16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Il testo non è stato rivisto e contiene degli errori – è un testo da ripubblicare, quindi abbiamo deciso di non correggerlo.<br />
96 <strong>LIBRO</strong> SBCONDO<br />
pieghevole a cose nuove, un mattino gli favellò d'aspirazioni di<br />
popoli, e gli consigliò mutasse i ministri come troppo all’antica»<br />
chiamasse uomini liberali moderati (proponeva il Ricciardi, ministro<br />
del Murate il Filandieri e il Fortunato anche del decennio) instituisse<br />
un consiglio di stato, a mo' di senato ed altre riforme, quelle appunto<br />
chieste e richieste dappoi delle sette.<br />
Ferdinando vide in tal preambolo il veleno; rispose proponesselo<br />
in consiglio di ministri. Questi dissero il disegno essere principio di<br />
rivoluzione; né, per cominciarla, si dimetterebbero. La sera, che fu il<br />
14 febbraio, rintontì preso da’ gendarmi in casa, fu condotto al<br />
confine, e mandato a Vienna, sotto colore di messaggio. E finiron li<br />
le aspirazioni de'popoli. Il Filangieri e il Fortunato si tennero qualche<br />
dì ascosi. Dopo due giorni surse ministro di polizia il generale Del<br />
Carretto, comandante de'Gendarmi. Il quale non era stato estraneo a<br />
quella trama; perché sendo egli vecchio carbonaro, e co'carbonari più<br />
astuti in lega, sapendone i segreti fea doppio giuoco: quelli pascea di<br />
speranze future, e il re teneva sicurato con isvelamento di loro mene.<br />
Cosi Ferdinando certo ch'ei tutti avesseli sotto la mano, lui fé'<br />
ministro. Ma ei non potendo allora accontentar la setta, prese ad<br />
accontentare i settarii; moltissimi ne allocò con buoni soldi, molti<br />
creò spie di polizia, a tutti fea buon viso, e dava promesse vaghe e<br />
lontane. Allora fu una scissione nel campo liberalesco; i più scaltri<br />
strettì al Del Carretto e pasciuti volevano aspettare, gli altri magri e<br />
impazienti non istavano alle mosse; talché sovente quelli accusavan<br />
questi, e li spiavano, e plaudivano alle ripressioni.<br />
Noterò quanti conati inani di rivolta seguissero da’ primi anni del<br />
regno di Ferdinando sino al 1847, acciò si veda non le popolazioni<br />
ma trame premeditate di pochi averle tentate. A Messina a 17 giugno<br />
1831 s'erano arrestate per cospirazione ventidue persone, tosto per<br />
grazia in agosto liberati. Ed ecco a 1° settembre trenta uomini, unitisi<br />
fuori Palermo nel fosso di S. Erasmo, entrano in città chiamando<br />
<strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 97<br />
il popolo all'armi; disarmano i doganieri, sparano colpi di<br />
moschetto; e come nessun li seguita, uccidono per rabbia tre<br />
cittadini, e molti feriscono. Affrontati da milizie fuggono. Pochi dì<br />
dopo presi quasi tutti, undici condannati nel capo, il resto ha pene<br />
minori. Seguì la congiura detta di frate Angelo Peluso, laico<br />
francescano, cuciniere del convento alla Sanità, che sol portava<br />
lettere a'capi. Fra questi erano un ex capitano Nirico antico<br />
consettario del Del Carretto e suo amicissimo; il quale aspettando la<br />
rivoluzione piena per le mani dell'amico Volea trattenere gli scoppii<br />
parziali, e fea del tatto il ministro consapevole. Nondimeno i più<br />
avventati vollero tentar la sorte. Un capitano del genio Domenico<br />
Morfei calabrese, dimesso nel 1821, e per grazia reintegrato, un<br />
teneste Filippo Agresti, e D. Michele Porcaro d'Ariano a 17 agosto<br />
1832 si volsero ad Ariano, ove credean trovare migliaia di sollevati,<br />
e trovarono i Gendarmi • che li arrestarono. Lo stesso dì frate<br />
Angelo, gittata tonica e cordiglio, andò su'monti di Taurano presso<br />
Noia, e fingendo cercare tesori, unì gente fra' quali un Arsoli e un<br />
Vitale suoi correi. Recava una proclamazione per costituzione con in<br />
fine: Viva Ferdinando il grande! Ma come si manifestò venne da tutti<br />
abbandonato. Stette molto tempo ascoso; e fa trovato sotto l'altare<br />
ilei convento della Sanità in Napoli; così egli e altri pur presi, venner<br />
giudicati in Terra di Lavoro. Scrissero poesie al cuor generoso del re.<br />
Il 9 settembre 1839 ebber condanna di morte l'Arsoli, il Vitale, il<br />
frate e il Marioi; altri ventisette a pene minori, tutte d'un grado<br />
diminuite per grazia. I veri capi il ministro tenneli coperti; il suo<br />
amico Nirico mandò in Sicilia, ove poi nel 1837 di colèra si morì. In<br />
questo anno 1833 fu lavorato a stringer le fila della cospirazione per<br />
tutta Italia; e ad assicurar le linee e r modi di corrispondenza, partì da<br />
Napoli, con pagatogli il viaggio, appositamente Francesco Paolo<br />
Bozzelli. Ne'primi di giugno mancava più grave misfatto. Francesco<br />
Angellotti tenente e Cesare Rossaroll e Vito Romano i de'<br />
cayalleggieri della Guardia, persone benefica, e