16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
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94 <strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />
erano state di ducati 1, 882, 000; nel 1845 montarono a 3, 628,<br />
760. Dopo la quistione degli zolfi con" l'Inghilterra, pagammo<br />
mezzo milione per indennità alla compagnia Taix e ad altri Inglesi.<br />
Le strade di ferro di Capua e Noia, le bonificazioni delle terre attorno<br />
al Volturao, si fecero Con danari dello stato. E mentre scemavano<br />
balzelli e crescevano spese, pur nel 1841 avevamo in cassa ducati 2,<br />
200, 000, e 3,200, 000 nel 1843, di avanzo disponibile. Questi<br />
miracoli eran figli di buona economia e di pubblica agiatezza.<br />
Accusavano Ferdinando di avarìzia; ma non avaro, economo era<br />
delle cose dello stato; del suo facea risparmio per non usar lo altrui.<br />
L'economia che in Sovrano è virtù, in Ferdinando apponevano a<br />
colpa. Ei fédi molti risparmi nella reggia per provvedere a' suoi figli<br />
secondogeniti, e con maggiorasela stabilire loro case, senza gravar lo<br />
Stato. Non però tralasciò le magnificenze da re; che a sue spese<br />
rifece la reggia di Napoli guasta da incendio, profusovi più che due<br />
milioni di ducati; ed anche del suo menò a fine e decorò gl'altri<br />
palazzi a Palermo, a Capodimonte, a Caserta, a Quisisana, e i<br />
quartieri di Caserta. Ne' viaggi all'estero e pel regno e in Sicilia<br />
spendeva egli; e trattava da Sovrano i Principi esteri che il<br />
visitassero, siccome da imperatore tenne Nicolo di Russia nel 1845;<br />
né volle che di cotesti viaggi e ospitalità si gravasse lo Stato, come<br />
era antica usanza. Limosine sempre largiva, e di sua borsa; e, per<br />
notar solo Tanno precedente alla rivoluzione, casa reale pagò dal 1°<br />
novembre 1846 a tutto ottobre 47 per assegni e soccorsi ducati 73,<br />
892, come sta ne' registri. Inoltre Tanno stesso in due aggirate pel<br />
regno spese altri. ducati 29, 048, iti anche in largizioni. Ciò poteva<br />
cavare dalla lista civile, già sminuita, supplendo sua parsimonia. I<br />
sovrani prodighi non son poi benefattori de' miseri. Prodighi furono<br />
Eliogabolo e Caiigola pessimi, e furono economi Tito e Traiano,<br />
delizia dell'umanità.<br />
Viaggiava; e del bene, ove ne trovava, facea tesoro. Quasi ogni<br />
anno visitava le provincie e Sicilia, né indarno.<br />
<strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 95<br />
Frugale, laborioso, sollecito, niente a giuoco, niente a cacce, Dèa<br />
corse o a feste avea pensiero; tutto al governo. Niuno negherà essere<br />
splendido il suo primo decennio. Pace profonda, quiete e sicurezza,<br />
libertà civile, prosperità molta. Brevemente si costruirono strade,<br />
edifizii comunali, lazzaretti, case di bagni minerali, prigioni col<br />
sistema penitenziario, scuole per sordimuti, ospizii ed asili per<br />
indigenti e orfanelli e reietti e folli, porti a Catania, a Marsala, a<br />
Mazzara, e moli a Terranova e a Girgenti; s'istituirono consigli<br />
edilizii, monti pecuniarii e frumentarii, compagnie di Pompieri,<br />
opificii, nuove accadèmie, nuove cattedre all'università, nuovi<br />
collegi, nuovi, licei. Si bonificavan terre paludose, a davano alla<br />
coltura terre boscose, e 800 mila moggia del Tavoliere di Puglia; si<br />
facevan ponti di ferro e di fabbrica su' fiumi, fanali a gas, fari alla<br />
Fresnel, ed ogni novella invenzione qui primamente in Italia era<br />
attuata. Si stipulavan trattati di commercio, si creavan guardie<br />
civiche per Napoli e per le provincie, e guardie d’onore a cavallo.<br />
Que' dieci anni fur benedetti anche ne’ campi. Ubertose messi,<br />
mercati grassi, miti prezzi, comune l'agiatezza; un movimento<br />
d'industria, un crescer di popolazione, un incremento dr tutte cose<br />
buone; sicché non credo il reame avesse tempi più gai e lieti di<br />
quelli. Questi beni far turbati solo dal colèra e dalla setta.<br />
g. 14. Primi conati di rivoltare.<br />
Per le fresche grazie, per Y unanime plaudire al re, non v'era<br />
pretesto a sedizione; ma la Giovine Italia che appunto il buon<br />
Sovrano temeva, prima tentò farlo suo, poi lavorò sempre a<br />
percuoterlo. Le congiure italiche e dello stato papale del 1831,<br />
avevano qualche ramificazione nel regno, e abbindolato il ministro<br />
di Polizia Intontì Questi molti anni avea tenuto quel carico come<br />
retrogrado; ora non so se per paura o malizia, visto il campo<br />
apparecchiato alle rivoluzioni, e gittate in carrozza al re suppliche e<br />
indirizzi per franchigie, supponendo il re pe' suoi primi atti, e per<br />
l'aversi messo liberali accanto, esser