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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 163<br />

(non essendo lui un processore elettronico) e la sua pazzia nasce da questo,<br />

dall’impotenza di fronte alle porte della ver<strong>it</strong>à (o paradiso se prefer<strong>it</strong>e); mangia<br />

il riso centrando a stento la bocca col cucchiaio, disarticola le poche parole<br />

che sa pronunciare ancora… ma connettercisi, attaccare il cervello al<br />

suo col capello f<strong>in</strong>to, quello rosso e gommoso, entrare <strong>in</strong> l<strong>in</strong>k… potrebbe<br />

trasmettere tutta la propria conoscenza <strong>in</strong> poco tempo, se di tempo ne avesse.<br />

Lei guarda paziente, lo vede e sa che si comporta così per una sfortunata<br />

serie di eventi, non può neanche perderci le staffe, non può accusarlo,<br />

non può dargliene colpa, deve tenerselo così: perché sa che il comportamento<br />

deriva da una serie di ab<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>i, l’apprendimento del semplice effetto dovuto<br />

ad una causa, l’ab<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>e di sapere che ad un’azione ne consegue un’altra<br />

e questo <strong>in</strong>sieme di azioni e reazioni parallele, questa rete di regole private,<br />

è questo che crea la personal<strong>it</strong>à e se lui adesso è così, un po’ sv<strong>it</strong>ato e<br />

bislacco e anche stupididiota, non è colpa sua, né di lei né di lui: gli eventi si<br />

sono verificati <strong>in</strong> un certo modo, <strong>in</strong> un certo ord<strong>in</strong>e, e hanno <strong>in</strong>flu<strong>it</strong>o sulla<br />

sua personal<strong>it</strong>à trasformandolo <strong>in</strong> quello che è adesso e non è colpa di qualcuno:<br />

è una rete di v<strong>it</strong>e che si sviluppano e funzionano contemporaneamente<br />

e danno luogo al verificarsi di s<strong>it</strong>uazioni parallele, <strong>in</strong>teragenti e formative<br />

della personal<strong>it</strong>à di ognuna di queste esistenze, ognuna all’<strong>in</strong>saputa dell’altra<br />

e di sé stessa, nessuna proprietaria di sé stessa, nessuna autodeterm<strong>in</strong>ante.<br />

Qu<strong>in</strong>di amen. Alieni terroristi, v<strong>it</strong>time ignare, mar<strong>it</strong>i perduti, figli tralasciati,<br />

uom<strong>in</strong>i di poca fede, cannibali senz’anima… tutti schiavi della rete di v<strong>it</strong>e.<br />

No, basta, non se ne può più, o lo ammazzo o esco.<br />

Mentre va alla porta, Luiza – dice lui – quel tuo ragazzo… non viene<br />

mica da Vasconcelos…<br />

<strong>Il</strong> mio ragazzo è semplicemente il mio Eumir e se viene da qui o di là<br />

a te cosa cazzo te ne va fregando che sei…<br />

Credo che sia successo qualcosa che dovrebbe sapere… parla<br />

a fatica mischiando le sillabe perché la sua attenzione è rivolta per la maggior<br />

parte verso la Rete e perché deve stare attento a non mischiare i due<br />

modi di pensare, quello per l’uomo e quello per la macch<strong>in</strong>a; uno di quegli<br />

attentati degli alieni… palazzi andati <strong>in</strong> macerie… controlla i nomi<br />

delle v<strong>it</strong>time, ecco: e galleggiando sopra lo specchio di proiezione compare<br />

una lista di nomi e cognomi che Luiza non vuole scorrere perché per un momento<br />

si ost<strong>in</strong>a a pensare che non sia vero e che è solamente una delle stupidagg<strong>in</strong>i<br />

che fa il padre tutto il giorno, ogni santo giorno. È successo c<strong>in</strong>-

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