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Numero 65 Settembre 2008 - Eco della Brigna

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e8<br />

Un Campo di lavoro condensa in due settimane un programma ricco<br />

ed articolato: attività ludico-ricreative da svolgere con i più piccoli;<br />

aiuto alle famiglie; momenti di incontro con persone emarginate.<br />

Sopra, i volontari italiani insieme con giovani kosovari sul battello. In basso, un incontro di calcio<br />

fra italiani ed albanesi a Prosek ed il secondo gruppo di volontari al Santuario di Shen Naum.<br />

italiani, rimasti lì dopo l’emergenza<br />

dei campi profughi, si occupano di<br />

circa 30 bambini che non hanno nessuno:<br />

orfani, abbandonati perché disabili,<br />

poveri, maltrattati.<br />

Il Crocifisso di San Damiano, dai<br />

grandi occhi aperti e dalle braccia spalancate<br />

<strong>della</strong> piccola cappella, l’ingresso<br />

in cui il cancello non è semplicemente<br />

aperto ma proprio non c’è<br />

‘per indicare che l’accoglienza non<br />

può avere limiti’, come ci spiega<br />

Massimo, Responsabile del Centro,<br />

sono evidenti simboli dello spirito di<br />

fraternità e di amore che alimenta la<br />

vita di questa Casa.<br />

I campi di lavoro di questa estate ci<br />

hanno mostrato, nel loro breve spazio<br />

di tempo, una società che tende al<br />

cambiamento. Un cambiamento però<br />

che non è ancora pieno progresso. Le<br />

piccole contraddizioni <strong>della</strong> quotidianità<br />

lo dimostrano: le paraboliche sui<br />

tetti e la luce che di frequente va via;<br />

le ciminiere di alcune città modestamente<br />

industrializzate e la strade tortuose<br />

e sterrate per raggiungerle; le<br />

villette perfettamente nuove e pulite<br />

all’esterno, con tanto di giardino ma<br />

incomplete e vuote all’interno; le bandiere<br />

blu <strong>della</strong> Repubblica Kossovara<br />

ed appesi accanto, i peluches scacciamalocchio<br />

sui balconi; le Mercedes e<br />

la BMW che sfrecciano fra carretti<br />

trainati da minuti asinelli.<br />

Tale cambiamento guarda a quel<br />

modello tipicamente occidentale che<br />

ha come ultima meta la ricchezza e<br />

non il benessere, inteso quest’ultimo<br />

come bene comune, capace di garantire<br />

un equo investimento di risorse e di<br />

mezzi e di favorire un adeguato sviluppo<br />

economico, sociale, infrastrutturale.<br />

L’esperienza vissuta grazie ad<br />

un Campo di lavoro nei Balcani è davvero<br />

un imparagonabile dono. E’ una<br />

vera palestra per allenare i cuori dei<br />

giovani ad una sana cultura del volontariato.<br />

E’ l’occasione di spendersi per<br />

l’altro in un Paese che tormentate<br />

vicissitudini storico-politiche hanno<br />

impoverito. E’ l’opportunità di sperimentare<br />

la propria voglia di servizio.<br />

E’ un viaggio che ciascuno regala a se<br />

stesso alla scoperta di valori autentici.

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