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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 130<br />

paese, isterica, <strong>in</strong>decisa, e poi rapimenti e traffico di organi. Nelle piccole<br />

c<strong>it</strong>tà è rimasto tutto <strong>in</strong>dietro. Quando questi ragazzi… quando Thaise, la cameriera,<br />

quando lei non vuole… è lì che nascono i bollori… quando Thaise<br />

non prende una decisione. A questi ragazzi chiusi nel terr<strong>it</strong>orio, impedire<br />

loro di avvic<strong>in</strong>are una donna è la cosa peggiore che possa accadere… ecco<br />

perché poi le madri gli danno addosso con la vecchia storia del vagabondo,<br />

del vado a zonzo, gli <strong>in</strong>sulti e le preghiere. Nasce tutto da semplici cose. Ed<br />

è anche lo stesso motivo per il quale le figlie delle madri imparano presto a<br />

guadagnare <strong>in</strong> maniera veloce e a dire di no se non vogliono; perché diventa<br />

solo tutto per il guadagno che pare serva a qualcosa ma mai ad uscirne per<br />

sempre, forse dai grattacieli, forse dalle case dalle strade, dalla c<strong>it</strong>tà di sbarre<br />

di ferro e vetr<strong>in</strong>e e canali per i quiz a premi, ma non da quella nella testa.<br />

C<strong>in</strong>que pulle, sei pulle, sette otto… non cambia quanti sbirri ci si mettano di<br />

mezzo; poveracci loro, cosa ci possono fare se i figli danno giù botte ai gen<strong>it</strong>ori<br />

o se li abbandonano <strong>in</strong> quelle brutte case di famiglia… gli sbirri hanno<br />

ben altro a cui pensare (suicidi da impedire, amputazioni e chirurghi pirata,<br />

psicosi elettriche che violano le leggi sul copyright), non ai battibecchi e alle<br />

baruffe casal<strong>in</strong>ghe… e poi sono figli anche loro. Figli di altri figli, padri di<br />

figli scontenti, violenti, bravi ragazzi abbattuti e stanchi, operai dell’ab<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>e<br />

e guardiani di schiavi <strong>in</strong> specchi ossidati, controllori di meccanismi di<br />

torpore e rivalsa.<br />

No. Eumir non aveva mai alzato un d<strong>it</strong>o contro la madre e neanche<br />

contro il padre. Lui aveva prefer<strong>it</strong>o andare nella grande metropoli, togliere la<br />

sua v<strong>it</strong>a dalle mani dei gen<strong>it</strong>ori, dalla c<strong>it</strong>tad<strong>in</strong>a piatta e metterla <strong>in</strong> quelle di<br />

qualche sconosciuto che avrebbe pagato <strong>in</strong>vece di stare a lamentarsi e pregare<br />

tutto il giorno. Aveva scelto un buon motivo per soffrire il caldo e far<br />

sbollire la rabbia. Aveva scelto di vedere le facce delle donne decise e della<br />

gente <strong>in</strong>daffarata, <strong>in</strong>vece che quella dei preti – preti che mica Dio ce li aveva<br />

fatti preti – e delle comari. Avrebbe menato le mani per un buon motivo, non<br />

per farsi sorridere da Thaise e sentir dire di no, che era un momento difficile,<br />

che servivano soldi e che gli era molto riconoscente per quello che faceva<br />

così spesso, ma i baci no, sono solo atteggiamenti, son cose della v<strong>it</strong>a…<br />

avrebbe sparato, altro che pancadas às cegas per il gusto di un sorriso agradecente…<br />

non più tapas na cara, ma spari, tiros veri, proiettili per ammazzare<br />

os avoados. Li avrebbe fatti secchi per una ragione valida, per i soldi e a<br />

vida bon<strong>it</strong>a no Rio, com d<strong>in</strong>hero e mulheres, altro che… non per vedere<br />

musi tristi e lunghi, <strong>in</strong>dispett<strong>it</strong>i, tavole spoglie e facce stremate, sbattute non

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