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16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml

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Il testo non è stato rivisto e contiene degli errori – è un testo da ripubblicare, quindi abbiamo deciso di non correggerlo.<br />

<strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 45<br />

in brevi anni un governo sotterraneo, combattente alla sorda con<br />

la potestà sovrana in ogni parte, e per qualunque minimo obbietto; e<br />

quando nel 1861 ha vinto con forza straniera, essa ha preso in un<br />

attimo il potere, e sublimato i suoi agenti a pubblici uffiziali. Queste<br />

cose eran note; ma la imbecillità o la tristizia di chi usava la potestà<br />

regia lasciò fare.<br />

11 Mazzini mette innanzi la divisa: Dio e Popolo; nè dice che Dio<br />

che popolo intenda. S' è visto da’ fatti intender popolo la massa de'<br />

suoi settarii, e Dio la sua dittatura. Divisa trionfale è: Non Re, non<br />

Papi, popolo e repubblica, libertà politica e religiosa. La comunella<br />

non à dice, ma si fa. Libertà intendono non ubbidire a nessuno<br />

legittimo superiore; il che è l'opposto della vera libertà, che è il non<br />

ubbidire a chi non ha dritto e in cosa non dritta; ma van dicendo<br />

schiavo il figlio ubbidiente al padre, e il voglion liberare dalla<br />

potestà paterna, per farlo invece ubbidire a sé stranieri, che si<br />

cacciano in casa altrui a tiranneggiare la famiglia. Noi ubbidienti alla<br />

legge siam liberi; calpestandola, siam servi di passioni brutali e di<br />

forbì usurpatori.<br />

<strong>§</strong>. 19. Il pretesto dell' Unità d'Italia.<br />

Adunque Carboneria e Giovine Italia, figlie di Giacobini e<br />

Illuminati mettono pretesto al congiurare l'unità d'Italia; dico<br />

pretesto, perché le loro costituzioni sin da’ primi Massoni, e per<br />

dipendenze. con la Giovine Europa, dichiarano voler la libertà e<br />

l'uguaglianza de' primi uomini, il che non é unire ma dissolvere.<br />

Oggi stesso unificando l'Italia, tendono a dissolvere Germania e<br />

America. Se Italia potesse essere una, già sarebbela da migliaia<br />

d'anni; ma noi fa mai, non con gli Etrusci, né co' Romani, che<br />

tennerla serva. I Barbari che affogarono questi popoli nel sangue ben<br />

potean farla una, come fecero una Francia e una Spagna; il tentarono<br />

i Goti senza effetto; e anco i Longobardi s'ebbero a dividere. Carlo<br />

magno volevalo, ma la sua potenza s'arrestò sul Volturno, ed ebbe a<br />

far pace con Arechi<br />

46 <strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />

Longobardo Beneventano, che raffermò l’autonomia di queste<br />

contrade che fanno il reame; perlocchè, acconciato il penderò alla<br />

natura, Carlo riconobbe il dominio papale, e miselo in mezzo ali' alta<br />

e bassa Italia. Noi tredici secoli restammo gli stessi; solo mutando i<br />

principi nei re, e scacciando i Bizantini. L'Italia superiore ebbe<br />

mutazioni e tagliuzzamenti infiniti. Ora quello che non fecero<br />

Etrusci, Romani, Goti, Longobardi, e Carlomagno, in tempi più<br />

opportuni e ne' principii delle nazioni, e con forze prepossenti, dicon<br />

di farlo le sette segrete, dopo tanti secoli, sconfessando la storia, la<br />

natura, e gl'interessi del paese. Speciosa idea è l'Italia una, idea da<br />

muovere i giovani; che certo far la patria grande, potente, e<br />

rispettata, saria onesta e bella impresa. E dove ella potesse esser<br />

unita sarebbe fortissima, per l'indole de' suoi abitanti fervidi e<br />

ingegnosi, per sue naturali ricchezze, per lo stare in mezzo al mare,<br />

fra Asia, Àfrica ed Europa, e per la coscienza dell'antica e moderna<br />

grandezza; ma questi beni che fanla invidiata a agognata, essi<br />

appunto sono che le vietarono, e sempre le vieteranno, d'essere uno<br />

stato solo. L'indole altera degl' Italiani li fa di spiriti municipali,<br />

perche ciascuno si sente grande, vuole il primato, e sdegna<br />

dipendenza; la forma della penisola lunga e. sottile, dove ogni parte<br />

basta a sé, né ha mestieri d'altri, fa ciascuna regione paga del suo e<br />

indifferente del vicino; e le molte secolari autonomie surte, cresciute<br />

e compiute, rendono l'Italia per questo maravigliosa nella sua<br />

divisione. Ciascuna parte ha vita e storia sua, costumanze, dialetto,<br />

passioni, bisogni e interessi distinti, monumenti, nomi, ricordi,<br />

rinomanze speciali; ciascuna stata indipendente e separata tanti<br />

secoli, ebbe leggi, guerre, trionfi ed arti sue. Uccidere coteste<br />

persone sociali, per farne una mole mostruosa di parti eterogenee e<br />

discordi, è mina appunto della sua grandezza. L'Italia che vide tanti<br />

secoli i suoi figli accoltellarsi, Bianchi o Neri, Guelfi o Ghibellini,<br />

gelosi l’un dell'altro, diversi di razze e d'interessi, diventar una! La

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