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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 203<br />

che riusciva a percepire e l’unico al quale fosse <strong>in</strong> grado di reagire volente e<br />

nolente era il costante <strong>in</strong>cessante richiamo di lei, quell’ammaliamento che<br />

aveva fissato i suoi pensieri e li aveva bloccati su di lei, sul suo viso, il suo<br />

sguardo, il suo profumo, gli occhi, la bocca, i seni, i lombi; il desiderio di<br />

str<strong>in</strong>gerla adesso e portarla sempre con sé, magari pure <strong>in</strong> tasca <strong>in</strong> ogni luogo<br />

e <strong>in</strong> ogni momento. Edera che era riusc<strong>it</strong>a a dargli qualcosa che lui credeva<br />

di non poter mai essere <strong>in</strong> grado di acquistare perché non era <strong>in</strong> vend<strong>it</strong>a,<br />

credeva. E ciononostante aveva dovuto farlo, aveva dovuto lasciarla ed era<br />

dovuto tornare <strong>in</strong> casa sua senza di lei, senza più quell’ora passata dentro<br />

una camera sconosciuta con una sconosciuta a fare e prendere amore e perdere<br />

la ragione per lei; aveva dovuto farlo, si erano dovuti separare e fu lì<br />

che lui ebbe paura <strong>in</strong>tanto di lasciarla, poi di lasciarla per sempre e con il<br />

terrore opprimente di non poterla mai più rivedere; poi ancora (e questo fu<br />

quello che più di tutto lo afflisse) sorse l’orrore per quel suo modo semplice<br />

e leggero con cui lo salutò senza tristezza (quando <strong>in</strong>vece lui moriva e si<br />

straziava sapendo che il treno sarebbe part<strong>it</strong>o per trasc<strong>in</strong>arla da un’altra parte)<br />

e orrore ancora più tetro fu quello che calò ricordando che lei aveva quasi<br />

pianto per aver dimenticato il regalo da consegnare al fratello (comportamento<br />

che Rodrigo aveva <strong>in</strong>terpretato come un <strong>in</strong>dice di purezza e delicatezza<br />

<strong>in</strong>nocente) ed ora per lui non avrebbe versato una lacrima né avrebbe<br />

avuto rimpianti entrando nel vagone e prendendo posto a sedere lontano dal<br />

f<strong>in</strong>estr<strong>in</strong>o. E riuscì a vedersi mentre faceva calare gli occhi sull’asfalto appena<br />

dopo la partenza del treno, come un bamb<strong>in</strong>o che abbia perduto, sappia di<br />

aver perduto ormai per sempre, il suo giocattolo prefer<strong>it</strong>o, e questo perché<br />

l’impressione che aveva avvisato quando lei salì e sedette probabilmente<br />

avendo già dimenticato ogni cosa di quel giorno fu la certezza di non avere<br />

più occasione di <strong>in</strong>contrarla, magari perché forse, povera, anche lei credeva<br />

che sarebbe f<strong>in</strong><strong>it</strong>o lì visto che lui era lui e lei era quello che era riusc<strong>it</strong>a ad<br />

essere.<br />

Sfregiarla. Sfregiarla. Perché era tornata altre volte, di nascosto dal<br />

fratello e dalla madre – lei diceva di nascosto dalla madre; lui, Rodrigo, sapeva<br />

che il fratello Eumir non era al corrente dei suoi viaggi e lo sapeva per<br />

certo – e con l’att<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>e allo scambio che aveva sottol<strong>in</strong>eato quel loro primo<br />

<strong>in</strong>contro consumato dentro un letto. Era tornata a Rio da lui altre volte, portando<br />

nella camera ad ore che già aveva conosciuta ognuna delle belle cose<br />

che aveva sp<strong>in</strong>to Rodrigo a comprare il regalo per Eumir e a chiederle di<br />

passare un po’ di tempo con lui <strong>in</strong> quella giornata ed <strong>in</strong> altre ancora, dilu<strong>it</strong>e e

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