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AillCrnrrprruilc<br />
TJ<br />
Era I' anno I 964 quanclo la Maria cl i G i no cli Torre rrogl ie di<br />
Enrico (lo Strego) cd io. con una snrn l'oglia di andare al<br />
mare avemmo l'idea cli fìu'e I'esperienza del carnpeggio.<br />
Prima di noi Lrn paio cli tìrrriglie a\reviìno preso parte al<br />
campeggio di Vada e ne irvevluìo lipotlatt'r r.rna buoltissima<br />
impressionc.<br />
Lo chredemmo a don Filippi, urcttcnclo in eviclenza che ci<br />
preoccupavamo per la siilute dei nostri barnbini ai clr,rali un<br />
po' cli mare avrebbc fìrtto bene.<br />
Don Filippi ci chiese'. " Lt Ierttltt t c l'ru:t:Ic'1 ". Iarispostafit<br />
positiva in quanto sapevamo di potcr cclntiirc sul pfestito di<br />
una tenda americana, cli qLrelle fhttc a pa-uocla. con una buca<br />
da f'ar paurer. A quella buca avcviinro già stLrcliato il rroclo di<br />
mettere r-rna bella toppa.<br />
Quel lo sarebbe stato i I clorrn i torio clc I lc clon ne e dci bambi ni.<br />
Per i nostri mariti, nei giorni clelle f'erie. sarebbe bastatii una<br />
canadese, ed infatti ci impe-slnantrno a cercarla.<br />
Don Filippi, che aveva intuìto qLranto grancle fbsse il nostro<br />
desiderio cli andare al marc, rispose: "Vu hutc, pcr lct<br />
cctttaclasa non vi prco(:cLtputc, trot'crìt ict LtrtLt.solLtz,ict-<br />
IIC,,.<br />
Così parlimmo al I' av"'entura.<br />
Caricamrno sulcarnion diArioclelCiopi r-rn tbrnello a gas,la<br />
veste di una damigiana pienii cli ciottoli, reti, muterassi,<br />
l4<br />
COSI' ERA IL NOSTRO CAMPEGGIO<br />
Vita di Daese<br />
copefte e qllalche telodinylon. Noipartimmo con il pr-rllrran<br />
insieme ai ragazzi. Per molti annr Ano portò con i I suo camiorr<br />
l'occorrenlc pcr campcggilrc a tutti qulrnti.<br />
Quel carnion una volta scaricato si trasfbrmava in appartamento.<br />
Il campeggio dei ragazzi, suddiviso in due turni, durava 40<br />
giornie lefamiglie (ledonnee ibambini) potevano goderc di<br />
r"rn lungo soggiorno.<br />
Anche ledonne addette allacucinapiirtivano lo stesso giorno<br />
nel quale aveva inizio il campeggio, porlandosi dien'o latrippa<br />
lessata.<br />
Immaginate il loro daffìrre peressere pronte all'oraclillranzo<br />
a mettere a tavola tutte quelle bocche! Eppr,rre, oltre alla<br />
trippa cLrcinata a dovere, una buona pastasciLltta llon rrìallcava<br />
mal.<br />
La prima cuociì era la Sandrina dello Spitigno aiutatir<br />
dall'Otèlia (sorelladi don Filippi) e dalla Serafina.<br />
La Sandrina per ben 2'7 anni ebbe la responsabilità di<br />
preparare lacolazione, il pranzo, la merenda e la cena. Tutto<br />
questo doveva firrlo tenendo conto che ai raguzzi enL<br />
rich iesta una somma in-i sori a di denaro e u n a botti el i a cl' o I i o :<br />
era quindi necessario fare economra.<br />
La Sandrina trovava sempre il modo di iìccontentarli se nza<br />
lar loro manclrrc nientc.<br />
Di aiutanti in cucinanel corso deeli anni ne cambiurtrrro tante.<br />
anch'io fui fia quelle.<br />
lragazzi erano vigilati dai cappellaniche in qr-rei periodi si<br />
trovavano a <strong>Buti</strong>. Per la maggior parte degli anni il responsabile<br />
1u don Mario (Mario della Serafina).<br />
Nessuno dei campeggiatori può averdimenticato con quanto<br />
entusiasmo e serietà svolgevaquesta mansione. Orgltnizz'ava<br />
grochi, spettacoli, proiettava film, rndimenticabili le sLre<br />
olimoiadi. Nel le varie di verlenti attività eravamo tutti coi n-