16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
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82 <strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />
e poi appresso libertà. Fra' graziati fu il colonnello Topputi, stato<br />
nel 1860 tanto acerrimo nemico a' Borboni, che gli avean lasciato il<br />
capo sul collo. In contumacia ebber condanna di morte il Garrascosa<br />
e il Pfepe.<br />
Disciolto andò l'esercito; ogni uffiziale sottoposto a scrutinio,<br />
riconfermato nel grado, o dimesso, secondo l'opere; molti perdettero<br />
i posti; e si lamentava che distrutta restasse la convenzione di<br />
Gasalanza; come se valesse per le cólpe posteriori, e, un governo<br />
potesse dannarsi al suicidio col lasciar Tarme alle mani de' suoi<br />
uffiziali nemici. È da notare che i felloni Morelli e Silvati fuggiti con<br />
cinquecento ne' monti, avean tentata la guerra brigantesca, riuscita<br />
inane per isbandamento de' compagni, e odio delle popolazioni;<br />
donde si vede che dopo il 1800, il 18<strong>16</strong> e il 1880, benché rimutati i<br />
governi, il reame non ebbe brigantaggio politico; per contrario<br />
ebbelo nel tempo repubblicano del 99, nel decènnio, e dopo il 1860,<br />
cioè sempre dopo le cacciate de' Borboni; perché il popolo è con<br />
questi, non con le sette, né con lo straniero; e combatte come può<br />
con armi rusticane contro gli usurpatori.<br />
Nello stesso anno 1821, dopo molte consultazioni, si stabili con<br />
legge che Napoli e Sicilia, ancora che regno uno, s'amministrassero<br />
separati: tasse, tesoro, magistrati, spese, tutto diviso; ciascuna parte<br />
avesse impiegati conterranei, ciascuna una consulta. Ciò, fatto per<br />
ridar autonomia e indipendenza all'isola, antico desiderio siculo, fu<br />
tosto colà censurato e lamentato; disserta legge alimentatrice di<br />
divisione e discordie fra popoli italiani, fonte di debolezza e servitù<br />
comune. Quando poi Ferdinando II per compiacerli ordinò la<br />
promiscuità, censuraron peggio, e piagnocolaron tanto che<br />
prepararono il 1848.<br />
Rimasto stremato l'erario, e avendosi a pagare i Tedeschi, si<br />
chiesero denari al Rothschild banchiere ebreo; il quale, spinto di<br />
segreto dal Metternich ministro d'Austria, offerseli, a patto che<br />
ministro di finanze fosse il Medici. Questi da Firenze ov'era fuggito<br />
patteggiò, e volle casso<br />
<strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 83<br />
ilCanosa suo nemico. Il re si negava, ma insistendo il Tedesco<br />
Roller che volea la moneta, bisognò acconciarsi. Così l'ebreo<br />
rimetteva in seggio il Medici; e il Canosa di nuovo volontario<br />
esulava. Re Ferdinando nella notte del 3 al 4 gennaio 1825 finì.<br />
Trovaronlo morto al mattino; nato al gennaio 1758; vissuto anni<br />
settantasei, regnati sessan<br />
<strong>§</strong>. 8. Regno di Francesco I.<br />
Il suo figliuolo primogenito Francesco succede al trono. Viste più<br />
rivoluzioni, patito l'esilio, sapeva come le sette lavoravano, e stette<br />
sull'avviso; onde seguitò, né altro poteva, i modi precedenti. Ma a<br />
sgravar lo stato dalla spesa de1 Tedeschi, viaggiò a mezzo aprile, per<br />
conferire con l'imperatore d'Austria a Milano; vi giunse un mese<br />
dopo; e ottenne scemasser tosto di diecimila, il resto partisse per<br />
Fanno seguente. Invece convenne con la Svizzera d'avere a soldo<br />
quattro reggimenti, ciascuno di 1452 uomini, per trent'anni. La prima<br />
spesa fu un milione e 792 mila ducati; l'annua<br />
cinquecentosessantaseimila. Così costaron meno de' Tedeschi, e<br />
furon fidi e prodi lungo tempo. Quelli nel 1826 sgombrarono la<br />
Sicilia, rimasti soli diecimila in Napoli, partiti in febbraio seguente.<br />
I Carbonari intanto voller dar segni di vita agitando' loro<br />
congreghe; ma scoperti nel 1826 in Napoli e a Catania, e giudicati,<br />
due ebber sentenza di morte, altri di ferri; e il re li graziò. Anche a <strong>16</strong><br />
agosto seguiron molte permutazioni di pene ai condannati del 21,<br />
quasi grazie piene. Ha nel 1828, come fu in Francia mutamento di<br />
ministero con personaggi creduti liberali, qui nel regno subito se ne<br />
prese opportunità di ribellare. Prima fecero iniziare un movimento da<br />
pochi uomini ignoti, ma presto scoperti e carcerati, surse un Galloni,<br />
che corse al Vallo del Cilento a unirsi a tre fratelli Capozzoli di<br />
Monteforte, proprietarii filiti, profughi pe' monti. Costoro a 28<br />
giugno sorpresero il piccolo forte Palinuro; e fatta più gente volsero<br />
a Camarota con bandiere di tre colori, gridando la costituzione