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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 117<br />

aver fatto saltare su tutte le furie la madre (con la sua testa astratta che vagava<br />

e che aveva già cambiato tre, quattro volte, i connotati di un nipote non<br />

ancora nato – e che non sarebbe mai nato) perché l’aveva sent<strong>it</strong>a dire, quando<br />

l’ultima volta della loro v<strong>it</strong>a si erano parlati (lui da Rio, lei da Vasconcelos),<br />

che lui (come al sol<strong>it</strong>o) era stata la sua rov<strong>in</strong>a, ma lei, la sorella, era la<br />

disgrazia più grande che le fosse mai cap<strong>it</strong>ata e che non sarebbe mai riusc<strong>it</strong>a<br />

a mandarla via e che l’avrebbe fatta morire. E ci si dannò tutto il resto della<br />

v<strong>it</strong>a stando sempre, giorno e notte, ogni giorno di ogni settimana, a recrim<strong>in</strong>are<br />

anche su questa nuova condanna del fato e piangendo (ma nel profondo,<br />

nella sua vera coscienza, lei non soffriva, lei non si accorgeva di quello<br />

che le stava facendo fare il software della psicosi, nel profondo della sua<br />

anima lei era bella e morta, <strong>in</strong> estasi, <strong>in</strong> pace, mentre fuori il cervello cont<strong>in</strong>uava<br />

a vegetare e a mettere uno dietro l’altro pensieri e associazioni illogiche<br />

d’idee) e lamentandosi f<strong>in</strong>ché non sarebbe f<strong>in</strong><strong>it</strong>a.<br />

Era accaduto. Doveva cap<strong>it</strong>are prima o poi, un giorno o l’altro succede<br />

a tutti… son cose della v<strong>it</strong>a. Lo seppe dal padre che era l’unico <strong>in</strong> casa abbastanza<br />

poco impegnato nel loro far nulla per rispondere all’apparecchio. Le<br />

cose andavano abbastanza bene… faceva caldo i gradi giusti… i soldi, quelli,<br />

sempre arrivati (da Rio, da Eumir) e sempre spesi… nella maniera giusta<br />

anche loro… e la piccola ne stava imparando di cose… grazie per i soldi, a<br />

propos<strong>it</strong>o… per i soldi… sì che ne imparava di cose… per i soldi, sai. E lui,<br />

il vecchio, se la cavava benone… nuovi sigari, quelli meno costosi, me tap<strong>in</strong>o…<br />

e cachaça fatta da amici… ah, gli amici, se servono certe volte… gli<br />

davano una mano come potevano, poveracci, pure loro… e lui, Eumir, ne<br />

aveva di amici giù a Rio? Chissà quanti <strong>in</strong> tutti questi anni di c<strong>it</strong>tà, buon figlio<br />

di un Eumir, chissà quanta v<strong>it</strong>a, divertimenti, bagordi, amicizie per le<br />

ragazzate. Lì (a Vasconcelos, <strong>in</strong>vece) c’era solo la vecchia che non andava<br />

mica tanto bene… zoppicava, questo sì, da sempre… e le frattaglie messe<br />

male anche, entragne sporche e r<strong>it</strong>orte… ma pure quella era roba di anni.<br />

Però sembrava esserci arrivata oramai… Pare che ci siamo, sai, figlio<br />

mio, ci siamo davvero, ormai… chiede già di te, di venirle a fare una<br />

carezza… l’ultima vis<strong>it</strong>a prima di andarsene. – Non farmi ridere. –<br />

Sta male sul serio… be’, male poi non è, ma roba da restarci sì…<br />

non capisce mica più niente oramai. – Mai cap<strong>it</strong>o un’acca, quella lì. –<br />

Un saluto sul letto di morte non si nega… sai, a nessuno… Non faresti<br />

mica torto a qualcuno se vieni… se venissi… giusto un saluto prima<br />

che l’anima sua evapori come neon… andiamo… – Mai. Tornerò<br />

mai lì da voi. Mai. – Eumir… figlio… e perché poi?… perché tutto

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