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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 135<br />

probabilmente contraffatto o creato da qualche mascalzone ben pagato.<br />

Eumir lo aveva visto fare, aveva segu<strong>it</strong>o uno speciale alla olovisione:<br />

c’erano medici molto bravi che avevano s<strong>in</strong>tetizzato un software <strong>in</strong> scheggia<br />

capace di fissare nella memoria biologica una certa quant<strong>it</strong>à di dati, scienziati<br />

<strong>in</strong> grado di rendere facilmente accessibili <strong>in</strong>formazioni organizzate <strong>in</strong> maniera<br />

confusa nella mente dei malati; <strong>in</strong>stallavano uno slot di memoria tampone<br />

carico di archivi non riscrivibili e facevano <strong>in</strong> modo che il paziente<br />

fosse costretto a richiamare le <strong>in</strong>formazioni da quel banco dati ben ord<strong>in</strong>ato.<br />

<strong>Il</strong> p<strong>in</strong>soft, che avevano appena utilizzato Eumir e gli altri suoi colleghi, era<br />

fatto di dati che si imprimevano nella memoria locale dell’<strong>in</strong>nesto e venivano<br />

richiamati a discrezione dell’utente; <strong>in</strong>vece per i pazzi bisognava fare <strong>in</strong><br />

modo che il loro libero arb<strong>it</strong>rio non li facesse sprofondare sempre più <strong>in</strong> fondo<br />

nel baratro della follia, bisognava costr<strong>in</strong>gerli a visualizzare dati ben precisi.<br />

In questo modo niente più dubbi, niente <strong>in</strong>certezze, era la loro coscienza<br />

disord<strong>in</strong>ata ad avere la prova n<strong>it</strong>ida e diretta della realtà dei fatti. Ma<br />

quello era un genere di ricerca che gli ist<strong>it</strong>uti di tutela dei dir<strong>it</strong>ti umani avevano<br />

bloccato con ogni mezzo; se prendiamo un buon software e un essere<br />

umano, cos’è che fa la differenza tra i due? La capac<strong>it</strong>à di sbagliare e quella<br />

di perdere la ragione – era la tesi delle associazioni uman<strong>it</strong>arie e della Chiesa<br />

del Libero Arb<strong>it</strong>rio <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea. Gli uom<strong>in</strong>i sono uom<strong>in</strong>i e le macch<strong>in</strong>e<br />

sono <strong>in</strong>fallibili: a ciascuno la propria natura. E qu<strong>in</strong>di non era accettabile <strong>in</strong>stallare<br />

paraocchi elettronici nella testa dei folli. L’unica speranza, aveva<br />

detto uno dei professori alla OV, sarebbe poter agire direttamente sui percettroni<br />

del cervello per modificare lo schema neuronale dei pazienti, ma era<br />

una strada ancora lunga. Ed era anche usc<strong>it</strong>o un articolo sul Semana Verdadeira<br />

(un articolo aspro e violento, accusatorio e conv<strong>in</strong>cente) che cr<strong>it</strong>icava<br />

certe ambizioni scientifiche di un professore che voleva s<strong>in</strong>tetizzare software<br />

sp<strong>in</strong>ali per modificare la struttura del cervello umano (a f<strong>in</strong> di bene, diceva<br />

quello) e un altro ricercatore americano che stava sforzandosi di dimostrare<br />

l’<strong>in</strong>esistenza dell’anima e voleva farlo con una serie di cloni – presi<br />

magari da un Centro di Cresc<strong>it</strong>a – collegati a macch<strong>in</strong>ari che simulassero la<br />

stessa identica v<strong>it</strong>a per ognuno di loro e questo professore voleva mon<strong>it</strong>orizzare<br />

pensieri e azioni di ognuno dei soggetti per stabilire quanto l’autodeterm<strong>in</strong>azione<br />

fosse libera dalla correlazione degli eventi; e l’articolo era firmato<br />

Rodrigo Monte. Potrebbe essere vero, potrebbe essere orrendo, potrei essere<br />

collegato anch’io, figli di…

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