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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 112<br />

Nell’ufficio c’era il capo ad aspettarlo, tutto impegnato e sudato, con<br />

la camicia sbottonata sul petto, <strong>in</strong>daffarato tra file <strong>in</strong> arrivo e telefonate a<br />

gente di rispetto e pareva addir<strong>it</strong>tura preoccupato. Quando lo ricevette sembrava<br />

gli avessero appena dato il colpo di grazia perché era parecchio distratto<br />

e faceva fatica a mettere attenzione <strong>in</strong> quello che diceva. – Come va?<br />

Come stai? Tutto bene? La testa? Le ossa? Hanno fatto un buon lavoro? Sei<br />

come nuovo?<br />

– La pistola… non so la macch<strong>in</strong>a… le chiavi ce le ho ancora, ma…<br />

forse nel garage del signor… e Marco?<br />

La pistola era andata perduta… meglio dire trafugata, nel marasma,<br />

mentre lui era svenuto… non era colpa sua, non poteva farci niente… adesso<br />

c’era un idiota armato <strong>in</strong> più che girava per la c<strong>it</strong>tà. Alla macch<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>vece,<br />

ci aveva pensato un altro agente, era andato a recuperarla, sì, proprio nel garage,<br />

quello dell’ufficio, di quel signore. E Marco, lui stava benone adesso,<br />

sicuramente meglio di tutti noi che qui giù aspettiamo dio sa cosa, da un<br />

momento all’altro. Ma adesso mett<strong>it</strong>i comodo… hai bisogno di un succo…<br />

açaì? Lo vuoi un succo di açaì? Fa caldo, oggi. Sei stanco, credo…<br />

oh, ti hanno ripul<strong>it</strong>o per bene quelli dell’ospedale, ti assicuro, ci<br />

ho pensato io… ma forse avrai bisogno di un po’ di riposo… vattene<br />

<strong>in</strong> vacanza… torna a casa per una settimana…<br />

Casa: No! Scordatelo!<br />

Avanti, Eumir… cosa è questo attaccamento al lavoro? Ti dico<br />

di andare <strong>in</strong> vacanza… vai a casa.<br />

No! Ho detto di no!<br />

E che diavolo, Eumir… cosa vuoi farci? Non vorrai farla diventare<br />

una questione personale? Non sei mica un giustiziere… È solo<br />

lavoro… Sono cose della v<strong>it</strong>a… cap<strong>it</strong>a ogni giorno… sono terroristi,<br />

quelli… KAMIKAZE… vuoi entrare <strong>in</strong> guerra? Da solo? Avanti, non<br />

fare storie…<br />

Apparve evidente il mal<strong>in</strong>teso: È morto…<br />

È il rischio connesso…<br />

L’aveva cap<strong>it</strong>o. Certo, come altro poteva andare a parare? Era morto…<br />

Alla f<strong>in</strong> f<strong>in</strong>e era quello che c’era da aspettarsi. Nell’esplosione, o per colpa<br />

del gas tossico, o per l’onda d’urto… Lui era grosso e forte, ma il ragazzo…<br />

il ragazzo, quello era morto. Era antipatico ed era morto. Non era giusto ma<br />

era morto… era solo un ragazz<strong>in</strong>o e adesso era morto, f<strong>in</strong>almente. E lui, Eumir,<br />

che ce ne aveva di cose da fare, per fortuna era ancora <strong>in</strong> piedi e come<br />

nuovo, dopo tutto. A raccontarlo ad una madre o ad un prete, direbbero che

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