16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
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<strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 47<br />
fitùzia e sforzata unità farebbela schiava d'una fazione, e però<br />
cento fiate più debole e infelice; sarebbe risuscitare Guelfi e<br />
Ghibellini, veleni e pugnali, ferali conviti e crudi esilii, nefandi<br />
sacchi, e arsioni atrocissime di città e di campagne. E già si sono<br />
risuscitati.<br />
Ma eravam noi sì bassi da meritar con tali ruine la redenzione. I<br />
mali del medio evo già l'età civile leniva; scomparse le furiose e<br />
turbolenti republichette, la comune patria ridotta in pochi principati,<br />
gloriosa per arti, paga per mitezza di leggi, maestra di sapienza,<br />
prosperosa di commercio, ricca, lieta, pacifica, l'Italia era fra le<br />
nazioni venerata e rispettata. Era ancora regina delle genti, non con<br />
arme mortifere, ma con l'impero dell'eterno vero e la parola di Dio. Il<br />
papato con le cattoliche braccia stringevala in un amplesso con<br />
l'unità della religione, e sollevava l'italiano pensiero su tutte le genti.<br />
La piena pace menavala innanzi; le spente rivalità già ne affratellava<br />
i figli; e i telegrafi e le strade ferrate ne avvicinavan le regioni; i suoi<br />
tanti porti, le emulazioni de' governi, e la restituita feracità di sue<br />
terre le moltiplicavan ricchezze. E chi nel buio futuro strapperà al<br />
Signore i segreti della sua provvidenza? chi dispererà della ventura<br />
grandezza di questa Italia creata a grandezza? Chi passando innanzi<br />
ai divini ordinamenti vorrà con ree arti divagarla dal sentiero<br />
ordinato da Dio? chi con rivoluzioni la ferma a mezzo, anzi la<br />
respinge dal vero progredimento che preparala a sovrani destini? Le<br />
cospirazioni bruttano questa patria, e con empietà e misfatti la fan<br />
maledire. Progredendo col dritto si avanza nella civiltà: le rivolture<br />
sono rovesciamento di dritti, indietreggiamento e barbarie. L'Italia<br />
oggi non può esser una, se pur fosse buono e opportuno l'averla; rea<br />
cosa è il por mano a impossibili imprese; più reo farne reiterati<br />
esperimenti, con distruzioni e fiumi di sangue.<br />
Ai Napolitani l'unità è anche più ruinosa. Messi in punta al paese,<br />
divengono ultimi, dov'erano primi; retti a prefetture, con leggi<br />
forestiere da uomini ignoti, smunti,<br />
48 <strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />
privi di re e di corte, costretti a correr lontano per giustizia, a<br />
pagare i debiti altrui, a tasse non più viste, e a dare i loro figli in<br />
esercito alieno, per guerre aliene, per compressione di sé stessi.<br />
Napoli scancellar la sua storia, ubbidire ad altri, abolire il suo trono,<br />
rovesciar la sua prosperità, nuotare nelle guerre civili e dinastiche,<br />
dilaniarsi, impoverirsi, rinnegar la patria e la Fede! Per Napoli l'unità<br />
italiana è suicidio: però i settarii napolitani cento volte più rei de’<br />
loro confratelli, lasceranno nome esecrando alla posterità.<br />
Ma T Italia, siccome la Polonia, la Germania e la Grecia sono<br />
pretesti alle sette. Movono del pari Francia e Spagna state sempre<br />
une. Ma là e qua, con queste ed altre lustre, vogliono abbattere la<br />
potestà umana e divina. Quésto fine è il dogma de' loro comuni<br />
catechismi. Però come possono addentano la proprietà, percuotono il<br />
clero, e combattono il Papa ch'è grandezza italiana e mondiale. Il<br />
loro antipapa è il Grande Oriente de' Massoni; vogliono la<br />
rivoluzione delle idee, della morale e delle leggi; e per farla non<br />
vogliono religione. Qua, perché Italia ha più stati, gridano Italia una;<br />
se fosse una griderebbero Italia divisa. E perché il popolo li respinge,<br />
e li fa impotenti a ogni conato, eglino, mentre sclamano fuori lo<br />
straniero, chiamano gli stranieri a far cotesta loro Italia.<br />
<strong>§</strong>. 20. Sperano in Francia e Inghilterra.<br />
Costoro. per amor di setta bene sperano in Francia e Inghilterra,<br />
male se per amor di patria; perocché l'Italia non ha nemici naturali<br />
più terribili di queste due nazioni. Intendo la Francia del 89 e<br />
l'Inghilterra d'Errico 8°, sendo le patrie degli Stuardi e di Carlo<br />
magno ricche di generosi cuori propugnatori di virtù. Ma i<br />
Volterriani e i Protestanti, messo ogni bene nell' utilità materiale,<br />
sono logici nemici di quell'Italia che sopra la materia mette il giusto.<br />
Quanto a' Francesi, come potenza Europea, non potrebbero<br />
desiderare una Italia forte per unità d'armi e di stato. Francia ha sue<br />
frontiere naturali. ali' Alpi, a' Pirenei,