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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 49<br />
veva ab<strong>it</strong>are <strong>in</strong> quegli <strong>in</strong>ferni privati fatti di sol<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>e e birra ghiacciata bevuta<br />
come se potesse servire a scacciare il male. Sono pieno di lavoro, sì,<br />
per fortuna… ma se non ci fosse il mio computer, non saprei a chi chiedere<br />
grazie per non essere ancora impazz<strong>it</strong>o, qui dentro.<br />
Mancava la luce ma era giorno, le f<strong>in</strong>estre del condom<strong>in</strong>io che dai pianerottoli<br />
davano sulla strada erano state sprangate una per una e l’unico bagliore<br />
proveniva da alcune povere e stanche lampade al neon scassate, una al<br />
quarto piano, un altro paio piazzate ad occhio e croce <strong>in</strong>torno al diciottesimo<br />
e le altre troppo <strong>in</strong> alto per capire con precisione dove stessero ancora vivendo.<br />
Gli ascensori non funzionavano ed erano rimasti bloccati al piano terra<br />
perché qualcuno si era portato via i cavi di trazione, magari per strangolarci<br />
il vic<strong>in</strong>o di casa dopo averlo ammanettato ad un termosifone. Ericko disse il<br />
suo nome all’<strong>in</strong>terfono e la porta sgusciò dentro la parete. Era una stanza di<br />
una dec<strong>in</strong>a di metri per sette adib<strong>it</strong>a a cuc<strong>in</strong>a, camera da letto e ufficio – se<br />
tutta quella roba strana stava ammucchiata lì per essere usata a scopo professionale.<br />
Proiettori olografici sventrati, pile di dischi ottici, due lettori DVD<br />
uno posato sul dorso dell’altro, un mon<strong>it</strong>or <strong>in</strong> proc<strong>in</strong>to di schiantarsi a terra,<br />
stampati di oloriviste pornografiche, latt<strong>in</strong>e aperte di succo di guaranà ed<br />
una quant<strong>it</strong>à soffocante di altri ammennicoli mischiati e confusi nel caleidoscopio<br />
della discarica che aveva allest<strong>it</strong>o il pirata. Sono sub<strong>it</strong>o da te – temporeggiò<br />
la voce tossica del pazzo dal bagno; Ericko la paragonò sub<strong>it</strong>o ad<br />
una di quelle frasi dette dalle baldracche mentre cercano di arch<strong>it</strong>ettare un<br />
nuovo modo orig<strong>in</strong>ale di rifilarti una fregatura. Giù <strong>in</strong> strada ci fu un tamponamento<br />
ed un discreto numero di curiosi sfaccendati si impegnò tempestivamente<br />
a formare un capannello ronzante. Ericko giudicò a prima vista che<br />
il guidatore con la cabrio verde aveva torto. Guarda pure la TV se vuoi, io<br />
qui ne ho per un altro paio di m<strong>in</strong>uti… o vuoi farti un giro anche tu?<br />
Ericko rifiutò l’<strong>in</strong>v<strong>it</strong>o perché quella roba, con tutta probabil<strong>it</strong>à, sapeva da<br />
dove proveniva e sapeva che era stata tagliata alla s<strong>in</strong>fasò. Cosa vuoi che ti<br />
dica – aveva risposto il netrunner – <strong>in</strong> qualche modo devo pur sopravvivere…<br />
e poi, se schiatto, siete voi a perderci qualcosa. Siete voi ad<br />
aver bisogno di me. Giusto?<br />
Più che giusto.<br />
Ericko si sentiva a suo agio nel bugigattolo del pirata, si sentiva a<br />
casa, ben compresso tra cemento e r<strong>it</strong>agli d’aria, stretto dallo scarno spazio<br />
delle cose, gli oggetti vecchi e <strong>in</strong>utili buoni solo da buttare, tutt’<strong>in</strong>torno all’uomo.<br />
Accese il proiettore olografico della TV.