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16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml

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Il testo non è stato rivisto e contiene degli errori – è un testo da ripubblicare, quindi abbiamo deciso di non correggerlo.<br />

<strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 49<br />

e al Reno, né può oltrepassarle senza sfidare il mondo; però non<br />

può piacerle la gagliardia de'suoi vicini. Una forte Spagna le die<br />

molti secoli pena; una forte Italia la rovinerebbe; che resterebbe<br />

serrata fra tre grosse nazioni, Spagna, Germania, e Italia, come in<br />

tanaglia. Per questo in ogni tempo si sforza a mettere un pie qua<br />

dentro; e da sei secoli scendono Francesi dall' Alpe o dal mare,<br />

gridando libertà, e portando conquiste, con Carlo d'Àngiò, con Carlo<br />

Vili, e co1 Napoleoni; per questo la loro discesa commosse sempre<br />

l'Europa. E già v'han messo le tende; prima in Corsica, ora a Nizza.<br />

Inoltre non può Francia vedere in noi una prosperità di pace tale da<br />

redimerne dalle cose francesi. Essa ha con noi una rivalità certa: noi,<br />

primi ritrovatori della moderna civiltà, ponemmo un nome italiano in<br />

ogni gran trovato moderno; italiana è la poesia, la pittura,<br />

l'architettura, la statuaria, la musica, la scherma, la bussola,<br />

l'astronomia, l'America la religione, la storia del mondo; e i Francesi<br />

aspirano a dare alla terra nomi francesi.<br />

Quanto agl'Inglesi, un'Italia grossa più deve spiacere, ch'essa<br />

porrebbe in mezzo al Mediterraneo un'armata forte e rivale,<br />

proteggitrice di commercio prosperoso che mina il loro. Inghilterra<br />

vive de' suoi prodotti di mano, e come ha caro il vitto, caro produce;<br />

né può ne' mercati stare al paragone; essa dunque per vendere deve<br />

impedire la produzione altrui; e ha necessità di metter foco al<br />

continente, onde fra9 guai non lavori, e compri da lei. Di ciò meglio<br />

parlerò appresso. II fatto mostra che al 1815, sendo vincitrice, volle<br />

in Francia franchigie liberali per tenerla fiacca, e prepararla a nuove<br />

convulsioni; essa in Ispagna, in Grecia, in America, in Portogallo<br />

come può soffia. Della troppo progredita prosperità italiana ebbe<br />

ombra, e pensò al rimedio; della molto avanzata propaganda<br />

cattolica nel suo seno si spaventò, e risolse reagire; quindi die'<br />

protezione, asilo e danari ai settarii italiani, siccome strumenti a<br />

turbarne la pace industriosa, e a scrollare i governi che n'eran forza<br />

materiale, e il Papa che nfera forza morale,<br />

50 <strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />

S'è vista l'Inghilterra che tartassava tutti gli stati italiani dar<br />

braccio alla setta proclamatrice dell' unità. Chi non vuoi liberi i<br />

fievoli, vorrebbe forte e libero il tutto? I suoi vascelli per lunghi<br />

lustri ne fan guardia alle coste, intenti a spiare ogni nuovo legnetto<br />

che gittiamo in mare, a far suo prò d'ogni nostra produzione, a<br />

imporre per sé sopra qual si sia scoglio utilità commerciali. Nel 1831<br />

surse presso Sciacca in Sicilia un'isoletta vulcanica, cui re<br />

Ferdinando pose la bandiera, e fu nomata Ferdinandea. Sebbene in<br />

mare siciliano essa era siciliana, pure Londra facea da’ suoi curiali<br />

dichiarare avervi dritto; ma il mare per nostra ventura in dicembre se<br />

la ringoiò; se no, avremmo visto a forza il vessillo brittanno a un<br />

miglio dalle nostre coste. Poi per parecchi anni lo ammiragliato<br />

inglese mandò vascelli a studiare quell'acque, sperando risorgesse<br />

dal fondo qualche po' d'arena. E tuttodì dove ne vede pone segnali.<br />

Di Malta presa a Napoli e all'Italia non parlo. Da cotesti Inglesi i<br />

libertini sperano veder aitata l'Italia una. Ma appunto perché<br />

eravamo troppo prosperati eglino fecero lanciare la rivoluzione con<br />

cotesto motto fatale di opera impossibile, per farne diserti, fievoli, e<br />

bisognosi di loro.<br />

Adunque i settarii rivoltando la nostra patria col braccio straniero<br />

bene fecer per sé, che se ne sono arricchiti; ma fecer malissimo<br />

all'Italia, che l'han subissata, e fattala così dallo straniero dipendente,<br />

ch'oggi un caporale francese, e un pilota inglese la van comandando<br />

dall'un capo all'altro.<br />

<strong>§</strong>. 21. Usano la religione.<br />

In mezzo secolo più volte percossa la setta non si disanimò. Come<br />

i libri della Sibilla che scemati di numero crescean di prezzo, essa ad<br />

ogni abbattimento crebbe audacia. Mutati i nomi, vieppiù sempre<br />

stese sue braccia contorte. Molto i Carbonari osarono nel 1820; più<br />

osò nel 1848 la Giovine Italia; più assai han fatto nel 1860 gli<br />

unitarii. Si appellan liberali, perché servire no, comandare vogliono;<br />

abborrono i re per farsi dittatori; vantano la democrazia, ma non<br />

l'uguaglianza, il loro sovrastare agognano; onde

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