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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 221<br />

dovuto rischiare di morire per farlo, a tutte le occasioni che chiunque avrebbe<br />

avuto ogni giorno di passare ed uccidere semplicemente uno dei due, con<br />

tutta probabil<strong>it</strong>à quello più alto e grosso. Eumir che aveva vissuto sedici<br />

anni al suo fianco per non farlo neanche sfiorare da una foglia, decidendo di<br />

poter morire ogni giorno per cont<strong>in</strong>uare a vivere nella speranza di non essere<br />

ucciso. Eumir che, dopo sedici anni di guerra – perché era guerra quella che<br />

viveva Eumir col suo mestiere, ogni giorno nello stesso stato precario di v<strong>it</strong>a<br />

e di morte che c’è <strong>in</strong> guerra – era stato v<strong>it</strong>tima della guerra vera e propria e<br />

non se n’era neanche accorto, neanche ci aveva fatto caso, quando per Rodrigo<br />

l’<strong>in</strong>izio del confl<strong>it</strong>to col Pianeta e del terrorismo erano stati un vero<br />

shock, quando un popolo aveva <strong>in</strong>iziato a m<strong>in</strong>acciare la v<strong>it</strong>a dell’altro e viceversa,<br />

perché per lui era sempre stato così, la v<strong>it</strong>a per lui era sempre stata,<br />

almeno dal momento <strong>in</strong> cui aveva dovuto <strong>in</strong>iziare a preoccuparsi direttamente<br />

della propria v<strong>it</strong>a trovandosi un lavoro, <strong>in</strong> pericolo. E allora Rodrigo decise<br />

che stava lì, nell’<strong>in</strong>gresso di quell’ospedale, – lo decise ripassando a memoria,<br />

non senza fatica, i l<strong>in</strong>eamenti del ragazzo, ormai uomo fatto e vissuto,<br />

e tutti i pensieri e la tensione che lo avevano dovuto attraversare <strong>in</strong> ogni<br />

istante di quella convivenza, <strong>in</strong>sieme a lui piccolo e fonte del rischio per la<br />

v<strong>it</strong>a della guardia, forzata dal bisogno e dal denaro – per sapere se Eumir<br />

fosse vivo e se stava bene e per poterlo r<strong>in</strong>graziare. Decise: devo trovare<br />

quell’uomo.<br />

Tornò dal mon<strong>it</strong>or, lo schermo piatto e sporco, coperto dalle orme dei<br />

polpastrelli di chiunque avesse qualcuno ricoverato lì dentro per il quale pregare,<br />

riprese a battere le d<strong>it</strong>a contro i tasti silenziosi dello schermo e rimase<br />

sorpreso quando, dopo aver immesso la richiesta, il term<strong>in</strong>ale sentenziò che<br />

nessun Eumir, o qualunque altro nome o cognome egli avesse dig<strong>it</strong>ato, era<br />

mai stato presente, osp<strong>it</strong>ato, curato o vis<strong>it</strong>ato, all’<strong>in</strong>terno di quell’ospedale.<br />

I term<strong>in</strong>ali erano programmati per rispondere solo a determ<strong>in</strong>ate domande<br />

e nessuno dei medici che operavano <strong>in</strong> teleconessione dalla propria<br />

villa bl<strong>in</strong>data sarebbe stato disposto ad <strong>in</strong>terloquire con Rodrigo, così Rodrigo<br />

se ne andò dall’ospedale e, att<strong>in</strong>gendo da memorie antiquate – quanto potevano<br />

essere antiquati dieci, qu<strong>in</strong>dici o sei anni nella sua memoria di ragazzo<br />

diventato uomo con la mano dentro quella di uno che da ragazzo era diventato<br />

uomo anch’esso tenendo il proprio palmo stretto attorno alle quattro<br />

d<strong>it</strong>a di un altro che ci cresceva dentro giorno dopo giorno per centonovantadue<br />

mesi… e quanto erano antiquati quei ricordi così lontani nel tempo di<br />

quando lui, Rodrigo, era bamb<strong>in</strong>o e poi ragazzo <strong>in</strong> giornate tutte una identi-

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