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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 183<br />
dig<strong>it</strong>ale e per i p<strong>in</strong>soft, i p<strong>in</strong>soft che hanno usato quei due lì sul palco oggi<br />
per diventare chi sono, per poter stare lì sul palco con i loro t<strong>it</strong>oli e la loro<br />
cultura assimilata da schegge di laser… se avessimo bisogno di qualcuno<br />
che imparasse senza spille le nozioni per spiegarle, tramandarle e farle<br />
comprendere alle generazioni future, non avremmo bisogno di tutta la tecnologia<br />
che ci circonda. Aggiunse un paio di estratti dal discorso del professore<br />
(che aveva archiviato nella sua memoria bio-elettrica), poi passò all’<strong>in</strong>tervento<br />
dell’<strong>in</strong>gegnere filosofo sociologo americano – un certo Fletcher di<br />
Chicago – sulla clonazione sfruttata come dimostrazione teologica dell’<strong>in</strong>esistenza<br />
del libero arb<strong>it</strong>rio. <strong>Il</strong> professor Fletcher ha sugger<strong>it</strong>o di clonare un<br />
embrione e far crescere i due <strong>in</strong>dividui tenendoli collegati ad un impianto di<br />
simulazione che permetta loro di vivere due realtà separate perfettamente<br />
identiche. Vuole dimostrare <strong>in</strong> questo modo che i due cloni prenderanno le<br />
stesse decisioni di fronte agli stessi ques<strong>it</strong>i posti nel medesimo istante, ovvero<br />
che reagiranno nella stessa maniera agli stessi stimoli, come farebbero<br />
due programmi identici o due identiche reti neurali. “Ciò significherebbe”,<br />
ha spiegato Fletcher, “che l’uomo è privo della libera autodeterm<strong>in</strong>azione.<br />
Sarebbe allora chiaro che il libero arb<strong>it</strong>rio – ma alcuni la chiamano anima,<br />
aggiungo io – donatoci da “Dio” non esiste e che i nostri comportamenti<br />
sono il semplice risultato di un complesso sistema a reti neuronali <strong>in</strong>vece<br />
che il frutto dei “sentimenti” radicati nell’animo, o che questi “sentimenti”<br />
siano stati predisposti da chi ha progettato la struttura del nostro – di ogni<br />
s<strong>in</strong>golo – cervello con la nostra anima, che non esiste, dentro. Se questo<br />
fosse vero e se le ricerche del Professor Cavalera riuscissero nel loro <strong>in</strong>tento<br />
(campi da calcio pieni di urne con dentro cloni collegati e connessi ad<br />
impianti per la simulazione/stimolazione sensoriale, cloni umani e cloni<br />
alieni, tutti manipolati nelle term<strong>in</strong>azioni nervose, nelle s<strong>in</strong>apsi, esseri viventi<br />
costretti a non vivere, per far sapere ai dottori come una società debba<br />
comportarsi per essere fatta <strong>in</strong> modo che l’uomo nasca già sapendo cosa<br />
fare e cosa <strong>in</strong>vece no – aggiungo io), saremmo <strong>in</strong> grado di s<strong>in</strong>tetizzare software<br />
capaci di modificare la struttura cerebrale dell’uomo per dargli la<br />
possibil<strong>it</strong>à e le capac<strong>it</strong>à di adattarsi a qualunque s<strong>it</strong>uazione aliena dovesse<br />
proporsi, <strong>in</strong>vece di procedere tram<strong>it</strong>e scomode e non sempre fortunate operazioni<br />
chirurgiche direttamente sulle cellule, come ora si tende a fare”. Se<br />
i doni di Dio non esistono, mi chiedo, Dio esiste? O è la stessa frottola <strong>in</strong>ventata<br />
da qualcuno per Babbo Natale?<br />
Completò l’articolo con la frase: è chiaro il motivo per cui il convegno