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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 90<br />

mon<strong>it</strong>or LCD, operai che ancora costruivano le case <strong>in</strong> cemento e dottori che<br />

dovevano preoccuparsi di curare le gastr<strong>it</strong>i (e nella maggior parte dei casi<br />

dovevano farlo con la Coca Cola), gente che moriva per i batteri annidati nei<br />

filtri dell’aria condizionata. A Vasconcelos c’erano ancora troppi malati di<br />

AIDS e le case popolari erano cubicoli di 40 metri quadrati con un bagno da<br />

cui poter att<strong>in</strong>gere acqua calda solo <strong>in</strong> certe fasce orarie; appartamenti già<br />

arredati dagli arch<strong>it</strong>etti e dagli psicologi dello Stato <strong>in</strong> maniera da ev<strong>it</strong>are la<br />

presenza di oggetti che potessero servire al suicidio; appartamenti alloggiati<br />

all’<strong>in</strong>terno di alveari da 3000 un<strong>it</strong>à tirati su nel giro di 6 giorni da un <strong>in</strong>gegnere<br />

di Seoul e dai suoi macch<strong>in</strong>ari. A Vasconcelos la gente è ancora disperata<br />

e la polizia non è troppo impegnata a dare la caccia agli assass<strong>in</strong>i e ai<br />

band<strong>it</strong>i, deve preoccuparsi di proteggere i c<strong>it</strong>tad<strong>in</strong>i dai tentativi di suicidio.<br />

Erano passati parecchi anni dal giorno <strong>in</strong> cui Eumir aveva mandato la<br />

foto a casa e, r<strong>in</strong>graziando il Cristo, era ancora bello e forte, con ogni pezzo<br />

al posto giusto, anche i denti c’erano tutti e quando certi band<strong>it</strong>i avevano<br />

provato a sparargli nessuno era riusc<strong>it</strong>o a ferirlo. Godeva addir<strong>it</strong>tura di una<br />

certa fama all’<strong>in</strong>terno della SCR, dei s<strong>in</strong>dacati e delle bande di rap<strong>it</strong>ori e di<br />

trafficanti di organi. Trasferiva regolarmente parte del suo stipendio sul conto<br />

del padre e aveva tutte le ragioni per sorridere a trentadue denti quando le<br />

ragazze si complimentavano con lui. Avrebbe cont<strong>in</strong>uato anche per altri venti<br />

anni a proteggere Rodrigo Monte.<br />

Questo accadde molto prima.<br />

Lo chiamò il suo capo dal suo ufficio – dall’ufficio del capo – e gli ord<strong>in</strong>ò<br />

di lasciar stare il centro commerciale di Rio Sul (se ne stava lì impalato<br />

col suo m<strong>it</strong>ra, la tuta antiproiettile, il cervello cablato direttamente alla central<strong>in</strong>a<br />

audio/video della sorveglianza, pronto a sparare), che doveva filare<br />

dr<strong>it</strong>to <strong>in</strong> direzione per un nuovo comp<strong>it</strong>o. C’è aria di promozione, ragazzo,<br />

gli disse il pr<strong>in</strong>cipale. E avreste potuto vedere Eumir scattare via dalla<br />

sua postazione al Rio Sul, saltare giù dalla pedana, scendere al livello dei<br />

clienti dei negozi, con le suole degli stivali ben pigiate sul pavimento e filare<br />

fuori, nella vettura di servizio, <strong>in</strong>tento ad immag<strong>in</strong>arsi il sorriso della madre<br />

– solo ad immag<strong>in</strong>arlo – e della sorella, gli occhi felici del padre. I clienti un<br />

po’ spaesati, il suo collega un po’ impaur<strong>it</strong>o perché doveva tenere sotto controllo<br />

la s<strong>it</strong>uazione tutto solo, ancora per una mezz’ora, f<strong>in</strong>ché non sarebbe<br />

arrivato il rimpiazzo. E poi c’era Eumir, felice. Felice di non dover più imbottirsi<br />

di stimolanti per riuscire a stare <strong>in</strong> piedi tutto il giorno; felice di non

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