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Impaginato RIVISTA n 20 DEF - Mare Nostrum

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C U L T U R A<br />

MAN Testo<br />

e foto di Antonio Mannu<br />

IL MUSEO D’ARTE<br />

DELLA PROVINCIA<br />

I<br />

l MAN, Museo d’Arte della Provincia di<br />

Nuoro, apre i battenti nel 1999, meno di<br />

dieci anni fa. Da subito si é mosso con<br />

piglio deciso, evitando i compromessi,<br />

mostrando di voler proporre progetti culturali e mostre interessanti, di qualità, puntando<br />

al cuore di una questione cruciale, non solo per un museo: far bene le cose,<br />

che può sembrar banale e non lo è. C’è una citazione, da un testo scritto dal curatore<br />

e critico britannico David Thorp, che introduce un contributo del direttore del museo<br />

nuorese, Cristiana Collu, al catalogo DNA - Dal Novecento ad oggi - la Collezione del Man:<br />

“Mi aspetto da un’istituzione artistica del 21° secolo che sia flessibile, sincera, democratica, multiculturale, contraddittoria<br />

e audace. Splendida quando è ricca, eroica quando non ha denaro. Deve avere la testa fra le nuvole,<br />

funzionare in maniera esemplare, avere lo spirito di squadra, i piedi per terra e un cuore grande così. Mi aspetto<br />

che essa ami gli artisti, si prenda cura del pubblico, [...] e rimanga aperta sino a tardi”. Queste parole, prima<br />

di un breve testo che racconta e spiega una delle “missioni” del MAN, “ricercare, acquisire, conservare ed esporre<br />

le opere della propria raccolta”, sono indizio dello spirito di ricerca, e del rigore, con cui ci si è messi in cammino.<br />

E i risultati? Partiamo dai numeri: oltre 27.000 visitatori nel <strong>20</strong>06, la gran parte dei quali, 24.732, pari al<br />

91%, hanno usufruito di un ingresso gratuito. L’8%, oltre 2100 visitatori, hanno pagato un biglietto intero, l’1%,<br />

pari a 226, sono entrati con un biglietto ridotto. Ma andiamo a vedere i numeri in dettaglio, mese per mese; colpisce<br />

il fatto che il picco più alto di visitatori si è avuto, sempre nel <strong>20</strong>06, durante i mesi di ottobre e novembre,<br />

con quasi 8000 visite in ottobre, e quasi 2600 nel mese di novembre, pur se occorre segnalare che, durante quei<br />

mesi, sono stati inclusi nei conteggi i visitatori della rassegna “Modern Times vol. 1”, un evento presentato in<br />

diversi paesi del nuorese. Il terzo miglior mese, sotto il profilo del numero dei visitatori, è agosto, con 2350 presenze.<br />

Perché mettiamo in fila questi numeri? Perché ci dicono che questa istituzione è legata alla terra che la<br />

ospita ed è vissuta dai suoi abitanti, al tempo stesso è polo di attrazione per il turista attento. Non a caso il MAN<br />

è stato tra i protagonisti di una iniziativa espositiva sul tema dei musei contemporanei, MUSEUMS-Musei del XXI<br />

secolo, allestita nel corso del <strong>20</strong>06 presso<br />

il MAXXI di Roma, il nuovissimo<br />

Museo nazionale delle arti del XXI secolo<br />

progettato da Zaha Hadid. La mostra,<br />

organizzata dal DARC - Direzione generale<br />

architettura e arte contemporanee, e<br />

dallo stesso MAXXI, puntava ad essere<br />

un momento di riflessione sui principali<br />

musei nati negli ultimi anni. Il programma,<br />

interamente dedicato ai musei del<br />

terzo millennio, si articolava in tre<br />

mostre: Musei nel XXI secolo: idee, progetti,<br />

edifici, che intendeva documentare<br />

i migliori progetti, e le più riuscite realizzazioni,<br />

del dopo <strong>20</strong>00 in Europa e nel<br />

mondo; Next Generation – Il futuro dei<br />

musei, che analizzava invece le ricerche<br />

progettuali e gli esempi più avanzati ed<br />

eterodossi, sempre più lontani dall’idea<br />

del museo come edificio chiuso e compiuto;<br />

ed infine, e veniamo al nostro,<br />

Hyperlocal – Il MAN di Nuoro, definito<br />

“un esempio di eccellenza nel panorama<br />

italiano”. “La mostra” citiamo da<br />

una cartella stampa diffusa prima dell’inaugurazione<br />

dell’iniziativa nel settembre<br />

del <strong>20</strong>06 “è arricchita da una<br />

sezione curata dal Servizio Arte della<br />

Darc, che focalizza l’attenzione su un<br />

esempio di eccellenza nel panorama<br />

museale italiano. Il Museo d’Arte di<br />

Nuoro, infatti, in pochi anni di attività è<br />

riuscito a proporsi come luogo di ricerca<br />

e comunicazione dei fenomeni più<br />

Mi aspetto che essa ami gli artisti,<br />

si prenda cura del pubblico,<br />

e rimanga aperta sino a tardi.<br />

Nella pagina accanto:<br />

disegni e acquerelli di<br />

Egon Schiele,<br />

Testa di giovane donna<br />

vista dal basso, 1909<br />

Disegni e acquerelli di<br />

Egon Schiele, sino al 9<br />

dicembre <strong>20</strong>07.<br />

DI NUORO 31


La Collezione del MAN:<br />

Giuseppe Biasi,<br />

Danzatrici e suonatrici<br />

di fisarmonica, 1935 c.,<br />

tempera su cartone.<br />

I lavori di Mirella<br />

Mibelli dialogano con<br />

le opere della<br />

Collezione del MAN.<br />

Mirella Mibelli,<br />

Martinica sino al 9<br />

dicembre <strong>20</strong>07.<br />

32<br />

C U L T U R A<br />

innovativi della creatività, coniugando l’attenzione sempre costante alla contemporaneità con la valorizzazione<br />

delle espressioni più rappresentative della storia dell’arte. In una prospettiva culturale dinamica, l’identità locale<br />

coesiste e si rafforza nel confronto con la globalità del circuito artistico, anche grazie agli scambi con le collezioni<br />

di altri musei nazionali ed internazionali”. Tanta strada in pochi anni. Al momento, oltre alla Collezione<br />

del Museo, sino al 9 dicembre il MAN ospita una mostra di Egon Schiele. Periodicamente, nelle sale che ospitano<br />

la Collezione, viene presentato un autore le cui opere “dialogano” con quelle della collezione, un modo<br />

per rendere le sale espositive vive e interessanti, stimolando il visitatore, soprattutto quello residente, a frequentarle<br />

in più occasioni, rinnovando l’incontro con le opere presenti in modo permanente, magari rivisitando le<br />

sale già esplorate in occasione di una mostra tematica di grande interesse e richiamo, come appunto quella che<br />

abbiamo visto durante la nostra ultima visita, dedicata all’ austriaco Egon Schiele e curata da Annette Vogel. In<br />

mostra ottanta opere, tra disegni, acquerelli e gouaches, di questo prolifico e grande autore, considerato dai suoi<br />

contemporanei, e a ragion veduta, come un artista tormentato, sofferente, una sorta di maudit. Diversi, e bellissimi,<br />

inquietanti, gli autoritratti presenti in mostra; Schiele ha infatti lasciato numerose immagini che lo ritraggono,<br />

e in mostra ne incontriamo tre; in particolare ci ha<br />

colpito uno splendido doppio autoritratto, una matita<br />

del 1910, intenso e dolente, luciferino nella sua doppiezza,<br />

che ci ha evocato un autoritratto fotografico di<br />

Robert Mapplethorpe, altro maudit del novecento, vissuto<br />

brevemente come Egon Schiele, alla fine e non al<br />

principio del secolo. Molte le mostre presentate al<br />

MAN in questi pochi anni, le ricordiamo a parte. Tra<br />

le tante ci ha particolarmente toccato “D’Ombra”,<br />

una straordinaria mostra creata da Lea Vergine, realizzata<br />

dalla collaborazione tra il MAN e il Centro Arte<br />

Contemporanea Palazzo delle Papesse di Siena. “Il<br />

titolo [...] è D’Ombra. L’ipotesi, per dirla subito, è che<br />

si insegue la parte di magia che è nell’ombra. Perché<br />

le ombre hanno a che fare con la magia e la magia è<br />

fonte di incantesimo. Nelle ombre si possono proiettare<br />

i miraggi, le visioni, le paure, i desideri, il non<br />

detto; persone che non abbiamo mai<br />

conosciuto, luoghi dove non siamo mai<br />

stati, riverberi di situazioni e di accadimenti<br />

magari mai vissuti: in breve sogni.<br />

E un sogno è un sogno, non è un’illusione.<br />

Forse troverete il tema un po’ singolare.<br />

Lo è” Sono le parole semplici e<br />

dirette con cui Lea Vergine introduce<br />

questa mostra, che presenta opere di<br />

quaranta artisti. Il catalogo è di grande<br />

interesse, in particolare per il brevemente<br />

citato e illuminante testo, sull’ombra,<br />

scritto da Lea Vergine. Una bella recensione<br />

di Emanuele Trevi, apparsa sulle<br />

pagine di Alias del 28 aprile scorso, racconta<br />

di una visita fatta “un lunedì mattina,<br />

senza altro pubblico che una classe<br />

di bambini piccolissimi, di prima elementare,<br />

in visita organizzata dal dipartimento<br />

didattico. Tenendosi per mano e<br />

in fila per due, con i loro grembiulini<br />

bianchi, incarnano alla perfezione quel<br />

miscuglio cangiante di stupore e ironia,<br />

diffidenza e complicità di cui si sostanzia<br />

un’esperienza estetica quando è davvero<br />

viva e capace di aprire un orizzonte.<br />

[...] immersi nella penombra ambrata<br />

della stanza dedicata a Christian<br />

Bolstanski, i bambini sembrano del tutto<br />

a loro agio, e la semplice magia dell’artista<br />

è pienamente efficace. The Candles<br />

si intitola l’opera, [...] passando dalla<br />

stanza con le Candles di Bolstanski in un<br />

piccolo ambiente di fianco, dove una<br />

videoscultura sonora di Laurie Anderson, non più alta di una ventina di centimetri, magnetizza lo sguardo [...]<br />

“E’ una fatina!” sentenziano unanimi i bambini”. Citiamo Trevi anche perché ciò che scrive ci permette di introdurre,<br />

delicatamente, un importante funzione svolta dal museo attraverso il Dipartimento Didattico, un organismo<br />

interno al MAN che ha lo scopo di educare il visitatore<br />

alla fruizione attiva e consapevole del museo,<br />

favorendo la comprensione delle collezioni e delle<br />

proposte. L’attività si sostanzia nel programma educativo,<br />

che tende al raggiungimento di alcuni obiettivi individuati<br />

dall’UNESCO: imparare a conoscere, imparare<br />

a fare, imparare a vivere con gli altri, imparare ad essere.<br />

Per raggiungerli ci si avvale sia di un programma di<br />

interazione con il mondo della scuola, sia di una<br />

gamma di proposte rivolte agli adulti, collaborando con<br />

artisti, musei e associazioni. Vengono organizzati laboratori<br />

didattici, rivolti agli allievi delle scuole materne,<br />

elementari e medie, che consistono sia in visite guidate<br />

che in veri e propri laboratori, dove la proposta è quella<br />

di osservare, ricercare, analizzare, identificare, elaborare<br />

e comprendere il rapporto tra l’arte e la realtà<br />

contemporanea, attraverso un processo divertente e stimolante,<br />

che insegna a vivere il museo e l’arte come<br />

parte della normale esperienza quotidiana. Per la stagione<br />

scolastica <strong>20</strong>07-<strong>20</strong>08 i laboratori sono iniziati ai<br />

primi di ottobre e si concluderanno al principio del giugno<br />

<strong>20</strong>08. A partire da quest’anno il MAN realizza, su<br />

La Collezione del<br />

MAN: Tona Scano,<br />

Donna in costume,<br />

1928, olio su tela.<br />

La Collezione del<br />

MAN: Francesco<br />

Ciusa, Sacco<br />

d’Orbace, fine anni<br />

30, stucco a marmo.<br />

33


34<br />

C U L T U R A<br />

MAN-Museo d’Arte della Provincia di Nuoro<br />

Il MAN è a Nuoro in via Sebastiano Satta 27. E’ aperto tutti i<br />

giorni, tranne il lunedì nei seguenti orari: 10-13 e 16,30-<br />

<strong>20</strong>,30. L’ingresso è gratuito sino ai 18 anni e oltre i 60.<br />

Tra i 18 e i 25 anni biglietto ridotto: 2 euro; biglietto ordinario:<br />

3 euro. L’ingresso è gratuito per tutti durante l’ultima<br />

domenica di ogni mese e durante le festività riconosciute.<br />

Il MAN organizza laboratori didattici rivolti agli allievi delle<br />

scuole materne, elementari e medie. Per la stagione scolastica<br />

<strong>20</strong>07-<strong>20</strong>08 i laboratori sono iniziati ai primi di ottobre<br />

e si concluderanno a giugno. Si tengono dal lunedì al<br />

venerdì: primo turno 9-10.30; secondo turno 10.45-12.15.<br />

Per prenotare i laboratori rivolti alle scuole è necessario<br />

telefonare con largo anticipo al n. 338 5799871 dal lunedì<br />

al venerdì (11-13 e 17-19). Nel caso di difficoltà a rispettare<br />

l’appuntamento concordato, si richiede cortesemente di<br />

disdire con la stessa modalità. I laboratori sono gratuiti e i<br />

materiali forniti dal museo.<br />

Da quest’anno il MAN realizza, su prenotazione, laboratori<br />

didattici in orario pomeridiano rivolti a bambini e ragazzi<br />

che appartengono ad associazioni e gruppi giovanili. Per<br />

partecipare ai laboratori è sufficiente telefonare al numero<br />

sopra indicato neigli stessi giorni e orari. Anche questi<br />

laboratori sono gratuiti e i materiali vengono forniti dal<br />

museo. I corsi rivolti agli adulti si svolgeranno da ottobre a<br />

giugno, avranno la durata di 3 ore, dalle 16 alle 19, per due<br />

o tre pomeriggi consecutivi. Il calendario per il <strong>20</strong>08 al<br />

momento prevede, per gennaio, “Pittura e assemblaggio” a<br />

cura di Josefine Sassu, a marzo, “Scultura polimaterica” a<br />

cura di Franco Menicagli, per il mese di aprile, “Ceramica<br />

Raku” a cura di Vanna Seddone. I laboratori si prenotano<br />

allo stesso recapito su citato che fornisce anche informazioni<br />

dettagliate su ogni corso, a partire dal giorno 15 del<br />

mese precedente all’incontro previsto. Questi laboratori<br />

sono a pagamento e i materiali sono forniti dal museo.<br />

Presso il dipartimento educazione del MAN è disponibile uno<br />

sportello di consulenza pedagogica aperto a genitori e insegnanti<br />

che desiderano confrontarsi su tematiche educative.<br />

Per prenotare un appuntamento telefonare al numero 0784<br />

252110 dal martedì alla domenica (10-13 e 16,30-<strong>20</strong>,30).<br />

Dall’ottobre <strong>20</strong>07 é attivo il servizio di incontri formativi e<br />

tematici, rivolti ai genitori e agli insegnanti, con la finalità<br />

di fornire informazioni e strumenti utili per favorire la relazione<br />

educativa e didattica con i bambini e i ragazzi, avvicinando<br />

anche le famiglie al mondo dell’arte durante gli<br />

incontri si parlerà di comunicazione, di stili e tecniche<br />

educative, del bambino e dell’arte, delle relazioni<br />

adulto/bambino, delle emozioni e delle paure dei bambini,<br />

del tempo insieme, cioè di proposte di attività ludiche e<br />

didattiche, del magico mondo della fantasia, del dubbio<br />

legittimo: i miei figli sono ancora troppo piccoli? Per conoscere<br />

il calendario delle giornate dedicate agli incontri<br />

telefonare al numero 0784 252110 dal martedì alla domenica<br />

dalle 10 alle 13 e dalle 16 e 30 alle <strong>20</strong> e 30.<br />

prenotazione, laboratori La Collezione del MAN:<br />

didattici in orario pome- Francesco Ciusa,<br />

ridiano rivolti a bambini Bambina che ride,<br />

e ragazzi che apparten- 1925-32, stucco a<br />

gono ad associazioni e marmo.<br />

gruppi giovanili. I laboratori<br />

sono gratuiti e i materiali forniti dal museo.<br />

Rivolti agli adulti sono invece i corsi, che si propongono<br />

di aggiornare, innovare, perfezionare e divertire,<br />

curati da esperti, da artisti e artigiani. Questi ultimi<br />

sono a pagamento e i materiali sono forniti dal museo.<br />

Si svolgeranno da ottobre <strong>20</strong>07 a giugno <strong>20</strong>08. Il<br />

calendario per il <strong>20</strong>08 al momento prevede, per gennaio,<br />

“Pittura e assemblaggio” a cura di Josefine Sassu,<br />

a marzo, “Scultura polimaterica” a cura di Franco<br />

Menicagli, per il mese di aprile, “Ceramica Raku” a<br />

cura di Vanna Seddone. E ancora: presso il dipartimento<br />

educazione del MAN è disponibile uno sportello di<br />

consulenza pedagogica, aperto a genitori e insegnanti<br />

che desiderano confrontarsi su tematiche educative, e<br />

dall’ottobre <strong>20</strong>07 é inoltre attivo il servizio di incontri<br />

formativi e tematici, rivolti ai genitori e agli insegnanti,<br />

con la finalità di fornire informazioni e strumenti<br />

utili per favorire la relazione educativa e didattica con<br />

i bambini e i ragazzi, avvicinando anche le famiglie al<br />

mondo dell’arte. Per concludere segnaliamo l’attenzione<br />

prestata dal MAN alla fotografia. Il museo nuorese<br />

ha infatti presentato diverse mostre dedicate a<br />

questo “linguaggio centrale della modernità”.<br />

Nel <strong>20</strong>00 è la volta di 100 Capolavori dalla Raccolta<br />

Fotografica della Galleria Civica di Modena e di Sandy<br />

Skoglund; nel <strong>20</strong>01 abbiamo Intorno alla Fotografia e<br />

nel <strong>20</strong>03 Booby Trap di Erwin Olaf; nel <strong>20</strong>04 Ugo<br />

Mulas Dentro la Fotografia; quest’anno la mostra<br />

Franco Pinna Sardegna 61, realizzata in collaborazione<br />

con la Imago Multimedia di Nuoro e l’Archivio<br />

Franco Pinna di Roma. Si tratta di 50 immagini, fra le<br />

più belle e celebri di Pinna, tratte dai reportage realizzati<br />

nel 1961, in occasione di diverse visite nell’isola,<br />

a cavallo tra la primavera e l’estate di quell’anno.<br />

A bordo di una Citröen 2CV, il fotografo nato a<br />

Maddalena, percorse l’isola in lungo e in largo, fotografando<br />

i riti pasquali in Barbagia, le sagre di<br />

Sant’Efisio a Cagliari, quella di San Francesco a Lula,<br />

la campagna elettorale regionale, con sguardo lucido<br />

ed attento, senza nulla concedere agli stereotipi e<br />

all’esotico. Non sappiam dire cosa ci riserva il MAN<br />

per l’anno a venire, ma sarà il caso di prestare attenzione.


Testo e foto di Enrico Olla<br />

Boschi innevati<br />

nei pressi del<br />

Passo Tascusì.<br />

INVERNO<br />

IN BARBAGIA<br />

36<br />

i t i n e r a r i<br />

Nel cuore della Sardegna l’inverno arriva sempre di sorpresa, spesso dopo un autunno caldo.<br />

Ci si ritrova così catapultati in un’altra dimensione, insolita ma allo stesso tempo gradevole,<br />

quasi avvolgente. La Barbagia è sicuramente il luogo in cui è più facile vivere questa<br />

sensazione inaspettata di un’isola nuova, lontana dall’immaginario collettivo e<br />

anche per questo più emozionante da scoprire. Quando poi la neve decide di rendere<br />

tutto più spettacolare allora è il momento giusto per fare un salto da queste parti.<br />

Bisogna perciò decidere dove mangiare e dove dormire almeno per un giorno e una<br />

notte; gli agriturismo sparsi su tutto il territorio sono il punto d’appoggio ideale per chi<br />

vuole trascorrere qualche giorno tra i boschi, i torrenti e le montagne innevate della zona e<br />

assaporare i prodotti genuini della terra. Per quanto riguarda il percorso da scegliere, consiglio vivamente<br />

l’asse Laconi-Fonni, a mio parere il più spettacolare per l’insieme di paesaggio naturale e rurale; giungendo<br />

da Cagliari si lascia la S.S. 131 al bivio per Furtei, iniziando così a percorrere la S.S. 197 attraversando<br />

i paesi di Villamar, Las Plassas, Barumini, Gesturi, Nuragus e Nurallao, borghi noti<br />

per tradizioni contadine, vinicole e attrattive archeologiche di sicuro interesse. Da<br />

Nurallao si comincia a salire verso Laconi attraverso la S.S. 128; giunti a Laconi<br />

non può mancare una visita al grande parco, ricco di numerose specie botaniche,<br />

cascate, laghetti, e al Castello Aymerich del 1500. Lasciata Laconi si entra a tutti<br />

gli effetti in Barbagia e subito ce ne rendiamo conto dal paesaggio; la SS 128 prosegue<br />

infatti tra tornanti che salgono attraverso fitti boschi di sughere e lecci e<br />

distese di cisti, dove non mancano infinite specie di ottimi funghi. Arrivati al Valico di Ortuabis si svolta sulla<br />

S.S. 295 per Aritzo; d’ora in poi sarà un alternarsi di boschi di castagni, pini di montagna e abeti che, ricoperti<br />

dal soffice manto della neve, rendono magico il paesaggio, soprattutto se si ha la fortuna di avere una bella<br />

giornata dal cielo terso quando la neve fa brillare ogni cosa riflettendo i raggi solari. Si giunge così ad Aritzo,<br />

regno delle castagne e de Sa Carapigna, e subito dopo a Belvì, noto per le sue gustose ciliegie e il museo di<br />

scienze naturali. Da Belvì, proseguendo per altri 3 km sulla S.S. 295 si giunge al bivio per Desulo, si imbocca<br />

la S.P. 7 e si comincia la scalata al Gennargentu.<br />

Dopo circa 8 km si arriva a Desulo (900 m s.l.m.), il<br />

più caratteristico paese di montagna della Sardegna,<br />

rinomato per la sua tradizione dolciaria e per i salumi;<br />

abbarbicato su un costone ai piedi del<br />

Gennargentu, circondato da boschi di castagni, è<br />

base di partenza per escursioni al punto più alto<br />

dell’Isola, Punta La Marmora (1834 m s.l.m.).<br />

Superato Desulo e proseguendo sempre sulla S.P. 7 si<br />

arriva ai 1245 m s.l.m. di Passo Tascusì, dove è presente<br />

una piccola chiesa campestre circondata da<br />

boschi di abeti. Dal passo, imboccando una strada<br />

presente sulla destra si arriva alla zona di S’Arena,<br />

dove sono presenti i rifugi più alti della zona da cui<br />

partono i sentieri per Punta La Marmora. In presenza<br />

di abbondanti nevicate lo spettacolo è assicurato e se<br />

la neve è veramente tanta, come spesso capita durante<br />

l’inverno, la strada per raggiungere i rifugi è per-<br />

La cupola ottagonale<br />

della chiesa<br />

di S. Antonio Abate<br />

a Desulo.<br />

Torrente tra Fonni e<br />

Desulo.


Agriturismo nei pressi<br />

di Fonni.<br />

Il sagrato della chiesa<br />

di S. Antonio Abate,<br />

nel centro storico di<br />

Desulo.<br />

Cinghiali e caprette<br />

pascolano liberi nei<br />

terreni di un’agriturismo<br />

di Fonni.<br />

Su Pinnettu, Fonni.<br />

38<br />

I t i n e r a r i<br />

corribile solo con gli sci o in motoslitta. Facendo qualche passo indietro, ritornando a Tascusì e proseguendo<br />

sempre sulla S.P. 7, ci si dirige verso Fonni. Per circa 13 km si è immersi in una natura selvaggia e incontaminata:<br />

boschi, torrenti di acqua purissima che sgorga direttamente dalle nevi, animali allo stato brado che<br />

pascolano indisturbati sino alla strada, poi la neve<br />

che rende tutto indimenticabile. Infine l’ultimo tratto<br />

di questo percorso nella Barbagia invernale; si arriva<br />

a Fonni, il paese più alto della Sardegna (1000 m<br />

s.l.m.). E’ il centro più attrezzato in Sardegna per il<br />

turismo invernale; al suo interno numerosi alberghi e<br />

b&b e nelle campagne circostanti tanti agriturismo<br />

che sanno soddisfare anche il visitatore più esigente.<br />

Ma ciò per cui vale veramente la pena venire da queste<br />

parti, quando il freddo potrebbe scoraggiare<br />

chiunque a uscire di casa, è la possibilità di vedere<br />

forme, colori, luci e paesaggi inimmaginabili in<br />

Sardegna e che solo il candore della neve sa regalare,<br />

scaldando anche il cuore dei più freddolosi.

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