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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 32<br />
possedere un corpo completo ed un fisico sano. Bisognava sp<strong>in</strong>gere forte per<br />
farcela, bisognava metterci tutta la forza per restare vivi… stare attenti a chi<br />
voleva fregarvi… mentre cercavate di fregarli. La v<strong>it</strong>a andava avanti a sp<strong>in</strong>ta…<br />
non per forza d’<strong>in</strong>erzia… andava avanti a calci nel culo, di quelli pesanti…<br />
non quelli che aiutano… e quante ne aveva prese di zampate nel deretano…<br />
pareva che tutto il mondo volesse sfondarglielo a suon di pedate.<br />
Cos’altro fare? Qualcosa bisognava pur prendere di quello che offriva la<br />
v<strong>it</strong>a. Tutti quei calci lo avevano un po’ abbacchiato, ma c’era ancora tanto<br />
davanti. E il padrone di casa? Guardava la OV. Chissà se ne aveva mai presi<br />
di calcioni… almeno non li dava… era già qualcosa.<br />
Un bagno essenziale, neanche <strong>in</strong>tonacato. C’era la carta per pulirsi...<br />
quella dei manifesti… raccattati per strada, staccati dai muri e carichi di colla<br />
secca. Lo specchio era tutto sano ma sporco… per guardarci meglio ci<br />
passò una mano sopra ma aveva lasciato una traccia di sangue. Non voleva<br />
metterci troppo… buttava qualche occhiata veloce ma attenta alla sua faccia<br />
ogni volta che si sciacquava con il tubo di gomma. Diavolo se era messo<br />
male… e non tanto per le botte.<br />
Dopo aver lavato la testa, usò la tazza e uscì salutando il morto. Quello<br />
rimase a fissare la proiezione olografica di un quiz, una baller<strong>in</strong>a nuda faceva<br />
le carezze ad un negro che aveva accumulato 650 punti e che, a detta<br />
del conduttore gay, era quasi riusc<strong>it</strong>o a diventare campionissimo. Lui schizzò<br />
via di filato, a briglia sciolta verso il ponte per prendere un onibus… ci<br />
mancava solo la OV ci mancava. Si lasciò sfuggire di poco quello giusto e<br />
prese giù a bestemmiare; un prete cattolico impallidì. Non era mai stato sfiorato<br />
dall’idea della religione, Ericko… gli sembrava addir<strong>it</strong>tura che a Rio<br />
non ci fossero preti, né cattolici, né animisti… o quant’altro… non ricordava<br />
di averne mai <strong>in</strong>crociati per strada, ne era sicuro a metterci le mani nella brace;<br />
questa era la prima volta che vedeva un santo <strong>in</strong> attesa di salire sul bus.<br />
Avrebbe voluto dire qualcosa, chiedere spiegazioni… del tipo: perché non<br />
c’erano chiese <strong>in</strong> c<strong>it</strong>tà, o perché lui non s’era mai accorto di dove stavano.<br />
Fece per allungare lo sguardo tutt’<strong>in</strong>torno… eh no, che cazzo, non ce n’erano.<br />
Ma era poi veramente un santo, quello? Aveva visto streghe e macumberas,<br />
giudici vudù ed esorcisti, ma i santi col vest<strong>it</strong>o lungo e nero, colletto<br />
bianco, quelli sapeva che ci stavano ma mica li aveva mai visti girare; era<br />
conv<strong>in</strong>to che se ne stessero sempre r<strong>in</strong>tanati nelle loro chiese imboscate…<br />
Eppure, a guardarlo bene <strong>in</strong> faccia, non si sarebbe detto che fosse santo…<br />
ma la divisa quella era: nera col colletto bianco e alto. Magari aveva ammaz-