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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 197<br />

guardarlo mentre sta ballando e di pensarci su e di vedergli la v<strong>it</strong>a scorrere<br />

nelle vene di un essere umano disperato.<br />

Oh eccolo, eccolo sì. Sì! Guardami, guardami, guardami. Sono qui per<br />

te, non lo capisci tesoro? Sì, guarda me, guarda me, lascia stare quelle stupide<br />

troie che ti stanno prendendo <strong>in</strong> giro. Guarda me e fatti prendere. Fatti<br />

prendere da me. Andiamo a farci un giro. Dai, guardami, guardami, guardami.<br />

Andiamo a farci un giro da quelle parti, dove c’è buio e si sta bene da<br />

soli. Andiamo a conoscerci meglio. Lo sai che il mio appartamento è <strong>in</strong> riva<br />

al mare? Ti piace il mare? Guardami, guardami, guardami. Sì, guarda qui!<br />

Sì! Grida di gioia. Sì! Eccoci, questa è casa mia. Ti piace? Guardala. Mett<strong>it</strong>i<br />

comodo. Mettiamoci comodi. Ecco così. Sì, così, così. Guardalo. Sì, qui.<br />

Qui, qui, qui. Ora, dai, ora. Ecco, così. Sì! Sì, così! Sì! Sì! Sì! Oddio sì!<br />

Come lo voglio. Lo voglio tutto per me. Dai, vieni, come ti chiami? Lo sai<br />

che sei bello? Oddio, lo voglio. Lo voglio! Lo voglio! Lo voglio! Ora! Lo<br />

voglio! Mi guarda. Sì mi guarda. Mi sta guardando. E ride. Mi sta guardando<br />

e ride. Sì! Dai, sì. Tutto per te, tutto per te, tutto per te. Sarò tutto per te.<br />

Tutto tuo. Tutto. Sì, voglio tutto. Lo voglio tutto. Sì! Sì! Sì!<br />

Ora il frocio disperato gli stava sempre più vic<strong>in</strong>o e a Rodrigo gli veniva<br />

da ridere perché quel cret<strong>in</strong>o <strong>in</strong>vert<strong>it</strong>o si credeva di averlo rimorchiato.<br />

E gli veniva da ridere anche perché lui era andato lì per trovarsi una ragazza<br />

ed era riusc<strong>it</strong>o solo a farsi avvic<strong>in</strong>are da una checca timida spostata di testa.<br />

Non andava, non andava per niente bene. E quel maledetto frocione toccato<br />

cont<strong>in</strong>uava ad avvic<strong>in</strong>arsi per sfiorarlo e ogni volta che riusciva ad urtarlo –<br />

Rodrigo se ne era accorto, era stato attento alle reazioni del deviato – quasi<br />

sveniva. Brutto frocio, ti riempirei il culo di paletti di ferro a suon di calci.<br />

Sì! Tutto quello che vuoi, tesoro mio. Sì! Anche quello. Sì! Oddio<br />

come sei bello, tesoro mio. Oddio che grosso che sei. Sì, quanto sei bello e<br />

tosto. Sei duro, tesoro, lo sai? Sì che lo sai e fammi provare quanto sei duro,<br />

dai, avanti. Avanti, dai. Di più. Di più. Sì! Così! In fondo, tesoro. Più <strong>in</strong> fondo.<br />

Sei grande tesoro mio arrapato, sei grandioso, immenso, un palo della<br />

luce, un bidone pieno, una trave. Sfondami. Sfasciami, tesoro. Fammi il culo<br />

<strong>in</strong> mille pezzi. Sì! Sì! Sì!<br />

Una diciottenne tutta sedere e tacchi a spillo urtò con le sue natiche<br />

sode e compresse contro la mano di Rodrigo e non si lim<strong>it</strong>ò a farlo una sola<br />

volta per errore. Rodrigo ruotò sul proprio asse verticale e all<strong>in</strong>eò il baricentro<br />

<strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza (orientativamente) del punto G della ragazz<strong>in</strong>a ad una distanza<br />

che gli permetteva di ballare liberamente dando a vedere che lo stava

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