammaricato - "io ero poco lontano e si siamo visti alla fine". Magari poter stare "tutti e 

due assieme qui a Bassano". 

A fine agosto una cartolina forse scritta proprio da Giulio (le altre sono di altro scrivente), molto sgrammaticata, fortemente dialettale, con un improbabile 

indirizzo "via Ufida Ascuppicene" (via Offida Ascoli Piceno). Giulio è stato dal cognato di Angelini, a Marostica, e stanno bene. 

Ad ottobre, con una certa apprensione comunica di fare il portaordini, non sa niente dei fratelli che non sono più vicini e "stante i brutti momenti cercherò 

di darle sempre mie notizie". Infatti, pochi giorni dopo, brevemente comunica poche notizie sperando "che la madonna del Grappa mi a fatto la grazia di 

tenermi lontano dal pericolo. speriamo che la providinza mi assista come fino ad oggi". 

E' novembre (anche se non c'è la data) e la lettera parla da sé: "Ormai abbiamo riportato la più grande vittoria sul Grappa abbiamo fatto una marcia trionfale 

fino a Trento Viva Trento Italiana abbiamo lottato abbiamo sofferto e abbiamo vinto e la nostra vittoria e stata la più grande che la storia ricordi ma ormai 

il più è fatto ora attendiamo alla fine tranquilli che presto torneremo alle nostre case... " 

94

(Busta con controllo censura) 

Egregio Signor Cavaliere ringraziando colui che di lassù ci asiste anche quest'anno potei 

subire (?) la licenza. Tutto ciò che brama un soldato ritrovandosi a giorni simili. 

Avrei provato e venni col lidea di riporterla rivedere. avrei scritto anche (onde) non 

la posso mai dimenticare causa fu che non avevo uno indirizzo e ora che mi trovo 

a/un po perso (?) spesso la manderò. 

Vorrei esserle da vicino per raccontarle tutto il successomi ma 

speriamo che ben presto questo avvenga di ritrovarsi ha casa che ne 

siamo da lungo tempo desiderosi. L'anno scorso mi ritrovavo al 238 

Fanteria ed ora sono parecchi mesi che sono in una colonna 

munizioni, sono a meglio condizioni quando potrà ponere fine 

questo malore(?) Il mio pensiero rimane ai miei famigliari e ancora 

sapendo come vanno progredendo le cose in genere posso 

ringraziare a suo riguardo. A usufruire la licenza partii dalla sezione 

il 5 marzo e rientrai il 28 trascorsi quei giorni pieni di allegria e 

specialmente alcuni giorno con Gregori. Di casa mia sono rimasto 

contento, solo che il governo recuisisce ogni cosa e specialmente su 

un paio di bovi di 12 quintali ci si rimette 1200 lire. Perdonerà del 

disturbo, faccio auguri a lei unita la famiglia saluti suo dipendente 

Giulio Calvaresi 

zona di guerra 16 aprile 1918 

95

Soldato Calvaresi Giulio Reparto Autonomo Sezione Someggiata Caffaro B 63 

Colonna carreggio e salmeria Reparto autonomo 15 divisione Zona di Guerra 

Scuserà del disturbo datogli 

96

Pregiatissimo Signor Michele 

5 maggio (1918) 

Vengo a farle questa preghiera. Se lei potesse scrivere al maresciallo di Castel di Lama una lettera facendomi ottenere quindici giorni di licenza come mio 

fratello Enrico per soddisfare i nostri interessi famigliari dentro il mese di giugno, essendo che a quella licenza avendone diritto tutti e due anche (onde) noi 

ci troviamo in tre sotto l'armi e uno morto - quattro - dunque è una circolare che parla a questo riguardo. 

Noi dammo (diamo?) al governo bestiame, grano, ciò che lui ci recuisisce, spero a questo potrò per mezzo suo farmi aver questa licenza anche (onde) come 

noi il governo non trova nei dintorni. 

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Quando lei scrive pure al maresciallo, se crede d'andare a vedere nelle condizioni che si trovano quelli in casa mia e ancora verrà a conoscenza che 

ciò che dico saranno verità e sicuro che ciò che chiedo mi verrà concesso. 

Se il maresciallo non mi favorisce quando vo a casa lo metterò io a posto anche (onde) io non chiedo nulla più dei miei diritti. Gli fo sapere che noi 

dall'artiglieria presto si cambierà dunque la prego lei di farmi avere ciò al più presto possibile, possa rivedere ai miei di famiglia. Saluti a lei con la sua 

signora e la figliuola e con più vivi saluti e ringraziamenti suo devotissimo Giulio Calvaresi. 

Insiste, Giulio: vuole la sua licenza. E' un suo diritto e vuole impegnarla per aiutare i 

suoi in campagna. Sollecita il signor Michele e invita, attraverso lui, il maresciallo ad 

andare a casa sua per vedere in che condizioni si trovano i suoi familiari. Quattro 

figli sotto le armi. Uno già morto. 

98

E Michele Angelini tenta di aiutarlo, scrivendo al maresciallo, facendo 

appello al suo illuminato senso di bontà e di opportunità, nella speranza che 

il figlio del suo colono Luigi possa godere della licenza per accudire ad 

opere agricole di vero interesse nazionale. Giulio è "giovane serio e 

operoso" e darà nei giorni di licenza una "resa di lavoro necessaria per la 

nostra resistenza". 

99

Egregio Signor Michele, sempre appresso tengo la sua rispettabile lettera dalla 

quale appresi molto sulle sue esprepoia (espropri?) fatte, contutto a cio, solo al più 

grande mio desiderio è quello di raggiungere più presto i miei cari famigliari che 

è da molti anni che sono lontano, e... a questo grande malore. 

Speriamo che questo abbia da porre fine al più presto che tutti bramano unirsi ai 

suoi cari, e questo affare è a noi noiosi. 

Mi perdonerà se non diedi subito riscontro alla sua lettera non fu mia colpa, causa 

di ciò che in questi giorni abbiamo avuto molti cambiamenti, senza momenti di 

pace. ... che certo lei sarà bene a conoscenza abbiamo diritto di una licenza 

ordinaria di dieci (?) giorni ciò ai primi di Giugno, però io bramerei venire in 

Lulio, ai primi di codesto mese. 

La prego di farmi venire, onde al momento opportuno lei con un suo scritto 

sarebbe colui che potrebbe farmelo avere in quei giorni, sarebbe ciò che bramerei 

avere per affari dei miei famigliari. 

Certo che a mezzo suo potrò questo lei basta scriva al mio comando. 

Sezione someggiata – Cassaro B. 6? Colonna Carreggio e salmeria – Reparto e 

fanteria Al più se venisse come spero un suo scritto, tanto il mio signor 

comandante come firma mi gradiscano tanto mi vogliono assai bene. Potrei 

chiedere questo a loro ma avendo sempre bisogno chiedo a lui questo favore che 

spero non lo farà essere. La mia salute è ottima come auguro di cuore a lei uniti 

suoi famigliari, il mio fratello lo tengo vicino sempre ci sivede mi rimane di 

salutarla anzi è venuto oggi a riposo . Ringraziando anticipatamente la saluto suo 

dev. Calvaresi Giulio 

29 maggio 1918 

100

101

Gentilissimo S. Angelini Mi scuserà 

del ritardo fatto a rispontere sua lettera 

motivo che nei giorni scorsi mio 

trovato colle circostanze poche belle il 

quale mia privato poterle scrivere (mi 

sono trovato in circostanze poco belle 

che mi hanno impedito di scriverle). 

Quanto io ricevette sua lettera dopo 

poco ecco che mi tocco la sorte di 

dover campiare (cambiare) 

Reggimento cioè dal 5° dove io era 

fui passato al 1° A da campagna e con 

tutto questo non ho potuto ottenere 

nulla della sua gentilezza fattami 

inquanto a me ora la mia salute e 

ottima però nel posto in cui sono mi 

tocca lavorar di molto sul quale presto 

servizio dalle pianure di Bassano a le 

alte vette del Grappa altro non le dico 

Distintamente lo saluto come saluto 

sua signora Dicentomi Giulio 

Calvarese74 colonna Carreggio e S. 

466 Sezzione Zona di Guerra 

Dal fronte 14(?) luglio 1918 

... dalle pianure di Bassano alle vette del Grappa. 

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Dal fronte 14(?).7.18 

Oggi stesso gradita mi giunse la sua cara lettera ho inteso ovunque il suo amato scritto. Io di cambiare compagnia non vorei nemeno, perche qui 

male fino'ora non stò ma soltanto avrei piacere sefosse posibile ottenere in scritto, ho qualche cosa, per rimanere fisso qui. Che non avesero da 

inviarmi da una parte ho dal'altra. 

Questo sarebbe il indirizzo 

Comandante il quarto Parco Colonnello Treboldi 

comandante la mia colonna capitano Bozzotti signor Giuseppe 

Se può farmi la cortesia di inviarmi l'indirizzo di suo cognato, avrei molto piacere. Oggi ho avuto l'onore di passare la giornata in compagnia di 

mio fratello Enrico e sta molto bene e mi ha raccontato tante belle cose nella sua vita al fronte e della famosa resistenza di tutti i soldati Italiani, anzi 

mi ha detto che affatto parte ha duri e aspri combattimenti, ma sempre finiti a nostro vantaggio. Mi diceva che ha preso fra lui e i suoi compagni 

delle compagnie e interi Comandi di Presidio Prigionieri. Ed io ero poco lontano e si siamo visti alla fine. Tutti e due assieme qui a Bassano si puo 

vivere tranquilo che cè il famoso Grappa, che ci protegge, al di qua nisuno non passasa. Infinitamente vi ringrazio e ricevete i più cordiali saluti. 

103

Auguri al lei alla sua signora e bambina. 

Firmandomi di essere per sempre il suo Dipendente Giulio Calvaresi 74 colonna C.eS. 466 Sezione zona d. g. 

104

... duri e aspri combattimenti, ma sempre finiti a nostro vantaggio. Gli ha raccontato Enrico che ha preso, con altri commilitoni italiani, compagnie e 

interi Comandi di Presidio Prigionieri. E sul Grappa: il famoso Grappa che protegge. 

105

Zona di guerra 27 agosto 1918 

Gintirisimo signor Angilini lidonotizia dela miaotimasalute piu lifacio sapere cheo fato uno filicisimo viaggio piu cinottoche apeno giunto al posto 

(aggiungo che appena giunto al posto) sono andato atrovare a suo cognato il signor colonnello prima sono andato al comando della 6 almata e lui si trovava 

aspetare dimarosticca (a Marostica)... dove io sono andato a trovallo e sta bene io spero in due tre giorni io vado ancora atrovallo. Però chredo che lui fra 

breste (presto) vendra acasa io mitrovo sempre osteso posto. Non altro dadire lei si gradisca tante distinte salute a lelei la signora crodindia (Olimpia) 

Gradira i miei saluti salutti cari la signorina la signorina Maria sotto mi firmo suo dipindente Giullio Carvarese 

… Marostica (Vicenza) 

106


Gentilissimo signor Angelino vengo con questa mia a farle sapere le mie notizie la quale sono. Mi trovo a fare servizio in montagna presso una divisione 

faccio il porta ordini. Giorni scorsi liscrissi una lettera non so se lavrà ricevuta giorni fà ho visto i miei fratelli ma ora non so niente di loro non mi sono 

sempre vicino frà qualche giorno li scriverò una lettera e li mi spiegherò meglio per il momento non mi resta che salutarla miscuserà tanto del disturbo che 

li reco la saluto lei e la signora Crelinda (Olimpia) e la signorina di lei devotissimo Calvaresi Giulio stante i brutti momenti cercherò di darle sempre mie 

notizie. 

107

Alla signora Crilinda (Olimpia) 


30 agosto 1918 

Gentilissima signora con questa mia vengo a darle le mie buone notizie e per il momento ringrazio il buon dio che mi tiene in buona salute e mi salva dal 

pericolo fino da oggi la madonna del Grappa mi a fatto la grazia di tenermi lontano dal pericolo. speriamo che la providinza mi assista come fino ad oggi 

Altre non mi resta che salutarla lei e il signor Cav. e la bambina di lei devotissimo Calvaresi Giulio 

108

Gentilissimo signor Cav. 

Crederò(-ei) che avrà ricevuto le mie precedenti lettere dove li scrivo le 

mie buone notizie le quali ancora al momento sono buone sui comunicati 

giornalieri avrà appreso la nostra gloriosa avanzata speriamo che questa ci 

porti alla pace con lo schiacciamento dei nostri nemici. Sono dispiacente di 

non trovarmi sul Piave. Quà dove mi trovo abbiamo preso posizioni 

importanti ma per il momento non ci permette di spostarsi ma questo lo 

speriamo frà pochi giuorni. Si spera ma (?) abbiamo quasi la certezza che frà 

qualche giorno libereremo Feltre e così sempre avanti fino alla vittoria 

finale che si spera prossima. I nostri nemici si difendono accanitamente ma i 

nostri bravi fanto li sbucano dalle loro caverne con l'aiuto dei nostri 

cannoni dei miei fratelli non sò niente ma so che i suoi reggimenti 

hannoavuto parte importantissima nella grande lotta per il momento non 

mi resta altro che salutarla lei e la signora Crelinda (Olimpia) e la signorina 

Marietta. Di lei devotissimo Giulio 

(scritto al contrario) mi scuserà se qualche volta le scrivo senza francobollo ma 

siamo nella impossibilità 


109

La guerra sta finendo davvero. Feltre sta per essere liberata e i 

nemici "schiacciati", stanati dalle loro "caverne" dai nostri bravi 

fanti. 

E' il linguaggio duro e disumano della guerra. 

110

Zona di guerra 9 (novembre 1918) 

Signor Michele con molto piacere ho ricevuto la sua cara in risposta alla mia come pure alla cartolina mi fa piacere di saperla in buona salute così li posso 

assicurare di me. Ormai abbiamo riportato la più grande vittoria sul Grappa abbiamo fatto una marcia trionfale fino a Trento Viva Trento 

Italiana abbiamo lottato abbiamo sofferto e abbiamo vinto e la nostra vittoria e stata la più grande che la storia ricordi ma ormai il più è 

fatto ora attendiamo alla fine tranquilli che presto torneremo alle nostre case la la saluto e la signora e la figlia di lei devotissimo Giulio 

111

La lettera di Don Peppe (Don Giuseppe Nepi, parroco di Capradosso) 9 ottobre 1917 

Signora gentilissima, non può credere con quanto piacere ho letto il suo scritto e mi accingo subitoa risponderle nella tema che la presente non l'abbia a 

trovare a Capradosso. Veramente data la sua squisita gentilezza verso di me, avrei dovuto darle spesso mie notizie ma, creda, non è stata cattiveria. La vita 

militare, i disagi dela guerra, il continuo e sempre imminente pericolo tolgono la volontà di fare tante cose, che pur non si dovrebbero trascurare, però 

stia certa, che l'ho ricordata sempre insieme al Sig. Michele e alla carissima Maria: ed ogni volta che ho scritto a casa mi son fatto un dovere di inviarle 

cordialissimi saluti. Ella mi ricorda i bei tempi passati e il nostro entusiasmo... che vuole, non che abbia cambiato sentimenti; ma l'entusiasmo è certo 

svanito: la corda troppo tesa si spezza, dice il proverbio, e questa guerra è un affare troppo lungo che ha stancato tutti. Non creda però che sia avvilito e 

che mi manchi il coraggio, tutt'altro! Di coraggio ne ho da vendere ed anche in mezzo al pericolo so fare della poesia. Ho tenuto alcuni discorsi alle truppe 

prima di andare all'assalto ovvero accampate a riposo, o nella circostanza della S. Messa all'aperto e pensi lei quanta poesia, quanto amor proprio sia in quel 

momento sgorgato dal mio cuore e dal mio labbro: lì davvero sembravo un grande entusiasta! Sono riuscito ad elettrizzare anche gli animi più depressi e 

ciò mi ha guadagnato la benevolenza dei superiori e le felicitazioni anche di altri ufficiali... ma non giovano più, né discorsi né promesse: è necessario che 

la guerra finisca!!! Sono statoaltri quaranta giorni in prima linea e, creda, sono stati quaranti secoli di trepidazioni, non per me ma perl e mie povere sorelle. 

E quanti ne ho passati di momenti brutti! Giorni e notti intere sotto un fuoco d'inferno e adesso che sono più al sicuro a sangue freddo mi vado 

domandando come mai sia ancora vivo e sano!... quante volte ho visto la morte davanti agli occhi e non so proprio come mi abbia risprmiato... certo oltre 

alla protezione di S. Emidio io ho avuto la mia buona mamma che dal cielo ha vegliato su di me!!! 

Quanti episodi di valore, di dolore e di morte potrei raccontarle e se il Signore non vorrà che cada vittima della guerra, come spero, sarà l'oggetto di tante 

nostre conversazioni; intanto però glie ne racconto uno, con patto che non lo sappiano le mie sorelle alle quali l'ho taciuto. Il due settembre la gloriosa 

avanzata sull'altipiano della Bainsizza segnava il suo termine ad oltre dodici chilometri dalla linea con l'occupazione di tutte le migliori posizioni. Il nemico 

in ritirata sfogava la sua bile con un fuoco infernale di artiglieria, controbattuta efficacemente dalla nostra. Noi assistevamo a sì terribile duello quando il 

capitano mi chiama e mi comanda di portare un ordine in un posto avanzato. Prendo il coraggio a due mani e via... ma il tragitto che devo percorrere è 

terribilmente battuto da tutti i calibri... le granate mi scoppiavano a breve distanza da tutte le parti... Proseguivo il cammino raccomandandomi l'anima e 

stringendo la reliquia di S. Emidio. Ad un certo punto mi viene un'idea: lasciare il sentiero e prendere ad arrampicarsi su per la campagna fra la roccia... 

avevo fatto pochi passi che ecco un sibilo sinistro di un grosso proiettile che s'avvicina, mi getto a terra, ... e appena in tempo, il proiettile va a scoppiare 

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proprio sulla strada in quel punto in cui dovevo allora passare. L'invocazione di S. Emidio e lo scoppio fu tutt'uno e attorno e sopra a me fu un sibilare di 

schegge mortali e io non ricevo che della terra che mi ricopre. Riavutomi dalla poco gustosa impressione, mi rialzo e nell'allontanare la terra dai miei 

panni mi accorgo di aver il braccio dolente; non mi curo di esso che al ritorno e compio il mio dovere. Il dolore intanto aumentava sempre; tornato al mio 

posto vado ad osservare e trovo una lieve ferita contusa che il capitano dichiarò prodotta da sasso proietto per lo scoppio di una granata. Fortunatamente 

me la cavai con poco, ma intanto il nemico ha voluto toccarmi. Alle sorelle non ho voluto dirlo perché è stat una sciocchezza e chissà cosa avrebbero 

pensato. Ella si meraviglierà, come mai la Sanità sia andata in prima linea. Deve sapere che noi fino a dieci giorni or sono non abbiamo funzionato da 

ospedaletto ma da infermeria avanzata di sezione in prima linea dove si medicavano i feriti leggeri che poi ritornavano in trincea.Ora siamo venuti un po' 

più indietro e stiamo impiantando l'ospedaletto. Sono un po' dimagrito ma ma sto con una salute di ferro. I disagi della guerra li sopporto da italiano e da 

cristiano. Del resto: faccia il Signore! Ma finisca presto che l'unico desiderio è tornare a casa a riabbracciare le care sorelline. Distinti auguri a lei e al Sig. 

Michele e auguri alla Sig.na Maria, 

Don Peppe 

Mi mandi l'indirizzo di Maria che le invierò una fotografia che ebbi la velleità di farmi prima di partire a ricordo di questo terribile suicidio dell'umanità. 

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Le Garzantine, Atlante storico, 2003 

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http://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Rigoni-stern/Prima_guerra 

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(Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di Storia, B.Mondadori) 

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(Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di Storia, B.Mondadori) 

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La Grande guerra 1914 – 1918 

una scheda didattica: appunti per capire 

(legenda: I = Italia /F = Francia / GB = Gran Bretagna / D = Germania / IO = Impero Ottomano / IA = Impero asburgico / R = Russia / S = Serbia / P = Polonia) 

1. Una guerra "grande" 

1. una guerra per l'egemonia europea, mondiale per le nazioni coinvolte (anche non europee), ma europea nelle origini e nello svolgimento 

2. mondo eurocentrico (tecnologia, prestigio economico, cultura) 

3. connessione strategica, politica, e militare dell'Europa con Asia e Africa = COLONIALISMO e IMPERIALISMO 

1. GB e F (+ Belgio I / D) e spartizione dell'Africa 

1. missione civilizzatrice? 

2. impero coloniale: status symbol? 

3. aggressività del capitale monopolistico (GB D) industriale e finanziario 

1. nuovi mercati, controllo materie prime 

2. una "guerra civile europea" (John M. Keynes, Esortazioni e profezie, Il Saggiatore, Milano, 1968) 

1. scontro fra stati e potenze, sistemi politici, visioni del mondo, valori che condividevano un patrimonio millenario di storia civiltà religione e cultura 

3. una guerra totale per "scopi illimitati" 

1. "Nell'Età degli imperi, la politica e l'economia si erano fuse. La rivalità politica internazionale si modellava sulla crescita e sulla competizione economica. [...] 

Le frontiere naturali della Standard Oil, della Deutsche Bank o della De Beers Diamond Corporation erano i limiti estremi del globo, o piuttosto i limiti 

della loro espansione. [...] La Germania voleva una posizione di predominio politico e marittimo mondiale pari a quella britannica [...] già in declino.[...] 

Per la Francia [...] era in questione il (suo) futuro come grande potenza." (E. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano 1994) 

2. Il contesto internazionale politico-economico 

1. Europa in crisi di legittimità: nazionalismi e terrorismi 

1. antiche e nuove monarchie (GB / D) / imperi multinazionali (R / IA / IO) repubbliche (F) 

2. lotte politiche e sociali interne (rivoluzione russa 1905; Giovani Turchi 1908; Boxer, Cina 1901) 

1. ascesa incontrollabile del movimento operaio, del "IV Stato" 

123

2. guerra come "diversione alle lotte politiche interne" (Rosario Villari, Storia dell'Europa contemporanea, Laterza, Bari 1972 p. 430) 

2. nazionalismo dei governanti e delle masse 

1. orgoglio nazionale: appartenenze, identità (difesa della Kultur in D; orgoglio imperiale britannico; scontro ideologico laico-clericale, xenofobia, 

antisemitismo francese; "quarta guerra d'indipendenza" per gli italiani) 

1. patriottismo 

1. "agli Stati occorreva una religione civile – il "patriottismo" – perché sempre meno potevano accontentarsi di un atteggiamento passivo dei loro 

cittadini." (Eric J. Hobsbawm, Nazioni e nazionalismo dal 1780, Einaudi, Torino, 1991) 

2. la "polveriera balcanica" pressioni esterne (A / GB / R / I) sul panslavismo serbo 

3. irredentismo italiano 

4. "Tutte le maggiori potenze belligeranti presentarono la Grande Guerra come difensiva. E tutti, indistintamente la presentarono come una minaccia 

proveniente dall'esterno a quelle che erano le conquiste civili del proprio paese, della propria parte." (E. Hobsbawm, cit.) 

3. blocchi plurinazionali di alleanze 

1. schieramenti attorno ai contendenti più forti (GB / D) 

1. 1882 Triplice Alleanza (I / D/ A) 

2. 1904 Entente Cordiale (Londra e Parigi vs Germania per le colonie e l'Alsazia-Lorena) (accordo: Marocco francese, Egitto inglese) 

1. 1907 + Russia = Triplice Intesa 

2. blocchi = fattore di neutralizzazione dei conflitti e garanzia di equilibrio? 

3. coalizioni per "guerra di redistribuzione" di potenziali aree di mercato in Europa sud-orientale e Vicino Oriente? 

1. "La disgregazione e il crollo dell'Impero turco precapitalistico [...] crearono un intrico di problemi internazionali e di ambizioni che coinvolsero tutte le 

potenze imperialistiche europee. L'occasione effettiva dello scoppio della lotta fu messa in relazione alle aspirazioni delle nazionalità oppresse dei Balcani 

all'indipendenza nazionale. Tuttavia [...] si ampliarono fino ad includere l'intero problema della redistribuzione del mondo. I trattati di pace 

mostrarono quello che fu il punto centale della guerra più chiaramente di tutte le particolari e relativamente minori dispute [...]" (Paul M. Sweezy, La 

teoria dello sviluppo capitalistico, Einaudi, Torino 1951) 

4. "guerre prima della guerra" 

1. 1899 anglo-boera (oro diamanti / egemonia inglese in Africa) 

2. 1904 russo- giapponese (industria, espansionismo) 

3. crisi marocchine (colonialismo) 1906 1911 

124

4. 1911 occupazione italiana della Libia 

5. Balcani 

1. 1908 Giovani Turchi, deposizione sultano 

2. 1908 Austria, annessione Bosnia Erzegovina (insofferenza della Serbia) 

3. 1912 – 1913 altre guerre balcaniche 

3. Come si "mondializza" la guerra. La mobilitazione 

il fronte interno 

1. mobilitazione militare (pressione psicologica sugli stati rivali) 

1. richiamo riservisti, reclutamento volontari 

1. le risorse umane: sempre nuovi soldati (i ragazzi del '99) 

2. i contadini-fanti 

1. "Nella Grande Guerra le classi subalterne sperimentano per la prima volta in forma tanto estesa, profonda e totalizzante la presenza di quella potenza 

estranea che è lo stato. [...] prima lo stato si accontentava di esigere periodicamente dei tributi. [...] ora è vicino e invadente [...] la sua azione non è 

soltanto negativa, di esclusione e controllo, ma diventa positiva di coinvolgimento e di promozione. [...] Ed ecco un primo aspetto della modernità: [...] 

lo stato [...] diverrà una presenza costante ineliminabile nella vita di ciascuno. Ma c'è un altro aspetto [...] (è una) carneficina industrializzata [...] la prima 

esperienza generalizzata della società di massa [...] della morte di massa, standardizzata, prodotta in grande serie, organizzata." (A.Gibelli, Per una storia 

dell'esprienza di guerra dei contadini, in Movimento operaio e socialista, 1986, n.1) 

2. massiccio armamento 

1. industria pesante (Krupp a Essen, impiega 70.000 operai) 

2. nuove armi 

1. tecnologia, ricerca scientifica e industria chimica: armi pesanti, mortai, cannoni, gas (+ usati sul fronte russo) 

2. guerra di terra, acqua (U Boote,) aria (primo aereo per bombardamento strategico usato nel 1915) 

2. le risorse materiali: prodotti bellici,alimentari; lo stato commitente dell'industria militarizzata, desindacalizzata 

3. le donne, al lavoro (pagate di meno), nei campi, nelle fabbriche, ("munitionnette", operaie nelle fabbriche di munizioni); capifamiglia a casa 

1. momento cruciale della faticosa emanciazione femminile? In crisi i rappporti tradizionali? 

125

1. "In effetti la guerra aveva consolidato, se non addirittura irrigidito, la rappresentazione tradizionale dei ruoli maschili e femminili. [...] dell'uomo virile 

che rischia l vita sui campi di battaglia, ma anche quella della donna che cura, consola e tranquillizza. A conti fatti, secondo alcuni, la guerra avrebbe 

bloccato, piuttosto che accelerato l'evoluzione dei rapporti di genere." (A. Prost, Lo sconvolgimento delle società, in La prima guerra mondiale, a c.di S. 

Audoin-Rouzeau e J.J. Becker, vol. II, Einaudi, Torino 2007, pp.542-543) 

2. mobilitazione politica 

1. coinvolgimento di popolo 

2. intellettuali arruolati in "servizio spirituale armato" (Thomas Mann, Considerazioni di un impolitico, De Donato, Bari 1967) 

3. comunicazione e propaganda 

1. guerra per difendere la cultura della propria nazione da contaminazioni extranazionali 

2. guerra, veicolo di modernità = alfabetizzazione, omologazione di usi e costumi, promesse di denaro e lavoro 

3. guerra di massa 

4. sindrome della "difesa" 

1. per difesa e/o per prestigio 

4. lo Stato estraneo e lontano diventa presente 

1. promuove la cultura della guerra, la legittima, ne crea i miti (virilità, cameratismo, uomo-guerriero) 

2. orienta l'opinione pubblica 

4. il pacifismo delegittimato = "disfattismo". E' il "nemico interno". 

1. fallimentare il pacifismo solidaristico dell' Internazionalismo socialista 

1. 1915, Zimmerwald, conferenza socialista, prevale tesi bolscevica pro guerra, non pro pace senza annessioni e senza indennità 

1. "La guerra civile non conosce non belligeranti, essa ricerca ovunque, senza pietà, le forze vive delle classi nemiche. Perché una classe 

sociale colpita nei suoi interessi vitali si confessi vinta, bisogna infliggerle perdite terribili. Bisogna che i suoi figli più vigorosi, più 

intelligenti più coraggiosi siano falciati. Bisogna che venga versato il sangue migliore." (Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario, 

Ed. e/o Roma2001) 

2. 1916, Kienthal, ribadita questa tesi che porterà alla rivoluzione d'Ottobre e alle lotte operaie in I D del dopoguerra 

2. in pochi mesi "l'entusiasmo nazionalistico afferrò le masse, travolse ovunque i gruppi che si erano espressi contro la guerra". Anche i socialisti 

(fallimento della II Internazionale) non si opposero alla guerra. Un fatto "sorprendente", secondo Wolfgang J. Mommsen (L'età dell'imperialismo, 

126

Feltrinelli, Milano 1970, pp. 317-319) 

1. le "comunità d'agosto" europee pro guerra 

1. "Il senso comunitario, che spinse le folle nelle strade delle città d'Europa e legò la gente fino allora completamente estranea con una sorta di 

magica coesione, ben di rado aveva un movente intellettuale. [...] temi dominanti della esperienza d'agosto: l'esperienza della comunità e la 

fuga da tutto ciò che era connesso alla nozione di moderna società industriale." (E.J. Leed, Terra di nessuno. Esperienza bellica e identità 

personale nella prima guerra mondiale, Il Mulino, Bologna, 1985, pp. 59-61) 

1917, con l'ingresso in guerra degli USA, si aggiungono altri motivi: il diritto, la democrazia, le libertà di tutte le piccole nazioni (Wilson) 

1. la guerra si autogiustifica come guerra delle forze del bene, della democazia della libertà. E' "morale". (L. Russo,Vita e disciplina militare, Il Saggiatore, 

al fronte 

Milano 1992) 

1. confronto quotidiano con la morte di massa 

2. conseguenze psicologiche 

1. abitudine 

1. "In pochi giorni, gli europei della civiltà delle buone maniere, lasciano, praticamente senza alcuna transizione, lavoro, famiglia, vita sociale raffinata 

e civile per assumere comportamenti del tutto opposti. [...] Un'inaudita violenza si integrò con facilità sconcertante nella vita di ciascuno. [...] Il 

crollo della civiltà individuato da Norbert Elias nel totalitarismo nazista si era verificato ben prima, e precisamnete tra il 1914 e il 1918." (S. Audoin- 

Rouzeau – A. Becker, La violenza, la crociata il lutto. La Grande guerra e la storia del Novecento, Einaudi, Torino 2002, pp 25-25) 

2. "la più cruenta e disastrosa di tutte le guerre sperimentate fin qui, a causa della micidiale perfezione raggiunta dalle armi sia offensive che 

difensive; [...] altrettanto crudele e accanita e spietata dal punto di vista delle coscienze [...] lo Stato ha interdetto al singolo la pratica dell'illecito 

non per abolirla, ma per averne il monopolio [...] elimina le sedimentazioni di cilviltà e lascia riapparire l'uomo primitivo, [...] smaschera la 

fragilità del processo di incivilimento dell'uomo."(S. Freud, Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, 1915) 

2. traumi 

1. shock-shell da bombardamento (nevrosi, sordità, mutismo, paralisi, dissociazioni psichiche) 

2. episodi di automutilazione 

3. repressione della renitenza (rara di massa), 

1. disciplina rigida 

127

4. Il conflitto 

2. decimazione 

3. censura 

4. la trincea 

1. riproduce i ruoli della fabbrica tayloristica = il fante come l'operaio, alienato 

1. " [...] la disillusione [...] inaridì e confuse la logica su cui erano basati il significato morale della guerra e la figura del guerriero. [...] Nelle trincee 

i soldati appresero che la distruzione tecnologica e la produzione industriale sono immagini speculari l'una dell'altra." (E.J. Leed, Terra di 

nessuno. Esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale, Il Mulino, Bologna, 1985, pp. 59-61) 

2. in trincea 

1. tre linee (di norma): terra di nessuno / linea sotterranea / prima linea / linea di rinforzo + linea di riserva e, perpendicolari, quelle di 

comunicazione 

3. "un immobilità che pare a volte impossibile poter conservare, sotto il flagello di una pioggia incessante (Eugenio Garrone, fante, da A. Omodeo, 

Momenti della vita di guerra, Dai diari e dalle lettere dei caduti 1915-18, Einaudi, Torino 1968) 

4. cameratismo: "un'esperienza positiva, giacché anche prima del conflitto molti avevano ardentemente desiderato una qualche specie di comunità 

significativa, che offrisse un antidoto al generale sentimento di solitudine dell'uomo moderno." (George L. Mosse, Le guerre mondiali. Dalla 

tragedia al mito dei caduti, Laterza, Bari 1990, pp. 45-46) 

5. guerra spettacolo, armi nuove 

1. 24/6/1914 attentato di Sarajevo, Gavrilo Princip, studente serbo, uccide l'arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia 

2. 28/7/1914 l' Austria dichiara guerra alla Serbia 

3. 1914: entrano in guerra: D (Piano Sclieffen vs F), R / F / GB Giappone (23 agosto 1914) 

1. IO, ottobre 1914 

4. illusione guerra breve e miopia tecnologico-militare degli stati maggiori 

5. 1914/ 1915: offensive verso Parigi (D) (prime trincee sulla Marna, la Somme, l'Aisne); verso la Polonia (R) (Russi respinti, Tannenberg e Laghi Masuri), verso 

Balcani (A) e Dardanelli (F / GB) diventano guerra di posizione 

6. 1914 Italia neutrale 

7. 1915 Italia in guerra 

128

8. 1916: entrano in guerra Montenegro, Grecia, Romania, Portogallo con l'Intesa – Bulgaria con gli Imperi centrali (dal 1915) 

1. Verdun, "battaglia di dissanguamento" (febb. aprile, 600.000 morti) 

9. 1917, la svolta 

1. sbandamento dell'esercito russo (due rivoluzioni) 

2. rotta di Caporetto, 24 ottobre 

3. USA in guerra (fine isolazionismo, politica di non interferenza fra Europa e Usa che risaliva alla dottrina Monroe del 1823) 

1. perché? 

1. affinità con le potenze democratiche dell'Intesa 

2. salvaguardare la libertà di commercio sui mari (contrastata da guerra sottomarina - affondamento Lusitania) 

3. preoccupazione per i prestiti a GB e F 

4. crisi degli eserciti con episodi individuali di sbandamento morale (anche a Caporetto), ammutinamento (in Francia) 

5. scioperi e sommosse al "fronte interno": razionamenti, denutrizione, epidemie 

6. la Nota di Benedetto XV 

10. 1918 

1. marzo, resa della Germania, dopo offensiva di Ludendorff arrivato a 60 km. da Parigi, controffensiva di Foch 

1. ammutinamento flotta Kiel, scioperi e manifestazioni di sinistra a Berlino 

2. 9 novembre Guglielmo fugge in Olanda 

3. nasce in Germania il mito della "pugnalata alla schiena,decisivoperla svolta hitleriana 

4. Scheidemann, proclamazione repubblicana 

5. 11 novembre firma armistizio a Rethondes 

2. sett./ott. resa Bulgaria e IO 

5. La guerra italiana 

1. 1914, Italia neutrale per clausole della Triplice che è difensiva, qualsiasi intervento presuppone comunicazione preventiva per impreparazione militare (dopo 

la recente guerra di Libia [1911]) 

1. "sacro egoismo" 

129

1. Salandra e Sonnino, Vitt. Em. III, le gerarchie militari, dopo trattative fallite, per concessioni territoriali con gli Imperi centrali, puntano sull'Intesa 

2. italiani divisi 

1. neutralisti e interventisti 

1. "due posizioni che riconducevano al contrasto risorgimentale di Sinistra e Destra, di liberalismo democratico e liberalismo puro, di ideologia astratta e 

ideologia storica. [...] I neutralisti erano i liberali di Destra [...] vedevano (la guerra) priva e scarsa di motivi ideali e ricca di quelli industriali e 

commerciali. [...] Gli interventisti o liberali democratici [...] ritenevano in quella guerra di coronare l'edificio incompleto della indipendenza dei popoli 

e delle libertà interne e che la giustizia fosse dalla parte dell'Intesa." (Benedetto Croce, Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Laterza, Bari 1959) 

2. "L'intervento dei democratici [...] delenda Austria . [...] Con lo sfasciarsi dell'Impero asburgico sarebberro sorti nuovi stati nazionali [...] con l'obiettivo 

di costruire con gli slavi un edificio comune adriatico e centro-europeo, come aveva voluto Mazzini. All'opposta tradizione-Balbo si rifacevano i 

neutralisti, (per) un rafforzamento (dell'Impero asburgico) ad Oriente, antemurale della civiltà europea contro la marea slava [...] contro gli smodati 

appetiti della Russia e l'eccessivo dilatarsi della Germania." (Federico Chabod, Sulla politica estera dell'Italia, in Orientamenti per la storia d'Italia del 

Risorgimento, Laterza, Bari 1952) 

2. interventisti 

1. irredentisti: Cesare battisti, per la conclusione del processo risorgimentale 

2. socialisti rivoluzionari: Benito Mussolini (nel '12 aveva voluto l'espulsione di Bonomi e Bissolati per il loro sostegno alla guerra di Libia) per abbattere la 

società capitalistico-borghese 

3. nazionalisti (D'Annunzio, Papini, Corradini): per prestigio e "ripulire" il paese dal parlamentarismo servile del "mestatore di Dronero" (D'Annunzio su 

Giolitti) 

3. neutralisti 

1. liberali giolittiani: "neutralismo contratto". E'consapevole Giolitti dell'organizzazione militare degli Imperi, dell'efficienza bellica inglese, delle difficoltà 

logistiche dei nostri fronti con l'Austria. Spera nell'accordo con l'Austria in dissoluzione per le rivalità e le ribellioni interne. 

2. socialisti pacifisti: 

1. "Italia mediatrice e pacificatrice dei popoli [...] ha bisogno di chiedere l'aumento della sua influenza economica e politica nel mondo unicamente 

allo sviluppo superiore della sua civiltà, all'incremento della sua produzione, al rinvigorimento della sua organizzazione e disciplina intellettuale, 

morale, industriale [...] attività che la guerra e l'organizzazione per la guerra impediscono e stroncano ineluttabilmente." (Filippo Turati, Trent'anni 

di critica sociale, Zanichelli, Bologna 1921) 

2. "La guerra porta l'accresciuta potenza della borghesia [...] il rafforzamernto del militarismo [...] due condizioni che indeboliscono l'efficacia delle 

130

forze proletarie nelle lotte per la loro emancipazione." (Rodolfo Mondolfo, in "Critica",1914) 

3. cattolici popolari e destra clericale 

4. "neutralità condizionata", la maggior parte dei cattolici, per non apparire ancora contraria all'unificazione nazionale 

5. italiani e parlamento in maggioranza neutralisti 

6. 26/4/1915 Patto di Londra, L'Italia passa all'Intesa 

1. impegno militare con F / R / GB in cambio di Trentino,Tirolo cisalpino (fino al Brennero) ,Trieste, Gorizia e Gradisca, Istria, isole dalmate (art. 4), 

provincia di Dalmazia (art. 5), parte equa nella spartizione della Turchia d'Asia, equo compenso con domini coloniali tedeschi (Eritrea, Somalia, Libia) 

2. "... potremo incontrare qualche difficoltà, giustificata sia dalla teoria della nazionalità, sia dalle accresciute presenti nostre domande in paragone di quelle 

formulate nelle conversazioni anteriori. [...] è indispensabile a giustificare la decisione del Governo di Sua Maestà, appagare il più possibile le aspirazioni 

nazionali. (Guglielmo di Francavilla Imperiali, ambasciatore italiano a Londra in Luigi Aldovrandi Marescotti, Guerra diplomatica, Mondadori, Milano 

1936 p. 66) 

7. 20/5 parlamento vota sì all'intervento, dopo il "maggio radioso" 

1. fragilità del sistema parlamentare che anticipa il 28/10/1922 

2. non "colpo di stato", ma persuasione del ceto medio, con propaganda, "discese in piazza", violenza politica 

3. convergenza di posizioni antitetiche, lontane, a volte paradossali come la "rivoluzione giacobina attuata col consenso del re" (con) "valenze 

antidemocratiche implicite in una mobilitazione diretta contro il primo Parlamento eletto in Italia a suffagio (quasi) universale maschile." (Giovanni 

Sabbatucci, Le radiose giornate in Aa. Vv., Miti e Storia dell'Italia unita, Il Mulino, Bologna 1999, pp. 98-99) 

8. 24/5/1915 Italia in guerra 

1. due fronti, generale Cadorna 

1. ovest: Trentino, Cadore, Carnia strategia difensiva 

1. 1916 Strafexpedition (spedizione punitiva austriaca) a stento bloccata 

2. cattura di Cesare Battisti sul Monte Corno, impiccato il 12 luglio 

1. l'immagine del boia fiero, in posa con il corpo del patriota, fa scrivere a Karl Kraus, ne Gli ultimi giorni dell'umanità (1922): "non solo 

abbiamo impiccato, ma ci siamo anche messi in posa, e abbiamo fotografato non solo le esecuzioni, ma anche gli spettatori e addirittura i 

fotografi." 

2. est: valle Isonzo, Carso strategia offensiva 

1. undici offensive 

131

2. centinaia di migliaia di morti 

3. 1916 presa di Gorizia 

9. 1917, 24 ottobre "rotta" di Caporetto e ritirata italiana fino al Piave 

1. Diaz al posto di Cadorna 

2. intensificata la propaganda, "uffici P", repressione del disfattismo 

10. 1918 

1. Italia, giugno Battaglia del solstizio sul Piave, arrestata l'offensiva austriaca 

2. 24 ottobre vittoria a Vittorio Veneto 

3. 4 novembre, armistizio, a Villa Giusti (PD) 

6. Quattro "grandi vincitori" alla "conferenza dei popoli" per 5 trattati. Di pace? 

1. Wilson, Clemenceau, Lloyd George, Orlando 

1. i Quattordici punti di Wilson 

1. due principi ispiratori: libertà di commercio e principio di nazionalità 

2. ex Impero austroungarico > nuovi stati: Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia 

1. all'Italia, Trentino Alto Adige, Trieste, Istria 

1. "vittoria mutilata", non Fiume, né Dalmazia 

2. evidente presunta superiorità italiana sui popoli slavi fa insistere sulla loro sottomissione come nazione 

1. "Se invece l'Italia avesse puntato risolutamente sulla distruzione dell'impero asburgico e sulla liberazione dei popoli oppressi, secondo il pensiero 

mazziniano, si sarebbe posta come la naturale alleata di questi ultimi, aggiudicandosi automaticamente una preziosa influenza politica ed economica 

oltre Adriatico." (Giorgio Spini, Disegno stotrico della civiltà italiana, vol. III, Ed. Cremonese, Roma 1952) 

3. ex impero ottomano > mandati a F e GB in Medio Oriente 

1. all'Italia, Dodecaneso 

4. "cordone sanitario" nell'Europa centro-orientale = cuscinetto antibolscevico 

1. repubbliche baltiche indipendenti, Finlandia, Romania plurinazionale, Polonia ricostituita come stato sovrano (con un terzo di cittadini non polacchi al suo 

interno, molti tedeschi) 

132

5. il dramma degli esodi, di profughi e apolidi, l'emarginazione delle minoranze, i trasferimenti coatti 

6. Versailles, il trattato di pace con la Germania 

1. amputazioni territoriali (Alsazia-Lorena restituita alla Francia + Saar in cessione temporanea) 

1. - 13 % territorio 

2. - 10% popolazione 

3. - 75 % giacimenti e industrie 

2. smilitarizzazione riva sinistra del Reno e occupazione alleata della Renania-Palatinato 

3. perdita colonie 

4. risarcimento danni di guerra 

7. Germania: sue le responsabilità oggettive? 

1. articolo 231 (Trattato di Pace): "I governi alleati e associati dichiarano, e la Germania riconosce, che la Germania e i suoi alleati sono responsabili, per averli 

causati, di tutte le perdite e di tutti danni subiti dai governi alleati e associati e dai loro cittadini". 

1. Sì 

1. George Lichtenheim (L'Europa del Novecento, Storia e cultura, Laterza, Bari 1972, pp. 134-135) pone al centro le ambizioni espansionistiche 

tedesche e riferisce di Von Moltke, capo di stato maggiore tedesco, che già nel 1913, al suo collega austriaco, dichiara che ci sarà una guerra, un 

conflitto tra "teutoni e slavi". 

2. Fritz Fischer (Assalto al potere mondiale, La Germania nella guerra 1914 1918, Einaudi, Torino 1965, pp. 96-97) anche Hollweg, il cancelliere, 

oltre al Kaiser, ai militari e al Ministro degli esteri, nelle convulse giornate del 5 e 6 luglio, era favorevole (dal diario del suo segretario privato Kurt 

Riezler) al conflitto. 

2. No 

1. E' l'Austria a chiedere appoggio alla Germania per non lasciare "impunito quel focolaio di agitazione criminale che è Belgrado ". Voleva eliminare la 

Serbia "come fattore politico dai Balcani" (lettera autografa di Francesco Giuseppe a Guglielmo II (Gian Enrico Rusconi, Rischio 1914. Come si 

decide una guerra, Il Mulino, Bologna 1987 pp. 53-55). La Germania pensa, accettando, di esercitare una "deterrenza nei confronti della Russia" 

(come nel 1909). Semmai, dunque, per Rusconi, si è trattato di "imprevidenza del gruppo dirigente tedesco di fronte alla qualità del conflitto che 

era totale e per "scopi illimitati", come sostiene Hobsbwam (Il secolo breve) evidenziando il fenomeno, altrimenti ingiustificabile, della 

"democratizzazione della guerra". 

133

2. non "colpevolista", Golo Mann (Storia della Germania moderna, 1789-1958, Garzanti, Milano 1981, p. 378), che attribuisce alle recriminazioni 

etiche e politiche dei vinti, l'armistizio punitivo per i tedeschi poi da loro stessi trsformato in base di riscatto. 

8. Il punto di vista italiano alla conferenza pace 

1. L'intransigenza di Sonnino 

1. "L'idea fissa dell'Italia di ottenere ingrandimenti territoriali l'aveva portata a trascurare nel trattato gli aiuti economici di cui aveva bisogno; e, nel 1919, 

sempre per le medesime ragioni, i problemi delle materie prime e dei più ampi interessi economici italiani nel Mediterraneo, furono ancora una volta 

del tutto negletti. [...] Sonnino riteneva che non fosse decoroso chiedere un prestito, ma che non vi fosse invece nulla da eccepire al fatto di chiedere un 

pezzo di terra altrui che per di più non era neppure stato conquistato. " (Denis Mack Smith, Storia d'Italia dal 1861 al 1958, Laterza, Bari 1960) 

2. Grazie alla sindrome da "vittoria mutilata", l'Italia aveva vissuto un dopoguerra più da paese vinto che da paese vincitore: con conseguenze tutt'altro che 

trascurabili sulla coesione della società civile e sulla solidità delle istituzioni." (Giovanni Sabbatucci, La vittoria mutilata, in Aa. Vv. Miti e storia 

dell'Italia unita, cit.) 

9. "Profezia" di Keynes 

1. "Se la guerra civile europea dovesse concludersi con una Francia e un'Italia che abusano del loro momentaneo potere di vincitori sulla Germania e 

sull'Austria-Ungheria, oggi prostrate, le prime chiederebbero con ciò la loro stessa distruzione: tanto profondi ed inestricabili sono gli invisibili legami, 

psicologici ed economici che le uniscono alle loro vittime." (J. M. Keynes) 

2. non fu pace, nonostante le premesse e le speranze di Wilson. 

1. nelle trattative prevalse la "cultura del nemico" e il principio di autodeterminazione si scontrò con gli egoismi nazionali, gli stati multietnici, le colonie e 

la volontà di dominio degli stati più potenti. 

3. debolezza della Società delle Nazioni: non vi parteciparono USA, Giappone e Russia = espressione di fatto degli interessi anglo-francesi. 

4. "[...] l'intero problema della redistribuzione del mondo. I trattati di pace mostrarono quello che fu il punto centale della guerra più chiaramente di tutte le 

particolari e relativamente minori dispute [...]" (Paul M. Sweezy, La teoria dello sviluppo capitalistico, cit.) 

134

IL COSTO UMANO DELLA GUERRA (dati approssimati per difetto, da Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di Storia, B.Mondadori) 

Nazioni belligeranti Massimo delle forze 

mobilitate 

Intesa 

Caduti Feriti Prigionieri o dispersi Perdite sulla forza 

mobilitata 

Russia 12 000 000 1 700 000 4 950 000 2 500 000 76,30% 

Gran Bretagna 8 900 000 910 000 2 100 000 190 000 35,80% 

Francia 8 500 000 1 357 000 4 266 000 537 000 73,30% 

Italia 5 615 000 650 000 947 000 600 000 39,00% 

Usa 4 355 000 126 000 234 000 4 500 8,20% 

Romania 750 000 335 000 120 000 80 000 71,40% 

Serbia 707 000 45 000 133 000 152 000 46,80% 

Belgio 267 000 13 000 44 000 34 000 34,90% 

Grecia 230 000 5 000 21 000 1 000 11,70% 

Portogallo 100 000 7 000 13 000 12 000 33,30% 

Montenegro 50 000 3 000 10 000 7 000 40,00% 

Imperi Centrali 

totale 41 474 000 5 151 000 12 838 000 4 117 000 52,30% 

Germania 11 000 000 1 773 000 4 216 000 1 152 000 64,90% 

Austria-Ungheria 7 800 000 1 200 000 3 620 000 2 200 000 90,00% 

Impero ottomano 2 850 000 325 000 400 000 250 000 34,20% 

Bulgaria 1 200 000 87 000 152 000 27 000 22,20% 

totale 22 850 000 3 385 000 8 388 000 3 629 000 67,40% 

Totale generale 64 324 000 8 536 000 21 226 000 7 746 000 57,60% 

135

ibliografia scolastica: 

Atlante storico Garzanti, Le Garzantine, 2003 

a cura di Massimo L. Salvatori, Enciclopedia Storica Zanichelli, 2000 

De Luna, Meriggi ,Tarpino, Codice Storia, vol. 3, Paravia, 2000 

Ariotti, I temi di Codice Storia, Tempi di guerra, Le guerre del secolo breve, Paravia, 2000 

Bonanno, Arcangeli, La nuova critica storica (dal 1900 a oggi), vol. 3, Liviana Marietti Scuola, 2009, pagg. 53–85 

Fossati, Luppi, Zanette, Parlare di storia, vol. 3, Ed. Scol. Bruno Mondadori, 2009 

narrativa consigliata: 

Carlo Emilio Gadda Giornale di guerra e di prigionia, con il "Diario di Caporetto", Garzanti Elefanti, 2002 

Emilio Lussu, Un anno sull'altipiano, Einaudi 1945 

Erich Maria Remarque, All Quiet on the Western Front, Triad Granada 1977 

Ernest Hemingway, A Farewell to Arms, Mondadori, 1956 (Addio alle armi, trad. Pivano, 1965) 

Norman Gladden, Across the Piave, British Crown, 1971 (Al di là del Piave, trad. Zuppelli Morin, Garzanti, 1977) 

saggi: 

Paul Fussell, The Great War and Modern Memory, Oxford University Press, 1975 (La grande guerra e la memoria moderna, trad. Panzieri, Il Mulino 

2000) 

136

sitografia 

http://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/mondia2.htm 

http://www.museoguerrabianca.it/ http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-54cc7613-dedc-4288-a162-bad812abd21d.html 

http://www.raistoria.rai.it/editoriali/la-vittoria-della-grande-guerra-661.aspx 

http://www.esercito.difesa.it/root/storia/redipuglia.as p 

http://www.cimeetrincee.it/ 

http://www.cimeetrincee.it/cronolog.htm 

http://www.lagrandeguerra.too.it 

http://www.19141918.org 

http://www.pitt.edu/~pugachev/greatwar/ww1.html 

http://grande-guerre.org 


http://www.gruppoarcheologicobergamasco.org/Fortificazioni/Pagine%20Cadorna/Testi/Cronologia%20Grande%20Guerra.pdf 

http://www.grandeguerrafvg.org/page/home/ 

137

Introduzione Pag. 2 

Angelo Amatucci, sintesi 6 

Lettere di Angelo 14 

Enrico Calvaresi, sintesi 48 

Lettere di Enrico 51 

Ernesto Calvaresi, sintesi 71 

Lettere di Ernesto 74 

Giulio, sintesi 92 

Lettere di Giulio Calvaresi 95 

Don Peppe 112 

Carte 116 

La prima guerra mondiale: 123 

una scheda di appunti per capire 

bibliografia/sitografia 136 

INDICE 

138

Sotto il destino e fra i monti - IIS Fazzini-Mercantini

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