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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 106<br />

come balla il samba. Luiza torna a casa di sera ed ev<strong>it</strong>a le canaglie che girano<br />

fuori dal condom<strong>in</strong>io, poi deve scrollarsi di dosso quel farabutto del terzo<br />

piano che cerca sempre di tastarle il sedere con la scusa di fare quattro<br />

chiacchiere sul tempo e, quando f<strong>in</strong>almente arriva a casa, alla olovisione c’è<br />

un telefilm sul passato, di quando <strong>in</strong> c<strong>it</strong>tà tutti potevano vedere il cielo e il<br />

Redentore affacciandosi alla f<strong>in</strong>estra, con la sigla <strong>in</strong>iziale che parla di una<br />

Rio d’amore che si è perduta, fatta di felic<strong>it</strong>à e gentilezza, poeti tristi e calma<br />

e solo cose belle alle quali pensare. <strong>Il</strong> padre di Luiza sta fissato a seguire<br />

l’<strong>in</strong>treccio amoroso nato tra quel brigante del protagonista e la bella di turno.<br />

Lo vede <strong>in</strong>tento a gestire il taglia e cuci per prendere appunti mentre l’attore<br />

rec<strong>it</strong>a la sua parte: La mia è una grossa sofferenza, sol<strong>it</strong>aria e quotidiana…<br />

sai che non c’è amore senza tristezza… e che bisogna piangere<br />

per saper amare… e che vivere senza amore non è vivere… La<br />

bellona contenuta è imbambolata dal suo trovatore e tace mentre lui cont<strong>in</strong>ua:<br />

Non bisogna avere paura di soffrire e vorrei farlo <strong>in</strong>sieme a te,<br />

per tutta la nostra v<strong>it</strong>a. E a questo punto lei cede al suo abbraccio, ai suoi<br />

baci ed il papà di Luiza mette un bel punto alla sua antologia, chiude e salva<br />

il file <strong>in</strong> un archivio nascosto e f<strong>in</strong>ge muto <strong>in</strong>teresse per il rientro di lei. Lei<br />

lo saluta e si va a cambiare, poi prepara qualcosa per la cena e <strong>in</strong>tanto la sigla<br />

di chiusura canta vecchie storie della c<strong>it</strong>tà. Chiede al padre come sia andata<br />

la sua giornata e lui risponde che può sempre andare meglio. Entrando,<br />

lei ha visto la bottiglia messa per terra accanto ai piedi della poltrona e lo fa<br />

notare al vecchio e gli ricorda che aveva smesso, o almeno che aveva promesso<br />

di farlo. Sai, figlia mia… si giustifica il triste rottame che una volta<br />

era stato un buon mar<strong>it</strong>o. Ti succedono un sacco di cose amare, cose<br />

orribili, nella v<strong>it</strong>a e se bevi va bene perché a poco a poco, col tempo<br />

ed i bicchieri, te ne dimentichi. <strong>Il</strong> guaio è che sono gli altri a ricordarsele,<br />

a ricordare che gli hai rotto il naso, che hai bestemmiato, che<br />

una volta ti hanno pizzicato mentre pisciavi per strada… forse perché<br />

loro non bevono abbastanza… chissà questa da dove l’ha presa. –<br />

Hai spaccato il naso a qualcuno? chiede preoccupata Luiza e smette di<br />

rimestare nella padella. No – risponde il padre – non di recente… è successo<br />

quando ero giovane e… Cenano per lo più <strong>in</strong> silenzio, badando<br />

più alla seconda telenovela della serata che ai bocconi <strong>in</strong>filzati nudi sulle<br />

punte delle forchette. E quel ragazzo che frequenti… Sembra un bravo<br />

ragazzo… – Eumir, puntualizza lei strappando un pezzo di pane. Già, Eumir…<br />

È un bravo ragazzo, Eumir.

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