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16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml

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Il testo non è stato rivisto e contiene degli errori – è un testo da ripubblicare, quindi abbiamo deciso di non correggerlo.<br />

<strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 53<br />

gio civile la sfrontatezza. Ogni fatto presente si dileggiava, ninna<br />

cosa buona era buona, ogni eccellenza patria merlava dispregio, ogni<br />

opera di governo era vecchia e stracca e malfatta: volevasi civiltà,<br />

progresso, scienza, grandezza italiana. Né tai cose definivano:<br />

bastava fomentar desiderii di ignoto, ammirazioni di costituzioni<br />

straniere, non curanza del nostro, che si fosse; uno spasimar cose<br />

vaghe, ideali, indeterminate, una fidanza in mutamenti immancabili e<br />

vicini. Fingendo il passato, la letteratura colorava l'avvenire con<br />

lusinghe di speranza, con pompa d'eloquenza, e vezzi di poesia; onde<br />

i lettori abbagliati da tanta promissione di beni, ne ripetevano i<br />

concetti, e senza saperlo eran braccio di sette.<br />

I governi italiani di oiò non s'avvedevano, e faceva» ponte al<br />

nemico. Fu misera cecità che la censura preventrice de1 libri e de'<br />

teatri, combattesse grettamente parole e notti, quando lasciava<br />

correre quella letteratura falsa, che come è dannosa all'arte del bello,<br />

così minacciava la quiete weiale. Storie, romanzi, versi, drammi<br />

bruttavano torchi e scene, che senza il favor settario s' avrebbero<br />

avuto fiamme e fischi; e invece permessi e plauditi, navigavano a<br />

vele gonfie al naufragio della cosa pubblica. Né d'Italia solo; venivan<br />

di Francia e di Germania, pria celebrati, torrenti di commedie,<br />

novelle, sane e quadri e leggende e romanzi corrompitori del gusto, e<br />

seminatori di principii di comunella, cui dicevan sociali, con bella<br />

parola; ma che al nerbo della società fean guerra. Né tampoco adesso<br />

cotesta straniera letteratura ha finito d'invader l'Italia; né ancora<br />

l'Italia, doma da arme straniere ha smesso il basso Vttzo d'esser di<br />

straniere lettere imitatrice, dove fu reina e maestra. Quest'altro danno<br />

avemmo dalle sette, che proclamanti libertà tendono ad asservire<br />

questa patria, anche nella manifestazione di quell'ingegno che Dio ne<br />

largiva, g. 23. La filosofia.<br />

Con estrana letteratura anche estrana filosofia. Abbandonata era<br />

quella del Galilei e de' nostri grandi che alla<br />

54 <strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />

ragione avean reso il seggio della verità. Kant Prussiano, adepto<br />

dal Weishaupt, in sullo scorcio del passato secolo risuscitava il<br />

razionalismo, e il lanciava nel trascendente e nelle astrattezze; ma<br />

come facea le viste di favorire il concetto cattolico, e la<br />

incomprensibilità spirituale de' suoi simboli e misteri, così da prima<br />

si fé' piazza; e fondò una scuola che travarcate l'Alpi e il Reno,<br />

invase Francia, e giunse nella terra de Vico e de' Tommasi. Vaga,<br />

astnisa, inintelligibile, riformata da molti, veniva d'oltremonte in<br />

grossi volumi, con sistemi rinnovati ogni anno, fondati sopra formole<br />

e parole, che (pianto men comprese più lodate, adusavano gl'intelletti<br />

alle tenebre, a esser séguito ed eco a maestroni foschi, a non veder<br />

chiaro mai, e a farsi con imparacchiate formole universali<br />

sentenziatori d'ogni cosa. A forza d'inventar formole in filosofia che<br />

annullano la ragione, s'è venuto a inventar formole in politica che a<br />

suon di paroloni assassinano le nazioni: Fraternità, Uguaglianza,<br />

Unità. Giusto mezzo. Chiesa libera in libero stato. L'impero è la face.<br />

Re galantuomo, logica inesorabile di fatti, fatti compiuti, non<br />

interventi, ec. E perché niuno quella nebulosa filosofia intendeva, ti<br />

sentivi dire: L'idea esser simbolo d'intelligenza, nulla valer la forma<br />

che accenna a materia; e non pertanto questa idea spirituale cui niuno<br />

avea dritto di comprendere, s'avventava poi contro la Fede e gli Stati<br />

e le ricchezze. Il Kant dal fondo de' suoi bui aveva eruttato questo<br />

chiaro: L'uomo non deve cercare in altro mondo lo scopo e il destino<br />

umano. Gli uomini passano, resta la specie, e questa sola è<br />

immortale. La società perfetta dev'essere una confederazione<br />

generale di tutti i popoli, che sarà libertà, uguaglianza, e pace<br />

perpetua. Costoro col pretesto di pace eterna a' venturi fan guerra da<br />

cannibali a' viventi; e abbiam visto informate di questo spirito qui fra<br />

noi le proclamazioni bellicose di Vittorio e di Garibaldi.<br />

Che siffatta filosofia e quella letteratura fosser opera di setta niuno<br />

dubita, sendo uno stento e un affanno a

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