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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 168<br />

rente del rio e resta morta con gli occhi aperti come <strong>in</strong> coma ma morta e cosciente<br />

di avere una massa d’acqua che corre sopra e sotto e loro <strong>in</strong> mezzo,<br />

morti e travolti e coscienti tra il cemento e l’asfalto e l’acqua del rio con i<br />

cavi elettrici e il software sp<strong>in</strong>ale e il grande <strong>in</strong>ganno di chi guarda e studia<br />

e <strong>in</strong>venta e nuota al contrario e senza bagnarsi, <strong>in</strong> qualche modo. C’è gente<br />

morta nei letti di casa collegata ad impianti elettronici per lo scambio dati,<br />

per i videogiochi, per fare un po’ di sesso morto, cadaveri parlanti nel silenzio<br />

della chat sensoriale telepatica, cadaveri che impazziscono per paure<br />

auto<strong>in</strong>dotte attraverso alf<strong>in</strong>etes di software. E voi magari, voi tre guerriglieri<br />

pol<strong>it</strong>ici del Pianeta, voi credevate di potervi svegliare con la coscienza<br />

l<strong>in</strong>da ogni matt<strong>in</strong>a dopo aver ammazzato gente già morta, ma non è così,<br />

non è così, era solo un ragazz<strong>in</strong>o stronzo un ragazz<strong>in</strong>o… la donna che morendo<br />

ha fatto perdere le rotelle al padre di Luiza e lei è diventata una<br />

stronza che non ride e che pensa sempre e sempre e pensa e ripensa e sbuffa<br />

e soffre e il suo sguardo mi dice che mia madre mio padre mia sorella… mia<br />

madre l’avete ammazzata che era una donna libera e mio padre anche libero<br />

e mia sorella poteva diventarci…<br />

Io sono un uomo libero, sono un uomo libero anche senza assumere<br />

psicosi, sono libero di lasciarti vivere o di spararti, ma ho prefer<strong>it</strong>o ammazzarti<br />

perché sei uno di quelli che rov<strong>in</strong>ano la v<strong>it</strong>a della gente libera e io<br />

quelli così li ammazzo per contratto, è il mio lavoro, sono il migliore <strong>in</strong> c<strong>it</strong>tà.<br />

Sono libero di non parlare e guardare <strong>in</strong> faccia più mia madre, sono libero<br />

di mandarle soldi o meno. Sono libero di prendere l’onibus o di andare<br />

a piedi. Sono libero e sono diverso da una macch<strong>in</strong>a e da un programma,<br />

sono sano e libero e posso disporre del mio corpo e della mia testa come<br />

credo, non sono soggiogato alle rout<strong>in</strong>e di codice e alle decisioni e agli<br />

schemi degli altri e non mi serve una psicosi per dimostrarlo, mi è bastato<br />

spararti <strong>in</strong> testa, a te e ai tuoi compari, non ho bisogno di impazzire per essere<br />

libero né per sentirmi libero e non mi serve la paura di impazzire per<br />

sapere cos’è la libertà. Io non ho paura, ho paura di niente io.<br />

Mia sorella, mia madre, mio padre… loro hanno… avevano paura di<br />

voi, di me, di oggi e di domani.<br />

… trentanove anni… di frollatura per un pezzo di carne ormai stantio e che<br />

sale su con l’ascensore come fanno tutti gli altri capi di bestiame da macello<br />

ogni giorno ad ogni ora ma con lo sguardo fisso fuori dal tubo di vetro che<br />

porta verso sopra e se <strong>in</strong>vece di camm<strong>in</strong>are tutti testa bassa per vedere dove<br />

si mettono i piedi, se sul cemento o sulla cacca, si guardasse <strong>in</strong> alto si ve-

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