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La medicina in Grecia e Roma antica

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Nelle prime fasi, la <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> occidentale era una <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> teurgica, <strong>in</strong> cui la malattia era<br />

considerata un castigo div<strong>in</strong>o, concetto che si trova <strong>in</strong> moltissime opere greche, come l'Iliade, e che<br />

ancora oggi è connaturato nell'uomo.<br />

Il simbolo della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> è il serpente, animale sacro perché ritenuto,<br />

erroneamente, immune dalle malattie. Secondo un'altra versione nel<br />

simbolo non è rappresentato un serpente, ma l'estirpazione del<br />

Dracunculus med<strong>in</strong>ensis o verme di Med<strong>in</strong>a. Comunque, il serpente<br />

aveva un'importante funzione pratica nella <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>antica</strong>: nel tempio<br />

di ogni città c'era una sorta di cunicolo con i serpenti. Il tempio, <strong>in</strong>fatti,<br />

non era solo un luogo di devozione, ma anche un luogo dove si<br />

portavano i malati: la fossa dei serpenti serviva a spaventare il<br />

paziente, a cui probabilmente venivano date anche delle pozioni, per<br />

<strong>in</strong>durre uno stato di shock e fargli apparire il dio che così lo guariva.<br />

Col passare del tempo la <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> prese sempre più le distanze dalla<br />

religione s<strong>in</strong>o ad arrivare alla <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> razionale di Ippocrate, che<br />

segnò il limite tra razionalità e magia.<br />

Le prime scuole si svilupparono <strong>in</strong> <strong>Grecia</strong> e nella Magna <strong>Grecia</strong>, cioè <strong>in</strong><br />

Sicilia e <strong>in</strong> Calabria. Tra queste, fu importantissima la scuola pitagorica.<br />

Pitagora, grande matematico, operava nell'isola di Samo, ma si spostò<br />

a Crotone quando il tiranno Policrate prese il potere nella sua città. Egli portò nella scienza naturale,<br />

ancora non def<strong>in</strong>ibile <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>, la teoria dei numeri: secondo Pitagora alcuni numeri avevano<br />

significati precisi e, fra questi, i più importanti erano il 4 e il 7. Il 7 ha sempre avuto un significato<br />

magico, per es. nella Bibbia un numero <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito è <strong>in</strong>dicato come 70 volte 7. Tra l'altro il 7<br />

moltiplicato per 4 dà 28, cioè il mese lunare della mestruazione, e 7 per 40 dà 280, cioè la durata <strong>in</strong><br />

giorni della gravidanza. Sempre per la connotazione magica del 7 si diceva che era meglio che il<br />

bamb<strong>in</strong>o nascesse al 7° mese piuttosto che all'8°. Anche il periodo di quarantena, cioè i 40 gg che<br />

servirebbero per evitare il contagio delle malattie, è derivato dal concetto di sacralità del numero<br />

40. Tuttavia la scuola pitagorica non si limitò a questo, ebbe importanti allievi e <strong>in</strong> quel periodo<br />

nacquero delle scuole filosofiche molto importanti.<br />

Talete elaborò un'importante sistema secondo cui l'universo era costituito da: aria, acqua, terra,<br />

cui Eraclito aggiunse il fuoco (i 4 elementi fondamentali). In questo periodo venne dato grande<br />

rilievo anche alle qualità, secco e umido, freddo e caldo, dolce e amaro, etc.<br />

Un grande allievo di Pitagora, Alcmeone di Crotone, nel VI-VII secolo a.C. fu il primo ad avere<br />

l'idea che l'uomo fosse un microcosmo costituito dai 4 elementi fondamentali. Secondo lui<br />

dall'equilibrio degli elementi, che chiamò isonomia o democrazia, derivava lo stato di salute, mentre<br />

lo stato di malattia derivava dalla monarchia, ovvero dal prevalere di un elemento sugli altri.<br />

Alcmeone fu anche il primo ad <strong>in</strong>dividuare nel cervello l'organo più importante. S<strong>in</strong>o ad allora era<br />

stata data pochissima importanza al cervello, che era sempre sfuggito all'osservazione: all'epoca<br />

greca il corpo era sacro e non si praticavano dissezioni, ma veniva visto negli animali sacrificati<br />

come una massa gelat<strong>in</strong>osa e fredda di scarso <strong>in</strong>teresse. Alcmeone stabilì che il cervello doveva


essere l'organo che comandava l'organismo. Pare che si fosse anche reso conto, fatto poi smentito<br />

da altri, che i nervi servissero per condurre gli impulsi nervosi, ma questa notizia non ha lasciato<br />

traccia nella storia della scienza di allora.<br />

<strong>La</strong> vera e propria <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> razionale è da attribuire ad Ippocrate (V<br />

sec. a.C.), padre della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>. Ippocrate visse tra il 460 e il 370 a.C. nell'isola di Coo o Cos, nel<br />

Dodecanneso, dove si sviluppò la scuola razionale, cui vanno ascritti molti dei pensieri attribuiti ad<br />

Ippocrate, che visse nei 50 anni di pace periclea, periodo <strong>in</strong> cui fiorì la filosofia. Operò nell'area del<br />

Mediterraneo e nei suoi viaggi toccò la Sicilia, l'Egitto, Alessandria, Cirene, Cipro.<br />

<strong>La</strong> base della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> razionale è la negazione dell'<strong>in</strong>tervento div<strong>in</strong>o nelle malattie. Anche la<br />

famosa malattia sacra, l'epilessia, fu attribuita ad una disfunzione dell'organismo.<br />

<strong>La</strong> concezione di Ippocrate si rifaceva a quella di Talete ed <strong>in</strong> parte anche a quella di Alcmeone di<br />

Crotone, quando diceva che l'uomo è il microcosmo ed il corpo è formato dai 4 elementi<br />

fondamentali, nell'ord<strong>in</strong>e aria, fuoco, terra ed acqua. Secondo Ippocrate e la sua scuola (pare che<br />

addirittura si trattasse di suo genero Polibo), agli elementi del corpo umano corrispondevano, <strong>in</strong><br />

base a delle qualità comuni, degli umori: all'aria, che è dappertutto, corrispondeva il sangue; al<br />

fuoco, caldo, corrispondeva la bile; alla terra, per il colore, corrispondeva un umore scuro <strong>in</strong> realtà<br />

<strong>in</strong>esistente, forse osservato nella pratica dell'auruspic<strong>in</strong>a, durante il sacrificio degli animali. Il<br />

sangue della milza, venoso, molto scuro fu forse ritenuto essere un altro umore, diverso dal sangue,<br />

e fu chiamato bile nera, atrabile <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o e o mela<strong>in</strong>a kole' <strong>in</strong> greco; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e all'acqua corrispondeva il<br />

muco, o pituita o flegma, comprendente tutte le secrezioni acquose del nostro corpo (saliva, sudore,<br />

lacrime, etc.), localizzato pr<strong>in</strong>cipalmente nel cervello, che era umido e freddo come l'acqua.<br />

Agli umori furono fatte corrispondere anche le stagioni: la prima stagione, quella del sangue e<br />

dell'aria corrispondeva alla primavera, l'estate era quella del fuoco e della bile, l'autunno era quella<br />

della terra e dell'atrabile e l'<strong>in</strong>verno era la stagione dell'acqua, della pituita e del cervello. Fu fatto<br />

anche un parallelismo con le quattro età della vita, <strong>in</strong>fanzia e prima giov<strong>in</strong>ezza, giov<strong>in</strong>ezza matura;<br />

età virile avanzata, ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e età senile.<br />

Ippocrate, rifacendosi a quello che aveva detto Alcmeone di Crotone, sosteneva che la malattia<br />

derivasse dallo squilibrio, senza parlare


<strong>La</strong> <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> greca di Alessandria <strong>in</strong>fluenzò <strong>Roma</strong>, nonostante l’<strong>in</strong>iziale resistenza dei romani. A<br />

<strong>Roma</strong> la <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> era praticata <strong>in</strong> ambito familiare (il medico di famiglia era il pater familias, che<br />

aveva il potere assoluto sulla famiglia) e nessuna teoria vera e propria vi era alla sua base,<br />

risultando, perciò, una scienza empirica, anche se razionale.<br />

I medici, per lo più schiavi o liberti, che pretendevano un onorario per le loro cure, cosa che destava<br />

scandalo presso gli aristocratici tradizionalisti, erano considerati come utili artigiani tanto che molti<br />

signori istruivano alla <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> gli schiavi più dotati per tenerli presso di loro come medici personali<br />

o di famiglia servendosene, come permetteva la legge, anche dopo la loro liberazione.<br />

Una vera e propia formazione all’arte della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> non esisteva <strong>in</strong> <strong>Roma</strong>. Galeno, nel II secolo<br />

d.C., nota come molti dei suoi presunti colleghi non sappiano neppure leggere mentre il medico<br />

Tessalo, vissuto durante il governo di Nerone, pretende di formare alla <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> meno di sei<br />

mesi.Chiunque poteva dichiararsi medico e senza nessuna cognizione teorica o esperienza pratica<br />

aprire un ambulatorio. L’esercizio della professione era remunerativo e molti, del tutto <strong>in</strong>esperti,<br />

come ciabatt<strong>in</strong>i e tessitori, diventavano da un giorno all’altro medici o meglio lo diventavano<br />

facendo esperienza sulla pelle dei loro pazienti.<br />

Quello che noi oggi chiamiamo lo studio del medico nell’<strong>antica</strong> <strong>Roma</strong> non si dist<strong>in</strong>gueva dalle altre<br />

botteghe presenti nel foro che gli archeologi sono <strong>in</strong> grado di identificare solo per i reperti di<br />

strumenti medici ivi ritrovati. L’arredamento era piuttosto semplice: cassapanche e cassette per gli<br />

strumenti medici, le medic<strong>in</strong>e, teli e bende, anfore con acqua, olio e v<strong>in</strong>o, due sedie e sgabelli e<br />

spesso anche un lett<strong>in</strong>o. Nella completa mancanza di ospedali civili, vic<strong>in</strong>o all’ambulatorio vi era una<br />

specie di lazzaretto per la degenza e l’osservazione dei pazienti operati.<br />

Il medico nell’<strong>antica</strong> <strong>Roma</strong> era di solito un professionista “generico” che non aveva una precisa<br />

specializzazione, con l’eccezione di alcune grandi città dove esercitavano rari medici specialisti che<br />

divengono più numerosi a partire dal I secolo d.C. <strong>in</strong> tre settori della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>: la chirurgia<br />

(chirurgus), l’oculistica (ocularius) e l’otor<strong>in</strong>olar<strong>in</strong>goiatria (auricularius). Alcuni come un tale Decimio<br />

Eros Merula di Assisi aveva una doppia specializzazione <strong>in</strong> chirurgia e oculistica e per questo motivo,<br />

come attesta un’iscrizione sul suo sepolcro, accumulò tanto denaro da lasciare il comune erede di<br />

una grossa donazione.<br />

I medici più noti ed apprezzati raggiungevano dei redditi annui molto elevati s<strong>in</strong>o a parecchie<br />

migliaia di sesterzi giungendo ad accumulare patrimoni milionari ottenuti anche con il “regalo<br />

d’onore”, da cui il term<strong>in</strong>e “onorario”, con cui i malati più ricchi risanati usavano premiare il medico<br />

competente con del denaro <strong>in</strong> sovrappiù di quello richiesto.<br />

Alcuni <strong>in</strong>vece, per avidità si comportavano <strong>in</strong> modo difforme dall’etica della professione prolungando<br />

costose cure per una malattia già sanata oppure pretendendo somme <strong>in</strong>genti per una <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> di<br />

poco prezzo o addirittura portando a morte un paziente che avesse <strong>in</strong>cluso il proprio medico nel suo<br />

testamento.<br />

Uno specialista molto attivo nell’antichità era l’ oculista, il che fa supporre una diffusione delle<br />

malattie collegate agli occhi come attestano i frequenti, circa 300, ritrovamenti archeologici nelle<br />

regioni occidentali dell’Impero, del cosiddetto “pestello dell’oculita”, consistente <strong>in</strong> una piccola<br />

piastra di pietra, di circa 5 centimetri di lato, su cui era iscritto il nome del medico e il pr<strong>in</strong>cipio<br />

attivo della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> con le relative <strong>in</strong>dicazioni. Il pestello veniva adoperato come un mortaio per<br />

realizzare unguenti particolari che venivano essiccati ed usati come colliri (pan<strong>in</strong>i) come “la pomata<br />

di Onesto <strong>La</strong>ut<strong>in</strong>o contro vecchie cicatrici” (Honesti <strong>La</strong>ut<strong>in</strong>i diamisus ad veter[es] cica[trices])<br />

<strong>La</strong> letteratura medica dell’epoca è ricca di trattati dedicati alla g<strong>in</strong>ecologia ma non vi sono prove, ad<br />

eccezione di una fonte (cfr. Sorano, III, pr.), che attest<strong>in</strong>o la professione di g<strong>in</strong>ecologi come medici<br />

specializzati. Nei parti aveva maggiore importanza la funzione dell’ostetrica mentre il medico<br />

svolgeva una azione di sostegno nei casi difficili. É probabile che i pochi medici donna di cui


abbiamo testimonianze fossero specializzate proprio <strong>in</strong> g<strong>in</strong>ecologia dove ci si avvaleva di strumenti<br />

abbastanza evoluti come lo speculum vag<strong>in</strong>ale.<br />

Poiché, come per il medico generico, anche per lo specilista non esisteva alcuna formazione o<br />

autorizzazione pubblica, non mancavano ciarlatani che con poco spesa si <strong>in</strong>ventavano strane<br />

specializzazioni come quella per rimuovere i marchi a fuoco di ex schiavi, per la bruciatura di ciglie o<br />

per le fratture o come quei specialisti delle malattie della pelle che affluirono numerosi dall’Egitto,<br />

per arricchirsi con le loro prestazioni ai romani colpiti da una epidemia di lebbra.<br />

L’odontoiatria non costituiva una specializzazione particolare molto diffusa ma era <strong>in</strong> genere<br />

esercitata dai chirurghi che la praticavano, <strong>in</strong> assenza di anestetici efficaci, <strong>in</strong> modo molto doloroso<br />

per i malcapitati. Inoltre le conoscenze del tempo permettevano di applicare protesi dentali e di<br />

sostituire denti cariati con altri di avorio o metalli.<br />

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°<br />

<strong>La</strong> <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> arrivò a <strong>Roma</strong> con la conquista della <strong>Grecia</strong>. Auruspic<strong>in</strong>a etrusca e teorie mediche della<br />

Magna <strong>Grecia</strong> sono le fondamenta sulle quali nacque la <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> romana. Essa si sviluppò grazie<br />

all’apporto di conoscenze provenienti dalla <strong>Grecia</strong>; furono moltissimi, <strong>in</strong>fatti, i medici greci che<br />

operarono nell’Urbe. A <strong>Roma</strong> fare il medico era considerata cosa disdicevole, che poteva fare solo<br />

uno straniero. Siccome la <strong>Grecia</strong>, dopo la conquista romana, era poverissima per le numerosissime<br />

guerre che l’avevano dilaniata, ci furono numerosi medici che si vendettero come schiavi per poter<br />

andare a <strong>Roma</strong> ad esercitare la propria arte. Molti di questi divennero famosi e si comprarono la<br />

libertà, divenendo dei liberti. Nonostante la fiducia dei tradizionalisti i medici greci o forestieri si<br />

affermarono <strong>in</strong> <strong>Roma</strong> tanto che sia Cesare che Augusto concessero loro il diritto di cittad<strong>in</strong>anza e<br />

vietando che potessero essere rimandati ai loro luoghi d’orig<strong>in</strong>e.<br />

I pr<strong>in</strong>cipali scrittori di <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> nel I e II secolo d.C. e medici famosi furono: il medico greco<br />

Pedanio Dioscoride, il primo botanico medico scientifico; il medico greco Arteo di Cappadocia, un<br />

discepolo di Ippocrate; l’anatomista greco Rufo di Efeso, noto per i suoi studi sul cuore e sugli<br />

occhi; il Greco Sorano di Efeso che pubblicò un trattato di g<strong>in</strong>ecologia. il medico romano Aulo<br />

Cornelio Celso, autore di un’enciclopedia di <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>;<br />

I pensieri<br />

I Metodici (I sec. a.C.)<br />

Si sviluppò a <strong>Roma</strong> nel I secolo a.C. e ebbe maggior fortuna. Il suo fondatore fu Temisone di<br />

<strong>La</strong>odicea, allievo di Asclepiade di Prusa. Temisòne <strong>in</strong>fluenzò moltissimo la cultura medica romana.<br />

Asclepiade di Prusa (130 a.C.) svolse un ruolo importante nella diffusione della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> greca a<br />

<strong>Roma</strong> nel I secolo a.C. Contrario alla teoria degli umori, Asclepiade sosteneva che il corpo fosse<br />

composto da particelle staccate, o atomi, separati da pori (canalicoli), e che la malattia fosse<br />

causata dall’alterazione del moto ord<strong>in</strong>ato degli atomi o dal blocco dei pori, che egli tentava di<br />

guarire tramite l’esercizio fisico, i bagni e le variazioni della dieta, piuttosto che con i farmaci.<br />

Questa teoria venne ripresa periodicamente e <strong>in</strong> varie forme f<strong>in</strong>o al XVIII secolo. Fu un ottimo<br />

medico pratico e utilizzò abbondantemente le cure termali e l’idroterapia. I Metodici si impegnarono<br />

duramente nel tentativo di classificare tutte le malattie e le cure allora conosciute; le teorie degli<br />

Empirici furono il loro punto di partenza. Il più noto tra i Metodici fu Sorano di Efeso (I / II sec.),, un<br />

medico greco che che registrò nozioni di ostetricia e g<strong>in</strong>ecologia, apparentemente basate su<br />

dissezioni umane, e che, sebbene aderisse alla scuola di Asclepiade, dist<strong>in</strong>gueva le malattie <strong>in</strong> base<br />

ai s<strong>in</strong>tomi e al decorso; pubblicò un trattato di g<strong>in</strong>ecologia. Operò a <strong>Roma</strong> durante l’Impero di<br />

Traiano e di Adriano.<br />

I Pneumatici (I sec. a.C.)


<strong>La</strong> dottr<strong>in</strong>a dei Pneumatici si sviluppò a <strong>Roma</strong> al tempo di Nerone e Vespasiano (I sec. a.C.).<br />

Secondo i membri di questa scuola la base della vita è lo Pneuma, un agente capace di raggiungere<br />

ogni parte del corpo trasportato del sangue, producendo il “calore animale”. L’<strong>in</strong>tuizione dei<br />

Pneumatici è notevole e anticipa la scoperta delle funzioni dell’ossigeno nell’organismo. Agat<strong>in</strong>o di<br />

Sparta, Archigene di Apamea ed Erodoto sono i più noti esponenti dei Pneumatici.<br />

Gli Eclettici (I sec. a.C.)<br />

<strong>La</strong> scuola degli Eclettici convisse a <strong>Roma</strong> con quella dei Pneumatici nel I secolo a.C. Secondo gli<br />

Eclettici nessuna delle teorie mediche allora conosciute era del tutto conv<strong>in</strong>cente. Per questo<br />

selezionarono dalle altre dottr<strong>in</strong>e le idee che ritenevano migliori, riunendole <strong>in</strong> un corpus personale.<br />

Tra gli Eclettici si ricordano Arateo di Cappadocia e Pedànio Dioscoride. Dioscuride Pedànio (I sec.<br />

D.C.), importantissimo trattatista, fu il fondatore della botanica farmaceutica, e pubblicò un libro,<br />

<strong>in</strong>titolato De materia medica, che rimase come base della farmacologia f<strong>in</strong>o al primo ’800.<br />

AULO CORNELIO CELSO (F<strong>in</strong>e del I sec. a.C.)<br />

Fu l’unico vero romano tra i grandi medici che operarono a <strong>Roma</strong>. Nacque alla f<strong>in</strong>e del I secolo a.C.<br />

da una famiglia patrizia. Non fece parte di nessuna delle scuole mediche dell’epoca; nella pratica si<br />

rifaceva agli <strong>in</strong>segnamenti di Ippocrate e Asclepiade. Della sua immensa opera enciclopedica “De<br />

artibus” è arrivata f<strong>in</strong>o a noi solo la sezione “De <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>”: un compendio di <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> otto<br />

volumi. Celso (14 A.C.-37 D.C.) fece una sorta di enciclopedia medica <strong>in</strong> cui trattò argomenti di<br />

chirurgia, di <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> dal punto di vista di un erudito, piuttosto che da quello di un conoscitore<br />

dell’argomento, facendo un grande elenco di pratiche comuni a <strong>Roma</strong>. Descrisse i s<strong>in</strong>tomi delle<br />

malattie <strong>in</strong> modo molto accurato: dalle sue parole possiamo riconoscere disturbi noti e diffusi anche<br />

ai nostri giorni. Celso fu un punto di riferimento per i medici del Medioevo. Inventò una term<strong>in</strong>ologia<br />

medica ancora usata nella <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> moderna. Da qui possiamo però farci un’idea dello sviluppo<br />

raggiunto dalla chirurgia <strong>in</strong> quell’epoca, soprattutto <strong>in</strong> alcuni campi, quali l’odontoiatria. <strong>La</strong> chirurgia<br />

odontoiatrica è di orig<strong>in</strong>e etrusca, i quali erano abili dentisti: si hanno, <strong>in</strong>fatti, immag<strong>in</strong>i di protesi<br />

dentarie, di impianti di denti. Grande importanza ebbe l’erboristica anche se, anch’essa, usata <strong>in</strong><br />

maniera molto empirica.<br />

GALENO (II sec. d.C.)<br />

Galeno<br />

Il medico più importante e noto dell’epoca romana, che lasciò una traccia importantissima nella<br />

cultura occidentale, fu Galéno (131 D.C.-201 D.C.) il pergameno. Galeno di Pergamo, greco, fu il<br />

medico più rilevante di questo periodo; l’importanza di questo medico, nella storia della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong><br />

<strong>antica</strong>, è seconda solo a quella di Ippocrate. Questi nacque a Pergamo <strong>in</strong>torno al 130 d.C. ed era<br />

figlio dell’architetto dei re, proveniva dunque da una famiglia facoltosa; studiò a Cor<strong>in</strong>to, Smirne e<br />

Alessandria e dopo il tiroc<strong>in</strong>io ad Alessandria passò a <strong>Roma</strong>, dove fece il medico dei gladiatori e di


Marco Aurelio , acquisendo qu<strong>in</strong>di una certa <strong>in</strong>far<strong>in</strong>atura anatomica, anche se, seguendo i concetti<br />

greci, si dedicò soprattutto alla dissezione degli animali. Tra questi i più studiati erano il maiale<br />

(“l’animale più simile all’uomo”, a detta di Galeno) e la scimmia . Galeno <strong>in</strong>tuì l’importanza<br />

fondamentale degli organi e di molti anche il loro effettivo ruolo; ad esempio capì che le vesciche<br />

ur<strong>in</strong>arie non producevano ur<strong>in</strong>a, ma che questa proveniva dagli ureteri (lo dimostrò legando gli<br />

ureteri), descrisse per la prima volta il nervo ricorrente. Ebbe molta importanza come medico<br />

pratico: basandosi sulle piante <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>li <strong>in</strong>trodusse farmaci di grandissima importanza, <strong>in</strong>trodusse,<br />

ad esempio, l’uso della corteccia di salice, del laudano (t<strong>in</strong>tura di oppio) come anestetico. Però<br />

<strong>in</strong>sieme a questi reclamizzò dei farmaci completamente <strong>in</strong>utili, tra cui la triacache veniva venduta<br />

nelle farmacie. Venne utilizzata f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e del 1700. Nonostante le sue numerose <strong>in</strong>tuizioni,<br />

poiché la teoria più accettata all’epoca era quella ippocratica, egli, pur con qualche <strong>in</strong>troduzione di<br />

elementi estranei, sposò la teoria degli umori. Anzi, esasperò l’aspetto terapeutico della materia<br />

peccans. Tra la materia peccans vi era il pus, che venne chiamato da Galeno “bonum et laudabile”,<br />

perchè era espressione di materia peccans che doveva essere elim<strong>in</strong>ata: aveva capito che il pus era<br />

una sostanza da elim<strong>in</strong>are. Purtroppo, però, soprattutto dagli epigoni di Galeno tale teoria venne<br />

sfruttata <strong>in</strong> senso stretto: dicevano <strong>in</strong>fatti che le ferite non dovevano guarire per prima <strong>in</strong>tenzione,<br />

ma doveva formarsi prima pus: era qu<strong>in</strong>di necessario bruciare la ferita <strong>in</strong> maniera tale da provocare<br />

la sua formazione, perchè solo così le ferite guarivano meglio. Tale concetto restò valido s<strong>in</strong>o alla<br />

f<strong>in</strong>e del 1500. Galeno portò, <strong>in</strong>oltre, all’esasperazione anche altre metodiche terapeutiche, quali il<br />

salasso. Nel suo concetto <strong>in</strong>trodusse anche il concetto metodista dei pori: ciò, però, fu travisato ed<br />

<strong>in</strong>terpretato come un <strong>in</strong>vito, fatto da Galeno, a non lavarsi. Rimase nell’Urbe f<strong>in</strong>o alla morte, <strong>in</strong>torno<br />

al 200 d.C.<br />

Galeno e Ippocrate<br />

Galeno descrisse i quattro s<strong>in</strong>tomi classici dell’ <strong>in</strong>fiammazione (rubor, dolor, calor, tumor, ossia<br />

arrossamento, dolore, calore e gonfiore) e contribuì notevolmente alla conoscenza delle malattie<br />

<strong>in</strong>fettive e alla farmacologia. <strong>La</strong> sua conoscenza anatomica degli esseri umani era <strong>in</strong>completa, <strong>in</strong><br />

quanto era fondata sulla dissezione delle scimmie.<br />

Scrisse un enorme corpus di opere mediche. Galeno racchiuse tutto lo scibile medico dei suoi tempi<br />

<strong>in</strong> circa 400 opere; solo 83 di queste sono giunte f<strong>in</strong>o a noi. <strong>La</strong> più nota è il “De arte medica”, una<br />

guida s<strong>in</strong>tetica alla pratica medica che fu molto usata nel Medioevo. Alla base delle teorie di Galeno<br />

ci sono l’approccio cl<strong>in</strong>ico di Ippocrate e il metodo filosofico di Aristotele. Di Aristotele accetta il<br />

pr<strong>in</strong>cipio teologico, che riporta ogni effetto ad una causa. Tale pr<strong>in</strong>cipio era adottato anche dalla<br />

filosofia cristiana: ciò decreterà il grande consenso che Galeno raccolse nei secoli successivi.<br />

Galeno. De pulsibus<br />

Manoscritto Greco<br />

Dopo Galeno ci furono una moltitud<strong>in</strong>e di medici fronte che operarono nell’impero d’occidente ma<br />

soprattutto <strong>in</strong> quello d’oriente, con conseguente passaggio del sapere dall’Occidente all’oriente.<br />

I ROMANI<br />

L’ IGIENE PUBBLICA ROMANA


<strong>La</strong> <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> romana si connette alla <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> di altri popoli lat<strong>in</strong>i e alla <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> magica etrusca: si<br />

narra <strong>in</strong> scritti di Eschilo e Teofrasto che i figli della Maga Circe, esperta <strong>in</strong> farmaci, divennero<br />

Pr<strong>in</strong>cipi etruschi esperti nell’arte della madre; Esiodo parla della grande r<strong>in</strong>omanza dei medici<br />

etruschi attenti all’igiene per esempio, attraverso le opere di canalizzazione ritenute importanti per<br />

l’agricoltura ma anche per l’elim<strong>in</strong>azione delle acque putride fonti d’<strong>in</strong>fezioni.<br />

Come i greci, i romani utilizzarono vari rituali religiosi per la guarigione, perché credevano all’orig<strong>in</strong>e<br />

soprannaturale di molte malattie ma, a differenza della società greca che riteneva che la salute<br />

fosse un fatto privato e personale, il governo romano tutelò e <strong>in</strong>coraggò il miglioramento della<br />

sanità pubblica. Inoltre, accanto a una <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> privata, <strong>Roma</strong> aveva istituito una comunità di<br />

servizi igienici e sanitari con lo scopo di prevenire le malattie attraverso il miglioramento delle<br />

condizioni di salute con la costruzione di acquedotti per portare acqua <strong>in</strong> città, di bagni pubblici e di<br />

reti delle acque reflue. Nell’epoca greca e poi romana ci fu un grandissimo sviluppo dell’igiene. I<br />

romani si lavavano moltissimo, ne è un esempio l’uso e il numero delle terme allora esistenti. I<br />

bisogni fisiologici non venivano più espletati nell’ambiente esterno o <strong>in</strong> luoghi aperti comuni (vicoli,<br />

spiazzi..), ma <strong>in</strong> apposite costruzioni, le latr<strong>in</strong>e pubbliche, dotate di sistema idrico e di sistema<br />

fognario. A <strong>Roma</strong> vi era un efficace apparato fognario oltre ad un efficientissimo sistema idrico. In<br />

ogni casa, non solo <strong>in</strong> quelle dei ricchi, ma anche nelle <strong>in</strong>sulae, che erano le case popolari anche<br />

nelle <strong>in</strong>sulae, che erano le case popolari dell’epoca, vi era una fontana, l’acqua corrente, portata <strong>in</strong><br />

ogni casa dagli acquedotti. Questi acquedotti, costituiti da tubi di piombo, materiale molto<br />

malleabile, furono imputati del crollo dell’impero romano, a causa della malattia causata dai sali di<br />

piombo, il saturnismo. In realtà pare che non fosse tanto l’acqua <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ata a determ<strong>in</strong>are tale<br />

malattia, ma il v<strong>in</strong>o. L’acqua , <strong>in</strong>fatti, non depurata proveniente da zone montane, era ricca di sali di<br />

calcio, i quali, col tempo, depositandosi sulle pareti delle tubature, costituivano un rivestimento<br />

capace di trattenere i sali di piombo, che non venivano più a riversarsi nell’acqua corrente. Il v<strong>in</strong>o<br />

risultava <strong>in</strong>vece, alla f<strong>in</strong>e , ricco di sali di piombo, che sono solubili, <strong>in</strong> quanto questi venivano<br />

utilizzati, alla stregua del bisolfito usato oggi, per controllare la fermentazione del v<strong>in</strong>o.<br />

I romani contribuirono qu<strong>in</strong>di al progresso della <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> soprattutto nel campo della sanità e dell’<br />

igiene pubblica: i vespasiani, gli acquedotti, e gli ospedali pubblici dei romani sono rimasti<br />

<strong>in</strong>superati f<strong>in</strong>o ai tempi moderni. Le terme, l’ord<strong>in</strong>amento dei parchi, la sorveglianza igienica sugli<br />

alimenti, le cloache e le leggi sanitarie a difesa della salute pubblica sono, attraverso le scuole,<br />

conosciute e r<strong>in</strong>omate <strong>in</strong> tutto l’impero; <strong>Roma</strong> diviene maestra di igiene sociale nel mondo. Nel III<br />

secolo d.C. tutto l’<strong>in</strong>segnamento è riord<strong>in</strong>ato, la <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> greca è applicata, codificata<br />

perfettamente, con evoluzione nelle regole igieniche. Il medico più importante dell’epoca romana,<br />

che lasciò una traccia importantissima nella cultura occidentale, fu Galéno (129 D.C.-200 D.C.) il<br />

pergameno .<br />

<strong>La</strong> classe medica ha una posizione importante nella società e nello stato, la <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> legale è<br />

importantissima nel complesso delle leggi e lo stato affida al medico la cura e la responsabilità della<br />

salute del cittad<strong>in</strong>o.<br />

<strong>La</strong> graduale <strong>in</strong>filtrazione nel mondo romano di vari popoli stranieri fu seguita da un periodo di crisi<br />

nelle scienze. <strong>La</strong> <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> occidentale nell’Alto Medioevo fu costituita da elementi popolari,<br />

frammisti ad alcune nozioni classiche, spesso mal comprese e applicate. Perf<strong>in</strong>o nella sofisticata<br />

Costant<strong>in</strong>opoli vi fu un recupero di pratiche magiche. Solo pochi e <strong>in</strong>signi medici greci, come<br />

Oribasio, Alessandro di Tralles e Paolo di Eg<strong>in</strong>a mantennero vive le antiche tradizioni, nonostante la<br />

decadenza.


MEDICINA MILITARE ROMANA<br />

Chirurgia nell' <strong>antica</strong> <strong>Roma</strong><br />

Con la riforma dell’esercito di Augusto vennero <strong>in</strong>trodotti i medici militari che avevano ricevuto, al<br />

contrario di quelli civili, una specifica formazione. I medici militari vengono arruolati come gli altri<br />

soldati e rimangono <strong>in</strong> servizio per circa 16 anni presso i valetud<strong>in</strong>aria, qualcosa di molto simile ai<br />

moderni ospedali.<br />

Negli accampamenti era quasi sempre presente una grande <strong>in</strong>fermeria i cui resti sono stati trovati <strong>in</strong><br />

diverse città-accampamento con a capo il “medicus castrensis”, esentato da ogni altro servizio,<br />

assistito da capsarii (<strong>in</strong>fermieri guardarobieri), frictores (massaggiatori), unguentari , curatores<br />

operis (addetti al servizio farmaceutico), optiones valetud<strong>in</strong>arii (addetti al vitto e<br />

all’amm<strong>in</strong>istrazione).<br />

<strong>La</strong> cavalleria possedeva propri medici (medici alarum) così come nella mar<strong>in</strong>a vi erano i medici<br />

triremis. Vi era anche una gradazione dei medici militari <strong>in</strong> medicus legionaris di grado superiore al<br />

medicus coorti, ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il medicus ord<strong>in</strong>arii che aveva il grado corispondente a quello di<br />

centurione, ma senza un comando effettivo su i soldati.<br />

Le operazioni chirurgiche avvenivano di solito con il malato più o meno narcotizzato e che doveva<br />

esser tenuto fermo dagli assistenti dei chirurghi romani che non esitavano a «tagliare e bruciare»,<br />

come riferisce Seneca, per averli visti all’opera, equiparando a crolli e <strong>in</strong>cendi «le carnefic<strong>in</strong>e dei<br />

medici quando operano le ossa o <strong>in</strong>filano le mani nelle profondità degli <strong>in</strong>test<strong>in</strong>i»<br />

Il salasso era considerato una sorta di panacea per molte malattie e pur essendovi una farmacopea<br />

abbastanza sviluppasta nella <strong>Roma</strong> <strong>antica</strong> non esisteva la professione del farmacista: il medico<br />

preferiva confezionarsi da solo i farmaci da adoperare badando bene a dar loro un profumo o un<br />

colore piacevole.<br />

DECADENZA DELLA MEDICINA ROMANA Con la caduta dell’impero romano decade anche la<br />

<strong>medic<strong>in</strong>a</strong> romana: il Medioevo si del<strong>in</strong>ea con le sue grandi epidemie e pestilenze e cent<strong>in</strong>aia di<br />

migliaia di vittime. Con il sorgere del Cristianesimo, il culto di Esculapio-salvatore, è sostituito dal<br />

Cristo, medico dell’anima e del corpo: il Vangelo si rivolge agli ammalati e si parla di guarigione<br />

come di div<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tervento. <strong>La</strong> <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> religioso-cristiana combatte le formule magiche e promuove<br />

le preghiere, l’imposizione delle mani e le unzioni con olio santo e studi e ricerche scientifiche<br />

vengono considerati <strong>in</strong>utili. L’<strong>in</strong>flusso delle correnti mistiche orientali <strong>in</strong>contra questa <strong>medic<strong>in</strong>a</strong><br />

religiosa e si fonde <strong>in</strong> una <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> popolare che ricorre al culto di santi guaritori (antico e non<br />

dimenticato concetto) che, con il tempo e con l’<strong>in</strong>flusso bizant<strong>in</strong>o, si trasformerà <strong>in</strong> <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>


conventuale che, specie con l’uso delle erbe <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>li e la riscoperta degli antichi testi medici,<br />

segnerà l’<strong>in</strong>izio di una nuova scienza medica.<br />

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°<br />

EPOCA POST- GALENICA (III sec. d.C.)<br />

Alcu<strong>in</strong>o.Edizione medioevale di un’opera di Galeno<br />

<strong>La</strong> crisi economica e politica dell’Impero romano procedette di pari passo con la decadenza della<br />

<strong>medic<strong>in</strong>a</strong>. I medici dell’epoca furono fortemente <strong>in</strong>fluenzati da Galeno, ma non aggiunsero nulla di<br />

nuovo alle sue teorie. L’avvento del Cristianesimo contribuì a questa crisi, poiché segnò il ritorno<br />

alla <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> teurgica. <strong>La</strong> preghiera diventò il più prezioso dei farmaci e ai Santi fu attribuito il<br />

compito di difendere dalle malattie e di <strong>in</strong>tercedere per la guarigione. <strong>La</strong> <strong>medic<strong>in</strong>a</strong> era esercitata<br />

sopratutto nei monasteri, specie <strong>in</strong> quelli benedett<strong>in</strong>i. In questi luoghi si tramandavano le<br />

conoscenze mediche dell’antichità e le si metteva <strong>in</strong> pratica sp<strong>in</strong>ti da <strong>in</strong>tenti caritativi. Alcuni<br />

monaci, tuttavia, diedero un contributo personale scrivendo trattati di <strong>medic<strong>in</strong>a</strong>. Tra questi<br />

ricordiamo Alcu<strong>in</strong>o, il medico di Carlo Magno.

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