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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 96<br />

stante debba tenere a bada la sua ragazza al telefono.<br />

Non voglio dirtelo perché non posso, Luiza. Lo sai che hanno<br />

tutto il dir<strong>it</strong>to di registrare le mie telefonate da questo numero. Si riferisce<br />

al fatto che la sua stanza si trova all’<strong>in</strong>terno della casa dei gen<strong>it</strong>ori di<br />

Marco ed Eumir è un dipendente dei gen<strong>it</strong>ori di Marco e i gen<strong>it</strong>ori di Marco<br />

hanno tutto il dir<strong>it</strong>to di sapere cosa fa Eumir <strong>in</strong> casa loro. Non ci piove. Eumir<br />

dovette <strong>in</strong>sistere: E <strong>in</strong>vece secondo me è normale vergognarmi di<br />

dirti una cosa del genere quando so che stanno registrando questa<br />

conversazione…<br />

Luiza era testarda e le piacevano i pretzel. Quando frequentate una<br />

donna testarda che nei centri commerciali vi mette a fare su e giù tra il primo<br />

e l’ottavo piano solo per scroccare i pretzel dal vassoio della degustazione<br />

gratu<strong>it</strong>a, non avete più via di scampo.<br />

Te lo scordi, Luiza! Andiamo, smettila di fare la ragazz<strong>in</strong>a…<br />

Cosa? Sei una ragazz<strong>in</strong>a? Ma fammi il piacere… No… No… Che…?<br />

Be’, ora basta, ciao… No, non sono arrabbiato. devo andare dal ragazzo…<br />

Come dici…? Dovrà comprare le caramelle, cosa ne so io…<br />

Ciao.<br />

Ufff. Alla TV non c’era niente di <strong>in</strong>teressante… la spense… mentre<br />

usciva dalla sua camera.<br />

E adesso c’era Marco da portare ai giard<strong>in</strong>i per farlo giocare <strong>in</strong>sieme<br />

agli altri marmocchi. E lui, Eumir, se ne sarebbe stato <strong>in</strong> piedi e con gli occhi<br />

svegli, ben piantati addosso al ragazzo e ogni tanto occupati a sbirciare<br />

gli angoli del parco e solo qualche volta le cosce e i fianchi delle morette.<br />

* * *<br />

Luiza. Bei seni e un buon sedere. Scura e mezza nuda, <strong>in</strong>tenta a mettersi<br />

la gonna mentre si ammirava allo specchio e sorrideva nel guardare il<br />

tatuaggio ironico che si era fatta disegnare sull’<strong>in</strong>gu<strong>in</strong>e, cercò con una rapida<br />

occhiata la maglietta, la trovò arruffata sul letto e la afferrò sub<strong>it</strong>o dopo aver<br />

allacciato la c<strong>in</strong>tura di cuoio. Infilò la t-shirt, si diede un’aggiustata al petto,<br />

aiutandosi con il riflesso sul vetro della f<strong>in</strong>estra e, soddisfatta, passò <strong>in</strong> camera<br />

del padre per salutarlo.<br />

Come ti chiami? – chiedeva lui ad un ologramma di donna.<br />

Elena, e tu?<br />

Io Manuel. Sei molto car<strong>in</strong>a, lo sai?<br />

Grazie, sei veramente gentile. Ti piacciono i miei fiori?

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