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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 192<br />
fauna tanto banale che è quella maschile arrapata. Rodrigo aveva addir<strong>it</strong>tura<br />
preso ad oscillare il bac<strong>in</strong>o <strong>in</strong> maniera provocante aff<strong>in</strong>ché si avvic<strong>in</strong>assero<br />
certe ragazze attratte dal suo fasc<strong>in</strong>o malizioso e da quel movimento sensuale<br />
de c<strong>in</strong>tura.<br />
Fu così che arrivò l’<strong>in</strong>sopportabile.<br />
Rodrigo lo <strong>in</strong>dividuò sub<strong>it</strong>o, lo marchiò come il pericolo numero uno<br />
della serata. Era un uomo ed era pazzo. Ballava tenendo le mani morte all’altezza<br />
del cuore e ogni tanto ne lasciava cadere una e poi la tirava su, oltre<br />
la testa e si acchiappava il gom<strong>it</strong>o per fare un breve stretch<strong>in</strong>g. E ballava uno<br />
strano ed imbarazzante ballo di San V<strong>it</strong>o, con le g<strong>in</strong>occhia strette strette e atteggiava<br />
la faccia con una smorfia ridicola… sofferente… quella di un vergognoso<br />
disperato, pieno di pianto dentro. Poi smetteva per un attimo, camm<strong>in</strong>ava<br />
per tre passi e riprendeva lo strazio. Era un vero macello. Si muoveva<br />
come se dovesse trattenere negli <strong>in</strong>test<strong>in</strong>i la cacata più tosta della sua v<strong>it</strong>a<br />
e metteva le gambe strette per nascondersi l’uccello… quell’uccello che certamente<br />
detestava e che lo faceva andare fuori di matto nelle sere passate a<br />
casa da solo, quando piangeva nudo, cercava di picchiarsi e si masturbava<br />
disperato, sognando di tenere stretto fra le chiappe il pisello di un ragazzetto<br />
abbordato <strong>in</strong> discoteca… magari quello di Rodrigo. Doveva essere<br />
tedesco… l’aria stramba che hanno i crucchi… i baffi a spazzola e l’aspetto<br />
da pederasta. E risultava ulteriormente ambiguo <strong>in</strong> quei suoi vest<strong>it</strong>i da teenager,<br />
con quei suoi 50 anni almeno, le scarpe da tennis basse nascoste da una<br />
timida zampa d’elefante. Basso anche lui e decisamente <strong>in</strong>adatto alla T-shirt<br />
attillata che portava. Non si stancò tutta la notte di ag<strong>it</strong>arsi <strong>in</strong> pista. Passò<br />
tutto il tempo a ronzare attorno a Rodrigo, a sezionare i suoi vest<strong>it</strong>i con lo<br />
sguardo. E non era questo a spaventare Rodrigo: era la sua disperazione. Gli<br />
uom<strong>in</strong>i disperati sono disposti a tutto, anche a farvi apparire ridicoli agli occhi<br />
dell’<strong>in</strong>tera sala da ballo… anche agli occhi di chi è più sfigato di voi.<br />
L’<strong>in</strong>sopportabile scrutava sempre più abbattuto e triste – triste per la<br />
propria sol<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>e, per la sua ident<strong>it</strong>à di maschio, per colpa di quel piccolo<br />
scomodo organo nascosto laggiù e perché quei ragazzi, e particolarmente<br />
quello con la camicia bianca, erano proprio car<strong>in</strong>i – e pregava Dio che qualcosa<br />
accadesse, pregava disperato, avrebbe voluto sangu<strong>in</strong>are di pianto perché<br />
qualche potere div<strong>in</strong>o facesse <strong>in</strong> modo che uno di quei giovanotti si facesse<br />
strusciare dalle sue anche e dai suoi palmi. Pregava ed immag<strong>in</strong>ava il<br />
viso iconografico sempre addolorato della Verg<strong>in</strong>e Maria e si figurava la<br />
propria supplica come <strong>in</strong>nalzata sullo stesso tono di quello della Santa Si-