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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 88<br />

grasso dei motori, con i docks lugubri e sfasciati alle spalle e qualcuno disposto<br />

a fare la cosa più semplice… che è sparare. Lo fanno tutti giù al porto,<br />

tutti sparano. E lo fanno come quando un bamb<strong>in</strong>o cattura una lucertola<br />

per torturarla, com<strong>in</strong>ciando con l’amputazione della coda e poi delle zampe,<br />

perché non c’è nient’altro da fare dopo aver staccato il braccio a qualcuno;<br />

come fanno i ragazz<strong>in</strong>i con quei loro stiletti poco affilati che alla f<strong>in</strong>e usano<br />

per <strong>in</strong>chiodare la testa del rettile ad un muro di schiuma compressa. Come<br />

un gioco. In quegli omicidi, nelle esecuzioni di quei mar<strong>in</strong>ai che vanno <strong>in</strong><br />

cerca di compagnia, c’è la noncuranza per la v<strong>it</strong>a che c’è <strong>in</strong> ogni uomo e c’è<br />

anche la tortura che è la parte peggiore benché duri poco più di un istante,<br />

quell’istante <strong>in</strong> cui il mar<strong>in</strong>aio può chiedersi se tireranno il grilletto oppure<br />

no; un piccolo atroce istante <strong>in</strong> cui sperare. Questa è solo un’altra dimostrazione<br />

che chiarisce la mental<strong>it</strong>à di chi crede di essere un’autor<strong>it</strong>à del tribunale<br />

di strada. E non succede solo ai mar<strong>in</strong>ai, succede a tutti quelli che escono<br />

di casa nella sera sbagliata. Potrebbe succedere anche a voi e la polizia è difficile<br />

che passi da quelle parti proprio <strong>in</strong> quel momento; la polizia è sempre<br />

da qualche altra parte e spesso <strong>in</strong> certi posti non ci arriva neanche dopo che<br />

siete morti ed è sempre troppo impegnata a salvare i soldi e la v<strong>it</strong>a di qualcuno<br />

che sta tentando di suicidarsi. E vi avverto che è stupido ed <strong>in</strong>utile mettersi<br />

a discutere con qualcuno che vi aggredisce per portarsi via qualche<br />

spicciolo.<br />

Ma, se aff<strong>it</strong>tate un agente della Segurança Civil de Rio de Janeiro, potete<br />

stare tranquilli. Pensate ad Eumir, il terzo tra i dieci uom<strong>in</strong>i di punta della<br />

compagnia. Lo avevano addir<strong>it</strong>tura schiaffato <strong>in</strong> uno spot pubblic<strong>it</strong>ario,<br />

con la scr<strong>it</strong>ta olografica e tutto il resto.<br />

Eumir era alto e bello, forte come un toro e svelto a tirare di s<strong>in</strong>istro.<br />

In paese aveva mandato al tappeto tutti i gradassi del bar <strong>in</strong> piazza e quando<br />

qualcuno si ubriacava e <strong>in</strong>fastidiva Thaise, la negretta che serviva i liquori ai<br />

tavoli del locale, con i seni piccoli tatuati e messi bene <strong>in</strong> mostra, il sedere<br />

sp<strong>in</strong>to all’<strong>in</strong>fuori e la gonnella corta, chiamavano sempre lui per mettere KO<br />

il rompiscatole di turno. E ogni sera c’era una piccola rissa. A Vasconcelos –<br />

così si chiamava la c<strong>it</strong>tà da dove era venuto Eumir col suo carico di niente e<br />

solo la speranza di trovare un posto da dormire ed uno per mangiare – l’unico<br />

modo per esserci ancora era rispettare la semplice legge della sopravvivenza:<br />

la banale legge della forza o quella del r<strong>it</strong>iro. Per guadagnarsi il dir<strong>it</strong>to<br />

di uscire di casa bisognava dimostrare di essere abbastanza forti da impedire<br />

agli altri di mettere il naso fuori dall’uscio e, ogni tanto, c’era da scen-

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