16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
16 LIBRO PRIMO - GIACINTO DE SIVO SOMMARIO §. 1 ... - Eleaml
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Il testo non è stato rivisto e contiene degli errori – è un testo da ripubblicare, quindi abbiamo deciso di non correggerlo.<br />
<strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong> 41<br />
della società a governar le cose pubbliche. Ciascuno avesse<br />
pugnale, fucile, e cinquanta colpi; pagasse uno scudo all'entrata, e<br />
uno mensuale. Niuno accogliersi che avesse più di quarantanni;<br />
niuno poter trovare più di due federati, niuno scrivere il nome dei<br />
compagni, ciascuno aspettar le notizie dal suo propagatore, a questo<br />
pagar la tassa, a questo far rapporti. Fu come si vede riforma della<br />
Carboneria, sempre co' modi dell'Illuminismo. L'anno appresso<br />
aggiunsero un. giornale pur detto Giovine Italia, per muovere la<br />
rivoluzione radicale. 11 codice di questa setta ha parte civile e<br />
penale, con rubriche di sangue. Nel penale all'articolo primo è<br />
scritto: tendersi alla distruzione di tutti i governi della penisola per<br />
far una repubblica. ÀI terzo e seguenti: a i membri che non<br />
ubbidiranno agli ordini della società segreta, e quei che ne<br />
sveleranno i misteri saran pugnalati senza remissione. Il tribunale<br />
segreto pronunzierà la sentenza, designando uno o due adepti per la<br />
immediata esecuzione. L'adepto che ricuserà eseguire la sentenza<br />
sarà morto come spergiuro. Se la vittima giungesse a fuggire, sarà<br />
perseguitata incessantemente in ogni luogo, e verrà colpita da mano<br />
invisibile, fosse in grembo alla madre, o nel tabernàcolo di Cristo.<br />
Ciascun tribunale segreto sarà competente non solo a giudicare i<br />
socii colpevoli, ma anche a far morire qualsivoglia persona<br />
designasse a morte.» Con tali tristizie costoro dicono sublimare la<br />
patria.<br />
Nel 1846 il Mazzini profetò: «Nei grandi paesi la rigenerazione si<br />
fa col popolo; nel nostro si farà co' principi. Bisogna farli lavorar per<br />
noi. Il Papa andrà nelle riforme per principii e per necessità; il re<br />
Sardo per desio della corona d'Italia; il gran Duca Toscano per<br />
inclinazione, il re di Napoli per forza. Gli altri principali avranno a<br />
pensare ad altro che a riforme. Ottenute le costituzioni, s'avrà dritto<br />
di chiedere e domandare alto, e al bisogno sollevarsi. Valetevi delle<br />
minime concessioni per unir masse, anche col pretesto di ringraziare:<br />
feste, canti,<br />
42 <strong>LIBRO</strong> <strong>PRIMO</strong> - <strong>GIACINTO</strong> <strong>DE</strong> <strong>SIVO</strong><br />
radunanze, e fitte corrispondenze fra uomini di tutte opinioni<br />
bastano a maturare le idee, a dare al popolo il «sentimento della sua<br />
forza, e a renderlo esigente. E appresso: «II concorso dei grandi è<br />
indispensabile; perché con plebe sola nascerebbe la diffidenza.<br />
Condotta dai «grandi, questi le saran passaporto. Un signore lo si<br />
guadagna per vanità; lasciategli la prima parte, sinché vorrà a<br />
camminar con voi. Pochi vorranno giungere alla meta; «ma è<br />
importante che la meta della rivoluzione lor sia «ignota.» La storia<br />
mostra come tal programma fu ed è eseguito di punto in punto.<br />
Luigi Filippo re de' Francesi, stato Giacobino, intendendosi di<br />
sette, scacciò via questi congiuratori nel 1833, si dice con l'occasione<br />
d'un Italiano pugnalato in un caffè dì Parigi, per ordine del Mazzini.<br />
Ricovrati a Ginevra, subito tentarono una ribellione generale in<br />
Italia; ma scoperti in Piemonte, il loro re Carlo Alberto, benché<br />
carbonaro, non die' quartiere. Trentadue ebber sentenza di morte,<br />
undici soli fucilati, alcuno s'uccise di sua mano in carcere, molti alla<br />
galera, molti condannati in contumacia. Fra questi il Mazzini, e il poi<br />
famoso abate Vincenzo Gioberti, allora cappellano di esso Carlo<br />
Alberto. La congiurazione aveva un pie' nel reame nostro, onde in<br />
Abruzzo seguirono arresti di cinquantadue persone, con Luigi<br />
Dragonetti, stato deputato al parlamento del 1830; ma per difetto di<br />
prove o per favore dell'amico ministro Del Carretto tosto uscì libero;<br />
puniti anzi gli accusatori.<br />
La Giovine Italia ritentò nel 183i i suoi colpi. Unirono uomini di<br />
tutte nazioni nel Ginevrino, e in numero di dugento invasero il<br />
Piemonte con alla testa il Ramorino, quello che poi nel 49 fucilarono<br />
per tradimento. Egli entrò col Mazzini al 1° febbraio in Savoia;<br />
proclamò repubblica dall' Alpi al Faro, e l'unità; ma pochi dì<br />
appresso, non seguito da nessuno, abbandonato da’ Polacchi,<br />
minacciato dalle milizie Sarde accorrenti, riparò a Ginevra.<br />
Condannarono in contumacia alla forca lui e Giuseppe Garibaldi,