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Impaginato RIVISTA n 20 DEF - Mare Nostrum

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Testo e foto di Enrico Olla<br />

Boschi innevati<br />

nei pressi del<br />

Passo Tascusì.<br />

INVERNO<br />

IN BARBAGIA<br />

36<br />

i t i n e r a r i<br />

Nel cuore della Sardegna l’inverno arriva sempre di sorpresa, spesso dopo un autunno caldo.<br />

Ci si ritrova così catapultati in un’altra dimensione, insolita ma allo stesso tempo gradevole,<br />

quasi avvolgente. La Barbagia è sicuramente il luogo in cui è più facile vivere questa<br />

sensazione inaspettata di un’isola nuova, lontana dall’immaginario collettivo e<br />

anche per questo più emozionante da scoprire. Quando poi la neve decide di rendere<br />

tutto più spettacolare allora è il momento giusto per fare un salto da queste parti.<br />

Bisogna perciò decidere dove mangiare e dove dormire almeno per un giorno e una<br />

notte; gli agriturismo sparsi su tutto il territorio sono il punto d’appoggio ideale per chi<br />

vuole trascorrere qualche giorno tra i boschi, i torrenti e le montagne innevate della zona e<br />

assaporare i prodotti genuini della terra. Per quanto riguarda il percorso da scegliere, consiglio vivamente<br />

l’asse Laconi-Fonni, a mio parere il più spettacolare per l’insieme di paesaggio naturale e rurale; giungendo<br />

da Cagliari si lascia la S.S. 131 al bivio per Furtei, iniziando così a percorrere la S.S. 197 attraversando<br />

i paesi di Villamar, Las Plassas, Barumini, Gesturi, Nuragus e Nurallao, borghi noti<br />

per tradizioni contadine, vinicole e attrattive archeologiche di sicuro interesse. Da<br />

Nurallao si comincia a salire verso Laconi attraverso la S.S. 128; giunti a Laconi<br />

non può mancare una visita al grande parco, ricco di numerose specie botaniche,<br />

cascate, laghetti, e al Castello Aymerich del 1500. Lasciata Laconi si entra a tutti<br />

gli effetti in Barbagia e subito ce ne rendiamo conto dal paesaggio; la SS 128 prosegue<br />

infatti tra tornanti che salgono attraverso fitti boschi di sughere e lecci e<br />

distese di cisti, dove non mancano infinite specie di ottimi funghi. Arrivati al Valico di Ortuabis si svolta sulla<br />

S.S. 295 per Aritzo; d’ora in poi sarà un alternarsi di boschi di castagni, pini di montagna e abeti che, ricoperti<br />

dal soffice manto della neve, rendono magico il paesaggio, soprattutto se si ha la fortuna di avere una bella<br />

giornata dal cielo terso quando la neve fa brillare ogni cosa riflettendo i raggi solari. Si giunge così ad Aritzo,<br />

regno delle castagne e de Sa Carapigna, e subito dopo a Belvì, noto per le sue gustose ciliegie e il museo di<br />

scienze naturali. Da Belvì, proseguendo per altri 3 km sulla S.S. 295 si giunge al bivio per Desulo, si imbocca<br />

la S.P. 7 e si comincia la scalata al Gennargentu.<br />

Dopo circa 8 km si arriva a Desulo (900 m s.l.m.), il<br />

più caratteristico paese di montagna della Sardegna,<br />

rinomato per la sua tradizione dolciaria e per i salumi;<br />

abbarbicato su un costone ai piedi del<br />

Gennargentu, circondato da boschi di castagni, è<br />

base di partenza per escursioni al punto più alto<br />

dell’Isola, Punta La Marmora (1834 m s.l.m.).<br />

Superato Desulo e proseguendo sempre sulla S.P. 7 si<br />

arriva ai 1245 m s.l.m. di Passo Tascusì, dove è presente<br />

una piccola chiesa campestre circondata da<br />

boschi di abeti. Dal passo, imboccando una strada<br />

presente sulla destra si arriva alla zona di S’Arena,<br />

dove sono presenti i rifugi più alti della zona da cui<br />

partono i sentieri per Punta La Marmora. In presenza<br />

di abbondanti nevicate lo spettacolo è assicurato e se<br />

la neve è veramente tanta, come spesso capita durante<br />

l’inverno, la strada per raggiungere i rifugi è per-<br />

La cupola ottagonale<br />

della chiesa<br />

di S. Antonio Abate<br />

a Desulo.<br />

Torrente tra Fonni e<br />

Desulo.

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