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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 66<br />

sciva a placarsi; e ancora per colpa di certi <strong>in</strong>cubi viscosi popolati da vecchi<br />

depravati e donne sfatte affamate di sesso; dove lui era l’oggetto del desiderio<br />

di tutti e nessuno voleva lasciarlo andare per str<strong>in</strong>gerlo al petto <strong>in</strong> amplessi<br />

artificiali e risa sguaiate. Ericko odiava il lavoro <strong>in</strong> generale e non ci<br />

aveva mai provato sul serio a farne uno, ma quello era quanto di peggio sperasse<br />

di trovare. Adesso però sapeva di avere un buon motivo per festeggiare<br />

il carnevale o il capodanno, visto che le feste sono fatte solo per i poveracci,<br />

per quelli che si spaccano le ossa tutto l’anno aspettando un momento di sogno.<br />

E dopo il sonno – un sonno magro e stancante – si svegliò r<strong>in</strong>tronato ed<br />

obliquo, col cervello <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ato da una parte e senza fame. La vecchia Maria<br />

lo bastonò sul sedere e gli ord<strong>in</strong>ò di mangiare <strong>in</strong> fretta la sua colazione per<br />

poi mettersi sub<strong>it</strong>o all’opera fuori dalla porta, che c’era il vecchio Kass<strong>in</strong> da<br />

far scaricare, che quello al matt<strong>in</strong>o si alzava con il razzo <strong>in</strong> cabrata e andava<br />

fatto sbollire presto. E stai attento a non ammaccare la sua sedia a rotelle!<br />

Dopo Kass<strong>in</strong> lo sciacquone, f<strong>in</strong>o alle tre del pomeriggio ebbe la giornata<br />

libera e si fece un giro nel mercato per tastare il terreno e allumare qualche<br />

tipo <strong>in</strong> gamba da avvic<strong>in</strong>are <strong>in</strong> caso di bisogno. Intanto, mentre usciva<br />

dalla casa della vecchia, imbroccò sopra il pischelletto che lo aveva portato<br />

lì e che adesso già batteva cassa, regolare come un cronografo avaro. Gli<br />

diede i suoi soldi e lo mandò a morire lontano con un f<strong>in</strong>to calcio nel sedere.<br />

Più <strong>in</strong> là, dentro al mercato, <strong>in</strong> mezzo al cuore del commercio, pizzicò<br />

un ragazzetto dall’aria svelta che smerciava droga per la via, all’aria aperta e<br />

senza guardarsi <strong>in</strong> torno. Ma chi te l’ha <strong>in</strong>segnato il mestiere? – fu il<br />

modo di attaccare bottone che usò Ericko.<br />

E tu chi cazzo sei?<br />

Io ho venduto droga a Copacabana f<strong>in</strong>o a ieri – ed era vero – e<br />

non ho mai visto uno spacciatore dar via la roba a questo modo,<br />

senza precauzioni, senza chiedere niente ai clienti. Mentiva, Ericko.<br />

Lui che non ci parlava mai con la gente perché si schifava solo a pensarci;<br />

lui che passava una dose di Sogno sotto il palmo della mano <strong>in</strong> mezzo alla<br />

spiaggia a tutte le ore del giorno. Ma le regole le conosceva e doveva farsi<br />

un nome rispettabile, lì <strong>in</strong> Favela. Chi è che prende i tuoi soldi?<br />

Quali soldi?<br />

Chi è che ti rimedia la roba? Chi è che preleva il c<strong>in</strong>quanta per<br />

cento?<br />

Ma che cazzo stai dicendo? <strong>Il</strong> c<strong>in</strong>quanta per cento a chi? Sono<br />

soldi miei e me li tengo io. Va’ via, coglione.

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