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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 215<br />

escono al rallentatore, come l’eco del boato e, allo stesso modo, scende la<br />

pioggia dei detr<strong>it</strong>i, i vetri <strong>in</strong>franti sparati <strong>in</strong> cielo, i calc<strong>in</strong>acci mischiati al<br />

sangue. <strong>Il</strong> soff<strong>it</strong>to è rientrato nel pavimento dell’ufficio di sopra, due impiegati<br />

sono caduti <strong>in</strong> strada dalle f<strong>in</strong>estre del primo piano e le onde russano di<br />

là dalla strada, come se non fosse esploso mai nulla.<br />

I soccorsi arrivano sub<strong>it</strong>o, autoambulanze e polizia, agenti <strong>in</strong> tute isolanti,<br />

respirano attraverso filtri neri montati sulle loro facce e qualcuno,<br />

qualcuno che è stato modificato con impianti cibernetici, entra nel disastro<br />

di detr<strong>it</strong>i e gas solo con <strong>in</strong>dosso la giacca e la camicia, i pantaloni, le scarpe<br />

e nient’altro, dentro un forno bruciato da miasmi tossici, dentro un bagno<br />

turco di acidi e scheletri, scheletri di esseri umani con ancora un po’ di carne<br />

<strong>in</strong>torno e lo scheletro, più grande e resistente, del pian terreno dell’edificio,<br />

l’ossatura di Bob’s. Escono e portano fuori corpi morti e dilaniati, gli occhi<br />

di fuori, la pelle blu, verde, stracciata. Eccone uno, senza un braccio, la testa<br />

recl<strong>in</strong>ata e la bocca una pasta di sangue e carne, portato su una barella dentro<br />

il retro della terza ambulanza che parte per tornare verso l’ospedale. È presto<br />

per avere la lista delle v<strong>it</strong>time, ma almeno il colpevole sappiamo chi è, anche<br />

senza conoscere il suo nome, sappiamo chi è e chi rappresenta. Sappiamo<br />

da dove viene la sua <strong>in</strong>tenzione.<br />

Ma questa è solo cronaca ed è stato tutto già detto, visto e sent<strong>it</strong>o, è<br />

semplice rout<strong>in</strong>e, accade un giorno sì e l’altro pure, non è più questo a sconvolgerci.<br />

Ci sono altre persone, terrestri e planetari che, lontano da qui, cent<strong>in</strong>aia<br />

di migliaia di miglia all’ora lontano da Rio, lontano da Londra, da<br />

S<strong>in</strong>gapore, puntando il naso verso il cielo e oltre, combattono e si battono<br />

per sogni differenti, contrastanti, sparando e facendo esplodere ordigni, m<strong>in</strong>acciando<br />

popolazioni <strong>in</strong>tere per avere quello che pretendono, suicidandosi<br />

per avere quello che sanno essere giusto da avere. Tutti mescolati uno contro<br />

l’altro, il nemico con la stessa divisa degli alleati, i civili mascherati da<br />

bomba, i soldati <strong>in</strong> marcia nell’ombra armati di bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong> fasce e m<strong>it</strong>ragliatori<br />

ad alta veloc<strong>it</strong>à, esplosivi atomici, armi chimiche nascoste negli hamburger,<br />

nelle teste dei partigiani, i ribelli accampati nelle fondamenta dei palazzi<br />

rasi al suolo, i disertori <strong>in</strong> fuga da chiunque sia schierato dalla parte di<br />

uno dei due fronti, schiacciati tra i due fuochi della guerra spaziale, combattuta<br />

casa per casa e con bombe <strong>in</strong> viaggio tra una galassia e l’altra, per poter<br />

prendere un altro pezzo di terra, str<strong>in</strong>gerlo tra le mani e dichiararlo proprio.<br />

Mentre le onde russano ancora su spiagge deserte o troppo affollate, uom<strong>in</strong>i<br />

e donne che potrebbero vivere preferiscono farsi uccidere perché lo spazio

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