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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 33<br />

zato il santo e si era fregato la veste, il tipo. Si sentiva scemo, Ericko, a pensare<br />

che stava lì impalato alla fermata dell’onibus da un quarto d’ora fissando<br />

un prete… e magari quello si crede pure che me lo voglio fare… non è<br />

manco bello, è secco secco come un chiodo… mi mette ‘na tristezza, il pretonzolo.<br />

E diavolo, era proprio tutta colpa del diluente del Sogno Liquido.<br />

Se ne rendeva conto che stava leggermente fuori fase… un po’ <strong>in</strong>tont<strong>it</strong>o dagli<br />

effetti della droga… <strong>in</strong>ebet<strong>it</strong>o. Anche per colpa delle botte, forse. Sragionava<br />

come un r<strong>it</strong>ardato… aveva com<strong>in</strong>ciato a parlare da solo, con sé stesso.<br />

E sì che lo sapeva: il Sogno Liquido faceva impazzire la gente… ci si diventava<br />

matti a spararselo da soli.<br />

I freni di un mostro grigio fischiarono proprio davanti alle sue orecchie,<br />

str<strong>in</strong>se i denti. Guardò il prete salire sul bus… camm<strong>in</strong>ava composto,<br />

con tanto di libretto <strong>in</strong> mano… e teneva una borsa a soffietto sotto l’altro<br />

braccio.<br />

Ma che era scemo?<br />

Se lo squadrò per tutto il viaggio sul ponte: sudava come un matto…<br />

aveva un fazzoletto che si passava sempre sulla fronte… si era asciugato sì e<br />

no un l<strong>it</strong>ro di sudore… la tonaca nera tutta a chiazze… il colletto bianco<br />

sporco… e il respiro affannato poi… come quello di un maiale. E manco lo<br />

aveva visto mai un maiale, ma si usava dire a quel modo…<br />

Decise che non gli fregava più niente del prete e distolse l’occhio…<br />

puntò una tipa con la bioporta <strong>in</strong> evidenza, <strong>in</strong>nestata non proprio al centro<br />

della nuca… un vecchio modello, si capiva dal design. Tipica <strong>in</strong>significante,<br />

avrebbe chiesto cose <strong>in</strong> cambio, avrebbe voluto e preteso di fare e avere,<br />

avrebbe prefer<strong>it</strong>o prendere un cavo (e anche se Ericko le avesse dato un laccio<br />

per le scarpe lei non ci avrebbe fatto più caso di quanto ne avrebbe fatto<br />

bevendo acqua <strong>in</strong>vece che cachaça) e premerlo <strong>in</strong> fondo da una parte nella<br />

sua testa e dall’altra <strong>in</strong> quella di lui per dire che erano stati (avrebbero potuto<br />

stare) <strong>in</strong>sieme. Guardò la striscia della strada… era quasi spar<strong>it</strong>a… cancellata<br />

dallo sfrecciare delle macch<strong>in</strong>e. Preferì farsi ipnotizzare dalla monotonia<br />

dell’alternarsi del bianco sull’asfalto. Bianco e nero, acceso, spento…<br />

uno e zero, uno, zero… uno… zero… bianco… zero… uno, spento… acceso…<br />

zero e uno, nero… bianco… zero… uno, spento… acceso… zero e<br />

uno, nero… bianco… zero… uno, spento e acceso… zero e uno, nero…<br />

uno… zer01010101010101010101010101010101010100101010<br />

010101010101010101010101010101010101010101010101010<br />

101010101010101010101010101010101010101010101010101<br />

010101010101010101010101010101010101010101010101010

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