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16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml

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Il testo non è stato rivisto e contiene degli errori – è un testo da ripubblicare, quindi abbiamo deciso di non correggerlo.<br />

90 MBHO SECONDO<br />

del sovrano nelle grandi cacce; che andò disciolto, e spartito in<br />

tutto l'esercito; messone il comandante, generale de Sivo, soldato<br />

fedele del 1799 e di Sicilia, caro a'due ultimi re, in gagliarda età, a<br />

seconda classe, in pena di non aver macchia. Salirono alto per<br />

contrario quei del Murat, e del 1820, molti dei quali tentennaron poi<br />

nel 1848, e tradirono aperto nel 1860. Allora il favQrir costoro, e il<br />

disgradare i fedeli non parve gran danno; perché tempi oorser di<br />

pace, e perché contentati i settarii, restò un pò disertata la setta; ma<br />

lasciò una persuasione che meglio oo' Borboni si guadagni a mutare<br />

che a restar fido. Per contrario gli apostati che dalla presa politica del<br />

re avean prò, laudavanlo oltre misura, e sospingevamo sempre a far<br />

più. Con l'andar degli anni quei di Sicilia, fuorché pochi,<br />

scomparvero; il tempo e la morte sopir molti rancori. Salvo questo,<br />

Ferdinando rifece l'esercito per armi, vesti, ordinanze, studii, e<br />

disciplina. A 26 settembre 1834 die' nuova e buona legge su la leva<br />

militare. Fé' le ordinanze di piazza, l'ufficio topografico, il Genio<br />

militare idraulico e di terra, il corpo d'artiglieri litorali, reggimenti di<br />

lancieri, battaglioni cacciatori, una riserva all'esercito, fonderie di<br />

cannoni, polveriere, armerie, arsenali, collegi militari, ginnasti; e a<br />

30 settembre 1842 fondò a Pietrarsa un ampio opificio per arti<br />

meccaniche e pirotecniche, da far macchine a vapore, e d'ogni<br />

maniera; che fu primo in Italia. L'artiglieria, arma dove più valgono i<br />

nostri, chiamò a. nuova vita. Ed egli con simulacri di guerra, e<br />

istruzioni e marce su'campi l'esercito addestrava; sicché questo per<br />

numero ed ordini guerreschi salì in fama. Costava men di otto<br />

milioni di ducati all'anno. E. appunto quando fu buono, la setta, viste<br />

sue speranze nel re deluse, cominciò a dirne male; Si prese a<br />

proverbiare l'amor di Ferdinando per le arme; e lui mettevano in<br />

satire o in burle, chi per dispetto o invidia, chi per stoltezza.<br />

<strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 91<br />

g. 12. Rifa Tarmata.<br />

La marina napolitana che già molto valse al tempo delle crociate,<br />

e che sotto gli Aragonesi un di col principe d'Altamora fugò i<br />

Veneziani, era niente, quanto Carlo III cominciò a crearla. Molto vi<br />

spese Ferdinando I, ed era bella quando nel 1799 la flotta per non<br />

lasciarla a' Francesi fu usa. Si cominciò a rifare nel 18<strong>16</strong>; ma<br />

Ferdinando II veramente la portò molto più innanzi. Costruivamo i<br />

legni a Tela in casa, quelli a vapore prima si compravano, poi<br />

uscirono anche da’ nostri cantieri. Nel 1847 avevamo il Vesuvio,<br />

costruito a Castellamare nel 1824, vascello da ottanta, due fregate a<br />

vela da 60, e tre da 44. Di navi a vapore s'eran comprate nel 1843 la<br />

fregata Ruggiero, e il brigantino Peloro, nel 44 le fregate Guiscardo,<br />

Roberto, e Archimede; e le corvette Stromboli, Palinuro, e Miseno;<br />

nel 46 le fregate Carlo HI, Sannita, e i brigantini Lilibeo e Maria<br />

Teresa. S'era varata a 21 ottobre 43 l’Èrcole, fregata a vapore fatta da<br />

noi a Castellamare; dove dopo il 1848 costruimmo altri legni. E in<br />

gran numero corvette, barche cannoniere, bombardiere e navi da<br />

trasporto.<br />

Eppure in proporzione spendevamo meno che altri Stati per questa<br />

armata. Nel J1847 l'esito fu fissato a ducati 8,528,283. Nel 1833 si<br />

era migliorata la scuola nautica di Procida. Nel 35, abolita<br />

l'accademia, di marina, se ne creò un corpo più ampio; poi nel 38 se<br />

ne fero due collegi per aspiranti Guardie marine, e per alunni marinai<br />

o piloti; nel 43 fu aggiunta la scuola per alunni militari; e Tanno<br />

dopo altro decreto menò il collegio a maggiore ampiezza. Nel 1838<br />

si ordinò il pilotaggio; nel 40 l'ascrizione marittima, il corpo di<br />

cannonieri marinari; e nel 45 quello de’ macchinisti. Si ampliò e<br />

migliorò la Darsena, e i cantieri, massime a Castellamare; e nel 1836<br />

era surto accanto tìa reggia il porto militare. Il bacino da raddobbo<br />

l'avemmo nel 1852. E queste e altre buone cose che qui mai non<br />

s'eran viste la setta le faceva colpe. I nostri marinai per mestiere e<br />

fede erano ottimi, gli uffiziali marini eran per arte buoni,

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