Confronto tra 10 cultivar di ciliegio dolce (Prunus avium L.) nella ...

Confronto tra 10 cultivar di ciliegio dolce (Prunus avium L.) nella collina mediterranea
Sweet cherry performance in a hillside mediterranean environment
Dettori S., Falqui A., Filigheddu M.R.
Atti “Convegno del Ciliegio”, Vignola (MO), 10-11 giugno 1992: 92-95, 1994
Ten sweet cherry varieties (“Bigarreau Burlat” and its compact mutants “Burlat C” and
“Burlat C1”; “Bigarreau Moreau” and its compact mutant “Moreau C”; the Apulian “Ferrovia” and
“Forlì”; the Sardinian “Durone di Osini” and “Marracocca”; and “Vittoria”, suitable for mechanical
harvesting) were evaluated in hillside area of Gallura region (Sardinia). Observations were made,
from 1988 to 1992, on a randomised block with four 5-trees replications planted in 1983. The results
of this research evidenced two positive correlations between yield and average maximum
temperature during flowering, and between yield and number of hours with temperatures higher
than 12° C during flowering. The most productive cultivars were the Apulian “Forlì” and
“Ferrovia”, and “Burlat C1”, reducing tree spacing resulted in an increase of total yield by 55, 73
and 87% respectively for “Moreau C”, “Burlat C1” and “Burlat C”. Good performances for fruit
quality were obtained by “Ferrovia” and “Burlat C1”. The rootstock “Colt” showed a poor
resistance to drought, graft incompatibility (especially with “Marracocca”), and sensitivity to
Agrobacterium tumefaciens.
Keywords: sweet cherry, rootstock, Sardinia.
La ricerca ha previsto il confronto tra 10 cultivars di ciliegio dolce messe a dimora nel 1983
(“Bigarreau Burlat” e i suoi mutanti compatti “Burlat C” e “Burlat C1”; “Bigarreau Moreau” con il
mutante compatto “Moreau C”; le pugliesi “Ferrovia” “Forlì”; le cultivar sarde “Durone di Osini” e
“Marracocca”; e la “Vittoria” cultivar da raccolta meccanica) ed è stata condotta in un’area di alta
collina della Gallura (Sardegna nordoccidentale). Le osservazioni sono state condotte dal 1988 al
1992 su blocchi randomizzati con 4 ripetizioni e parcelle di 5 piante. I risultati di questa ricerca hanno
evidenziato l’esistenza di correlazioni positive tra produzione e: temperature massime e medie,
quantità di ore in caldo (temperatura maggiore di 12°C) durante la fioritura. Le cultivar più
produttive sono state le pugliesi “Forlì”, “Ferrovia” e la “Burlat C1”; riducendo la distanza tra gli
alberi è risultato un aumento della produzione del 55, 73 % ed 87 % rispettivamente per “Moreau
C”, “Burlat C” e “Burlat C1”.Buoni risultati per ciò che riguarda la qualità del frutto sono stati
ottenuti con “Ferrovia” e “Burlat C1”. Il portinnesto “Colt” ha mostrato modesta resistenza alla
siccità, incompatibilità d’innesto (soprattutto per la “Marracocca”) e notevole sensibilità
all’Agrobacterium tumefaciens.
Parole chiave: ciliegio dolce, portinnesto, Sardegna.
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Stima lisimetrica dei consumi idrici dell’arancio cv “Washington navel”
“Washington navel” orange water requirement estimate from lysimeter
Dettori S., Filigheddu M.R.
Frutticoltura, 56(7-8): 55-57, 1994
“Washington Navel” orange trees water requirements were measured by drainage
lysimeters under drip irrigation from fruit setting to veraison. The lysimeter data were firstly
1

eferred to a planting distance of 4.0 x 2.5 m (4, 5 and 6-year-old trees) and thereafter of 4.0 x 5.0
m (10 year-old trees). In the first case seasonal water requirements ranged from 190 to 330 mm,
while the water daily consumption / tree ranged from 7 to 28 l; crop coefficients (being ETo from
Class A pan) reached a maximum value 130 days after fruit-setting in according to fruit growth. In
the second case seasonal water requirements were of 223 mm, with a daily consumption from 7 to
36 l. 60% ETc induced a significant decrease of tree growth, yield and fruit quality, and produced
fruit with ticker peel and less juice content.
Keywords: “Washington Navel” orange, evapotranspiration, lysimeter.
La stima lisimetrica dei consumi idrici dell’arancio “Washington Navel” dal quinto al settimo
anno di vita (con distanze di piantagione di m 4 x 2,5 e indice di copertura del 25-30%) ha messo in
evidenza, dall’allegagione all’invaiatura, dei fabbisogni idrici compresi tra mm 190 e 330, con
consumi per pianta compresi tra 7 (all’invaiatura del quarto anno) e 28 l/giorno (a 45 giorni
dall’allegagione al sesto anno); i coefficienti colturali, compresi al sesto anno tra 0,48 (a 30 giorni
dall’allegagione) e 0,77 (a 120 giorni dall’allegagione), sono risultati correlati coll’accrescimento del
frutto piuttosto che con l’ETo da vasca di classe A. Al decimo anno, con distanze di piantagione di
m 4 x 5 e indice di copertura del 42%, il consumo per pianta è oscillato da 7 (all’invaiatura) a 36
l/giorno (a 60 giorni dall’allegagione), mentre i kc tra 0,48 e 0,35, nell’ordine, a 15 e 120 giorni
dall’allegagione. In questa fase la restituzione del 60% dell’ETc ha comportato una riduzione nello
sviluppo e nella produttività delle piante e ha fornito frutti con buccia più spessa e minore resa in
succo. La maggiore efficienza idrologica si è ottenuta con la restituzione dell’80% ETc, volume
idrico che non ha penalizzato i livelli produttivi anche se ha ridotto leggermente il peso dei frutti
rispetto al 100% ETc.
Parole chiave: arancio “Washington Navel”, evapotraspirazione, lisimetro.
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Verification of the surface renewal method for estimating evapotranspiration
Verifica del metodo “surface renewal” per la stima dell’evapotraspirazione
Spano D., Snyder R.L., Paw U K.T., De Fonso E.
Atti 21° Conferenza “Agricultural and Forest Meteorology”, San Diego (CA), March 7-11:
297-298, 1994
The surface renewal analysis (SR) for determining sensible heat flux density (H) can be
used with net radiation and soil heat flux density to estimate evapotranspiration (ET). The SR
analysis uses high frequency recordings above canopies to identify temperature ramps and to
determine H. Temperature measurements (8Hz) were taken at three different heights over a 0.05m
tall turfgrass (Alta fescue). Sonic anemometer measurements were taken at a height of 0.7 m to
obtain an independent measure of H. All H values were calculated as half hour means. The results
showed that high frequency temperature measurements should be made well above a low growing
canopy and α=1 in H calculation gave good estimate of Eddy Covariance H.
Keywords: evapotraspiration, surface renewal analysis, air temperature.
L’analisi surface renewal (SR) per la stima della densità del flusso di calore sensibile (H)
può essere usata con le densità di flusso di radiazione netta e di calore nel suolo per il calcolo
dell’evapotraspirazione. L’analisi SR si basa su misure di temperatura dell’aria rilevata ad elevata
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frequenza sopra la struttura vegetale. A tal fine sono state effettuate misure di temperatura (8Hz) a
tre diverse quote al di sopra di un prato di festuca di 0,05 m d’altezza. Una misura indipendente del
flusso di H è stata ottenuta da un anemometro sonico posizionato a 0,7 m al di sopra della
vegetazione. Tutti i valori di H sono stati mediati sui trenta minuti. I risultati ottenuti hanno
evidenziato che le misure di temperatura per l’analisi SR dovrebbero essere effettuate bel al di
sopra dal top della vegetazione e un coefficiente α=1 consente di ottenere una buona stima di H se
confrontata con i valori ottenuti dal metodo Eddy Covariance.
Parole chiave: evapotraspirazione, analisi surface renewal, temperatura dell’aria.
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L’innesto in vivaio della quercia da sughero su Quercus suber e Quercus ilex
Nursery grafting of cork oak on Quercus suber and Quercus ilex
Azzena M., Deidda P., Falqui A., Poddighe D.
Cellulosa e Carta, 45(5/6): 18-21, 1994
A study was carried out to evaluate nursery grafting of Q. suber. Grafts were made on
three year old seedlings of the same species and on Q. ilex. Peg grafting was carried out at four
weekly intervals, starting from 1 st of April, with the aim of identifying the optimum grafting time.
The highest attachment percentage was obtained from grafts made 1/4/93, with 93.3% on Q. suber
and 86.7% on Q. ilex. Contrary to a previous work the scions were collected and grafted on the
same day, which has resulted in an increase of successful grafts.
Keywords: Quercus suber, Quercus ilex, propagation, grafting.
La presente nota riferisce di una prova d’innesto della quercia da sughero (Quercus suber
L.) su semenzali della medesima specie e di leccio (Quercus ilex L.) di tre anni d’età disposti in
piantonaio. E’ stato effettuato l’innesto a spacco pieno in testa in 4 interventi a cadenza settimanale,
al fine di verificare il periodo ottimale. Le migliori percentuali di attecchimento sono state ottenute
negli innesti effettuati il 1° aprile 1993, con valori pari al 93,3% in quelli su sughera, ed all’86,7% in
quelli su leccio. A differenza di un precedente lavoro le marze sono state prelevate il giorno stesso
dell’innesto anzichè durante l’inverno, il che ha consentito un considerevole incremento delle
percentuali di successo.
Parole chiave: Quercus suber, Quercus ilex, propagazione, innesto.
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Evaluation of almond germplasm in Sardinia: further observations
Valutazione del germoplasma di mandorlo in Sardegna
Nieddu G., Chessa I., Pala M., Lovicu G.
Acta Horticulturae, 373: 135-139, 1994
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Thirty-six varieties selected among the Sardinian almond germplasm have been gathered in
a collection field located in southern Sardinia in order to safeguarding and exploiting the
autochthonous almond population. The horticultural characteristics of the selected varieties were
previously observed on mother plants and lately in the collection field, at the same growing
conditions and comparatively to cultivars widely grown. The results of the observations conducted in
the last three years have shown the range and classes of frequencies of main morphological traits of
the trees growth habitus and fruiting behaviour, of buds and flowers, and fruit. The attention have
been also drawn on flowering process and chemical as nutritional composition of fruit.
Keywords: almond germoplasm, collection field.
Trentasei varietà di mandorlo selezionato tra germoplasma sardo sono state raccolte in un
campo collezione situato nella Sardegna meridionale per salvaguardare e valorizzare le popolazioni
autoctone di mandorlo. Le caratteristiche orticolturali delle varietà selezionate sono state osservate
dapprima sulle piante madri e successivamente nel campo collezione, nelle stesse condizioni di
crescita e a confronto con le cultivar cresciute spontaneamente. I risultati delle osservazioni portate
avanti negli ultimi tre anni, hanno mostrato il range e le classi di frequenza dei principali caratteri
morfologici dell’habitus vegetativo e riproduttivo degli alberi, delle gemme, dei fiori e del frutto.
L’attenzione è stata anche portata sul processo di fioritura e sulla composizione chimico nutrizionale
del frutto.
Parole chiave: mandorlo, germoplasma, campo collezione.
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Biologia fiorale e di fruttificazione dell’ Annona cherimola (cv “Fino de jete”)
Reproductive behaviour of Annona cherimola (cv “Fino de jete”)
Nieddu G., Chessa I., Pala M., Lovicu G.
Italus Hortus, 1(5-6): 40-46, 1994
The aim of the present research is to describe the vegetative and reproductive behaviour of
Annona cherimola, growing in Sardinia where the species has been recently introduced. The
observations were conducted during the 1991-92 on three-year old trees of the cv Fino de Jete
growing at the C.R.A.S. (Centro Regionale Agrario Sperimentale) experimental fields in a
subtropical area of southern Sardinia. Ten shoots per tree, with a total of five trees, were selected
for biological observations. These were related to bud evolution, flower and fruit development and
were compared to air temperature and relative humidity recorded before and during flowering
phase. Pollen samples were also collected and then observed for morphological characters and
viability. Pollen viability was also recorded after 1-year storage at low temperature (4°C and -18°C
respectively). Differences in phenological phases were observed in 1991 and 1992. Flower onset
was recorded from the end of may and the beginning of june in 1991 and in the first decade of may
in 1992, while in both years flowering started one month later. During full bloom a great amount of
flower-drop was observed, as well as protogynoecia. Stigma receptivity time changed from ten
hours in the first year to three days in the second one. Environmental conditions, mainly air
temperature and relative humidity, affected flowering process and fruit set. The earliness in the
phenological stages, mainly blooming time, was related to high temperature before anthesis; at the
same time low temperature and high relative humidity during flowering increased the length of
stigma receptivity period. Pollen viability, low when checked soon after pollen sampling, was further
reduced after one year storage both at 4°C and -18°C. The difficulty to germinate has been related
to the high percentage of pollen grains in the tetrad stage. Self pollination was unsuccessful and
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even the artificial pollination did not improve fruit set. The poor fruit set percentage besides
protogynoecia, adverse meteorological conditions and low pollen viability, was also affected by
flower morphology which resulted in a very scarce pollination by insects.Fruit growth pattern was
similar to a double sigmoid curve. The first growing period was followed by a steady stage of a
month and by a short second phase of intensive growth. Finally, in both years, fruit at the end of
growth stage resulted undersized.
Keywords: Annona cherimola, flowering, pollen, fruit.
L’Annona cherimola (Mill.) presenta una particolare biologia riproduttiva, essendo
caratterizzata da fiori dicogami e proterogini, tale quindi da limitarne fortemente la produttività. La
scarsa allegagione, unitamente ai problemi di adattabilità ambientale, condiziona l’introduzione della
specie in nuovi areali di coltivazione. La presente ricerca è stata condotta per un biennio in un
annoneto situato nel Sud della Sardegna. Le osservazioni fenologiche, effettuate per tutta la stagione
vegetativa sulle gemme presenti in dieci germogli scelti su cinque piante, hanno consentito la
definizione della durata di ciascuna fenofase. Durante la fioritura è stato osservato che la fase
femminile ha una breve durata, variabile, nei due anni, in dipendenza del differente andamento
meteorologico.Osservazioni sono state condotte, altresì, sulla germinabilità e morfologia del polline.
Infine, è stata rilevata la curva di accrescimento dei frutti, risultata assimilabile ad una doppia
sigmoide.
Parole chiave: Annona cherimola, fioritura, polline, fruttificazione.
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Polyamine levels during the onset of “CAM” in Opuntia ficus-indica (Miller)
Livelli di poliammine all’inizio del ciclo CAM in Opuntia ficus-indica (Miller)
Deidda P., Tekle Z., Nieddu G., Pintus G., Pinna G.G., Sisini A.
Amino Acids, (7): 203-209, 1994
Polyamines have been related to the “Crassulacean Acid Metabolism” (CAM) in higher
plants. Such relationship was however observed in plants where CAM activity is inducible by
external factors. Results presented here indicate that, in Opuntia ficus-indica cladodes where
onset of CAM is dependent on internal conditions, i.e. leaf age, the putrescine content increases in
parallel to the cytoplasm acidity. The putrescine and acidity increase can be better evaluated during
the onset of CAM (young cladodes), while such correlation was not observed in mature cladodes
where CAM is already in it’s full function. Spermidine and spermine showed no correlation with
CAM activity neither during the onset of CAM nor during it’s full function. However, spermidine
levels was negatively correlated to CAM activity when cladodes attained more then 30 days of age.
The results suggested that putrescine in free form could possibly counteract the increase of cellular
acidity during onset of CAM in Opuntia ficus-indica. The possible roles of spermidine are
discussed.
Keywords: Opuntia ficus-indica, polyamines, CAM.
Le poliammine sono state messe in relazione con il metabolismo CAM nelle piante superiori.
Tale relazione è stata osservata nelle piante dove l’attività CAM è indicibile da fattori esterni. I
risultati qui presentati indicano che in Opuntia ficus-indica i cladodi , nei quali l’inizio dell’attività
CAM dipende da fattori interni per esempio dall’età della foglia, la concentrazione di putrescina
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aumenta parallelamente all’acidità del citoplasma. L’incremento parallelo della concentrazione di
putrescina e dell’acidità (concentrazione di acido malico), può essere ben valutata nei giovani cladodi
all’inizio del ciclo CAM, mentre tale correlazione non è stata osservata nei cladodi maturi dove il
metabolismo CAM è già pienamente funzionante. La spermidina e la spermina non mostrano alcuna
correlazione con l’attività CAM nè durante l’inizio del metabolismo CAM nè durante il suo pieno
funzionamento. I livelli di spermidina sono correlati negativamente con l’attività CAM quando i
cladodi superano i trenta giorni di età. I risultati suggeriscono che la putrescina in forma libera
potrebbe contrastare l’incremento di acidità cellulare durante l’inizio del ciclo CAM in Opuntia
ficus-indica.
Parole chiave: Opuntia ficus indica, poliammine, CAM.
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Olive oil quality in relation to enviromental conditions
Qualità dell’olio d’oliva in relazione alle condizioni ambientali
Deidda P., Nieddu G., Spano D., Bandino G., Orru’ V., Solinas M., Serraiocco A.
Acta Horticulturae, 356: 354-357, 1994
A research about the relationship between olive oil quality (cv. “Bosana”) and
environmental conditions was carried out in nine Sardinian’s areas. All the oil samples resulted of
high quality and a better oil quality was observed in hilly areas and in colder environments of
northern Sardinia. Early harvesting also improved the oil quality.
Keywords:Olea europaea, oil quality, enviromental conditions.
Una ricerca sui rapporti tra la qualità dell’olio d’oliva (cv “Bosana”) e le condizioni
ambientali è stata svolta in nove aree della Sardegna. Tutti gli oli hanno dimostrato di avere un
ottima qualità e un miglioramento delle caratteristiche si è osservato nelle zone a maggiore altitudine
e nel nord dell’isola. Anche la raccolta precoce migliora la qualità dell’olio.
Parole chiave: Olea europea, qualità, olio.
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Mineral content in “Texas” almonds during fruit growth and ripening
Composizione minerale del frutto di mandorlo della cultivar “Texas” durante l’accrescimento
e la maturazione
Schirra M., Mulas M., Nieddu G., Virdis F.
Acta Horticulturae, 373: 207-214, 1994
This paper describes the changes of macroelements (P, Na, K, Ca and Mg) and
microelements (Cu, Zn, Fe and Mn) in different parts of almond fruit (cv “Texas”) during the entire
growing period. During 1988, six samplings were made at monthly intervals from fruit set (20 April)
to crop maturity (20 September). Kernel and hull tissues were separated and analysed after each of
the six samplings. Shell tissue separation and analysis were performed only from the 3rd sampling
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on. Changes in mineral content during the growing period revealed different trends, depending on
the tissue analysed. In particular, K, Mg and Fe content showed decreases in the shell, rose in the
kernel and fluctuated in the hull. Irregular trends in amounts of Ca were noted in the shell but
increased considerably in kernel and hull. Relationships between elements in different parts of fruit
are discussed.
Keywords:Amygdalus communis, kernel, shell, hull.
Questo lavoro descrive le modificazioni nella composizione in macro e microelementi nelle
differenti parti del frutto di mandorlo (cv “Texas”) durante l’intero periodo di sviluppo. La ricerca è
stata effettuata durante il 1988, e ha previsto campionamenti ad intervalli mensili dall’allegagione alla
piena maturità . I tessuti della mandorla e del mallo sono stati separati ed analizzati dopo ciascun
campionamento. La separazione e l’analisi dei tessuti del guscio è stata effettuata solo dopo il terzo
campionamento. La variazione della composizione minerale durante il periodo di sviluppo ha
mostrato diverse tendenze a seconda del tessuto analizzato. In particolare il contenuto di K, Mg e Fe
mostra un decremento nel guscio, un aumento nella mandorla e fluttuazioni nel mallo. Nel guscio la
quantità di Ca ha avuto un andamento irregolare, mentre nella mandorla e nel mallo si è osservato un
considerevole incremento.
Parole chiave: Amygdalus communis, mandorla, guscio, mallo.
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Quantità e morfologia delle cere epicuticolari durante lo sviluppo di gemme vegetative di
Opuntia ficus-indica (Mill.)
Quantity and morphology of epicuticolar waxes during vegetative growing of Opuntia ficusindica
(Mill.) buds
Chessa I., Nieddu G., Tekle Z.
Atti Convegno “II Giornate Scientifiche S.O.I.”, San Benedetto del Tronto, 22-24 giugno:
221-222, 1994
On 200 self-rooted plants of Opuntia ficus-indica all buds emerging on one-year-old
cladodes in June were counted and grouped into five classes in July 1993 in relation to their
developmental stage. The amount and the morphology of epicuticular waxes were also observed.
The same observations were made at the end of June and two months later on young and mature
cladodes at similar developmental stage, but emerged in different times. The results evidenced the
highest wax amount per surface unit in cladodes of the same age but of smaller size, while in
cladodes of the same size but of different age the highest amount was recorded in those of
intermediate age. Later growing stage and age negatively influenced the cladodes capability of wax
synthesis. The fine wax structure appeared clearly defined and a cellular-like pattern with a system
of branching rodlets was observed.
Keywords: Opuntia ficus-indica, waxes, cladodes development.
Nel luglio del 1993, su 200 piante di Opuntia ficus-indica sono state rilevate le date di
comparsa delle gemme vegetative, su cladodi di un anno, e in base al livello di accrescimento sono
state costituite cinque classi di grandezza per le osservazioni sulla quantità e sulla struttura delle cere
epicuticolari. Analoghe osservazioni sono state condotte, alla fine di giugno e dopo due mesi, su
cladodi di sviluppo omogeneo ma emersi in date differenti. I risultati evidenziano che la maggior
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quantità di cere per unità di superficie si rileva nelle giovani gemme vegetative della medesima età,
mentre a parità di sviluppo dimensionale, sono i cladodi di età intermedia a mostrare i maggiori
accumuli. A stadi di sviluppo ed età dei cladodi più avanzati si osserva una ridotta capacità di sintesi.
Una regolare struttura delle cere, organizzata in poligoni irregolari e con formazioni a bastoncino, è
stata infine osservata.
Parole chiave: Opuntia ficus-indica, cere, sviluppo dei cladodi.
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Ulteriori indagini sulla induzione fiorale nell’arancio “Washington navel”
Further observations on flower bud initiation in the “Washington navel” orange
Nieddu G., Chessa I., Deidda P.
Atti Convegno “II Giornate Scientifiche S.O.I.”, San Benedetto del Tronto, 22-24 giugno: 25-
26, 1994
The role of the spring and autumn vegetative flux on the flower induction was evaluated in
the “Washington Navel” sweet orange by a trial carried out with a progressive shading of the shoot
from June to December 1991. During 1992 flowering season the number of leaves and flowers per
bud was recorded in shaded shoots. Flowers were observed in both spring or autumn shoots
evidencing the possibility that induction process can start also in June, but the highest flower
production was found in shoots shaded in December.
Keywords: Citrus, flower bud induction.
Nel presente lavoro è stato verificato il ruolo esercitato dai flussi vegetativi primaverili ed
autunnali sul processo di induzione fiorale valutando l’effetto dell’ombreggiamento dei germogli ad
intervalli successivi. In un agrumeto di arancio dolce “Washington Navel”, per i due flussi
primaverile ed autunnale, sono stati effettuati ad intervalli di 15 giorni 5 e 6 periodi di accrescimento,
rispettivamente da giugno a settembre e da ottobre a dicembre, utilizzando una rete nera che
diminuisce la radiazione del 30%. Nella successiva fioritura è stata seguita l’evoluzione delle gemme
a fiore, a legno o miste, ed il numero di fiori formati utilizzando un controllo non oscurato. Dai
risultati emerge l’apporto di entrambi i flussi vegetativi alla formazione di gemme a fiore; il periodo
di induzione potrebbe avere inizio già dal mese di giugno, ma la maggior produzione si osserva da
fine dicembre in coincidenza con i minori periodi di oscuramento.
Parole chiave: agrumi, differenziazione antogena.
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Responses of “Marsh seedless” grape fruit to prestorage CaCl2 treatments with or
without fungicides
Risposta del pompelmo “Marsh seedless” a trattamenti preconservazione con CaCl2 con o
senza fungicidi
Mulas M., Schirra M., Chessa I.
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Atti Simposio “Postharvest Physiology, Pathology and Technologies for Horticultural
Commodities: Recent Advances”, Agadir (Marocco), 16-21 gennaio 1994: 51-56, 1994
Results obtained on “Marsh Seedless” grapefruit stored for 3 months at 8°C with 90 to 95%
relative humidity (RH) and then exposed for one week at 20°C and 75% RH to simulate shelf-life
revealed no significant differences in the incidence of chilling injury following pretreatment with
CaCl2 or Imazalil (IMZ) compared to untreated fruits. Combined treatment, however, did lead to a
significant increase during shelf-life. The incidence of rotting was negatively influenced by CaCl2,
which favoured its development, especially during the last week of storage and shelf-life. On the
other hand, IMZ greatly inhibited the development of pathogens, and its effectiveness did not appear
to be influenced by CaCl2 when used in combination with it. The overall physiological and chemical
parameters of the fruit revealed a more rapid ageing of fruit treated with CaCl2 compared to
untreated fruit. The results of this experiment on “Marsh seedless” grapefruit revealed no beneficial
effect of postharvest treatments with CaCl2 in maintaining fruit characteristics, which is contrary to
what has been observed on other species.
Keywords: grapefruit, cold storage, chilling injury, decay, metabolites.
I risultati ottenuti sul pompelmo “Marsh seedless”, conservato per tre mesi a 8 °C con
un’umidità relativa (UR) del 90-95% e quindi esposti per una settimana a 20 °C e 75% di UR per
simulare il periodo di post-conservazione, non hanno rilevato differenze significative nell’incidenza
dei danni da freddo susseguenti a un pretrattamento con CaCl2 o Imazil (IMZ) a confronto col
controllo. I trattamenti combinati, comunque, diedero luogo a un significativo incremento durante la
fase di post-conservazione. L’incidenza dei marciumi era influenzata negativamente dal CaCl2, che
ne ha favorito lo sviluppo, specialmente durante l’ultima settimana di conservazione e il postconservazione.
D’altra parte, l’IMZ ha inibito in misura importante lo sviluppo dei patogeni, e la sua
efficacia non sembrava essere influenzata dal CaCl2 usato in combinazione con esso. I complessivi
parametri fisiologici e chimici del frutto sottolineavano un più rapido invecchiamento del frutto
trattato con CaCl2 in confronto al controllo. I risultati di questo esperimento sul pompelmo “Marsh
seedless” hanno rivelato l’assenza di effetti benefici dei trattamenti post-raccolta con CaCl2 nel
mantenere le caratteristiche del frutto, fatto che contrasta con quanto osservato in altre specie.
Parole chiave: pompelmo, frigoconservazione, danni da freddo, decadimento, metaboliti.
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Conservabilità dei frutti di clementine “Monreal” in relazione ai trattamenti per
immersione a caldo con cloruro di calcio e tiabendazolo
Postharvest storage of “Monreal” clementines as affected by hot-dip thiabendazole and
calcium chloride treatments
Schirra M., Mulas M., Baghino L., Mura M.
Italus Hortus, 1 (4): 3-4, 1994
The effect on keeping quality of Monreal clementines of postharvest water dip treatment
with or without thiabendazole (TBZ), calcium chloride (CaCl2) and TBZ + CaCl2 at 25 or 50°C was
investigated. Freshly harvested fruits were placed in plastic boxes (100 fruits per box) and grouped
into 8 treatments lots of 6 boxes each, corresponding to the following different 3-min dip treatments:
A) water at 25°C; B) water at 50°C; C) 850 ppm TBZ, at 25°C; D) 850 ppm TBZ, at 50°C; E) 2%
CaCl2, at 25°C; F) 2% CaCl2, at 50°C; G) 850 ppm TBZ + 2% CaCl2, at 25°C; H) 850 ppm TBZ +
2% CaCl2, at 50°C. Following treatment the fruits were allowed to dry at ambient temperature and
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then stored for 8 weeks at 2°C and 90-95% relative humidity (RH) with a complete change of air in
the cold room every hour. At the end of storage, the fruits were kept for 1 week at 20°C and 75%
RH, to simulate marketing conditions (shelf-life). After 4 and 8 weeks of storage and after shelflife,
fruits were inspected for symptoms of chilling injury (pitting), and decay by mould. Three
replicates of ten healthy fruits were randomly selected immediately after harvest, after 4 and 8
weeks of cold storage, and after simulated shelf life for chemical analyses. The fruits dipped in
water at 50°C showed less chilling injury (CI) and rots than those treated at 25°C. Heat enhanced
fungicide effectiveness by delaying the onset of CI and inhibiting pathogen development under
storage. TBZ at 50°C, either alone or with CaCl2, had positive effects at both temperature regimes
under storage. The combined TBZ and CaCl2 treatment caused no positive effects on fruit quality
because of phytotoxic effects on the rind. At the end of the experiment, fruit weight loss was
slightly reduced as a consequence of water hot-dip. TBZ hot-dip treatment showed the same effect,
but CaCl2 determined higher weight loss with the bath warmed to 50°C. All treatments reduced
weight loss with the 25°C dip. Electrolyte leakage from excised flavedo tissue by 50°C watertreated
fruits was higher than 25°C control. All treatments at 25°C, with the exception of TBZ +
CaCl2, induced higher respiration rates of fruits with respect to those dipped at 50°C. TBZ and
CaCl2 also reduced fruit respiration rate. Water-and TBZ-treated fruits at 25°C showed a higher
concentration of endogenous ethylene than those treated at 50°C. On the contrary, CaCl2
determined, in hot dipped fruits, an almost total inhibition of ethylene production during storage and
higher levels of same at the end of shelf-life. Juice content of ethanol and acetaldehyde was higher
in fruit dipped at 25°C, with the exception of the water-dipped control. The trial variable proved to
have slighter effects on internal quality parameters such juice yield, titratable acidity, soluble solids,
and maturity index. It was concluded that CaCl2 treatment was ineffective in reducing postharvest
decay of Monreal clementines, and in maintaining fruit quality. If applied at 50°C, moreover, the
calcium salt induced phytotoxic effects on the peel.
Keywords: clementine, cold storage, chilling injury, rots, hot dip treatments.
Frutti di clementine Monreal sono stati sottoposti a trattamenti postraccolta per immersione
con thiabendazolo (TBZ) alla concentrazione di 850 ppm, con cloruro di calcio al 2% (CaCl2), con
TBZ + CaCl2 e con sola acqua (controllo), alle temperature di 25°C (Dip 25°C) e 50°C (Dip 50°C)
e conservati per 2 mesi a 2°C e 95% di umidità relativa (U.R.) più una settimana di
postconservazione a 20°C e 75% di U.R.. I frutti trattati con sola acqua hanno mostrato minori
danni da freddo e marciumi nella tesi sottoposta a termoterapia. Positiva è stata anche l’azione del
TBZ alla concentrazione di 850 ppm che ha ridotto in modo consistente l’incidenza del danno da
freddo e dei marciumi. L’azione del calore ha potenziato l’efficacia del fungicida. La percentuale
dei marciumi nei frutti trattati a 25°C ha raggiunto il livello massimo nel test, con effetti di riduzione
da parte del TBZ e, in minor misura, del CaCl2. Il trattamento a 50°C, invece, ha mostrato il positivo
effetto sul test e nei frutti trattati col TBZ, sia da solo sia in combinazione col CaCl2, mentre in quelli
trattati col solo sale di calcio l’incidenza dei marciumi è apparsa più elevata. Si è avuta in questo
caso, piuttosto, la manifesta-zione di sintomi dell’azione fitotossica del trattamento con il sale di
calcio. L’attività respiratoria del frutto, la produzione di etilene endogeno, il calo peso, la perdita di
elettroliti, nonché la concentrazione di etanolo e acetaldeide nel succo sono stati influenzati in misura
variabile dai diversi trattamenti e dalla temperatura del bagno. Più lieve è apparso l’effetto delle
variabili sperimentali sui parametri di qualità interna (% succo, acidità totale, solidi totali solubili e
indice di maturazione).
Parole chiave: clementine, refrigerazione, danni da freddo, marciumi, trattamenti a caldo.
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Genetic variability of histological characteristics in olive fruits
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Variabilità genetica delle caratteristiche istologiche nei frutti di olivo
Mulas M.
Acta Horticulturae, 356: 70, 1994
The results of a biometric study on fruit histological characteristics of 17 olive cultivars are
presented here. Olives were analyzed in the ripening stage immediately preceding the half-black
stage. Histological observations included cuticle, epidermis and mesenchyme thickness, size and
number of sclereids per section surface unit, cell size and cell wall thickness in the various tissues.
All parameters were correla ted with flesh firmness measured by means of a penetrometer. A
function was found to explain the relationship between different parameters and fruit mechanical
resistance.
Keywords: Olea europaea, anatomy, fruit firmness.
Sono qui presentati i risultati di uno studio biometrico sulle caratteristiche istologiche dei
frutti di 17 cultivar di olivo. Le olive sono state analizzate nello stadio di maturazione
immediatamente precedente lo stadio di “seminvaiatura” (epicarpo nero al 50%). Le caratteristiche
istologiche esaminate hanno incluso cuticola, epidermide e spessore del mesenchima, dimensione e
grandezza delle sclereidi per unità di superficie di sezione, dimensione cellulare e spessore della
parete cellulare nei vari tessuti. Tutti i parametri sono stati correlati con la consistenza della polpa
misurata con penetrometro, ed è stata trovata una funzione nella quale la combinazione di differenti
parametri era correlata con la resistenza meccanica del frutto.
Parole chiave: Olea europaea, anatomia, consistenza del frutto.
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Storage of “Monreal” clementines as affected by CaCl2 and TBZ postharvest
treatments
Conservazione del clementine “Monreal” in relazione a trattamenti post-raccolta con CaCl2
e TBZ
Schirra M., Mulas M.
Agricoltura Mediterranea, 124: 238-248, 1994
The influence of postharvest CaCl2 treatments on “Monreal” clementine was investigated
over two months of storage at 2°C and 6°C and after subsequent shelf-life. CaCl2 treatment in fruit
stored at 2°C resulted in a slight reduction in chilling injury compared to untreated fruit. Injury
appeared to be more limited in fruit treated with TBZ, when used both alone and in combination
with calcium. No beneficial effect was found in the fruit stored at 6°C, in which the incidence of
injury was consistently less than in fruit stored at 2°C. The percentage of rotting in untreated fruit
was about 4%, with negligible differences depending on storage temperature. Treatment with TBZ
at the end of shelf-life reduced the rot percentage to about 1% in both storage regimes. A similar
reduction was also found in CaCl2 treated fruit stored at 2°C, whereas in 6°C stored fruit such
effect was negligible compared to the control. The combined effect of the two chemicals showed
that calcium chloride clearly reduced the effects of the fungicide in fruit stored at 2°C and was
dangerous to fruit stored at 6°C. Chemical parameters were slightly affected by treatments. A
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greater decrease in juice acidity of fruits dipped in CaCl2 and a more marked delay of senescence in
clementines treated by TBZ were recorded.
Keywords: clementine, cold storage, calcium chloride, chilling injury.
Si è indagata l’influenza di trattamenti post-raccolta con CaCl2 sui clementine “Monreal”
durante due mesi di conservazione a 2 °C e a 6 °C e la susseguente fase di postconservazione. I
trattamenti con CaCl2 provocarono nel frutto conservato una modesta riduzione nei danni da freddo
in confronto coi frutti non trattati. I danni risultarono più limitati nei frutti trattati con TBZ, quando
era usato sia da solo che in combinazione col calcio. Non si notarono effetti benefici nei frutti
conservati a 6 °C, nei quali l’incidenza del danno era decisamente minore che nei frutti conservati a
2 °C. La percentuale di marciumi nei frutti non trattati era circa del 4%, con differenze trascurabili
in funzione della temperatura di conservazione. Trattamenti con TBZ alla fine del periodo di postconservazione
ridussero la percentuale di marciumi a circa l’1% in entrambi i regimi di
conservazione. Una simile riduzione era anche osservata nei frutti trattati con CaCl2 e conservati a
2 °C, mentre nei frutti conservati a 6 °C la limitazione dei marciumi era trascurabile a confronto col
controllo. L’effetto combinato delle due sostanze chimiche ha evidenziato che il CaCl2 riduceva
chiaramente l’efficacia del fungicida nei frutti conservati a 2 °C ed era deleterio per i frutti
conservati a 6 °C. I parametri chimici erano influenzati, ma in misura minima, dai trattamenti. Si
sono registrati il maggior decremento nell’acidità del succo dei frutti immersi in CaCl2 e un più
marcato ritardo di senescenza nei clementine trattati col TBZ.
Parole chiave: clementine, frigoconservazione, cloruro di calcio, danni da freddo.
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Intermittent warming effects on post-harvest cold storage of “Fortune” mandarins
Effetti del riscaldamento intermittente sulla frigoconservazione post-raccolta dei mandarini
“Fortune”
Mulas M., Ibba M.
Advances Horticultural Science, 8: 205-209, 1994
“Fortune” mandarins were harvested in the middle of March and stored for 2 months in
cold rooms. Control fruit were kept at constant temperature (6°C), and the others were exposed to
cycles of low and high temperatures (5 and 2 days respectively). The effectiveness of three
intermittent sequences were evaluated: 0/12°C, 2/10°C, and 4/8°C. A 95% relative humidity (RH)
was used. As additional shelf-life period, at monthly intervals, fruits were kept at 20°C and 75% RH
for 10 days. Intermittent warming at 0/12°C and 2/10°C greatly reduced chilling injury (CI). Weight
loss (WL) was slightly higher in fruits exposed to intermittent warming than in the control fruits, and
mould decay was very low in all cases. Loss of quality was observed in fruits kept at intermittent
warming at 4/8°C, while fruits held at 0/12°C showed high quality and good appearances during the
storage period. The quality of mandarins stored at 2/10°C was good during the 1 st month of storage,
but decreased afterwards.
Keywords: citrus, cold storage, fruit quality, intermittent temperatures.
Frutti del mandarino “Fortune” sono stati raccolti a metà marzo e conservati due mesi in
cella frigorifera. I frutti di controllo sono stati tenuti a temperatura costante (6 °C), e gli altri esposti
a cicli di basse e alte temperature (5 e 2 giorni rispettivamente). E’ stata valutata l’efficacia di tre
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sequenze intermittenti: 0/12 °C, 2/10 °C, e 4/8 °C, con umidità relativa (UR) del 95%. I frutti sono
stati, quindi, tenuti, come postconservazione addizionale, a intervalli mensili, a 20 °C e 75% di UR
per 10 giorni. Il riscaldamento intermittente a 0/12 °C e 2/10 °C ha ridotto in misura importante i
danni da freddo (DF). La perdita di peso (PP) è risultata di poco più alta nei frutti esposti a
riscaldamento intermittente piuttosto che nel controllo, e il modello di decadimento molto basso in
tutti i casi. Perdita di qualità è stata osservata nei frutti sottoposti a riscaldamento intermittente a 4/8
°C, mentre i frutti tenuti a 0/12 °C hanno mostrato alta qualità durante il periodo di conservazione.
La qualità dei mandarini conservati a 2/10 °C si è mantenuta buona durante il primo mese di
conservazione, ma è scaduta successivamente.
Parole chiave: agrumi, frigoconservazione, qualità del frutto, temperature intermittenti.
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Rapporto tra peso del frutto e qualità in Actinidia deliciosa
Fruit size and quality in Actinidia deliciosa
Russo G., Dettori S.
Atti Convegno “II Giornate Scientifiche S.O.I.”, S. Benedetto del Tronto, 22-24 giugno 1994:
461-462, 1994
The comparison between fruit size and some fruit quality parameters in Actinidia evidenced
a positive correlation between fruit weight and flesh firmness, protein, P and Cu content.
Keywords: Actinidia deliciosa, fruit size, quality.
Il confronto fra le classi ponderali merceologiche e alcuni parametri qualitativi esterni e
interni ha evidenziato l’esistenza di una correlazione positiva tra peso del frutto, da una parte, e
durezza della polpa (al penetrometro), contenuto in proteine, fosforo e rame, dall’altra.
Parole chiave: Actinidia deliciosa, peso del frutto, qualità
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