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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 73<br />

<strong>Il</strong> ragno riprese a muoversi dopo qualche m<strong>in</strong>uto, un lasso di tempo<br />

che Ericko impiegò a contemplare quel piccolo mostro a otto zampe ormai<br />

paral<strong>it</strong>ico e pensò che era stato fortunato a non essere lui la v<strong>it</strong>tima di quel<br />

gesto. <strong>Il</strong> ragno riprese il suo lavoro come se si fosse appisolato per la stanchezza<br />

e cont<strong>in</strong>uò a costruire il suo tappeto di bava, la sua casa appesa <strong>in</strong><br />

aria, la sua trappola per le mosche, le zanzare e le vespe.<br />

Chissà perché la scheggia dalle ali viola aveva punto il ragno ancora<br />

una volta prima di andarsene?<br />

Per il resto della settimana di purificazione, il papa-moscas completò<br />

il suo lavoro e proseguì la sua v<strong>it</strong>a monotona fatta di agguati e pranzi freschi,<br />

mentre Ericko aveva ormai perduto quell’unica distrazione che era stato<br />

l’assalto da parte della vespa e la meticolosa costruzione della tela e aveva<br />

ricom<strong>in</strong>ciato a soffrire il batt<strong>it</strong>o del sole sulla scorza e le sofferenze della<br />

sete; la fame non era poi un gran guaio, visto che ci era ab<strong>it</strong>uato. Al terzo<br />

giorno era andato lì uno schiavo degli sciamani e aveva cambiato l’acqua nel<br />

vaso, senza degnare Ericko di uno sguardo, senza aprire bocca e rapido, aveva<br />

buttato nel recipiente una secchiata nuova e se ne era andato <strong>in</strong> fretta a testa<br />

bassa. Poi al qu<strong>in</strong>to e al sesto giorno c’erano stati dei canti r<strong>it</strong>uali e delle<br />

preghiere rec<strong>it</strong>ate <strong>in</strong>torno a lui dai due stregoni che lo avevano salassato. E<br />

poi soltanto altra sol<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>e f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e della settimana, senza vis<strong>it</strong>e di esseri<br />

umani o di animali particolarmente feroci; dalla foresta non veniva fuori<br />

neanche più il rumore degli uccelli e del frusciare delle serpi, ma poteva anche<br />

essere colpa della debolezza ed Ericko riusciva solamente a sentire il sudore<br />

cadere giù e spaccarsi al suolo <strong>in</strong> gocce pesanti che venivano bevute sub<strong>it</strong>o<br />

dal terreno arido. Si fece bastare l’acqua per due giorni, poi tornò lo<br />

schiavo col secchio e questo significava che lo stavano spiando da telecamere<br />

mimetizzate nel verde ed il nuovo gioco di Ericko fu stanare i nascondigli<br />

degli occhi artificiali con i quali l’osservavano, ma perse. Era conv<strong>in</strong>to che<br />

ci fosse qualcosa piazzata alla base di quell’arbusto che cresceva dr<strong>it</strong>to davanti<br />

a lui, o un occhio laser cuc<strong>it</strong>o tra le foglie grasse di un mucchio di<br />

piante e poi telecamere sulla cima degli alberi con potenti zoom tirati all’estremo;<br />

ma non era riusc<strong>it</strong>o a vedere neanche un obiettivo, neanche un riflesso<br />

di una delle dec<strong>in</strong>e di lenti che si sentiva puntare addosso. Girava la<br />

testa sopra e sotto e da ogni lato, ma non si vedeva nulla e non si sentiva il<br />

m<strong>in</strong>imo rumore di messa a fuoco e poi, ad un certo punto, la stanchezza lo<br />

fece smettere.<br />

Dormiva sdraiato sulla terra polverosa e con le mani sotto le guance,

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