19.04.2013 Views

Piede Torto Congenito: aspetti clinici e genetici Congenital clubfoot ...

Piede Torto Congenito: aspetti clinici e genetici Congenital clubfoot ...

Piede Torto Congenito: aspetti clinici e genetici Congenital clubfoot ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Piede</strong> talo-valgo-pronato (10%) : in cui si osserva talismo con flessione dorsale del<br />

piede; Valgismo in quanto l'appoggio avviene solo sul calcagno che appare deviato<br />

lateralmente rispetto all'asse longitudinale della gamba, pronazione con l'avampiede<br />

ruotato sul suo asse longitudinale in modo tale che la pianta è rivolta all'esterno e<br />

Piattismo con l'appiattimento della volta plantare longitudinale.<br />

Metatarso-addotto- varo (15%) : deformità caratterizzata dalla deviazione verso<br />

l'interno dei raggi metacarpali e delle dita.<br />

<strong>Piede</strong> valgo-convesso (5%) : rara deformità caratterizzata dall'inversione della volta<br />

plantare<br />

Forme miste (5%)<br />

La deformità in equino-varo supinato è pertanto il tipo più comune di piede torto, si<br />

tratta di una deformità complessa, difficile da correggere, con forte tendenza alle<br />

ricadute. La gravità della patologia viene valutata con la presentazione clinica della<br />

deformità e con il grado di riducibilità. Questo rappresenta infatti un ottimo criterio<br />

prognostico; più rigido è il piede, più difficile risulterà la correzione per via<br />

conservativa. In base a questo criterio vengono infatti classificati quattro stadi di<br />

gravità della patologia: un primo tipo definito posturale in cui si ha una completa<br />

riducibilità e una assenza di rigidità. Un secondo tipo con deformità moderata e una<br />

riducibilità considerevole, un terzo tipo con deformità severa e una riducibilità<br />

solamente parziale, un quarto tipo definito teratologico, con importante deformità,<br />

rigidità e assenza di riducibilità.<br />

Un altro criterio classificativo molto utilizzato è quello che fa riferimento all’entità<br />

angolare del varismo, per cui si distinguono tre gradi:<br />

• I grado: la malformazione è facilmente correggibile ed il piede forma sul piano<br />

frontale un angolo mediale maggiore di 90° rispetto all’asse longitudinale della tibia;<br />

• II grado: la malformazione risulta difficilmente correggibile ed il piede, invece,<br />

forma sul piano frontale un angolo mediale di 90° rispetto all’asse longitudinale della<br />

tibia;<br />

• III grado: la malformazione si presenta incorreggibile ed il piede forma sul piano<br />

frontale un angolo mediale inferiore di 90° rispetto all’asse longitudinale della tibia.<br />

Aspetti <strong>genetici</strong><br />

Nel 20% circa di casi il piede torto è associato ad altre anomalie quali: artrogriposi<br />

distale, mielomeningocele, distrofia miotonia congenita, altre sindromi genetiche<br />

(trisomia 18, sindrome da delezione 22q11). E’ stata suggerita un’eziologia<br />

multifattoriale con il concomitante intervento di fattori <strong>genetici</strong> e ambientali. Studi su<br />

gemelli hanno dimostrato una concordanza in gemelli dizigoti pari al 2, 9%, contro il<br />

32, 5% nei gemelli monozigoti . I parenti di I grado dei soggetti affetti, hanno un<br />

rischio molto più elevato, rispetto alla popolazione generale, di essere affetti da<br />

piede torto. In particolare, se entrambi i genitori o un figlio e un altro membro della<br />

famiglia presentano piede torto, la possibilità di avere un altro figlio affetto da tale<br />

patologia è di circa il 10-20% . In alcuni studi si prospetta la possibilità che il piede<br />

torto congenito sia dovuto alla mutazione di un singolo gene che si trasmette con<br />

modalità autosomico-dominante . L’identificazione di alcuni geni di suscettibilità,<br />

attraverso studi di associazione, suggerisce però un’eziologia poligenica e<br />

multifattoriale. I geni che nel corso degli anni sono stati associati allo sviluppo del<br />

piede torto sono diversi: HOXD12/HOXD13, NAT2 e una serie di geni regolatori<br />

dell’apoptosi tra cui CASP10 . Recentemente è stata identificata una mutazione del<br />

gene che codifica per un fattore di trascrizione PITX1 in una famiglia con piede torto<br />

isolato . Sono stati descritti inoltre diversi polimorfismi, nei casi di piede torto<br />

idiopatico, vicini ai geni Homeobox (HOX), del gene IGFBP3 e dei geni codificanti<br />

caspasi. Uno studio condotto da Ester et al ha dimostrato la presenza di diversi<br />

SNPs nei geni HOXA e HOXD responsabili, probabilmente, di piede torto congenito<br />

isolato. Tre SNPs del gene IGFBP3 (rs3793345, rs2471551 e rs13223993)<br />

risultavano over-trasmessi nella popolazione affetta studiata. Negli ultimi mesi lo<br />

studio delle Copy-number variants (CNVs) ha permesso di evidenziare, in 40<br />

famiglie, la presenza di una microduplicazione (2.2 Mb) a livello del cromosoma 17<br />

(17q23.1q23.2) [Fig.2], non evidenziabile in 700 controlli sani. La penetranza di tale<br />

mutazione sarebbe di circa il 70% in quanto solo 7 su 10 pazienti presentavano<br />

piede torto.<br />

Quello che si crea è un alterato dosaggio genico di almeno uno dei due geni che<br />

codificano per fattori di trascrizione, TBX2 e TBX4. Quest’ultimo è uno dei principali<br />

geni candidati nell’eziologia dei difetti degli arti inferiori negli uccelli.<br />

L’aploinsufficienza di TBX4, risultante dalla microdelezione 17q23.1q23.2, si<br />

presenta con anomalie scheletriche variabili incluse la rotula ipoplasica, dita<br />

assottigliate, piedi piatti, ossificazione ipoplasia della giunzione ischio-pubica.<br />

L’alterato dosaggio genico, nel senso della microduplicazione provoca effetti opposti,<br />

ovvero: dita corte e tozze, addensamento dell’osso ischiatico ecc. Infine, visto che il<br />

fattore di trascrizione TBX4 è un target trascrizionale diretto per PITX1, si crede in<br />

un ruolo eziopatogenetico del pathway PITX1-TBX4 nel determinismo del piede torto<br />

congenito. In futuro l’approccio “genome wide association study” potrebbe aiutare<br />

nell’identificazione di altri geni di suscettibilità coinvolti nell’eziologia del piede torto<br />

congenito.<br />

Diagnosi<br />

La diagnosi di PTC è essenzialmente clinica, avendo l’esame radiografico, almeno<br />

inizialmente, un valore limitato dalla presenza di cartilagine che nei primi anni di vita<br />

extrauterina non si è ancora ossificata. La radiologia convenzionale, comunque, può<br />

fornire informazioni utili, così come la risonanza magnetica, riguardo la morfologia<br />

delle singole ossa e i loro rapporti, mentre l’indagine ecografica consente una<br />

valutazione dinamica del piede torto.<br />

Diagnosi prenatale<br />

Con il miglioramento delle tecniche ecografiche ostetriche il piede torto puo' essere<br />

diagnosticato in gravidanza. Un esame ecografico di 2° livello, che consiste in una<br />

valutazione morfologica più accurata e nella sollecitazione dei movimenti fetali,<br />

permette infatti sia di valutare l’atteggiamento e la morfologia del piede quindi di<br />

porre diagnosi di patologia che di tipizzare la patologia come primaria o secondaria.<br />

L’ecografia del 2° trimestre è la più adatta a diagnosticare un piede torto equinovaro-supinato<br />

poiché, già dal terzo trimestre, la quantità di liquido amniotico è meno<br />

importante e la posizione degli arti è spesso costretta nella cavità uterina. I piedi<br />

possono presentarsi di frequente incrociati l’uno sull’altro.<br />

Terapia<br />

Il trattamento è conservativo, almeno inizialmente, ma può divenire cruento se il<br />

risultato funzionale non è soddisfacente (appoggio plantigrado non ottimale, scarsa<br />

mobilità, o presenza di sintomatologia dolorosa) : esso si basa sull’esecuzione di<br />

modellamenti manuali a tappe, tendenti a correggere la deformità e, sul<br />

confezionamento di apparecchi gessati femoro-podalici che devono essere rinnovati<br />

settimanalmente almeno per le prime 7-10 settimane. Tali manovre correttive devono<br />

essere graduali per evitare lo schiacciamento dei nuclei di accrescimento,<br />

consentendo nello stesso tempo l’adattamento delle strutture vasculo-nervose alle<br />

nuove posizioni. La terapia prevede quindi differenti approcci in base alla severità di<br />

presentazione clinica. Va iniziata precocemente, già dal II-III giorno di vita<br />

consistendo, inizialmente, in manipolazioni correttive da effettuare piu' volte in un<br />

giorno seguite poi dall’applicazione di apparecchi gessati correttivi che si oppongono<br />

alla deformita', da rimuovere e sostituire ogni 7/14 giorni (Metodo Ponseti).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!