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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 157<br />

vrò per sempre nel dubbio.<br />

La sua <strong>in</strong>segna elettrica sfarfalla per un po’ all’altezza del cuore, il suo<br />

nome e il logo della Segurança Civil de Rio de Janeiro abbagliano <strong>in</strong>certi dal<br />

chip della camicia da battaglia.<br />

Potrei fare tante cose. Potrei andare a prendere uno di quei bambocci<br />

generati e consegnarlo ai gen<strong>it</strong>ori di Marco oppure ucciderlo. Potrei uccidere<br />

i gen<strong>it</strong>ori di Marco. Potrei uccidere i miei. Potrei uccidere il padre di<br />

Luiza. Anche Luiza. L’uno o l’altra. Potrei buttarmi <strong>in</strong> un angolo di strada e<br />

vedere cosa succede. Potrei fare il padrone, per una volta. Passare dalla<br />

parte del torto. Potrei vendere i miei organi uno per uno f<strong>in</strong>ché non muoio.<br />

Potrei prendere questa pistola ed usarla contro me stesso. Potrei ubriacarmi<br />

e svegliarmi domani come se niente fosse. Potrei farmi arrestare. Cercare<br />

di entrare <strong>in</strong> una squadra prelievi del M<strong>in</strong>istero della San<strong>it</strong>à. Lasciar stare<br />

tutto quanto…<br />

La strada ribolle come sempre, ogni giorno, da quando è nata la c<strong>it</strong>tà;<br />

qualcuno proverà ad uccidere, qualcuno starà piangendo, chi ha dimenticato<br />

la spesa dal tabaccaio, chi raccoglie i resti di un vandalismo, nel Rio de Janeiro.<br />

Eumir camm<strong>in</strong>a e basta, quel tanto che serve per sopravvivere e non<br />

bagnarsi.<br />

Quello stronzo, quella pecora di mio padre, che si è fatto abb<strong>in</strong>dolare,<br />

lui e le sue fisime, i suoi piaceri elettrici, le scariche senza le quali non vive,<br />

<strong>in</strong>ebet<strong>it</strong>o dalla psicosi, si è fatto <strong>in</strong>stupidire, si è fatto abb<strong>in</strong>dolare dalla follia<br />

di mamma, mi dice che sono io lo stronzo: io la vedo che è lei la stronza<br />

che per il puro piacere di vivere la sua patologia fantasiosa e priva di responsabil<strong>it</strong>à<br />

ha costretto tutti a piegarsi, o ha provato a farci piegare – me<br />

che non mi curvo, no, non mi – alla sua <strong>in</strong>erzia, vissuta solo nella follia di<br />

alluc<strong>in</strong>azioni autodeterm<strong>in</strong>ate. Sarei io lo stronzo… sarei io lo stronzo?<br />

Una donna lo prese e gli mise <strong>in</strong> mano un dolce, da una vietta esplose,<br />

<strong>in</strong> coro e di corsa, una piena di bamb<strong>in</strong>i alla carica con stendardi e bandiere<br />

del Botafogo, dall’altra parte un mucchio di uom<strong>in</strong>i e donne cantavano di<br />

Rio e del sole. Tutto <strong>in</strong>sieme la c<strong>it</strong>tà era esplosa nella gioia. La donna lo baciò<br />

e passò a regalare dolci e amore al resto della strada. Sul fianco di un<br />

grattacielo l’ologramma di GloboSat stava trasmettendo le immag<strong>in</strong>i di<br />

un’area messa a ferro e fuoco e la cronista parlava della Falange Cannibale e<br />

la c<strong>it</strong>tà urlava e festeggiava e regalava dolci e frutta e sventolavano fasce<br />

gialle-verdi-blu e i canti delle favelas <strong>in</strong>ondavano le strade e nelle piazze<br />

tutti erano contenti perché gli zombi erano tutti morti.

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