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Numero 65 Settembre 2008 - Eco della Brigna

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Caro Don Enzo Cosentino,<br />

vi ringrazio per la spedizione di <strong>Eco</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>. Spero che a Mezzojuso<br />

vada tutto bene.<br />

Martino Morales, Austin - USA<br />

Gentilissimo Don Enzo,<br />

le affido queste semplici parole, dettate<br />

dal mio grande dolore, un regalo che io<br />

intendo fare a mio marito e al suo paese,<br />

perché avendo vissuto con lui quasi cinquantacinque<br />

anni, ho capito che<br />

Mezzojuso puoi amarlo, puoi anche a<br />

volte detestarlo ma non puoi ignorarlo.<br />

Con l’espressione sincera <strong>della</strong> mia<br />

riconoscenza per la sua disponibilità, la<br />

ringrazio e le porgo i miei saluti.<br />

Non so come, non so dove, non so<br />

quando, non so a chi giungeranno queste<br />

mie parole. Ho la sgradevole sensazione<br />

di essere sopravvissuta ad un<br />

cataclisma, e sono china a raccogliere<br />

tra le macerie i ricordi di una vita.<br />

Stranamente il luogo dell’anima, teatro<br />

di questo viaggio nel tempo, non è la<br />

mia città, dove sono nata e dove sono<br />

tornata a vivere ormai da tanti anni, ma<br />

un piccolo paesino dell’entroterra<br />

siculo dove si sono svolti gli avvenimenti<br />

più significativi <strong>della</strong> mia esistenza:<br />

sì, Mezzojuso. Dentro una scatola,<br />

molto malandata e dimenticata da<br />

anni nel fondo di un armadio, ritrovo i<br />

frammenti di una vita, una storia-non<br />

storia che può interessare solo me. Ma<br />

c’è sempre quel piccolo paese che mi<br />

ruba la scena, sì, sempre Mezzojuso. E<br />

allora non mi rimane che assecondarlo:<br />

è vero, qui sono arrivata, appena<br />

Siamo stati completamente uniti a lui<br />

con una morte simile alla sua, lo saremo<br />

anche con la sua risurrezione. (Rm. 6,5)<br />

I nostri lettori ci scrivono<br />

diciassettenne, fresca di un diploma<br />

magistrale e con tanti sogni nel mio<br />

diario segreto. Adoro i bambini, ma i<br />

miei primi allievi furono degli uomini,<br />

molti dei quali avevano provato gli<br />

orrori di una guerra devastante. Alcuni<br />

di loro avevano sofferto nei campi di<br />

concentramento nazisti, altri avevano<br />

sperimentato i terribili inverni sul fronte<br />

russo, altri ancora il tormento dei<br />

deserti africani. Erano i reduci a cui la<br />

Patria prometteva un posto di lavoro,<br />

ma per ottenerlo bisognava avere un<br />

titolo di studio, la famosa licenza elementare;<br />

così le mani che avevano<br />

maneggiato strumenti di morte tornavano<br />

a tenere in mano la penna, ma<br />

quanta fatica! Io mi sentivo più che la<br />

maestra una figlia, una sorella: mi piaceva<br />

portare a scuola i giornali, le riviste<br />

che ci mettevano in contatto con il<br />

resto del mondo, nel tempo in cui la<br />

televisione non aveva ancora cambiato<br />

le nostre abitudini di vita.<br />

E poi è venuto anche per me il tempo<br />

dell’Amore, e di chi potevo innamorarmi<br />

se non di un giovane di<br />

Mezzojuso? Giovanni, ricordo le tue<br />

serenate cantate con la tua dolcissima<br />

voce. Abbiamo ignorato le critiche dei<br />

falsi perbenismi e un giorno il campanile<br />

dell’Annunziata suonò anche per<br />

la nostra Messa nuziale. Mi rivedo,<br />

felice al tuo fianco, scendere la scalinata<br />

che conduce alla piazza. In questo<br />

paesino sono nati i nostri primi tre<br />

figli; poi la vita e il lavoro ci hanno<br />

portato in giro per la Sicilia. Quattro<br />

sono i figli che il cielo ci ha mandato e<br />

che hanno allietato e movimentato la<br />

nostra vita. Siamo sempre ritornati a<br />

Mezzojuso per varie ricorrenze, avvenimenti<br />

lieti e tristi, e, un giorno dolorosissimo<br />

abbiamo riportato al paese<br />

natio, che lui amava tanto, il nostro<br />

Francesco, portato via da un male che<br />

non perdona. Ora anche tu, Giovanni,<br />

sei ritornato per sempre nel silenzioso,<br />

sereno cimitero di Mezzojuso, e dalle<br />

pagine dell’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, che per<br />

tanti anni abbiamo letto insieme, giunga<br />

a te l’eco dei nostri ricordi, e la voce<br />

del mio amore che rimane immutabile<br />

al di là <strong>della</strong> vita. A te, mio carissimo,<br />

ripeto ancora le parole che ti dissi,<br />

quando il tuo caro volto fu sottratto per<br />

sempre alla mia vista: Giovanni, vai<br />

incontro a Francesco e aspettami.<br />

E Mezzojuso? Mezzojuso è rimasto<br />

sempre il luogo dell’anima, il rifugio<br />

nelle immancabili tempeste <strong>della</strong> vita, il<br />

luogo dove vivono molte delle persone<br />

che amiamo, e dove gli abitanti sono gli<br />

amici di sempre, che ci hanno circondato<br />

di tanto affetto, quando il dolore ha<br />

bussato alla nostra porta. Ancora oggi a<br />

Mezzojuso io mi sento a casa e dico ai<br />

mezzojusari: grazie amici miei; amatelo<br />

il vostro paese perché, ovunque si vada,<br />

per chi è vissuto all’ombra <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong><br />

non potrà mai dimenticarlo.<br />

Maria Manzo Divono, Palermo<br />

Carissimo Don Enzo,<br />

siamo sempre contenti di ricevere<br />

l’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, pieno di belle notizie<br />

che riguardano Mezzojuso. Cordiali<br />

saluti per lei e per tutta la redazione.<br />

Francesco e Antonina Di Miceli<br />

Sydney - Australia<br />

Suor Vittoria Guarnieri riposa nel Signore<br />

“Suor Vittoria è stata di esempio e di<br />

sostegno per la sua fermezza, disponibilità,<br />

e dedizione, specialmente ai piccoli”.<br />

Questa è la testimonianza di chi l’ha<br />

conosciuta da vicino e l’ha stimata per il<br />

suo zelo apostolico e l’amore verso i<br />

bambini, prediletti da Dio, per i quali ha<br />

offerto tutta la sua vita lavorando in<br />

diversi paesi <strong>della</strong> Calabria, specialmente<br />

ad Acquaformosa (CS), dove ha diretto la<br />

Casa famiglia “Agape”.<br />

E’ entrata a far parte <strong>della</strong> famiglia<br />

Basiliana il 23 luglio 1953 all’età di 16<br />

anni. Dopo gli studi <strong>della</strong> scuola magistrale,<br />

di musica e scienze religiose, si<br />

dedicò con entusiasmo alla cura dei<br />

bambini abbandonati e orfani. Aveva a<br />

cuore e promuoveva le tradizioni popolari<br />

dei paesi arberesh dell’Italia meridionale,<br />

Sicilia e Calabria.<br />

Nell’ultimo periodo <strong>della</strong> sua vita,<br />

segnato dal dolore e dalla malattia, ha<br />

dato testimonianza di grande abbandono<br />

alla volontà di Dio. Consapevole<br />

fino all’ultimo momento, ha voluto<br />

tutte vicine le consorelle per rispondere<br />

ancora una volta alla chiamata dello<br />

Sposo. Il 12 luglio <strong>2008</strong> come una vera<br />

discepola di Cristo e figlia di SdD M.<br />

Macrina è passata nella casa del Padre.<br />

Suor Vittoria Guarneri<br />

Nata a Prizzi (PA) il 28 ottobre 1937<br />

Morta a Mezzojuso il 12 luglio <strong>2008</strong><br />

e21

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