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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 217<br />
cucciato sullo scal<strong>in</strong>o del marciapiede con il caldo addosso, mentre, Sta<br />
bene, Rodrigo, hai le tue idee… tolleranza, pacifismo… sta bene, ma<br />
non è comp<strong>it</strong>o nostro fare la morale, gli <strong>in</strong>segnava il boss, sbuffando da<br />
un sigaro, passandosi il dorso della mano sul sudore, il sudore della fronte<br />
che gli nasceva dall’attaccatura dei capelli e scendeva formando rigagnoli<br />
giù lungo i solchi delle pieghe della carne sotto la pelle grassa: l’alta def<strong>in</strong>izione<br />
del collegamento <strong>in</strong> telepatia esaltava ogni dettaglio che richiamava<br />
l’attenzione dall’utente all’altro capo della l<strong>in</strong>ea e, <strong>in</strong> quel momento, durante<br />
quella conversazione, mentre Rodrigo passeggiava dietro l’angolo della strage,<br />
il suo capo, sotto il sole schermato di qualche centro vacanze <strong>in</strong> Marocco,<br />
sudava troppo ed era <strong>in</strong>fastid<strong>it</strong>o dalle sue personali perle di refrigerazione<br />
– il posto si vuotò, venne depurato e chiuso da sigilli elettronici e transenne,<br />
e la polizia e i tecnici della Federazione sparirono assieme ai residui<br />
dei suffumigi venefici. Era rimasta la base sconnessa del pavimento, le crepe<br />
del cemento vivo ed il l<strong>in</strong>oleum fuso con le zampe dei tavoli, la plastica dei<br />
pianali sciolta <strong>in</strong> una colata simile ad una gigantesca lacrima rosa, i sedili ripiegati<br />
all’<strong>in</strong>dietro, <strong>in</strong>torno al punto <strong>in</strong> cui doveva esserci stata l’esplosione<br />
che aveva <strong>in</strong>cassato i muri come se all’improvviso qualcuno avesse piazzato<br />
una sfera trasparente e troppo grande dentro il cubo che era (stato) Bob’s;<br />
quasi <strong>in</strong>tero, scalc<strong>in</strong>ato e cadente, il soff<strong>it</strong>to. Rodrigo formattò anche questo<br />
e lo <strong>in</strong>viò al giornale: il capo sarebbe stato felice.<br />
La lista dei fer<strong>it</strong>i e dei morti. Era quella che sarebbe serv<strong>it</strong>a per fare un<br />
buon articolo, era quella che il pubblico voleva: conoscere i nomi di chi, a<br />
modo suo, aveva perso, di chi non ce l’aveva fatta, sapere chi c’era <strong>in</strong> meno<br />
a concorrere <strong>in</strong> piazza, poter leggere e pronunciare i nomi degli anelli deboli<br />
e sapere che gli sarebbe cap<strong>it</strong>ato, prima o poi, se non fosse successo <strong>in</strong> quel<br />
giorno <strong>in</strong> quel posto. I lettori volevano una bacheca con dentro affissi i nomi<br />
dei buoni e dei cattivi, di chi era stato bocciato, per poterci piangere sopra e<br />
rendersi conto che oggi, ancora una volta, loro <strong>in</strong>vece erano stati promossi.<br />
Era già usc<strong>it</strong>a, l’aveva già pubblicata qualcun altro, qualche testa calda<br />
di GloboSat: l’avevano sgraffignata e mandata <strong>in</strong> onda, via satell<strong>it</strong>e, <strong>in</strong> rete,<br />
via cavo, f<strong>in</strong>anche all’altra parte dello spazio, sempre un passo avanti, grandiosi.<br />
Rodrigo la prese dal suo collegamento remoto, mentre ancora rimaneva<br />
impalato di fronte al disastro ora deserto. C’erano i nomi ed erano tanti, li<br />
ricevette tutti <strong>in</strong>sieme nella sua coscienza e, un attimo dopo, tremò sub<strong>it</strong>o<br />
per riflesso condizionato, perché se fosse stato l’attore di un film avrebbe<br />
dovuto farlo: c’era il nome di chi era direttamente collegato – e tremò più