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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 119<br />
Sì lo so… anche tua madre… ma è una cosa differente, credimi.<br />
Tu ci tenevi.<br />
Non dovresti dire così… ci tieni anche tu.<br />
Questo poi non è per niente vero. La vedeva la sua gen<strong>it</strong>rice, aggrappata<br />
al letto e scontenta come al sol<strong>it</strong>o… pazza, anche… conv<strong>in</strong>ta di essere<br />
raggirata da tutto il vic<strong>in</strong>ato e grazie ai figli che facevano la spia e <strong>in</strong>tascavano<br />
una parte del bott<strong>in</strong>o… “Dove f<strong>in</strong>iscono i miei soldi se non vado a<br />
spendermeli?” diceva lei, “se li metto da parte solo per voi due… e tu, dannato…”<br />
e così via. Aveva addir<strong>it</strong>tura istigato la figlia a prost<strong>it</strong>uirsi, di questo<br />
era certo anche senza averne le prove… la conosceva abbastanza bene, la<br />
madre. Lei, la v<strong>it</strong>a semplice era la cosa migliore che potesse sperare e pure<br />
una morte senza affanni e senza fatica, senza l’ultimo respiro, per di più <strong>in</strong>cosciente,<br />
magari. La fatica… la stava sempre a r<strong>in</strong>facciare, scocciata e stanca…<br />
l’unica donna al mondo che conosca la stanchezza, direste… fatica che<br />
era addir<strong>it</strong>tura dormire… quanto le era costato <strong>in</strong> fatica sposarsi e fare<br />
figli… l’ultima schiava nascosta ed <strong>in</strong>catenata, avreste detto a sentirla parlare…<br />
e quello sguardo triste e spento… un’espressione che li accusava chiaramente<br />
di essere la causa di ogni sofferenza… i figli che le avevano tolto il<br />
gusto di andare a giro e l’avevano costretta a faticare e ad utilizzare i soldi<br />
del mar<strong>it</strong>o non per sé stessa ma per loro due: i figli… e li odiava… li odiava<br />
per questo… lui ne era conv<strong>in</strong>to, f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo. Lo aveva chiamato serpe…<br />
lo aveva <strong>in</strong>sultato… lo aveva accusato di essere l’orig<strong>in</strong>e di ogni suo male,<br />
perché <strong>in</strong>vece di stare a sgobbare dentro casa andava nelle palestre e si<br />
ubriacava la notte e sbavava dietro alle cameriere… “sacana, che il tuo posto<br />
è dentro casa a togliermi il lavoro di mano, non a darmi pensieri.<br />
Bastardo!”… che era un vigliacco e un ladro e che l’aveva fatta ammalare<br />
nascendo… che lei voleva un po’ di tempo per sé stessa ma niente, sempre a<br />
dover stare appresso a lui e la sorella… e ai loro guai e alle loro necess<strong>it</strong>à.<br />
“Maledizione! Chi me la ripagherà questa stanchezza…” E ci aveva pensato<br />
lui a ripagarla nel tempo, con parte dello stipendio e del sudore – sudato col<br />
sole e le ore di v<strong>it</strong>a che aveva tolto a sé per darle a quella (la v<strong>it</strong>a) di qualcun<br />
altro; e poi <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e i frutti di tutto quanto (sudore e fatica e tempo <strong>in</strong>vest<strong>it</strong>i) a<br />
lei (la madre) e forse a entrambi i gen<strong>it</strong>ori, e anche una piccola parte (a seconda<br />
di come qualcuno avesse deciso di dividere) alla sorella, con un pizzico<br />
di fortuna per lei che era cresciuta dentro la piccola c<strong>it</strong>tà e dentro una piccola<br />
famiglia di due persone, una lei ignorante ed ormai svenduta, un’altra al<br />
padre assente (assente di cervello, a tratti, perché andava e veniva dalla stanza<br />
della moglie e stava sempre a sentire le sue lagnanze e le storie di fantasia