16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
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84 <strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />
francese. Ne' dì seguenti corsero altri paeselli, seguiti da tristi, mal<br />
visti dalle popolazioni sulle quali commetteva!! già vendette atroci.<br />
Il governo vi mandò truppe, e con piena potestà Francesco Saverio<br />
Del Garretto. Questi era stato capo dello stato maggiore del Pepe nel<br />
1820, e de' più caldi carbonari, però dimesso con gì' altri; nondimeno<br />
area trovato modo d'aver piena grazia nel 1822, e montare a<br />
colonnello, e poscia a brigadiere. Ei mostravasi allora tutto regio, ma<br />
non restava di tener di nascoso la mano stretta a' principali liberali<br />
già suoi confratelli, cui dava a bevere egli agognase il potere per fare<br />
poi la rivoluzione sicura e incruenta; quindi essere inopportuno ogni<br />
precoce sollevamento. Dall'altra per mostrar fedeltà al re svelava le<br />
trame che gli riusciva sapere, e corse volonteroso contro i faziosi del<br />
Cilento; anzi per lavar la colpa antica, operò con nera asprezza; che<br />
scomparsi per fuga i ribelli, spietatamente distrasse la terra di Basco,<br />
ove quelli erano stati bene accolti, e fé' molte carcerazioni. I<br />
Capozzoli fuggiti in Romagna, poi in Toscana e in Corsica, Vollero<br />
ritentar la fortuna riedendo a' monti natii, con isperanza di<br />
brigantaggio; ma scoperti e presi in conflitto subiron condanna di<br />
morte. Il Galloni campato in Francia, là preso e consegnato, dannato<br />
nel capo, ebbe grazia; e qualche anno dopo libero uscì dal regno.<br />
Altri giudizii seguirono, ed altre pene; e alternate severità e<br />
indulgenze, si quietò. Di quelle ire regie operate da un liberale, non<br />
si fé' molto rumore; perché allora i liberali che si dicean moderati,<br />
persuasi di segreto dal Del Carretto essere stato inopportuno il<br />
movimento, lui lodavano di avveduto, e intendevano a fargli nome<br />
per dargli altezza e potestà.<br />
Seguì nell'anno stesso un disgradevole fatto. Avevamo da aprile<br />
18<strong>16</strong> un trattato con la reggenza di Tripoli; morto Ferdinando, il Bey<br />
dichiarò il trattato spento con la persona del re, e per rinnovarlo<br />
chiese centomila colonnati; ciò rifiutammo, e pareva sopita la<br />
controversia, quando il Bey reiterò l'inchiesta, e die' un perentorio di<br />
due mesi per lo<br />
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riempimento. Pertanto Francesco mandò a 14 agosto il capitano<br />
Sozii Carafa con ventitré legni per mettere il senno in capo al<br />
Barbaro. Il Sozii, dopo Tane pratiche di composizione, cominciò il<br />
bombardamento di Tripoli il 2ft alla lontana, disse per cagion del<br />
vento e delle maree. Solo quattro cannoniere comandate dal De Cosa<br />
s' avanzarono uditamente, e fer gravi danni a'Tripolini; ma non<br />
seguitate dagli altri legni, ebbero a scostarsi. Egli stette altri tre di a<br />
braveggiare con colpi che per distanza andavan perduti; sinché<br />
consumate le munizioni si ritrasse con vergogna a'porti di Sicilia.<br />
Seguirono prede di legni mercantili d'ambo le parti, e il danno nostro<br />
fu maggiore. Il Sozii accusò il De Casa, che solo avea combattuto,<br />
d'essersi messo nella corrente e cacciato sotto i cannoni di Tripoli,<br />
onde aveva avuti) toni; perlocchè surse un consiglio di guerra a<br />
giudicar tatti; il quale con nuovo criterio ne dichiarò la colpabilità,<br />
ma nessuno condannò. Fu ricorso ali' alta corte militare; ma il re<br />
udita la verità de'fatti, troncò il giudizio; e invece mise a quarta<br />
classe i giudici del consiglio di guerra « il Soni Carafa; par perdonati<br />
dappoi. Indulgenze ite in coptamanza, madri di guai futuri. Da<br />
ultimo a 18 ottobre facemmo pace poi Bey, pagando ottantamila<br />
colonnati: insigne vigogna,<br />
la bontà d'animo di Francesco piegò a fievolezza. Ebbe, un<br />
familiare favorito, che ne vendeva le grazie, e in pochi anni arricchì.<br />
Altro errore fu nel 1826 la formazione di due reggimenti siciliani<br />
prezzolati; a'quali nel 1831 furono aggiunti parecchi galeotti graziati,<br />
che riuscirono lunga piaga. Fu maggior piaga il vendere i gradi<br />
d'uffiziali quasi privilegio a soli Siciliani. La setta uscì a comprare, e<br />
vedesti capitani e tenenti bambini di culla; i quali, presa anzianità,<br />
arrivaron giovani a stare innanzi a'vecchi, e a'gradi alti. Il più dier<br />
triste prove. Di questi furono il Flores, ' il Cataldo, Alessandro<br />
Nunziante, i due Pianelli, il Ghio ed altri ingratissimi, famosi per<br />
tradimenti nel 1860.<br />
Dall'altra Francesco fé' buone leggi amministrative, rav