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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 237<br />

all’amica, o compagna che fosse o moglie, suonarono ed entrarono <strong>in</strong> casa di<br />

Edera ed Eumir. <strong>Il</strong> bruto sulla soglia alzò la mano verso Rodrigo e tutti e due<br />

si affrettarono a sparire dal corridoio.<br />

Era scesa la sera, il sole calato, fuori dall’atrio la strada era illum<strong>in</strong>ata<br />

dai lampioni e sui marciapiedi solo quel che rimaneva del giorno, le carte, le<br />

orme. <strong>Il</strong> term<strong>in</strong>ale delle <strong>in</strong>formazioni diceva che all’<strong>in</strong>terno dell’edificio c’erano<br />

due pensioni ed un ristoro. Ci andò. Prima a mangiare e poi a dormire.<br />

Durante la cena – un piatto caldo liofilizzato e birra – al telegiornale si<br />

parlava dei soldati della Federazione Un<strong>it</strong>a Terrestre che stavano sul Pianeta<br />

per sterm<strong>in</strong>are e radere al suolo, fare terra bruciata e scappare prima della<br />

bomba, prima che esplodesse la bomba di cui tanto si parlava da tanto tempo,<br />

la bomba che friggerà, fonderà, spaccherà tutti e tutto e null’altro rimarrà<br />

che polvere di nessuno per nessuno, per vedere un altro posto e farlo diventare<br />

come casa, per trasformare tutto <strong>in</strong> quello che è e deve essere nostro<br />

come diciamo noi perché andrà meglio se sarà fatto così, <strong>in</strong> questo modo. E<br />

poi dicevano dei Planetari che lì c’erano nati e cresciuti – costruendo società<br />

come tutti le conoscono, con prigioni, edifici, governi, menti che collegate<br />

ad occhi e orecchie avevano faticato dall’alba dei tempi per usare nella maniera<br />

corretta le d<strong>it</strong>a e assieme alla gestual<strong>it</strong>à avevano perso sangue e respiro<br />

per tirare su fabbriche, antenne, con amore per i loro amori e con animo, chi<br />

<strong>in</strong> povertà, chi dest<strong>in</strong>ato a qualcosa di buono, ognuno col suo nome, con i<br />

propri sogni, <strong>in</strong> appartamenti <strong>in</strong> sobborghi di cap<strong>it</strong>ali, accanto e dentro <strong>in</strong>dustrie<br />

a lavorare per le nazioni, oppure chiusi <strong>in</strong> manicomi, o addestrati a lanciare<br />

bombe. E ancora dicevano di quei terrestri che avevano fatto il salto<br />

della l<strong>in</strong>ea e pianto sui morti del nemico senza riuscire a giustificare le azioni<br />

della Federazione, le azioni dei propri governi, senza comprendere e <strong>in</strong>oltre<br />

rabbiosi, <strong>in</strong>furiati, con armi prese per vendicare torti cosmici e per cercare<br />

di pulire l’anima di ognuno, o almeno sbattere <strong>in</strong> faccia, sbattere quelle<br />

azioni sotto gli occhi di tutti i capi di stato e i generali ed i soldati per gridare<br />

e per far capire che lo stiamo facendo perché tutto smetta! come se non<br />

fosse mai <strong>in</strong>iziato!<br />

La cena faceva schifo.<br />

Ed ecco: è una stanza <strong>in</strong> aff<strong>it</strong>to aff<strong>it</strong>tata al doppio del prezzo per mer<strong>it</strong>o<br />

della f<strong>in</strong>estra fatta di un telaio ed un vetro e, guardando fuori dalla f<strong>in</strong>estra,<br />

la c<strong>it</strong>tà grigia a lampade verdi e bianche è accogliente e familiare, con i<br />

suffumigi bollenti che scalano le fognature e l’aria e chilometri di cielo nero

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