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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 9<br />

di una prova che certificasse la concretezza della v<strong>it</strong>a e loro avevano deciso<br />

che la malattia mentale (a ore) era sicuramente la migliore delle dimostrazioni.<br />

<strong>Il</strong> pazzo non può essere schiavizzato, il pazzo non ha paura della legge<br />

e della pistola, così diceva uno degli slogan. Ericko aveva cap<strong>it</strong>o, lo riusciva<br />

a vedere sulla propria pelle, si era accorto della triste s<strong>it</strong>uazione degli<br />

esseri umani, gli impiegati schiacciati dal capoufficio e gli spacciatori imprigionati<br />

dal loro dest<strong>in</strong>o di fuggiaschi e così via tutti gli altri. Ericko sapeva<br />

che l’uomo prima o poi si accorgeva di essere uno schiavo soggiogato dal<br />

prossimo o dalle proprie ab<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>i o dai gusti o dalla paura o dalla pace… e<br />

loro – gli schiavi – non potevano ribellarsi a quei padroni <strong>in</strong>consistenti – le<br />

loro menti, le regole, i contratti – e la Chiesa del Libero Arb<strong>it</strong>rio aveva la<br />

chiave per aprire la cella: le psicosi. Viaggiando attraverso la connessione<br />

arrivavano forme di follia da poter gustare per tutto il tempo necessario a<br />

sentirsi vivi – pagando la giusta offerta. Pazzi scatenati o persone autistiche<br />

o deviati sessuali ad orologeria vagavano per la c<strong>it</strong>tà e non era possibile pretendere<br />

obbedienza o risposte; solo dopo lo scadere del conto alla rovescia,<br />

quando la preghiera (il programma che trasformava i processi elaborativi<br />

della mente <strong>in</strong> fisime e fobie) era term<strong>in</strong>ata, tornavano ad essere dei bravi<br />

schiavi, buoni c<strong>it</strong>tad<strong>in</strong>i – fatta eccezione per quelli che compravano un p<strong>in</strong>soft<br />

e lo tenevano perennemente caricato nel drive.<br />

Ericko preferiva la droga – uno dei suoi padroni – e ne aveva bisogno<br />

per scacciare ogni tanto la sua psicosi congen<strong>it</strong>a e non <strong>in</strong>dotta dal software:<br />

una v<strong>it</strong>a rubata, la sua v<strong>it</strong>a rubata che lo costr<strong>in</strong>geva a spremersi per congegnare<br />

un piano col quale tornare <strong>in</strong> possesso dei suoi dir<strong>it</strong>ti; e l’<strong>in</strong>cubo del<br />

M<strong>in</strong>istero, la paura del prelievo…<br />

Era arrivato a N<strong>it</strong>eròi dopo un lungo periodo di tranquill<strong>it</strong>à e anonimato:<br />

aveva vissuto (Coral lo aveva nascosto lì) <strong>in</strong> un pessimo quartiere alveare,<br />

una zona franca per terroristi e mercenari, un posto <strong>in</strong> cui l’autor<strong>it</strong>à della<br />

pubblica sicurezza rappresentava un <strong>in</strong>sulto al dir<strong>it</strong>to a vivere. Assass<strong>in</strong>i silenziosissimi<br />

e teorici della rivoluzione, tutti scagnozzi che avevano fatto<br />

qualcosa per Coral e che venivano pagati con la moneta della protezione dalla<br />

legge, stavano r<strong>in</strong>tanati nei loro loculi <strong>in</strong> attesa di far calmare le acque e<br />

tornare all’attacco <strong>in</strong> qualche parte del mondo. Dormivano tre ore per notte<br />

accucciati <strong>in</strong> palazzi alti trenta piani e senza f<strong>in</strong>estre. Un buon posto per vivere.<br />

Poi, si sa, tutto f<strong>in</strong>isce. Oggi tieni occupato un monolocale, domani<br />

mandano qualcuno a demolire il palazzo visto che tu e tutti gli altri ab<strong>it</strong>anti<br />

non dovreste stare lì; perché quello non è il vostro posto e, soprattutto, per-

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