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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 220<br />
sapeva più da qualche anno riguardo a Edera e per sentirsi dire, come avrebbe<br />
voluto e sperato, che lei non stava girando <strong>in</strong>sieme a qualcun altro o, se<br />
non altro, non <strong>in</strong>sieme a qualcuno che non mer<strong>it</strong>ava di girare <strong>in</strong>sieme ad una<br />
creatura come lei, e lo voleva anche per farsi raccontare la d<strong>in</strong>amica dell’<strong>in</strong>cidente<br />
– non perché le immag<strong>in</strong>i registrate dai circu<strong>it</strong>i di sicurezza non fossero<br />
abbastanza eloquenti, ma perché la viva voce di un testimone, una guardia<br />
del corpo, per di più, un uomo ab<strong>it</strong>uato al confl<strong>it</strong>to e alla guerriglia c<strong>it</strong>tad<strong>in</strong>a,<br />
era quello che il pubblico voleva avere per poterci piangere sopra e<br />
sentirsi vivo – e per, magari, avere anche una copia delle sue registrazioni,<br />
se Eumir possedeva un impianto di ripresa d’ord<strong>in</strong>anza, una scatola nera audio/video<br />
collegata ai recettori del suo cervello, prima che quelle immag<strong>in</strong>i<br />
passassero dalle mani delle commissioni d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, se quelle immag<strong>in</strong>i c’erano.<br />
E se Eumir non fosse stato <strong>in</strong> grado di parlare e dialogare, come era<br />
presumibile dal messaggio del term<strong>in</strong>ale per le <strong>in</strong>formazioni avv<strong>it</strong>ato lì nella<br />
hall, avrebbe sempre potuto <strong>in</strong>terfacciarsi con lui <strong>in</strong> telepatia e scambiare ancora<br />
più <strong>in</strong> fretta tutte le <strong>in</strong>formazioni.<br />
Non riuscì a strappare al mon<strong>it</strong>or altre confessioni, neanche riguardo al<br />
reparto <strong>in</strong> cui era ricoverato al momento Eumir e dopo poco smise di provare<br />
a chiedere ai tasti e si mise da parte a studiare le persone che avrebbe potuto<br />
<strong>in</strong>tervistare nell’<strong>in</strong>tanto. E, mentre li vedeva e li guardava passare senza<br />
meta, stravolti e <strong>in</strong>debol<strong>it</strong>i, nei loro occhi la paura, la morte, il dolore del<br />
dubbio e la disperazione, ricordò: Eumir vest<strong>it</strong>o nella divisa, con la pistola<br />
<strong>in</strong> bella vista e i dist<strong>in</strong>tivi e le mostr<strong>in</strong>e lucidate, gli ologrammi e gli occhiali<br />
scuri, la sua mano grande e robusta che str<strong>in</strong>geva quella del bamb<strong>in</strong>o che<br />
Rodrigo era stato, mentre pendolavano c<strong>in</strong>que giorni su sette tra la scuola e<br />
la casa – la stessa casa che, quando Eumir smise di lavorare per lui, lasciarono<br />
entrambi – e gli altri due ovunque fosse l’uno c’era anche l’altro. Eumir<br />
che non stava camm<strong>in</strong>ando al suo fianco per passeggiare, ma per usare quel<br />
suo corpo, che era stato messo al mondo da un altro corpo di donna proprio<br />
come lo era quello di sua madre, per impedire che a lui, piccolo e a rischio<br />
perché figlio di una madre non altrettanto povera, potesse accadere qualsiasi<br />
cosa (perché era questo che i suoi gen<strong>it</strong>ori volevano per farlo vivere felice:<br />
che nulla cambiasse); e, mentre stavano all’aria aperta o <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a o durante<br />
la ricreazione o nel giard<strong>in</strong>o o <strong>in</strong> casa di qualcun altro, Eumir, nei suoi<br />
venti o ventiquattro anni uguali a quelli che aveva passato da poco anche<br />
Rodrigo ma, lui, senza accorgersi di alcunché, pensava a quanto avrebbe potuto<br />
veder entrare nel suo conto corrente per poter vivere e a quanto avrebbe