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040 Agosto 2000 - Acli Buti

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ì ifa rli I dele<br />

volti, anche le donneclicr-rcina e icomponenti delle lamiglie.<br />

La sera, dopo la cena. suoni cli chitanc e canti tutti insieme.<br />

La Rita di Ario presentava "lo .lu'cltitto d'ot'o" con uniì<br />

simpatiaincredibile.<br />

Una sera durante uno cii qLrcsti spettacoli clriese chi sapeva<br />

dirle i I rrome del pievano : tantc fìrclno le nratri alzate, ma uno<br />

piùr svelto gridò "/o lo so.t .t, dcttt Top1totrc.r.t" (familiare<br />

nomignolo dato adon Filippi- ndr). Non dimenticherò mai la<br />

risata generalc.<br />

La Rita di Ario è una clorrrrr che merita di essere ricordata<br />

nella vita del campeggio. Ogni mattina presto andava in<br />

biciclettadal contadino aprcndere iI latte appenzr munto per<br />

la colazione dei rtgnzi ecl era semprc disponibile per ogni<br />

necessità. Ospitava nel sno "apparlarncnto" a trtnro nipoti.<br />

parenti e amici.<br />

Don Filippi veniva a trovarci cluc voltc la settimana con la<br />

macchina carica di generi alirrentari. Appena scaricata la<br />

macchina prendeva una "sporta" cli castagtio e andava dai<br />

contadini; tornava con pomodofi, patate, cipolle e un bel<br />

cocomero sotto i l bracc io. Per i l tagl io clel cocomero, atavola,<br />

Bruno Callai faceva Lulir vL'l'u ccrinronirL: nessLulo come ìui<br />

sapeva fìrrc i pezzi dclla stessa grandezzii. Quanto alle<br />

attrezztlure del carnpeggio diciamo chc ci arrangiavamo. I<br />

ragazzi dormivano tutti in tencle e tencloni militari, così pure<br />

le donne di cucina e le lirmiglie . C'crano dr"rc gabinctti, r,rn<br />

lavapiedi, tre laviindini e una cloccia (fredcla).<br />

Alla cucina arrivava l'acqua attraverso un tLrbo di gomma e<br />

r;#<br />

.l:t:i,r,:rf*Èl<br />

riirii lií:J.g.dÈ.l',.<br />

. . :.<br />

: :: 4,. ]::rj,ti . ,<br />

,<br />

venivaraccoltaper larigovernaturae altri usi domestici. Non<br />

miìncavano in quegli anni i temporali cor.r conseguenti<br />

al liigiimenti ; i n qLrel le occasioni Franco Cal lai era un soccorritore<br />

perfètto, aiutato dai ragazzi piùr grandi raddrizzava i teli<br />

che la pioggia appesantiva e faceva cadere. Era sempre<br />

prorìto ad aiutare chi si trovava in diffìcoltà.<br />

Lo spirito era giovarre ed eravamo tutti contenti di fìu'parte<br />

di que lla comunità che finzionaviì corrìe una grancle tlmiglia.<br />

E,ravamo coscienti che noi componenti dellc fìirniglie<br />

"rubavamo" spazio ai ragazzi, rnadon Fi I ippi ci tranqu i I I izzavadicendoche<br />

il nostro rnodesto contributo in denarrl sclviva<br />

per pagarc I'afÍìtto e altre spese.<br />

Fra tutti c' era un' intesa perlètta, nessuno si fbrmal izzavapel<br />

un rimprovero tirtto ti ragazzi da persone non dirigenti e<br />

nessuno si tirava indietro davanti al la richiesta dei ragazzr cli<br />

lavare un indumento o di attaccare un bottone. Le famiglie<br />

ogni anno andavano aurrrentando tanto che fir presa la<br />

clecisione di separare le duc cosc: il carnpeggio dei ragazzi<br />

prima e le lamiglie dopo. A quel punto venne a rrìarlci.ile<br />

I'allegria e non fu piùr lo stesso.<br />

Ora il campo è ben attrezzato, ha tutte le corr-roditìr. Per i<br />

ragazzi ci sono le "baracche", i letti a castel lo, bagni e doccc<br />

calde. E un luogo dove si fì bene la villeggiatura, anche le<br />

famiglie hanno roulottes e can'elli tenda molto fìrnzionali.<br />

Ogni volta però che con laMariadi Gino di Torre parliarno<br />

del campeggio, lron possianro fhre a meno di ricordare con<br />

sirnpatia lii nostra tenda rrilitare, coll c1r-rella grossa buca.<br />

LLtieirru Purettti<br />

te

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