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Il fiume in gennaio - Xos.it

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www.xos.<strong>it</strong> : 2002 ©© Osvaldo Duilio Rossi : IL FIUME IN GENNAIO : 10<br />

ché quel posto non è vostro. Le cose cambiano dall’oggi al domani con una<br />

veloc<strong>it</strong>à impressionante e Coral non può farci nulla, ma può sempre sbatterti<br />

per strada <strong>in</strong> favela Amarela dove, grazie alle belve della foresta, agli uom<strong>in</strong>i-scimmia<br />

e all’alta tecnologia, il M<strong>in</strong>istero non può venire a prenderti.<br />

Troppo ab<strong>it</strong>uato alla frenesia dei grattacieli e dell’Agglomerato, r<strong>it</strong>rovarsi<br />

costretto al potere dei tribunali di strada e alle dure leggi del mercato<br />

(il suo triste lavoro di spacciatore), lo stava facendo impazzire. Gli edifici<br />

bassi della favela e la foresta tutta <strong>in</strong>torno lo facevano soffrire di agorafobia<br />

e correva al più presto a r<strong>in</strong>chiudersi nello stretto cubo della droga o nei vicoli<br />

dell’Alfàndega. Non aveva bisogno di altre psicosi.<br />

Inoltre, doveva andare a riprendersi quello che era suo di dir<strong>it</strong>to: la sua<br />

v<strong>it</strong>a.<br />

Una donna chiedeva ai passeggeri se avessero bisogno di compagnia<br />

per la notte. Ericko rifiutò con un rugg<strong>it</strong>o. Qualcuno stava assaltando un taxi<br />

che trasportava una famiglia europea e lui non voleva perdersi la scena; forse<br />

stavano andando a prendere il loro volo per casa. Lui sghignazzò mentre<br />

il taxi sbandava e travolgeva un motociclista <strong>in</strong> fase di sorpasso. Un elicottero<br />

di GloboSat era già <strong>in</strong> volo sulla strada per lo scoop dell’edizione serale.<br />

L’autista – probabilmente era morto – aveva piantato la macch<strong>in</strong>a contro il<br />

muro di sicurezza. Si erano sent<strong>it</strong>i degli spari, poi gli assal<strong>it</strong>ori erano svan<strong>it</strong>i<br />

saltando sulle chiatte giù dal ponte mentre le telecamere di Globo cercavano<br />

di <strong>in</strong>seguirli nei meandri di Ch<strong>in</strong>a Town.<br />

Le imbarcazioni ormeggiate ai piloni, lungo tutta l’estensione del ponte,<br />

danzavano pacate al r<strong>it</strong>mo della marea e la comun<strong>it</strong>à c<strong>in</strong>ese formicolava<br />

tra i barconi cercando di trasportare a stento carichi di pesce surgelato dalle<br />

cisterne f<strong>in</strong>o alle ab<strong>it</strong>azioni. Una c<strong>it</strong>tà galleggiante che si cibava att<strong>in</strong>gendo<br />

alle riserve dest<strong>in</strong>ate a quelle fasce di popolo carioca def<strong>in</strong><strong>it</strong>e dalla Federazione<br />

“bisognose”. Le cisterne erano ancorate al fondo mar<strong>in</strong>o, proprio sotto<br />

quell’ottima copia della baia di Hong Kong; i c<strong>in</strong>esi andavano dentro e fuori<br />

dall’acqua tutti i giorni, senza attrezzature né misure di sicurezza. Avevano<br />

imparato a nuotare bene, ma ogni tanto la guardia costiera doveva ripescare<br />

qualche cadavere di un affamato e rest<strong>it</strong>uirlo alla gente delle barche; loro<br />

bruciavano il corpo e rest<strong>it</strong>uivano le ceneri al mare. Qualcuno lo r<strong>it</strong>eneva<br />

poetico e Roberto Carlos ne aveva addir<strong>it</strong>tura tratto una canzone.<br />

Alla fermata di Ericko scesero anche due ragazz<strong>in</strong>i drogati e la donna<br />

che cercava compagnia: si dispersero tra la folla come magnetizzati dal bru-

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