16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
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Il testo non è stato rivisto e contiene degli errori – è un testo da ripubblicare, quindi abbiamo deciso di non correggerlo.<br />
68 <strong>LIBRO</strong> SECONDO - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />
giustiziate nutrici di bamboli di briganti, città disertate tutte,<br />
popolazioni intere condannate a morir ne'boschi, a esser rigettate<br />
fuori, pena la morte, da ogni abituro; preti in massa chiusi in<br />
fortezza; il Manhes pronunziare interdetti, abolire in pena i<br />
sacramenti, e sinanco il battesimo. Tante mine di popolazioni per<br />
sorreggere il trono a stranieri! E cosi predicarono estirpato il<br />
brigantaggio! Gotesto Manhes sì bravo contro le parifiche<br />
popolazioni, fuggì dal Liri, quando ebbe a combattere i Tedeschi<br />
invasori.<br />
Soldati Napolitani fur mandati alla guerra di Russia, e vi perirono<br />
a migliaia. Dopo il rovescio di fortuna, Gioacchino abbandonò il<br />
cognato che Pavea fatto re. Acremente ne fu ripreso, e più acremente<br />
rispose. Allora i Carbonari per far prò di quell'ira gli proposero la<br />
corona d'Italia, col consueto pretesto del farla una; preseiKavangli la<br />
penisola a quel tempo vuota di Francesi e di Tedeschi, Bonaparte<br />
percosso non far timore, dargli addosso meritar premio dai sovrani<br />
alleati, potersi aver l’Inghilterra amica e soccorrevole; e di leggieri<br />
persuasero quel leggiero cervello. Corser pratiche con gl'Inglesi; il<br />
Bentink aderiva, e prometteva venticinquemila soldati brittanni per<br />
aiutarlo all'impresa. Ma per nuove carezze Napoleoniche richiamato<br />
lui al campo a Dresda, il disegno cadde.<br />
Ricominciarono i rigori contro i carbonari. Uno di questi detto<br />
Capobianco, nel 1813, invitato a mensa da un generale Jannelli,<br />
uscendo di tavola è da esso carcerato, e la dimane giudicato in poche<br />
ore e decollato a Cosenza. Gioacchino volteggia di nuovo; si collega<br />
con Austria ali gennaio 1814: trenta mila Napolitani congiunti<br />
a'Tedeschi scaccerebbero i Francesi d'Italia; egli avrebbe incremento<br />
di paese sul Romano, e pace con Ferdinando di Sicilia. A' 86 firma<br />
armestizio con l'Inghilterra, cessa il blocco continentale e s'apre il<br />
commercio. Incomincia la campagna; ma Gioacchino fra<br />
l'ingratitudine e il desio di regno fa guerra irresoluta; piglia Ancona;<br />
gl'Inglesi sospettali di lui, egli degl'Inglesi. In quelle sue dubbiezze<br />
Pio VII torna<br />
<strong>LIBRO</strong> SECONDO 69<br />
trionfatore sulle braccia de' popoli da Fontainebleu a Roma; e i<br />
carbonari si sollevano in Abruzzo contro lui, corso a far l'Italia per<br />
loro instigazione. Vistosi inviso ad amici e nemici, tenta riconciliarsi<br />
col cognato, e ne prega Eugenio viceré; ma questi il rifiuta, e anzi<br />
accusalo agli alleati. La mina di Napoleone rese inutile quella guerra.<br />
Gioacchino tornato in Napoli, smaccato, re nuovo fra re antichi<br />
che s'andavan ripristinando, studiò farsi benevolo a'soggetti: moderò<br />
i tributi, per gratificare Albione allargò il commercio, abolì la<br />
dogana del cabotaggio, fé' libera l'uscita de1 grani, tolse dazii, ordinò<br />
che soli Napolitani, non più Francesi avessero uffizii. Questi che con<br />
lui avean tradito Francia restar senza patria e senza soldo; però<br />
reclamazioni e accuse, cui rimediarono battezzandoli cittadini;<br />
quindi burla, e sdegno a' nostrani. Volle crescer l'esercito, e designò<br />
fare un reggimento di Napolitani reduci da Sicilia; ma noi trovò a<br />
fare.<br />
Sendo Napoleone all'Elba confinato, tosto con messi e con lacci di<br />
parentela si appiastrarono e riconfederarono. Gioacchino sciente<br />
de'disegni nuovi di lui, quand'egli a 26 febbraio 1815 con mille<br />
soldati volò in Francia, scrisse a ingannar gli alleati esser loro fedele;<br />
ma come udì il cognato trionfare, tosto a' 15 marzo lor dichiarò la<br />
guerra. Il 22 asci con 40 mila soldati per via di Roma e per le<br />
Marche, fé1 proclami per sollevare Italia tutta, ebbe sonetti e canti.<br />
Pagò il Papa; superò uno scontro sul Panaro, prese Ferrara, e Tolse<br />
in Toscana; poi indietro tradito da’ suoi duci è vinto a Tolentino da’<br />
Tedeschi, e perseguitato rientra nel regno.<br />
Pensò in quelli estremi guadagnar la nazione, dando costituzione<br />
con data finta del 30 marzo, pubblicata il 18 maggio: due camere,<br />
stampa libera, magistrati inamovibili. Ha i Carbonari che poco<br />
innanzi bramavanla per combattere 9 poter regio, erano impossenti<br />
allora contro i vincitori; e la nazione che voleva quiete, stette prima a<br />
guardare, poi gridò Borboni. Ei fuggì a S. Leucio, indi a Napoli, e,<br />
per Pozzuoli ad Ischia, cheto s'imbarcò per Francia.